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Autore: nevaeh    16/01/2012    18 recensioni
[...] - Mi dispiace – mormorò soltanto con le guance in fiamme – dev’essere il vino – si scusò. Il riccio prese la bottiglia in silenzio e gli versò un altro bicchiere. Louis bevve avidamente, una goccia di liquido scuro gli rimase sul labbro. Harry senza pensarci la asciugò con l’indice, portandolo poi pensierosamente alle labbra. Louis si chiese cosa sarebbe successo se avesse parlato. Ci provò, ma Harry poggiò le labbra sulle sue. [...]
Genere: Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 A Chiara,

che tira sempre fuori la parte migliore di me.


 


 

L’aria fredda di Gennaio trapassava la stoffa pesante di cappotti e sciarponi, i cinque ragazzi seguirono a passo svelto l’usciere che li avrebbe portati nello studio televisivo senza fermarsi con le fans, che si stringevano a loro volta nei cappotti. I cinque vennero fatti accomodare il sala trucco, Harry aveva delle occhiaie da far spavento, Liam e Niall non si erano ancora del tutto ripresi dalla sbronza della notte prima, Zayn dormiva beatamente con la guancia poggiata su un portacipria, incurante dei rumori frenetici di truccatori e macchinisti, Louis si guardava intorno cercando di ricordare – senza successo – come avesse fatto a trovarsi dal suo letto a quella scomoda sedia da regista. La conduttrice del programma, già sveglia, truccata, vestita e pimpante entrò in quell’istante nella sala, elargendo sorrisi a destra e sinistra, portando con sé un vassoio su cui erano poggiate invitanti tazze di caffè.

 - Buongiorno! – esclamò la donna, poggiando il vassoio in bilico su una enorme trousse nera e prendendo posizione su una sedia – sono contenta che siate qui, già si preannunciano ascolti alle stelle! – aggiunse. Harry pensò che aveva la voce troppo alta per essere solo le sette del mattino, Liam e Niall bevevano il loro caffè cercando di cacciare il mal di testa post sbronza, Louis poggiò la fronte contro la spalla di Harry chiudendo gli occhi, Zayn continuò a dormire beatamente.

 - Siamo contenti anche noi di essere qui – rispose a nome del team Liam. Gli altri tre annuirono, Zayn grugnì qualcosa nel sonno. La conduttrice, tale Kelly qualcosa, li fissò uno ad uno con rimprovero.

 - Siete pazzi ad andare a dormire tardi la sera prima di un’intervista importante! – esclamò.

 Louis si ritrovò ad odiarla per il tono stridulo della voce.

 - Ci hanno invitato in un nuovo locale… - si giustificò Niall, passandosi una mano tra i capelli chiari.

 - Un bel locale? –

 - Un bellissimo locale… -

 

 

- Ancora un giro! . esclamò Niall urlando per farsi sentire dal barista. Presto arrivarono nuovi bicchierini pieni di un liquido trasparente, sale e limone. Harry ridendo prese un pezzetto di limone e lo mise in bocca alla bionda che gli stava seduta in braccio, Liam si era già scolato il suo e Louis batteva una mano sul bancone in preda al bruciore eccessivo dell’alcol nella gola. Il locale era di nuova apertura lì a Londra, ragazze seminude ballavano in enormi gabbie sospese dal pavimento, una enorme pista da ballo ospitava tanti giovani che si muovevano a ritmo, una vocalist con la voce sensuale parlava ancheggiando in piedi sulla postazione del dj; Zayn afferrò una ragazza che stava seduta con loro nel privé e le chiese di ballare. Lei certo non si fece pregare.

 - Meno uno! . esclamò ridendo Louis, sapendo che non avrebbero avuto notizie dell’amico fino alla mattina successiva. Liam rise e prese ancora un sorso di prosecco dal tavolo, gettò la testa all’indietro.

 - Domani saremo in coma – annunciò dopo aver preso ancora un sorso, Harry gli prese il bicchiere dalle mani e lo svuotò senza tanti complimenti. Due ragazze intanto avevano cominciato a ballare sul tavolino, Liam si sistemò per godersi lo spettacolo, Louis scoppiò a ridere senza motivo cominciando a battere le mani a tempo con la musica. Liam invitò una delle ragazze a prendere un po’ d’aria fuori, la mano si Harry era infilata lentamente sotto la gonna della ragazza che gli sedeva in braccio.

