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Autore: TushiUndDark    03/01/2012    1 recensioni
Ora che anche su sai come tutto ebbe inizio, mettiti comodo e lascia che la fatina dai capelli turchini entri dal tuo orecchio perché sto per raccontarti una delle più mirabolanti avventure di Peter.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Peter Pan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell’autrice:
Salve a tutti.
 
Questa storia è un esperimento. Proprio ieri ho riletto “Peter Pan” di J.M Barrie e oggi ho letto un paio di Fic sul tema e mi sono resa conto che nessuna (almeno di quelle che ho letto) è stata scritta alla maniera del vecchio zio Barrie; quindi ho voluto sfidare me stessa cercando di scrivere un qualcosa che si avvicinasse al suo stile ed ecco quello che n’è uscito fuori. Effettivamente ammetto che il modo può sembrare, come dire, “obsoleto” ma il mio intento era appunto questo. Spero che nonostante tutto questa introduzione vi sia piaciuta e che leggerete anche il secondo capitolo che è la storia vera e propria di una delle avventure di Peter Pan.
 
Detto questo, buona lettura!
 
Fé :*
 
 
Tutti i bambini alla fine crescono.
 
Tutti i giochi infantili vengono riposti in un baule in soffitta.
 
Tutte le fiabe vengono dimenticate e, con loro, tutti gli eroi e le avventure che infiammavano i piccoli animi e gonfiavano i giovani cuori vengono messi in un angolino piccino della mente.
 
Così i bambini diventano grandi; divengono avvocati, medici, professori, madri e padri e nonni ma sappiate miei cari, che quando sono soli nel cuore della notte salpano a bordo di un magnifico veliero dorato che spiega le vele al vento e vola in alto, tanto in alto da poter toccare l’arcobaleno e giocare a rincorrere le comete.
 
Alla fine del loro viaggio, a bordo di questa nave fantastica, approdano a quel piccolo angolino di cui abbiamo prima parlato; qui c’è uno scrigno di un preziosissimo velluto rosso scintillante che, una volta aperto rivela i più meravigliosi ricordi dell’infanzia.
 
Ed allora i grandi si divertono a giocare con le fiabe, a lottare contro orde di pirati e tribù di Pellerossa; a salvare sirene e damigelle in pericolo. Poi, quando sono troppo stanchi per continuare a giocare, una fatina li prende per mano e li riporta nel loro letto facendogli promettere di tornare il più presto possibile perché alle fate, si sa, piace giocare.
 
Ma per ricordar bene la strada che, aimè è facile da smarrire per i grandi, questi raccontano ai loro figli tutto ciò che ricordano perché i bambini, si sa, hanno memoria più ferrea su certi argomenti.
 
E mentre tu che sei bambino ascolti quelle mirabolanti avventure, senza che tu te ne accorga, una fatina dai capelli turchini (poiché sono loro e solo loro ad avere questo compito) pongono un piccolo scrigno nella tua mente, proprio uguale a quello di mamma e papà e piano piano lo riempiono con tutte le fiabe che loro ti narrano cosicché anche tu, un giorno, nel cuore nella notte potrai salire su quel veliero dorato e volare fino a quel posto dove le fiabe non muoiono.
 
Quindi non dimenticare, quando anche tu sarai grande, di raccontar fiabe ai tuoi bambini altrimenti potresti smarrite la via!
 
Ma ora lasciate che sia io a raccontarvi una storia e badate che questa è una delle fiabe più belle che siano mai state inventate perché parla dell’unico bambino, e credete a quel che vi dico, che è riuscito a non crescere.
 
Peter, o come tutti lo chiamano, Peter Pan è molto vecchio ma ha sempre la stessa età; un tempo viveva a Londra in una grande casa proprio vicino ai Giardini di Kensington che tu di certo conoscerai perché famosi per il gran numero di fate che lo popolano.
 
Aveva una mamma e un papà che lo amavano più di ogni altra cosa e che volevano per lui la miglior vita di questo mondo.
 
Ma tutti sanno che quando i bambini son davvero molto piccoli, è bene non parlare di cose come il loro futuro quando è probabile che riescano a sentire perché potrebbero spaventarsi e decidere di fuggire via; e questo fu proprio quello che accadde una calda sera d’estate quando Peter era ancora molto piccolo.
 
La signora, credendo che il piccolo già dormisse beato nella sua culla si rivolse a suo marito con queste parole: “Oh, studierà nella migliore scuola del paese..” diceva mentre distrattamente apriva la finestra.
 
“E frequenterà la più prestigiosa delle università d’Inghilterra e diventerà un medico affermato e famoso” aggiunse suo padre.
 
Questa cosa a Peter però non piacque davvero per nulla: lui non voleva crescere, né sentir parlare di scuole e di università; così attese che i genitori andassero a letto, li baciò per l’ultima volta ed essendo molto piccolo e non avendo ancora dimenticato come si vola, si librò in aria fuggendo via dalla finestra che la mamma aveva accidentalmente lasciato socchiusa.
 
E credetemi se vi dico che fu molto coraggioso, poiché neppure una volta rivolse lo sguardo indietro e mai il pensiero di tornare a casa lo sfiorò nemmeno un momento!
 
Planò leggiadramente poco dopo nei Giardini di Kensington e quando ebbe posato i piccoli piedi sull’erba umida aveva già dimenticato la mamma ed il papà perché, non so se sei a conoscenza del fatto che i bambini, quanto più piccoli sono, più tendono a dimenticare; e mi darai ragione poiché se ti chiederò di raccontarmi cosa avevi indosso il giorno del tuo primo compleanno di certo non saprai cosa rispondermi.
 
Fu proprio qui che il nostro caro Peter incontrò la sua prima fatina, Campanellino, che era davvero la più graziosa fatina che avesse mai incontrato un bambino.
 
Campanellino, convenendo che il gesto di Peter di abbandonare il suo futuro fosse stato davvero coraggioso decise di far avverare il suo desiderio e condurlo in un posto dove il tempo si ferma come per incanto e i bambini non crescono mai; e dopo averlo cosparso di polvere di fata gli pese la mano e lo condusse tra le stelle fino all’Isola che non c’è.
 
Ora che anche su sai come tutto ebbe inizio, mettiti comodo e lascia che la fatina dai capelli turchini entri dal tuo orecchio perché sto per raccontarti una delle più mirabolanti avventure di Peter.
  
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