Ciao! Sono
nena92,la rompiscatole che quasi sempre recensisce! E bene, voglio
iniziare con
lo spiegare che il titolo della mia storia, Chiquitita,è il
titolo di una
canzone degli Abba(O__0strana?)e la voglio dedicare a Monica che mi ha
spinto
ha pubblicarla e ovviamente anche a voi magnifiche autrici che con le
vostre
magnifiche storie mi avete ispirata.
E voglio aggiungere che alla fine della storia
c'è un M.preg(gravidanza maschile),spero che questo non
turbi nessuno!
Per ultimo, voglio dire alla buona anima che ha deciso di leggere la
mia
storia,che gli piaccia, e ovviamente essendo una principiante accetto
critiche
e commenti! Grazie ancora e baci da nena92!
Piccola, dimmi, cosa
c’è che
non va? Sei
incatenata alla tua stessa
sofferenza. Nei tuoi occhi non c’è speranza per il
domani, come odio vederti in
questo modo. (…) Ma il sole è ancora in cielo e
splende sopra di te.
(Chiquitita, Abba)
Allora con il cuore gonfio di speranza e gli
occhi illuminati dalla felicità, si alzava dal letto,per poi
rendersi conto con
delusione, che il suo non era che un sogno,dettato dalla voglia di
rivederlo.
Ogni mattina si alzava,si lavava e faceva i compiti che Austria gli
assegnava.
E quando aveva tempo,andava in cucina per preparare i biscotti,aiutato
da
Ungheria,che aveva promesso al bambino, immaginandosi il momento in cui
li avrebbero
mangiati insieme. E quando credeva di non essere visto dalla ragazza
,pregava
di fronte alla ciotola con dentro l'impasto. Pregava anche mentre
faceva i
biscotti, perché credeva che se avesse riempito ogni singolo
dolce con una sua
preghiera, Dio avrebbe fatto tornare indietro Sacro romano impero sano
e salvo.
Ma un giorno mentre stava spazzando il pavimento, vicino alla stanza
dove
Austria suonava il piano, sentì delle voci provenire da
lì dentro.
Si
avvicinò alla porta per sentire meglio. Riconobbe le voci di
Austria e
Ungheria, parlavano di qualcosa, non capì di cosa,
però sentì più volte citato
il nome di Sacro Romano Impero accompagnato da gemiti di dolore.
Italia
ebbe un cattivo presentimento e con un coraggio che non l’era
mai appartenuto, sino
a quel momento, entrò nel salone. Vide Austria seduto sul
banchetto di fronte
al piano, che si stringeva i capelli tra le mani in un gesto
disperato,mentre
Ungheria teneva poggiate le mani sopra le sue spalle,con il capo chino.
Italia
guardò confuso la scena davanti ai suoi occhi ed Austria
come se si fosse
appena reso conto della sua presenza,si staccò dalla ragazza
e si ricompose,
quindi assumendo di
nuovo l'espressione
austera e severa che sempre lo caratterizzavano,lanciò
un'occhiata di
rimprovero al ragazzino,che però la ignorò.
Quindi
con più coraggio Italia domandò " è
successo qualcosa di grave Austria-san?",ma
l'austriaco non rispose,allora lui continuò " è
accaduto qualcosa a Sacro
Romano Impero non è vero?", Austria continuò a
non rispondere mentre
Ungheria lo guardava triste.
Italia domandò di nuovo " Cosa è successo a Sacro
Romano Impero?", il
pianista però neanche stavolta rispose. Allora lui rifece la
domanda, stavolta,
rivolgendosi ad Ungheria,ma lei guardandolo scoppiò a
piangere. Preoccupato per
quella reazione, angosciato, lui insistè " Cosa è
successo a Sacro Romano
Impero?", ma il compositore ignorò la domanda e schiarendosi
la gola con
voce severa ordinò " Italia vammi a prendere un bicchiere di
acqua!
", ma l'italiano scosse la testa e quasi sull'orlo di un pianto
esclamò
" Dimmi cosa gli è successo!".
Austria
rimase in silenzio, sbalordito per quella risposta, poi si ricompose,
guardò
per un attimo il bambino, poi abbassò la testa e triste
ammise " Lui non
tornerà mai più, Italia, solo questo". Ungheria
scoppiò a piangere, mentre
Austria alzò lo sguardo colpevole, aspettandosi una crisi di
pianto.
Ma
Italia non pianse, rimase immobile in mezzo alla stanza, guardando con
occhi
vitrei un punto indefinito della stanza. Ungheria singhiozzando
domandò "
Tutto bene Italia?", ma lui non rispose e dopo vari minuti di silenzio
disse
solo " vado a prendere il tuo bicchiere di acqua Austria-san" e
sempre in silenzio uscì dalla stanza.
Quello stesso giorno venne chiamato perché dicesse una
preghiera di addio a
Sacro Romano Impero e neanche mentre lo vestirono,lui
singhiozzò o parlò.