 - Andiamo a ballare! – propose Niall. Louis e Harry scossero le spalle e si unirono alla folla in pista. Il riccio cominciò a ballare sensualmente con una ragazza, Louis ridendo gli andò dietro continuando a muoversi. Niall ci provava spudoratamente con una rossa tutta gambe, sparendo poco dopo. I due amici continuarono a ballare incuranti di essere rimasti soli in pista, giocavano a provocarsi scherzosamente come erano soliti fare ogni giorno. Presto si trovarono incollati a ballare, ridendo e continuando a bere da una bottiglia che circolava in pista.

 - Ho bisogno di una pausa!- annunciò Louis dopo un po’, la testa che girava e lo sguardo vacuo. Harry annuì e meccanicamente lo seguì nel privè, dove entrambi si stravaccarono. Erano solo le due del mattino. Il riccio si lasciò cadere su un divanetto e chiuse gli occhi.

 - Non ho più l’età per fare certe cose… - borbottò facendo ridere il suo amico.

 - Lo dici solo perché sei l’unico rimasto senza ragazza stasera – rispose l’altro, gli occhi azzurri maliziosi.

 - Probabilmente. E poi sei rimasto senza ragazza anche tu – gli ricordò allora, decidendosi a sistemarsi meglio sul divanetto.

 - Io – disse l’altro con uno sbuffo – sono sentimentalmente e tragicamente impegnato –

 - Che cosa patetica. Io senza uno straccio di ragazza e tu che sei troppo fedele per provarci con qualcuna – rifletté ad alta voce Harry.

 - E la biondina di prima? –

 - Appiccicosa – fu l’unico commento del riccio. Troppo tempestivo, pensò Louis. Aveva decisamente bevuto troppo.

 - Io non reggo tutta questa tensione, e il mio fegato non regge più tutto questo rum ragion per cui – disse dopo una pausa Louis, alzandosi e barcollando – io me ne torno in hotel – e si avviò a prendere il cappotto.

 - Si e mi lasci qui da solo? Sono così depresso che ho la strana sensazione che se non mi distraggo finirò in compagnia di un bagno e della mano destra in meno di una mezzora – ammise Harry ridendo. Louis strabuzzò gli occhi prima di imitarlo, il miscuglio di bevande cominciava molto simpaticamente a risalire.

 

 

Il tecnico minò un ok con le dita, Harry si stropicciò nuovamente i capelli mentre una truccatrice finiva di impiastricciargli la faccia con della cipria; Liam e Louis si tenevano svegli a vicenda chiacchierando sul doposerata del primo. Zayn dormiva ancora, la testa poggiata in grembo a Niall.

 - Luci – esclamò una voce. Zayn si svegliò di soprassalto a causa di un faro che gli si era ostinatamente puntato in faccia. Si guardò intorno spaesato, cercando di capire dove fosse.

 - Motore – gridò un’altra voce, seguita da un coro di “motore due”, “motore tre” e così via. Il produttore reggeva una cuffia con una mano, con l’altra fece segno di stare pronti. Le dita scandirono un cinque, quattro, tre, due … poi un nuovo raggio investì lo studio televisivo. Kelly si stampò in faccia un sorriso.

 - Buongiorno a tutti e benvenuti a Mattina Dieci, l’unico programma che vi tiene compagnia dalle sette alle tredici tutti i giorni! – cominciò la presentatrice, così abituata a ripetere quelle cose che non aveva nemmeno più bisogno del gobbo per ricordarle – e soprattutto benvenuti agli ospiti speciali di stamattina, gli One Direction! – continuò poi indicandoli con un ampio gesto del braccio. Il pubblico si esibì in cori e urli degli della finale di Champions League. I cinque ragazzi salutarono con caldi sorrisi –in alcuni casi tutti fossette – e ringraziarono per l’invito.

