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Autore: Erhien    06/01/2012    7 recensioni
Una flashfic abbastanza demenziale e fluff durante una delle solite indagini con Anderson con un diavolo per capello, Lestrade alla "pace e amore fratelli", Watson trattato come un (bellissimo) cagnolino da coccolare e Holmes in piena crisi di tenerezza. Vi auguro buona lettura e spero di farvi ridere un po'!
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anderson, John Watson , Lestrade , Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Perfect size
Fandom: Sherlock (BBC)
Personaggi: Sherlock Holmes, John Watson, Ispettore Lestrade, Sergente Anderson
Genere: Fluff, Demenziale, Comico
Rating: Verde
Avvertimenti: OOC, Flashfic, One-shot
Conteggio Parole: 447
N.d.A.: Mi rendo pienamente conto che la causa di tale sclero è il fatto che di tutte le persone con cui voglio uscire, ognuna di loro sia già impegnata. Mi rendo conto anche che mi sto seriamente impegnando a non studiare filosofia e francese. Mi rendo conto, infine, che non ho mai scritto qualcosa di più OOC e Fluff nella mia vita. Devo.assolutamente.uscire.di.qui.

La scenetta è stata completamente ispirata da questa tenerissima immagine di deviant art:
http://fc03.deviantart.net/fs70/f/2010/297/2/9/sh_bbc_perfect_size_to_hug_by_seijuu-d31gpc0.jpg

Spero sempre nelle vostre opinioni (cioè i commenti sono accolti con felicità) e un grande bacio a tutti. Grazie in anticipo e buona lettura! A presto ^^



Perfect size


"Ancora non riesco a capire come lo Strambo possa portarsi dietro quel fidato segugio di Watson" commentò acida il Sergente Anderson.
La donna si stava rivolgendo al suo capo, Lestrade, il quale, nel frattempo, stava cercando di seguire con lo sguardo i movimenti di Sherlock sul cadavere di un tossicodipendente pochi metri più in là.
Quando Holmes ebbe finito di apprendere dati dalla vittima, espose con enfasi le sue congetture al compagno, John.
"Meraviglioso!" esclamò il dottore, che col tempo aveva acquisito una certa dimestichezza nel star dietro ai ragionamenti del consulente investigativo.
"Ma guardali: Watson sembra sia stato mandato dal cielo col solo intento di alimentare l'egocentrismo dello Strambo. Che pena"
"Acidini oggi, eh?" notò il capo con un sorriso sinceramente divertito.
"Un'osservazione ovvia, mio caro ispettore. Più interessante può risultare invece sapere il perché. A occhio e croce le tue attese sessuali per la scorsa notte sono state terribilmente trascurate - vi prego di non farmi perdere tempo ad elencarvi i chiari segni che confermano la mia deduzione" esordì Sherlock con aria di sfida, oltretutto malcelata, nonostante ci stesse mettendo tutto il suo impegno per non risultare velenoso. Velenoso perché uno come lui a cui da fastidio anche il solo pensare dei presenti durante un momento di indagine, un intero commento - sulla sua persona e quella di Watson tra l'altro - lo aveva irrimediabilmente infastidito.
Poco c'è da dire sulla Anderson, rimasta pietrificata col viso deformato dal più totale sdegno.
"Per inciso, il dottor John Watson oltre ad essermi di grande aiuto nel raggiungere le soluzioni nei casi..." e si tirò a sé il suddetto uomo, il quale finì con la schiena appoggiata al petto di Sherlock, riunchiuso in un abbraccio, "...è della misura perfetta per me, non trovate?" concluse con uno sorriso che andava da un orecchio all'altro, donandogli quella che si dice una "faccia da schiaffi".
Lestrade scoppiò a ridere, mentre l'Anderson si voltò e se ne andò definitivamente indignata.
In tutto ciò, il povero John non aveva aperto bocca.
"Sherlock, sinceramtne hai parlato della mia altezza come si fa con un cane" fece notare il dottore con un pizzico di risentimento.
"Lo so, perdonami".
Watson cercò di guardarlo in faccia per sincerarsi che fosse veramente il suo coinquilino ad aver parlato.
"Ehm... devo farti però notare, Sherlock, che mi stai ancora abbracciando"
"Oggi vi sentite tutti in vena di ovvie deduzioni?!"
"Non era una deduzione la mia! Stavo semplicemente cercando di farti notare che sarebbe ora che tu mi lasciassi, non credi?"
"No, sto troppo comodo" sentenziò Holmes chiudendo gli occhi e inspirando l'odore dei capelli del piccolo biondo.
John sospirò stancamente, ma sorrise per tutta quella inconsueta tenerezza.
   
 
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