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Autore: fila    20/01/2012    4 recensioni
In un freddo gennaio Corin viene mandata in missione. Dove? Cosa succederà? Questa storia è tutta per te Chiara: tanti auguri.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corin, Santiago
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa One-Shot è dedicata a Chiara:

Spero il dono ti sia gradito: purtroppo gli orsigufo erano finiti.

 

 

Lontana da casa

 

 

«Sai, io sono un Autore. Ho già all'attivo un romanzo adolescenziale, la raccolta dei miei scritti giovanili e un horror scaturito dai miei incubi.»

Corin sorrise divertita all'espressione a metà stranita e metà perplessa della ragazza con il caschetto che sedeva nella fila davanti alla sua.

«In fondo Alec aveva ragione, andare all'università è anche divertente» pensò ricominciando a scrivere sul suo blocco di appunti.

 

 

***********

 

 

Qualche mese prima, in un pomeriggio uggioso di inattività, un annoiato Felix aveva cominciato a tormentare Alec.

«Cosa c'è, con l'età che avanza non ci vedi più bene? Guarda che con quegli occhiali da nerd non cuccherai mai un bel nulla! Adesso capisco perché tutte vogliano conoscere Demetri quando ti accompagna in facoltà.» lo punzecchiò Felix.

Alec si tolse gli occhiali, li posò sul tavolo e guardò fisso il vampiro.

«Ad Aro piacciono, me li ha consigliati lui» rispose con semplicità prima di tornare alla sua tesi sulla velocità dei neutrini.

Insoddisfatto per aver perso ogni possibilità di replica, Felix cercò qualcun altro nella stanza da tormentare. Accoccolata su una poltrona, Corin leggeva “Dora, la figlia dell'assassino”.

«Fantasmino, niente studi importanti per te?» Fece una pausa e poi si diede un colpo con il palmo sulla fronte. «Ma certo! Tu sei troppo presa dal tuo corso di tango con Santiago. Mi è parso di capire che oramai vi esercitate tutti i giorni, anche più volte al dì, mi sbaglio?» aggiunse e le fece l'occhiolino, malizioso.

Corin, non potendo arrossire, si coprì il viso con i capelli, sperando di venir dimenticata come al suo solito.

Felix, invece, continuò a tempestarla di battutine a doppio senso, finché Alec, stanco del chiasso, si avvicinò alla ragazza.

«Oggi all'università ho letto di questo bellissimo master in editoria che si tiene a Milano. Sono sicuro che Aro ti darà l'autorizzazione a frequentarlo» le disse porgendole una serie di moduli per l'iscrizione.

Grata per l'insperato aiuto, Corin uscì velocemente dalla stanza accompagnata dallo sguardo indispettito di Felix. Si diresse verso lo studio del suo Signore e quando fu certa di non essere stata seguita, si voltò per andare nella sua stanza. Non aveva fatto nemmeno un passo, che una mano le accarezzò la guancia.

«Cercavi me, tesoruccio?» le chiese Aro. «Vieni, accomodiamoci nel mio ufficio, così potremmo parlare con tranquillità» aggiunse e aprì la porta.

Corin sospirò e si accomodò sulla poltroncina, di fronte alla scrivania in mogano del potente Volturo.

«Così pensavi di fare un piccolo viaggetto a Milano, mia cara?» domandò Aro sedendosi a sua volta.

«Veramente...» tentò di rispondere Corin.

«È una magnifica idea!» la interruppe Aro con voce trillante.

«Davvero?» bisbigliò la vampira poco convinta della piega che stavano prendendo gli eventi.

«Certo! Sono sempre felice quando uno dei miei tesorucci trova un passatempo adeguato.» Aro le sorrise radioso. «Avrai bisogno di una sistemazione dignitosa. Da quelle parti abita un mio vecchio amico, Gian Galeazzo, sono sicuro che sarà più che lieto di ospitarti. Che fortunata coincidenza: stavo appunto per mandare una delle guardie a salutarlo e a ricordargli che sono sempre i Volturi ad avere la torre più alta della città» aggiunse sorridendo cordialmente.

Corin non comprese bene le parole del suo capo, ma il senso era ben chiaro: era ora, per lei, di andare in missione nel capoluogo lombardo.

 

«Sarà per me un grande onore ospitarla, signorina Corin» disse Gian Galeazzo, un vampiro alto con capelli scuri e la barbetta a punta. «La mia umile magione di piazza del Duomo ed io siamo a sua completa disposizione» aggiunse inchinandosi leggermente e le fece il baciamano.

Corin annuì ed entrò nell'attico. «Evidentemente per lui il discorso delle torri è ben chiaro» pensò guardando la Cattedrale di Santa Maria Nascente.

«Bello vero?Il Duomo è una delle mie opere di cui vado più fiero, per questo adoro abitare in questo appartamento» spiegò il vampiro lombardo.

Gian Galeazzo fece preparare per la sua ospite la stanza più bella dalla servitù peruviana e dopo mezzanotte la invitò a cena nella periferia della città.

 

 

**********

 

 

«Domani con mia zia andrò a fare il giro dei mercatini, in questo modo spero di riuscire a trovare qualche libro della Carolina Invernizio. “Il bacio della morta”, “Il marito della morta”, ad esempio.»

