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Autore: claws    06/01/2012    1 recensioni
Doveva essere una notte come tutte le altre, insomma.
La porta sul retro emise un cigolio strozzato. Poi, un leggero scalpiccio sulle piastrelle della cucina, sul marmo delle scale, e infine sul parquet della camera da letto di Molossia.

[Vago Seborga/Molossia, rating giallo per linguaggio volgare]
[Alla Neme-chwan, per il suo compleanno][≈650 parole]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Principato di Seborga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: La Seborga/Molossia conquisterà il mondo, muhaha!
Ok, scherzi a parte, alcune note per quanto riguarda i nomi dei due personaggi.
Per questa volta il nome di Seborga è Giorgio, perché la Neme-chwan lo ha sempre chiamato così e per una volta utilizzerò anch'io questo nome in suo onore.
Il nome di Molossia, per come l'ho scelto io, è Jethro. Mi piace, perché scommetto che Molossia, in realtà, potrebbe odiarlo tanto, LOL. Inoltre, Seborga lo chiama affettuosamente (?) Lusco-Tull, dal nome - storpiato - dei Jethro-Tull. xD
La dedico a Nemeryal, perché è il suo compleanno. E perché le voglio un gran bene. Tanti auguri, Neme-chwan! <3




La Befana vien di notte




Molossia dormiva più o meno tranquillo, disteso sotto il dolce piumino ristoratore.
Sognava di buttare fuori dal proprio Paese gli stranieri, con o senza passaporto - ed era ciò che adorava dei suoi sogni, poter scacciare tutti senza distinzione di equipaggiamento! -, e di trascorrere lungo tempo ad occuparsi del proprio giardino e del proprio amato cagnolone - che riposava nella sua cuccia accanto al letto.
Doveva essere una notte come tutte le altre, insomma.
La porta sul retro emise un cigolio strozzato. Poi, un leggero scalpiccio sulle piastrelle della cucina, sul marmo delle scale, e infine sul parquet della camera da letto di Molossia.
Questi si svegliò di soprassalto, già incavolato abbastanza da poter gridare a destra e a manca tutta la sua rabbia nello svegliarsi nel cuore della notte.
«Who's there?!» Gridò, infatti, alzandosi come una molla da sotto le coperte. La voce tonante non gli mancava, nonostante si fosse svegliato da qualcosa come due secondi. Si avvicinò minacciosamente alla figura in ombra - che sembrava essersi marmorizzata nell'atto di appendere qualcosa al camino della stanza.
«Belin!» Urlò quella, maledicendosi.
D'accordo. Conosceva una sola persona il cui repertorio lessicale comprendesse una parola simile.
«Ya little italian! Che diavolo ci fai qui?!»
«Lusco-Tull, ma non sai che giorno è, oggi?»
«Giorno un bel niente! È notte fonda, ya brat
«Insomma, è il 6 Gennaio, belinone! È l'Epifania!»
«Epifa-cosa?! Tu non hai il diritto di entrare in casa mia! Come cavolo sei finito nella mia stanza?!» E si esibì nel primo dito medio alzato della giornata - ops, della notte.
«Epifania, Lusco-Tull! È una tradizione italiana. Nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio una vecchia signora porta dei doni ai bambini. Se sono stati bravi, allora porterà dei dolci; se non si sono comportati bene, porterà del carbone.»
«Una vecchiaccia?! Dolci?! Carbone?! Che diavolo ti sei fumato, ya idiot?!»
Giorgio lo ignorò. «A te ho portato del carbone, Lusco-Tull, perché non mi hai ancora dato il permesso di entrare nel tuo territorio!»
«Frena, you asshole! Tu sei entrato nel mio Paese, e ci sei ancora! Per di più senza dirmi niente! Hai ancora il coraggio di dirmi che non l'hai mai visitato?!»
«Belin, che fatica! Manco fossi una bella figgia che non vuole saperne di me!»
Jethro prese un profondo respiro: non era facile gridare di prima mattina, specie con i capelli che dondolavano sulla fronte e senza occhiali da sole.
Mentre Molossia incamerava aria nei polmoni per un'altra serie di grida, il seborghino aveva già addobbato il camino con una calza rossa e bianca ripiena di carbone. Jethro, infuriato per la comparsa di Giorgio e di quelle calze riciclate delle renne di Babbo Natale, masticando improperi a mezza voce si avvicinò alla pseudo-befana italiana e prese tra le mani il regalo.
Ehi, era davvero carbone!
«Tu! Ya freakin' italian!»
«Te l'ho detto! Sei stato un belin cattivo, Lusco-Tull!»
«Cattivo sei tu a fare regali così idioti, Seborga!»
Giorgio sbuffò, divertito.
Nel momento in cui Molossia infilò una mano nella calza per portare alla luce del carbone - insomma, nell'attimo in cui Jethro si stava dedicando a qualcosa che non fosse insultarlo -, Seborga inclinò la testa su una spalla e studiò per qualche secondo l'americano; infine, con uno scatto degno di un ghepardo drogato con guaranà [1], appoggiò le labbra sulla tempia di Jethro e gli schioccò un bacio, premurandosi di spostare con la punta del naso i capelli bruni.
Inutile dire che Molossia praticamente saltò tre metri indietro, stupito, per poi riprendersi in mezzo nanosecondo. Purtroppo per lui, Seborga sembrava essersi già dileguato dalla porta sul retro - sembrava essere abituato a sgattaiolare via dalle situazioni più pericolose.
Insieme al tappeto spinto dalle punte dei piedi di Giorgio fin contro il muro, c'era la voce sempre più sottile di Seborga che accompagnava le volgarità gridate da un Molossia fuori di sè per la sorpresa.







[1] Il guaranà è una pianta il cui estratto viene impiegato per aumentare la resistenza fisica ed è un eccitante, come la caffeina. Acuisce anche i riflessi e fa bruciare un bel po' di calorie. Con il ghepardo non c'entra nulla, perché la pianta è americana, e l'animale africano. xD






Note Autrice:
Oh, sì, l'ho scritta. Non riesco ancora a crederci.
Adoro Molossia, adoro Seborga. E quando Neme stessa m'ha fatto notare un'immagine a riguardo, i miei neuroni hanno preparato le valigie e sono andati a Honolulu, lasciandomi con questo pair su cui ho cominciato a farmi millemila miliardi di film mentali.
Ed ecco spiegata la nascita di questa fanfiction.
Non potevo resistere al fascino oscuro (?) di Seborga e Molossia, e infatti non ho opposto alcuna resistenza. xD
Spero che questa piccola storia vi abbia fatto spuntare un sorriso sulle labbra, come ha fatto con me.
Grazie per aver letto fino a qui. E buona Epifania! C:

claws_Jo
  
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