30/12/2011
2 recensioniIL QUARTO DI LUNA MANCANTE
Minna, gioite e deprimetevi, sono tornata!
A dire il vero stavo provando a partorire una 5986, ma inevitabilmente la mia mente yaoista ha prodotto ben altro.
Non riesco proprio a fare a meno di questi due. Be', buona lettura!
Minna, gioite e deprimetevi, sono tornata!
A dire il vero stavo provando a partorire una 5986, ma inevitabilmente la mia mente yaoista ha prodotto ben altro.
Non riesco proprio a fare a meno di questi due. Be', buona lettura!
E' lo spicchio che manca o l'intera luna?
Senza quel quarto il satellite non si completa, ma se non ci fosse la luna quello spicchio cesserebbe di essere definito tale.
Rettifico, se non ci fosse la luna tutte le parti che la compongono andrebbero a nascondersi nel tetro velo del cielo, quindi nulla esisterebbe.
Non ci sarebbe nemmeno la luce.
Il quarto mancante e la luna si eliminano a vicenda.
"Io sono il quarto, tu sei la luna" ti dico dopo un'esauriente panoramica del mio ragionamento. "Non credo potremo mai stare assieme, baka".
Il mio sorriso è a tratti illuminato dalla luna. Le stelle si sono affievolite, sono impallidite di fronte alla tua lucentezza.
"Uhm, Dera" mi chiami, e il tuo pare il lamento di un bambino strappato dal più dolce dei sogni. I tuoi occhi si assottigliano; la tua guancia, adesso che ti sei voltato verso di me, è graziosamente sbaciucchiata dal calore della luna.
Ora che ci faccio attenzione, il quarto mancante sta dalla tua parte. Chissà perché allora quel satellite capriccioso ha deciso di coccolare solo te.
I tuoi morbidi polpastrelli mi imprigionano il polso in quella che pare una carezza.
Non hai bisogno di forzarmi, su di me la tua pelle così lucente ha lo stesso effetto della droga.
E' un qualcosa che mi paralizza.
La tua risata infantile mi risveglia dalla culla di pensieri. Esatto, culla.
Come il bambino che tende la mano in alto - così minuscola, fragile - verso il lampadario, per cercare di toccare la giostra di simpatiche api di carta. Quella appesa sopra alla culla, sì, di cui le madri si servono per far addormentare i loro bambini.
In effetti la mia mano è tesa in alto, ora, e l'indice è corso al posto del quarto mancante. La tua calda presa mi abbandona e il tuo braccio scivola dietro al mio.
Con la tua mano vai a coprire la luna.
Adesso il nostro disegno pare quello di due ragazzine che con le dita materializzano un cuore d'aria.
Il contatto fra le nostre pelli, la luce che le trafigge riducendosi a spaghi dorati.
Mi parli solo attraverso queste sensazioni.
"Hayato, la luna è scesa in terra a cercare il suo quarto mancante".
Senza quel quarto il satellite non si completa, ma se non ci fosse la luna quello spicchio cesserebbe di essere definito tale.
Rettifico, se non ci fosse la luna tutte le parti che la compongono andrebbero a nascondersi nel tetro velo del cielo, quindi nulla esisterebbe.
Non ci sarebbe nemmeno la luce.
Il quarto mancante e la luna si eliminano a vicenda.
"Io sono il quarto, tu sei la luna" ti dico dopo un'esauriente panoramica del mio ragionamento. "Non credo potremo mai stare assieme, baka".
Il mio sorriso è a tratti illuminato dalla luna. Le stelle si sono affievolite, sono impallidite di fronte alla tua lucentezza.
"Uhm, Dera" mi chiami, e il tuo pare il lamento di un bambino strappato dal più dolce dei sogni. I tuoi occhi si assottigliano; la tua guancia, adesso che ti sei voltato verso di me, è graziosamente sbaciucchiata dal calore della luna.
Ora che ci faccio attenzione, il quarto mancante sta dalla tua parte. Chissà perché allora quel satellite capriccioso ha deciso di coccolare solo te.
I tuoi morbidi polpastrelli mi imprigionano il polso in quella che pare una carezza.
Non hai bisogno di forzarmi, su di me la tua pelle così lucente ha lo stesso effetto della droga.
E' un qualcosa che mi paralizza.
La tua risata infantile mi risveglia dalla culla di pensieri. Esatto, culla.
Come il bambino che tende la mano in alto - così minuscola, fragile - verso il lampadario, per cercare di toccare la giostra di simpatiche api di carta. Quella appesa sopra alla culla, sì, di cui le madri si servono per far addormentare i loro bambini.
In effetti la mia mano è tesa in alto, ora, e l'indice è corso al posto del quarto mancante. La tua calda presa mi abbandona e il tuo braccio scivola dietro al mio.
Con la tua mano vai a coprire la luna.
Adesso il nostro disegno pare quello di due ragazzine che con le dita materializzano un cuore d'aria.
Il contatto fra le nostre pelli, la luce che le trafigge riducendosi a spaghi dorati.
Mi parli solo attraverso queste sensazioni.
"Hayato, la luna è scesa in terra a cercare il suo quarto mancante".