 - Bene ragazzi, sappiamo che in questi giorni siete molto impegnati per via del tour che vi porterà un po’ in tutta la nazione – cominciò Kelly – cosa si prova a viaggiare tanto? Visitare posti diversi, magari lontano dalla famiglia? –

 Zayn si riprese abbastanza per reprimere uno sbadiglio, pronto per rispondere.

 - In realtà difficilmente la malinconia ci assale, le nostre famiglie sono orgogliose di noi e di quello che stiamo facendo; viviamo insieme e facciamo musica insieme. la nostra famiglia siamo noi, non abbiamo molto bisogno di altro – rispose il giovane. Lo studio si esibì in sospiri da far tremare tutto l’edificio. Liam si complimentò mentalmente per la perla di saggezza dell’amico, probabilmente ancora non del tuto sobrio.

 - Immagino l’emozione di potervi esibire davanti a un pubblico tutte le sere… - aggiunse la conduttrice, guardando Louis.

 - In effetti è meraviglioso, soprattutto quando vedi come il pubblico ricambia. Ballano, cantano con noi… È fantastico sapere che la nostra musica fa sentire così la gente – si sentì quindi in dovere di rispondere il ragazzo, gli occhi azzurri scintillanti.

- Poi ovviamente stare tutti insieme in hotel è una figata pazzesca! – ovviamente Niall doveva assolutamente aggiungere un tocco di classe, che fece scoppiare a ridere la presentatrice.

 - In effetti se ne sentono di storie sulle vostre avventure in hotel! – celiò la donna, mentre Zayn rideva maliziosamente e Louis si passava una mano tra i capelli, imbarazzato.

 

 

La hall dell’albergo era ovviamente deserta, un tipo minaccioso consegnò le chiavi ai due giovani che si tenevano a braccetto ridendo come idioti.

 - Dovremmo ordinare la cena – propose Harry entrando nella camera doppia che dividevano per quella notte. Era il due Gennaio, in un angolo del salotto era addobbato un maestoso albero di Natale colorato dei toni del rosso e dell’oro, Louis si tolse distrattamente il giaccone che indossava rimanendo con i pantaloni stretti e un maglione bianco, che faceva risaltare gli occhi chiari. 

 - Credo che ci manderebbero al diavolo – rispose, mentre faceva finire calze e scarpe in un angolo della stanza – e farebbero bene – il suo amico non lo ascoltò nemmeno, troppo impegnato a chiamare il servizio in camera seduto sul comodo divano.

 - Buonasera, vorremmo due bottiglie di Barbéra – chiese dopo qualche secondo, pronunciando a fatica il nome del vino – e qualcosa da mangiare – aggiunse poi. Rimase un secondo in silenzio.

 - Sarebbe perfetto… Ah, come accendo il camino? – ancora silenzio – bene, camera dodici… Sì grazie – poi mise giù e fece finire scarpe e calze accanto a quelle dell’amico.

 - Fatto, vedi? – gli disse con un sorriso, accomodandosi davanti al camino spento. L’altro stava steso sul divano con gli occhi chiusi e una mano sulle tempie.

 - Mi sto chiedendo dove infilerò altro alcol – borbottò quindi, piegando le labbra in un sorriso. Harry lo imitò.

 - Sono sicuro che un posto lo trovi – rispose, un sopracciglio alzato maliziosamente. Louis rise ancora lanciandogli uno sguardo di traverso, poi sentì che il divano si abbassava dall’altra parte. Piegò le gambe per lasciare spazio a Harry, che si accomodò posandogli le gambe in grembo. Era un’intimità normale per loro, si ritrovò a pensare Louis. Perché allora il brivido che lo aveva percorso non l’aveva pensata alla stessa maniera? Harry nel frattempo aveva poggiato la testa contro il bracciolo del divano, i capelli intorno al viso. Louis si ritrovò a chiedersi come sarebbe stato spostarglieli dietro un orecchio.