Queste parole riportarono Corin al presente: erano in pochi, oramai, a leggere quei magnifici capolavori. Si guardò intorno e si accorse che a parlare era stata la ragazza di prima, quella con il caschetto, al telefono con qualcuno.

«Una vera appassionata di best seller moderni e allegri, noto. Dovresti compiere più spesso gli anni lontano da casa» disse la voce maschile all'altro capo della cornetta.

«Divertente» commentò acida la ragazza. «Grazie per avermi ricordato che il venti, quest'anno sarò sola» concluse con voce triste.

«Poverina, è proprio come la Marisol di “La perla dei mari del sud”, che il crudele patrigno allontana dai suoi affetti, chiudendola in un lugubre convento di Madrid, perché lei ama l'umile Rodrigo» pensò Corin mentre usciva dall'università per andare a prendere la metropolitana.

 

«Bimba, sei con me stasera?» chiese Santiago seguendo con un dito il profilo della schiena nuda di Corin.

«Scusa, ero sovrappensiero» rispose lei.

«Lo sapevo, quel dannato vampiro milanese le sta ronzando troppo attorno» pensò Santiago «Adesso lo mato! Tanto come alleato non è granché per i miei Signori.»

Corin si girò fulminea e posò le labbra sul suo collo.

«Domani sarà il compleanno di una mia compagna di corso. La sua famiglia e il suo fidanzato sono lontani e lei non potrà festeggiare con chi ama l'importante ricorrenza. Mi spiace per lei, ecco tutto» spiegò a Santiago tra un bacio e l'altro.

«Ti sei fatta un'amica, bimba? Non mi sembra una cosa saggia, noi non siamo i Cullen... Poi vorrei che di notte tu guardassi me, non le umane dormire» le fece notare Santiago e la strinse a sé.

«Ma che vai a pensare! Non so neanche come si chiama. Però queste due settimane senza te mi sono sembrate più lunghe dei cinque anni che Marisol ha dovuto attendere prima che Rodrigo diventasse ricco e nobile facendo il pirata al soldo della regina Elisabetta I. Perciò posso immaginare che cosa stia passando quell'umana!» replicò sbuffando Corin.

«Interessante! Cosa faceva la sventurata Marisol mentre attendeva il focoso latino?» domandò Santiago e le accarezzò i capelli.

«Leggeva libri di preghiere... Hai ragione! Le regalerò un libro: così si consolerà nell'attesa del suo Rodrigo» disse Corin.

 

«Ecco, il palazzo è questo. Sicura, bimba, di voler andare da sola?» chiese Santiago.

«Tranquillo, vestita da fattorino della DHL non mi noterà nessuno, come al solito. La tua presenza verrebbe sicuramente notata» replicò Corin. Salì le scale e si fermò davanti alla porta in cui l'odore della ragazza era più intenso.

Suonò il campanello e le aprì un bel ragazzo con in mano un enorme mazzo di rose bordeaux.

«Auguri, amore!» esclamò l'estraneo prima di rendersi conto che lei non era la persona attesa.

«Ben fatto, Rodrigo!» pensò Corin sorridendo.

«Desidera?» domandò il ragazzo.

«Devo consegnare un pacco per la festeggiata» rispose la vampira.

In quell'istante si udirono i passi di una persona che saliva parlando al cellulare con qualcuno.

«Entra!» bisbigliò il ragazzo trascinando Corin all'interno dell'appartamento e chiudendo la porta alle sue spalle. Qualche secondo dopo la scenetta si ripeté con la ragazza giusta, questa volta.

Poco più tardi, Corin raggiunse Santiago con una fetta di torta in mano. Lui la guardò, buttò la testa indietro e scoppiò a ridere.

«Pensi di mangiarla, bimba?» domandò infine.

 

«È stata una sorpresa bellissima, grazie» disse Chiara, satolla di Sacher. «Cosa c'è in quel pacchetto?» domandò.

«Non so, non è mio. Ricordi, l'ha portato il corriere» rispose il fidanzato.

La ragazza ricordava vagamente la presenza di qualcuno e curiosa aprì il dono. Al suo interno c'era la prima copia autografata di “Vento focoso e passionale sotto le magnolie”.

 

 

Note: la coppia Corin/Santiago è quella di Ottonovetre. Grazie per avermeli prestati, spero di essere stata all'altezza degli originali :)

Alec che studia all'università lo trovate in “Storie del nido degli avvoltoi – capitolo 32” di Dragana.

Ringrazio, come sempre, la cara Vannagio per la consulenza e il betaggio.

 

Angolo della cultura: Aro parla di torri perché, nel periodo delle Signorie, più potente era una famiglia e più alta era la torre che faceva edificare.

Gian Galeazzo Visconti (1347 -1402), duca di Milano, uomo politico molto spregiudicato, tra il 1393 e il 1402 entrò in conflitto con i fiorentini per il dominio dell'Italia del nord. Prima di poter sferrare l'attacco finale a Firenze, il Visconti morì di peste. Oppure fu fermato da Aro, come preferite ;)

Fu Gian Galeazzo a dare il via alla costruzione del Duomo di Milano.

 

Spero il regalo sia piaciuto e di poter avere l'onore di vedere la famosa copia di “Vento focoso e passionale sotto le magnolie” ;)

  
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