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Autore: runningafteryou    22/01/2012    35 recensioni
"Perché metti tutti questi puntini di sospensione?" mi scrisse.
Non seppi che rispondere, per l'ennesima volta in quella conversazione.
"Non lo so...mi sembrano...carini, suppongo" digitai velocemente, accorgendomi che ne avevo messi di nuovo una montagna.
"Dunque, la tua idea di grammatica è particolarmente distorta. Io sapevo che i puntini si mettessero quando lasci un discorso in sospeso, non perchè sono 'carini'." la situazione mi stava sfuggendo di mano, decisamente.
"Intendi intavolare un discorso sulla grammatica?" scrissi stizzito.
Era come se fosse davanti a me, non in dietro ad un computer.
"No, hai ragione Principe Azzurro. Parliamo di quanto il tuo nickname faccia schifo".
D'accordo, voleva essere presa a parolacce, era chiaro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Hi, I'm PrinceCharming93, and you are?"

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14.

{All this time you were pretending
so much for my happy ending.
Avril Lavigne - My Happy Ending}


Ero sul momento di scuoterla energicamente, perché Aileen non si muoveva da quando avevo parlato. Era rimasta così, immobile a fissarmi, gli occhi spalancati e il respiro mozzato. Poi repentinamente cambiò espressione, diventando buffissima. Fu quando scoppiò a ridere che le tolsi le mani dalle spalle, guardandola perplesso.
Che cazzo c'era da ridere?
"Dai. Su, Liam, ma di cosa stai parlando?" chiese tra una risata e l'altra.
"Aileen, guarda che non sto scherzando" pronunciai. Si fermò dal ridere, e mi guardò seriamente. Non seppi esattamente cosa avesse trovato nella mia espressione, ma la sua cambiò di nuovo radicalmente. Notai i suoi occhi assumere una luce strana, che non ero in grado di spiegare, la sua bocca piegarsi in una smorfia e le mani tremarle.
Ecco, sta per scoppiare.
"Che cazzo dici Liam. Che cosa cazzo stai dicendo" sibilò. Strinse le mani a pugno, guardandomi negli occhi: era furiosa.
"Piccadilly Circus. E' tutto merito del destino. Ti dicono niente queste cose?" risposi. Lei sbiancò, facendomi pentire amaramente di non averglielo detto prima.
Dio Liam, quanto sei nella merda.
"Tu non...tu non puoi essere...no" balbettava sconnessamente, scuotendo la testa.
"Io..."
"No! Stai zitto!" esclamò, fermandomi. Alzò le mani, portandosi due dita sulle tempie e cominciando a massaggiarsele.
"Calma Lee, è tutto okay. Calmati" si ripetè; mi guardò un'altra volta.
"Oh cazzo, sei davvero tu. Cioè, tu sei...Principe. Tu sei quello che mi ha reso la vita migliore e peggiore allo stesso tempo. Tu sei...Principe" continuava a ripeterlo, e non sapevo se fosse un bene o un male. Speravo solo che non mi sarebbe saltata addosso, picchiandomi violentemente, dato che ne era perfettamente capace.
Cominciò a respirare più velocemente, posandosi una mano sul petto.
"Diamine Lee, stai bene?" mi avvicinai. Lei si scansò, appena cercai di toccarla: quel gesto mi fece veramente male.
Sei bruciato, Liam.
"Non provare a toccarmi, Liam. Non adesso" il fatto che avesse aggiunto il 'non adesso', implicava che avrei potuto toccarla in altre situazioni, no? Forse non era tutto andato a puttane.
"Da quanto lo sai?" chiese atona, sedendosi sul letto.
"Due mesi, più o meno. L'ho scoperto la mattina dopo che tuo fratello è arrivato a Londra, quando ho dormito qui e ti ho portato il libro in giapponese. Ho collegato alcuni fatti, e quando mi hai detto la tua mail è stato un colpo al cuore" spiegai. Lei si mise la testa tra le ginocchia, come se improvvisamente le venisse da vomitare.
"E non mi hai detto niente. Per quale cazzo di motivo non mi hai detto niente, Liam?" esclamò, alzando lo sguardo. Trattenni il respiro, la sua espressione era cambiata ancora: adesso era ferita, delusa ed amareggiata; aveva gli occhi lucidi e le guance terribilmente rosse.
"Io...non lo so. Non ero pronto...non volevo che pensassi lo sapevo da tempo, io...non lo so, Lee" esclamai esasperato, buttandomi sulla poltrona.
"Io...ho bisogno di tempo. Io..." ormai non riusciva più a fare un discorso di senso compiuto. Mi alzai, cercando di riavvicinarla.
Sorprendemente, non si oppose quando la strinsi in un abbraccio. Respirai profondamente il suo profumo, come se sapessi che per un po' di tempo non avrei più potuto sentirlo. Speravo che mi lasciasse più tempo, invece mi posò le mani sul petto, allontandomi di scatto.
Sentii tanti piccoli pugnali trapassarmi la nuca, e il cuore aumentare il battito.
No, Lee, non farlo. Non respingermi.
"Vattene" esclamò. Sbarrai gli occhi.
"Lee, ti prego" cercai di avvicinarmi di nuovo a lei, ma scattò indietro buttandosi sul letto.
"Porca puttana Liam, ho detto vattene" ripetè, con voce rotta. Aveva già il viso rigato dalle lacrime, e mi fece male soltanto guardarla. Non riuscivo neanche a pensare che la causa di quel male fossi io.
"Ma, io e Principe siamo la stessa persona, cosa c'è di sbagliato ora? E' tutto a posto no? Possiamo stare insieme anche meglio di prima!" gesticolai nervoso.
No, Lee. Non ti voglio lasciare. Neanche per idea. Tu sei la mia fottuta aria.
"Sai cosa c'è? Che mi hai mentito. Questo c'è, Liam. Come posso fidarmi di, te? Dimmi come, perché io non lo so. In questo momento, so solo che non voglio vederti, voglio solo stare da sola" esclamò, stringedosi le ginocchia al mento, e poggiandovelo sopra.
"Lee, non farlo...ti prego" pregai un'ultima volta.
Ti amo troppo per lasciarti andare.
Oh, Dio. Io ti amo, Lee.