 - Credo che sia arrivato il servizio in camera – borbottò il riccio quando sentì dei colpi alla porta. Si alzò e a passo lento andò ad aprire alla cameriera, che lasciò un carrello con cibo e vino accanto al tavolino e andò a prendere la legna fuori, sul balcone. Harry seguì pigramente i suoi movimenti, facendo attenzione invece alle guance rosse del suo migliore amico. Probabilmente aveva sul serio bevuto troppo. In silenzio la cameriera finì di sistemare la legna e Louis le si avvicinò facendogli segno che poteva andare  e porgendole una banconota di mancia. Il riccio si accomodò per terra, la schiena contro il divano e le gambe languidamente allungate sul tappeto. Mentre Louis stappava e riempiva due generosi bicchieri di vino, il ragazzo si ritrovò a pensare come sarebbe stato passare le mani sotto al caldo maglione dell’amico. Aveva decisamente bevuto troppo. il fuoco fu acceso velocemente e i duesi ritrovarono seduti uno a fianco all'altro.

 - Roba di classe – disse Louis accomodandosi accanto al suo amico e porgendogli il bicchiere – non voglio essere nei panni di chi dovrà pagare il conto domani mattina – aggiunse ridendo.

 - A cosa brindiamo? – chiese Harry.

 - All’amicizia – cominciò Louis, i bicchieri tintinnarono e i due bevvero un lungo sorso – e al vino italiano e a chi dovrà pagarlo – continuò poi ridendo. I bicchieri tintinnarono ancora, vuotati poi dai due amici. Gli sguardi si incontrarono al di sopra della bottiglia che il riccio teneva in mano, e subito distolsero lo sguardo. Harry pensò che gli occhi dell’amico fossero più belli, resi liquidi dal vino.Bevvero ancora un sorso, poi Louis si stese sul tappeto,la testa in grembo del riccio.

- Credo di star diventando pazzo – annunciò in un sussurro, sperando di non essere sentito da Harry. Stava pensando a tutti i momenti che avevano passati insieme in quei due anni. Tutti gli abbracci, gli scherzi, le battute maliziose e i giochi senza mai secondi fini, lui troppo fedele alla sua ragazza, l’altro troppo fedele a tutte le ragazze. E ora si ritrovava a pensare a come sarebbe stato poggiare le labbra su quelle di Harry, che sospirò e gli accarezzò i capelli, assorto in qualche pensiero.

 - Credo che stiamo un po’ esagerando stasera – rispose invece, versandosi altro vino. Louis rise e chiuse gli occhi. Nemmeno quelle carezze erano nuove, d’altronde loro erano i Larry Stylinson, la strana coppia per le fans, i piccioncini per gli altri membri del gruppo. Notò che le mani di Harry si fermavano troppo tra i suoi capelli, che il respiro si era fatto più corto. E si accorse che si stava eccitando. Con delle carezze. Del suo migliore amico. Mentre era ubriaco marcio. Con uno scatto si mise seduto in imbarazzo, Harry seguì la sua mano che andava a coprire la protuberanza decisamente inopportuna all’altezza del cavallo. In silenzio Louis si alzò. Harry lo imitò.

 - Mi dispiace – mormorò soltanto con le guance in fiamme – dev’essere il vino – si scusò. Il riccio prese la bottiglia in silenzio e gli versò un altro bicchiere. Louis bevve avidamente, una goccia di liquido scuro gli rimase sul labbro. Harry senza pensarci la asciugò con l’indice, portandolo poi pensierosamente alle labbra. Louis si chiese cosa sarebbe successo se avesse parlato. Ci provò, ma Harry poggiò le labbra sulle sue.

  

 

Kelly annunciò la pubblicità e le truccatrici entrarono in studio per ritoccare presentatrice e ospiti, Liam sorrise maliziosamente alla ragazza che gli sistemava i capelli e la giacca, Niall prese un sorso di caffè portatogli silenziosamente da un solerte assistente, Harry si stiracchiò, ormai quasi completamente sveglio e Louis gli poggiò meccanicamente le labbra sulla spalla, come a volergli dare un morso. Ovviamente nessuno diede peso alla cosa, continuando a chiacchierare e a bere caffè. Zayn pensò fosse il momento buono per riposare gli occhi, tornando ad abbandonarsi all’indietro sul divanetto dov’erano sistemati. Poco dopo il produttore fece segno a tutti di tacere, cinque secondi e gli applausi scrosciarono in sala. L’inquadratura si focalizzò su Zayn che si era risvegliato di colpo – maledetto faro – e nessuno si accorse della mano di Harry che si massaggiava in silenzio la spalla, su cui era impressa uno dei ricordi di quella notte, ricordati dalle coccole di qualche minuto prima.

