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Autore: RoryTheSherlockian    31/12/2011    1 recensioni
Watson racconta nei suoi diari non solo i casi e le avventure col suo coinquilino, amico e amante Sherlock Holmes, ma anche un po' della loro vita privata, ovviamente tenendo il tutto nascosto dagli artigli famelici del loro temibile consulente letterario, Sir Arthur Conan Doyle.
Ovviamente privati, questi inediti diari riportano qualche elogio e qualche lamentela (dire anche giustificata) riguardo a Sherlock Holmes.
Avrò cambiato una decina di titoli diversi, uno più assurdo ell'altro. Oh bé, oramai vi cuccate questo.
-Riprendo l'idea di inserire ACD come consulente letterario ed editor dei racconti di Watson, dato che mi è molto piaciuta :3 -
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano ormai trascorsi alcuni mesi dall'inizio della mia relazione sentimentare con Sherlock Holmes.
In Inghilterra la sodomia era considerata un reato, pena la reclusione. Ad essere sincero, non mi ero mai occupato approfonditamente della questione, ma ero dell'idea che ciò che un individuo faceva nel letto con la persona cha amava, dello stesso sesso o meno, fosse un problema unicamente suo.
Questa mia idea si rafforzò quando venni a conoscenza dei sentimenti di Sherlock. I miei, di sentimenti, mi erano già noti da tempo, e forse erano noti anche allo stesso Sherlock, ma avevo sempre ignorato le pulsazioni del mio essere, temendo di risultare fastidioso o persino offensivo al mio caro amico.
Quando scoprii che i miei sentimenti non solo non erano scovenienti, per Sherlock, ma addirittura ricambiati, il mio sollievo fu così profondo da farmi ritenere che molto probabilmente non ne proverò mai uno altrettanto intenso durante la mia vita.

Questo diario, sono sicuro, non verrà mai letto da anima viva, se non forse dopo la morte mia e del mio compagno. I fatti narrati al suo interno sono tali da poterci garantire reclusione a vita, ma finché riuscirò a tenere questo scritto al sicuro dal mio consulente letterario, lo spettabile Sir Arthur Conan Doyle, non ritengo di avere motivi di preoccupazione.
Come i miei (inesistenti) lettori avranno sicuramente avuto modo di notare, in queste righe mi sono rivolto al famoso detective come Sherlock e non come Holmes. Tale è il rapporto di intimità e fiducia formatosi tra noi.


Come ho avuto il piacere di notare, nonostante la sua oltremodo proclamata avversione contro le donne e il romanticismo in generale, Sherlock Holmes si è più volte dimostrato un esperto amante, agevolato notevolmente dallo straordinario tatto e dall'incredibile delicatezza delle sue mani, come ho avuto modo di notare, sebbene in altri ambiti, fin dal nostro primo caso: Uno Studio in Rosso.
Non mi dilungherò in descrizioni dettagliate delle sue abilità, che potrebbero risultare sgradevoli anche in questi ambiti, ma vorrei soffermarmi su alcuni dettagli della nostra realtà quotidiana.

In primis, la sua dipendenza dalla droga è notevolmente diminuita, come dimostra il lieve strato di polvere che ricopre l'astuccio contenente la siringa ipodermica. Sherlock stesso, in uno slancio di puro romanticismo che mai avrei potuto atribuirgli se non ne fossi stato l'oggetto, mi disse queste testuali parole «Ormai sei tu la mia droga, John»

Il secondo fatto di rilevante interesse è il tasso del buonumore. I periodi di mutismo e inattività apatica sono molto più rari e solitamente ristretti nell'arco di pochi giorni. Con un pizzico di egocentrismo, posso dedurre che la mia presenza stimola in Sherlock non solo in corpo, ma anche la mente, al pari dei suoi tanto amati casi intricati.
Ovviamente, Sherlock Holmes è rimasto il geniale investigatore che conoscete, miei cari lettori. Durante i suoi casi ha sempre mantenuto la sua logica freddezza. Ma sicuramente quest'ultima tentennò alcune volte, fortunatamente in privato, e non ebbe alcun esito sui casi su cui stava lavorando.

Oltre ai pregi però, mi sento in dovere di riportare anche i difetti, per riuscire a trascrivere una buona cronaca, o quanto meno un buon diario, e per non scadere in una inutile apoteosi di Sherlock Holmes, che avrebbe come esito il rinforzo del già grande ego del detective.

Uno dei difetti di Sherlock nella vita privata era il suo costante fare osservazioni basandosi sul suo metodo logico.
Come io stesso non riesco a fare a meno di preoccuparmi e di curare qualsiasi ferita che Sherlock, quasi inevitavilmente, si procura ad ogni caso, così lui non riesce a fare a meno di osservare e dedurre. Non serve essere Sherlock per capire che soffriamo entrambi di deformazione professionale. Oserei dire a mia difesa, però, che la deformazione professionale di Sherlock scade molto spesso nell'esagerazione, ad esempio nel fermarsi durante l'atto sessuale a spiegare il tipo di pieghe delle lenzuola a seconda dei movimenti e della rigidità del tessuto.


Con la penna in mano, mi ritrovo a pensare il perché io stia scrivendo così formalmente anche nei miei diari privati. Forse si tratta sempre di deformazione professionale.
Cercando di non cadere più in questo brutto vizio, cercheròdi trascrivere esattamente i miei pensieri, cercando di essere più sincero con me stesso.
Avevo sempre trovato Sherlock un uomo affascinante. Credo che il mio innamoramento per lui si cominciato molto prima di conoscere la mia defunta moglie Mary. Mary era più di una amica, ma non ha mai avuto il posto centrale nel mio cuore, da tempo catturato da Sherlock Holmes.
Adoravo, ed adoro ancora oggi, i suoi fianchi ossuti, la sua pelle chiara e la sua magrezza, che nascondono una forza e una passionalità inaspettate. Amo i suoi occhi, tersi come il cielo novembrino, che perdono la loro freddezza quando si posano su di me. Amo quelle piccole gentilezze, quei gesti d'affetto genuini. La lista delle cose che amo potrebbe durare ancora più a lungo, fino a finire lo spazio di questa pagina. Ma è sufficiente una sola cosa, per riassumere tutto.

Io amo Sherlock Holmes.


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Senso. Ciò che questa fic non ha. Prima o poi scriverò qualcosa di leggibile sulla Shwatsonlock. Per ora, saluti.
   
 
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