La mattina dopo il temporale finì. Le gocce cadevano ancora dai tetti e dagli alberi bagnati. I prati, i campi e le stradine erano tutte bagnate e scivolose. Faceva ancora freddo. Ma il sole era spuntato, sulle colline lontane c'erano ancora dei nuvoloni neri. Il dottore pazzo si svegliò, e fece colazione nel salotto. Dopo aver mangiato la solita bistecchina da tre etti e la patatine fritte col grasso di balena, andò a lavarsi, poi si vestì con un logico abbinamento di vestiti: una camicia bianca con papillon nero, pantaloni neri, scarpe di pelle nera e un mantellone pure quello nero. Poi si pettinò con la divisa a metà e si spolverò sul viso del borotalco. Scese le scalette legnose e uscì nel freddo mattino, con il mantello svolazzante, che pareva un bambino dell'asilo. Arrivò in paese, non c'era anima viva, andò nella piazza ed entrò in un bar. -"Ciao!"- salutò Chicco. -"Buongiorno!"- salutò il barista assonnato. Il pazzo comprò un chupa-chups alla cola, poi andò via lasciando il portafoglio. Il dottore Hudson stava passeggiando tra una viuzza e l'altra, meta ignota. Destino volle che incontrasse il Chicco, intento a succhiare la caramella. Hudson gli chiese: -"Salve, ha tempo per una visitina, è da tanto che non la vedo!"- -"Ciao, vengo subito, ma facciamo presto, dopo devo andare a giocare coi lego!"- gli disse Chicco in tono confidenziale. Fecero dietro-front verso lo studio di Hudson. Passarono di fronte ad una ludo-teca. Quando Hudson arrivò allo studio e si guardò alle spalle, l'altro scellerato non c'era più. Corse indietro e , davanti alla sala giochi, vide a terra un chupa-chups biascicato. Entrò nella sala, girò tra i giochi elettronici e trovò il paziente intento a giocare al piccolo chirurgo, che aveva appena rubato a dei bambini, che ora lo guardavano di sbieco, corrucciati. Tirandolo per il laccio del papillon lo mise sul lettino dello studio, ancora frignante per aver perso la caramella. Poi iniziò la visita: -"Oggi come si sente?"- chiese Hudson. -"Nghè!"- fu la risposta. Hudson cambiò formulario: -"Oggi come ti senti piccolino?"- -"Benino!"- Hudson si accorse che la malattia di disfunzione mentale era peggiorata, allora gli venne in mente una cura (più per non averlo tra i piedi che per altro) : mandarlo in Transilvania. -"Caro mio, ho trovato una bella cura per te!"- -"Dimmi!"- -"Mandarti sul un bel trenino in Transilvania!"- -"Bello... ci sono le caramelle?!"- -"Tantissime, ci sono montagne di caramelle! Fiumi di chupa-chups! Castelli pieni di torroni, finestre di zucchero, alberi di canditi, un mondo di fantastici e buonissimi dolci colorati, apposta per te!"- -"Ci voglio andare! Mi compri il biglietto!?"- -"Ce l'ho già, tieni!"- e gli porse il biglietto del treno, un direttissimo senza fermate. -"Ciao!"- salutò Chicco, e uscì. Passò dal giornalaio a comprare la nuova copia di "Fiabe da colorare" e andò a casa per fare i bagagli. Fatte le valigie, con qualche vestito come quello che indossava e libri da colorare, andò alla stazione per prendere il primo treno per la Transilvania. Aspettò tre ore sulla panchina, colorando fiabe, e finalmente il treno arrivò, salì e si accomodò su una poltrona. Era l'unico passeggero in tutto il treno, iniziò a colorare; il treno partì, ancora a colorare; il treno viaggiava, lui colorava sempre. Passarono tra gallerie e boschi, Chicco colorava coi pennarelli a punta grossa;passarono tra montagne e fiumi, Chicco colorava coi pennarelli a punta media; passarono tra paesi e pianura, valli e cavalli, Chicco colorava coi pennarelli a punta fine. Alla prossima settimana con il Dottor Chiccostein!!!! Grimmione99