 - Prima abbiamo parlato di famiglia – riprese Kelly – cosa avete pensato quando vi siete conosciuti? – chiese la presentatrice, mentre i ragazzi ridevano. Rispose Liam.

 - Bè, la prima volta che ci siamo conosciuti… -

  

 

Conoscersi.

 La lingua di Harry era aggrovigliata a quella di Louis, in una attenta perlustrazione del palato. I denti cozzavano, pochi gemiti facevano da sottofondo alla scena, oltre al camino che scoppiettava. Louis si ritrovò a toccare i capelli dell’amico, scoprendogli il viso e intrecciando le dita nei ricci. La mano di Harry era posata alla base della sua schiena, una tacita richiesta di venirgli più vicino. Presto raggiunsero la stessa armonia, i nasi che fino a un istante prima continuavano a scontrarsi si solleticavano dolcemente, il bacio si fece più languido e profondo, Harry si rese conto di quello che stava succedendo e aprì gli occhi, che non si era neanche accorto di aver chiuso.

 - A… Aspetta – farfugliò sciogliendo l’intreccio di labbra e lingue, pietrificato. Louis non lo ascoltò neppure, una mano lo accarezzava languidamente per tutta la lunghezza della schiena sotto il maglione. Il ragazzo si ritrovò a sospirare.

 - Cosa? – gli chiese in un sussurrò, smettendo di tormentargli il collo.

 - Domani ce ne dimenticheremo, vero? – chiese, spaventato.

 - Siamo ubriachi marci – fu l’intelligente risposta del ragazzo, che tornò poi a dedicarsi alla gola del riccio. L’altro sospirò per un istante, quando sentì l’eccitazione di Louis premergli contro una coscia. Lentamente passò una mano sotto il maglione dell’amico, come aveva fantasticato di fare tutta la sera. La pelle era liscia e scolpita; gli addominali si contrassero quando le dita timide li sfiorarono.

 - Andrà a finire male – disse il un mormorio spezzato Louis, fermandosi a guardarlo negli occhi. La mano di Harry si fermò all’altezza del suo petto, pronto a sfilargli il maglione. Il sopracciglio prese una piega interrogativa, Louis abbassò lo sguardo sulla mano del suo amico, che gli stava facendo diventare bollente tutto il corpo. In un angolo della sua mente registrò l’eccitazione che chiedeva di uscire dalla costrizione dei pantaloni. Harry tolse la mano e alzò il viso a prendere un labbro di Louis tra i denti. Quello riprese ad ansimare, una mano si poggiò sulla cintura che teneva fermi i jeans.

  

 

Gli One Direction risero ad una battuta della presentatrice, che si accomodò meglio sulla sua poltroncina accavallando le gambe.

 - Non è facile essere presi sul serio a quest’età – stava rispondendo Zayn – soprattutto dopo essere usciti da un talent show, ma ce la stiamo mettendo tutta e ringraziamo Dio ogni giorno per l’opportunità che ci sta dando. Stiamo vivendo il nostro sogno – gli altri membri del gruppo si ritrovarono ad annuire, partirono anche un paio di cameratesche pacche sulla spalla da parte di Liam e Harry, che fecero ridere il pubblico.

 - Lui è quello profondo, se non si fosse capito – celiò Niall.

 - E tu quello buzzurro – gli rispose per le rime l’altro – ad ognuno il suo – il pubblico rideva per il buffo siparietto, che andò avanti per qualche minuto e al quale si unirono gli altri ragazzi. Kelly annuì soddisfatta, pensando a quante persone stessero guardando quella mattina il suo programma.

 - E le fidanzate? – sparò poi a tradimento, facendo ammutolire i ragazzi. Il pubblico – soprattutto femminile a dir la verità – si zittì per un istante, mentre Harry riprendeva la parola.