Ungheria preoccupata per lui, si avvicinò al bambino e
domandò " Italia
cosa hai? Dimmelo, odio vederti così! Dì
qualcosa,ti prego! Dimmi cosa ti è
successo! Dimmi la verità!", ma il bambino rimase in
silenzio. Allora
Ungheria,disperata, lo strinse a sé sussurrandogli
all'orecchio"Italia,so
quanto tenevi a Sacro Romano Impero e mi dispiace! Ma sappi che chi ci
ama sul
serio non ci abbandona mai! Italia lui non ti ha abbandonato! ",e
prendendogli il viso fra le mani,affinché
la guardasse negli occhi,chiese " Hai capito?",ma Italia rimase in
silenzio,guardandola,senza realmente vederla,e si staccò dal
suo abbraccio senza
dire una parola.
Nemmeno quando arrivò di fronte all'enorme chiesa bianca,
pianse o urlò, ma con
una nobiltà e una serietà, che
mai le erano appartenute, camminò
lungo la navata, sopra il tappeto rosso,accompagnato da una musica
quasi
ancestrale. Arrivato davanti alla bara, circondata da fiori bianchi, di
Sacro
romano Impero, pensò che fosse così bello vestito
con abiti nobili e sul volto
aveva dipinta un’espressione così serena e
tranquilla che sembrava stesse
dormendo. Non voleva
dedicargli una preghiera, no, ma una ninna nanna. Inginocchiandosi e
congiungendo i palmi delle mani di fronte al viso, sussurrò
"Riposati, amore
mio,che te lo sei meritato" . Lo ripeté a bassa voce, quasi
fosse una
formula magica, per tutto il tempo della cerimonia.
Quando
si alzò, guardandolo per un'ultima volta,pensò "
Svegliati,amore mio,io
sono qui! Sei ritornato, ti prego svegliati!". E mentre si allontanava
dal
feretro, sotto lo sguardo dei presenti, cominciò a sentirsi
strano, come se si
fosse appena svegliato.
Improvvisamente tutto gli diede la nausea, la gente, l'odore di
incenso, i
fiori bianchi e si sentiva soffocare nonostante la chiesa fosse enorme.
Doveva
scappare da quegli oggetti che gli ricordavano che Sacro Romano Impero
era
morto! Cominciò a ripercorrere la navata velocemente e
arrivato all'ingresso
cominciò a correre. Sentì Ungheria che lo
chiamava, ma né si voltò,né si
fermò.
Doveva allontanarsi da quella dannata, fredda,rigida e bianca
verità,nella quale
prima era entrato. Corse fino a perdere il fiato, corse sino al prato,
dove
insieme,tempo fa,disegnò assieme a Sacro Romano Impero i
coniglietti.
Arrivato
lì, come impazzito cominciò a togliersi
di dosso il mantello, con
ricamata una croce d'oro,il drappo rosso,il cappello. Si
strappò dal collo
la croce, guardandola per un attimo con odio,
prima di lanciarla lontano da sé. Si tolse le
scarpe, rimanendo solo con
la canottiera e i pantaloni addosso.
Sfinito
cascò in ginocchio sull'erba e cominciò a
piangere e gridare disperato. Si
ricordò le parole di Sacro Romano Impero prima che partisse
" Tornerò presto, promesso",
lui
urlò furioso per il dolore" Bugiardo!".
"Io non
sono un bugiardo…".
Conficcò le
dita nella terra piangendo disperato, poi di nuovo
urlò con dolore"
Tu avevi promesso!". Gridò verso il cielo
affinché lui lo potesse sentire
"Perché non mi hai portato con te?",urlò
sofferente, con gli occhi
bagnati dalle lacrime," Perché mi hai lasciato qui da solo?".
Sussurrò con dolore" E adesso se tu non ci sei
più, dove andrò io? A chi
darò i dolci? Per chi li farò? Chi mi
proteggerà da ora in
poi? Chi?", singhiozzò, " E adesso..."
balbettò "c-osa
fa-rò s-se tu no-n… s-ei qui?". Disperato e
sofferente, abbassando il capo
verso terra, bagnò il prato con le sue lacrime, pianse come
non aveva mai fatto
nella sua corta vita, stavolta pianse sul serio, perché
aveva una vera ragione
per piangere. Era solo adesso e lo sarebbe rimasto per sempre,
gemette per
il dolore e tremò, fino a quando non
sentì qualcosa di caldo sopra le
sue spalle.
Pensò
che fosse il maledetto sole che ancora brillava sopra di lui,
quella
dannata stella che ancora illuminava tutto.
Come
poteva permettersi di brillare ancora se la ragione del suo calore e
della sua
luminosità era sparito?
Stanco alzò il viso
per accorgersi che il sole
era già tramontato.
Allora cosa era quella
sensazione di calore
sopra le sue spalle?
Il suo cuore
cominciò a battere forte, velocemente
voltò il viso da una parte all'altra senza però
incontrare nessuno.
Non
c'era nessuno,lui non c'era. Stava per piangere di nuovo, quando
sentì la sua
voce. Impossibile, lui era morto! Stava impazzendo,
il
dolore causato dalla perdita lo stava facendo impazzire,
sì, non c'era
altra spiegazione, era impazzito. Ma non gli importò, se
così poteva sentire la
sua voce, allora avrebbe accettato con gioia la pazzia.
Chiuse gli occhi e lo ascoltò. " Italia" lui lo
chiamò, "Sì,
sono qui"lui rispose.
Sacro
Romano Impero disse" Italia ti amo, ricordatelo,ti amo
più di ogni
altra cosa al mondo!...Però devi promettermi una
cosa..",l'italiano
rispose"Qualunque cosa,amore mio!",Sacro Romano Impero
continuò"Devi promettermi che fino a quando non ci
incontreremo di nuovo
per stare per sempre insieme,tu non mi dimenticherai
mai... e che
amerai con tutto te stesso qualcun altro!” ,
ma Italia ribatté"Io
amerò solo te per sempre",Sacro Romano Impero rise
con malinconia e
ammise"Tu non puoi amarmi per sempre",l'italiano testardo
insistè"Sì che posso e lo farò",Sacro
Romano Impero disse con voce
calma" Italia,amore mio,per favore ascoltami, fino a quando
non ci
incontreremo e staremo di nuovo insieme,promettimi
che farai del mio
amore per te tesoro,e troverai qualcuno da amare da adesso",il
ragazzino
replicò confuso"Questo non ha senso".
Sacro
Romano Impero ribatté "Sì che ha senso, io per te
ho imparato ad amare,
sei stata te avermelo insegnato, e se tu smettessi di amare,
allora presto
di dimenticherai di me",lui esclamò"io non voglio
dimenticarti!".
Sacro
Romano Impero rispose" Allora promettimi che proverai ad amare
qualcun altro,
qualcuno che meriti il tuo amore!".
Italia
sentì il suo cuore battere velocemente...no,lui non poteva
volerlo davvero...e
lui non poteva amare nessuno come aveva fatto con Sacro Romano
Impero....però
gli aveva chiesto di provarci...se davvero e se era quello che lui
voleva.....allora lui l'avrebbe fatto....era Sacro Romano Impero a
chiederglielo...e lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui...qualsiasi
cosa per
il suo Sacro Romano Impero!
Improvvisamente
sentì come una sensazione di calore avvolgere tutto il suo
essere,come se
qualcuno lo stesse abbracciando. Chiuse gli occhi e sussurrò
con
tenerezza" Sacro Romano Impero".
Quando lo sentì dire" Addio, mia amata, Italia!"spalancando
gli occhi
pensò che voleva tenerlo accanto a
sé ,un po’,solo un'altro po’.
Lo
pregò con le lacrime agli occhi"No rimani!rimani un altro
po’qui con me!
Non abbandonarmi!".
Ma Sacro
Romano Impero gli ricordò"Finché tu amerai, io
sarò al tuo fianco! Io
sarò qui..."
Italia
sentì il suo cuore farsi caldo e sussurrò" Sacro
Romano Impero..".
Alzò
il viso verso il cielo e vide una luce fortissima quasi
accecante.
"Sacro Romano Impero!"gridò lui.
"Italia!"gridò l'altro di rimando.
La
luce era troppo forte per i suoi occhi,si mise una mano di fronte al
viso e
rimase così...
Italia abbassò la mano, sorridendo. "ITALIA!" lo
chiamò una voce, lui
rispose" Sì, cosa c'è?". Germania si
avvicinò all'italiano e
domandò" Cosa stai facendo?",lui sempre sorridente rispose"
Niente,Doitsu!".
Il
tedesco lo guardò storto,ma non disse nulla,così
era fatta la
sua Italia.
Italia
guardò per un attimo Ludwig per poi rivolgere di
nuovo lo sguardo verso il
cielo senza nuvole " Visto Sacro Romano Impero,ho mantenuto la
promessa,ho
incontrato qualcuno da amare con tutte le mie forze!".
"Mama"una
voce lo chiamò di nuovo, l'italiano si abbassò
per prendere in braccio un
bambino. Sorridendo con tenerezza pensò" E non ti ho
dimenticato",guardò il bambino che stringeva tra le sue
braccia, gli occhi
azzurri come il cielo e i capelli biondi come il sole,gli ricordava
molto il
suo Sacro Romano Impero.
Guardò
di nuovo il cielo e pensò"Ho mantenuto la promessa e non ti
ho dimenticato".
"Fino
a quando non staremo di nuovo insieme?"
lui
sussurrò felice"Fino a quando non ci incontreremo di nuovo".
Ok, chiunque abbia letto questa piccola storia, avrà capito
che era la prima
che ho scrissi, quindi vorrei dire che ci tengo particolarmente a
questa fic,
non solo perché è stata la prima, ma anche
perché tratta del primo pairing del
quale mi sono innamorata guardando Hetalia. Ovviamente poi sono
diventata
GerIta. E poi allora ero davvero all’oscuro della
possibilità che Sacro Romano
Impero potesse essere Germania. Scritto questo, di nuovo grazie a chi
avrà la
pazienza di rileggere la storia e magari anche di commentarla.
Grazie
e baci da nena92.