 - Viviamo alla giornata, siamo molto distanti da casa – rispose diplomaticamente – sarebbe difficile avere un rapporto a distanza, sai … ci sono le telefonate, le video chat, ma niente è meglio del potersi guardare negli occhi –

 

 

Louis guardò Harry negli occhi. ormai liberi dalla costrizione degli abiti si erano ritrovati sull’enorme letto a due piazze, continuando a scambiarsi baci e carezze. La mano di Louis mano prese confidenza col petto del riccio, che sotto di lui continuava ad ansimare senza scrupoli. Al ragazzo sfuggì un sorriso, subito represso dal rimorso. Non era possibile che fosse lì, in una camera col suo migliore amico, non con una ragazza che lo amava follemente, non con una fame tanto impaziente di lui. La bocca corse a mordere una spalla del riccio, i cui occhi erano velati di piacere, la mano di questo scese ad accarezzargli le membra. 

 - Se fai così non riuscirò più a rispondere di me – ansimò Louis continuando a tormentare la gola e il petto del ragazzo. Per tutta risposta quello rise maliziosamente e mosse la mano. Il sospiro di Louis si fermò per un istante, forti scosse cominciarono a pervadergli le membra; Harry steso sulla schiena aveva girato la testa, permettendogli di lasciare segni rossi per tutta la lunghezza del collo. Erano arrivati al limite, le braccia del riccio strinsero le spalle dell’amico, chiedendo... No, supplicando altro.

 - Se vuoi che mi fermi… - cominciò insicuro Louis, il respiro affannoso. Nemmeno riuscì a terminare la frase, interrotto da un nuovo bacio, un nuovo brivido.

 

 

- Bene, grazie mille a voi ragazzi che siete stati con noi oggi – terminò Kelly con un grande sorriso all’indirizzo dei ragazzi.

- Il piacere è stato nostro – rispose Louis con un sorriso, alzandosi insieme agli altri.

- E so che avete una canzone per noi, per concludere – aggiunse la presentatrice mentre si spostava dall’altra parte dello studio. I cinque sorrisero e si prepararono.

E poi fu tutto un delirio…

 

 

E poi fu tutto un delirio.

 Ansiti. Preghiere spezzate. Le unghie di Harry nella schiena di Louis. I denti che affondavano nelle labbra. Baci. Occhi – azzurri, velati di piacere – negli occhi – verdi, lucidi e maliziosi -. Un grido trattenuto. Labbra che cercano, sussurrano, gemono. Mani che cercano, trovano, esplorano.

 - Non ti fermare – un mormorio quasi timido, un bacio, un altro morso. Louis si morse un labbro, la mascella contratta. Harry gli artigliò i capelli con le dita, gli occhi spalancati.

 E poi fu tutto un delirio. 

 

 

Quando la canzone terminò, i ragazzi si inchinarono raccogliendo gli applausi con sorrisi – alcuni tutti fossette – e pacche sulle spalle. La conduttrice li presentò nuovamente, invitando poi chi se lo fosse perso a comprare l’album, in bella mostra tra le sue curatissime mani.

 Era passata appena un’ora. Dopo essersi puliti dal cerone, aver salutato e fatto le foto di rito con le fans, i ragazzi decisero di andare a fare colazione.

 - Allora – chiese Niall mangiando uova strapazzate – non ci avete più detto che avete fatto ieri sera dopo che ce ne siamo andati –

 Louis e Harry si scambiarono uno sguardo, al ricco scappò una risata.

 - Mah, abbiamo finito di ubriacarsi per bene e poi siamo andati a letto – rispose tranquillamente, mentre Louis scoppiava a ridere.

 - Secondo me non si sono ancora ripresi da ieri sera – fu il giudizio di Liam. I due ragazzi sorrisero, nascondendo la faccia dietro alle tazze di caffè.

 - Forse – concesse Louis – in effetti è stato tutto un delirio -

 

 

***    ***    ***    

 

 

L'ho scritta davvero?

Un grazie particolare ad Amnesia che ha creatoil meraviglioso banner all'inizio della shot e al bambino della lotteria della Rai, che pesca sempre le parole giuste almomento opportuno.

Nevaeh

   
 
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