Lei abbandonò il capo sulle ginocchia, cominciando a singhiozzare. Non potevo lasciarla così, non potevo.
"Liam. Fallo per me ed esci, ti prego" mi pregò di nuovo.
Porca Eva, non capisci che non posso farlo Lee? Non posso.
"Io non ho intenzione di lasciarti Lee, verrò qui anche ogni giorno se sarà necessario. Tornerò anche stasera. Non lascerò che tutto questo rovini quello che abbiamo" esclamai, stringendo i pugni. Lei alzò il viso, e la sua espressione era un misto tra il furioso e il disperato.
"Che cosa abbiamo Liam? Che cosa? Il nostro è un rapporto fondato sulla menzogna, te ne rendi conto? Riesci a capirlo, Cristo Santo?!" urlò.
Fece un respiro profondo.
"Voglio solo che tu esca da questa stanza, ora" i suoi occhi azzurri, prima così vivaci e felici, ora spenti e delusi mi penetrarono da parte a parte, e l'unica cosa che riuscii a fare fu girare i tacchi, e andarmene come mi era stato chiesto.
Bravo, Liam. Hai perso l'unica cosa bella che ti potesse mai capitare.

"Che diavolo è successo? Ho sentito Lee urlare" esclamò Edward. Più o meno tutti erano raggruppati dietro la porta di Lee, e quasi sicuramente avevano ascoltato l'intera conversazione.
"Avevi detto che non l'avresti mai ferita, Liam" ecco, appunto. Edward era furente, e incominciò ad avvicinarmisi minaccioso. Già stanco di quella situazione, feci per allontanarlo di scatto, ma qualcun altro ci pensò al posto mio.
Harry gli mise una mano sul petto, bloccandolo. Edward spostò i suoi occhi dardeggianti da me al riccio, facendo una smorfia.
"Che c'è, Harry?" ringhiò.
"Capisco che tu sia arrabbiato con Liam, ora, ma non credi che lui stia molto peggio di te? Lascialo respirare, ha appena litigato con la donna che ama, in caso non l'avessi notato abbastanza" spiegò, risoluto. Mi sorpresi di come fuori fosse così evidente che amassi Aileen con tutta l'anima, e soprattutto mi sopresi della reazione di Edward: mi guardò un istante, prima di sbuffare e distendere le dita che aveva stretto a pugno.
"Non la passerai liscia, Payne" mi guardò un'ultima volta, prima di dirigersi verso la stanza di Lee. Sospettavo che fosse l'unico che in quel momento lei volesse e riuscisse vedere.
"Liam." mi voltai verso Brittany, che con un sorriso rassicurante mi si era avvicinata, facendomi una carezza sul braccio.
"Si risolverà tutto, vedrai. Tiene troppo a te" annuì, come per confermare la sua tesi, e tornò in cucina sotto lo sguardo di Louis.
Sospirai infilandomi una mano nei capelli, per poi scuotere la testa.
"E' meglio se vado a casa, torno domani mattina per parlarle di nuovo. Conoscendola non chiuderà occhio e domani sarà ancora più intrattabile di ora, ma non mi arrendo così" spiegai, mentre mi infilavo la giacca. Gli altri annuirono, e dopo un breve saluto a Brittany, mi seguirono tutti.
Li amavo seriamente quando non mi lasciavano da solo.

Quella mattina non ero riuscito ad andare da Aileen perché Jerry era venuto a prenderci e ci aveva catapultati alla Sony. Non avevo avuto un momento libero per sfuggire ai manager ed andare da lei, visto che a lavoro non si era presentata.
Era ovvio che non fosse venuta per evitare di vedermi, ma avevo sperato fin all'ultimo di vederla varcare la porta del suo ufficio e impartirci ordini, o regalare cibo a Niall.
Avevamo finito il pomeriggio di parlare con i manager e i produttori del nuovo album, e poi mi ero diretto alla macchina di Louis -che stavolta avevo praticamente rubato- per andare a casa di Aileen. Volevo seriamente parlarle, chiederle scusa, fare qualsiasi cosa pur di farmi perdonare.
Arrivato davanti alla porta di casa sua, bussai, senza ricevere alcuna risposta. Provai a bussare più forte, finché non mi ritrovai a picchiettare violentemente sul legno massiccio, quasi imprecando.
A quel punto la porta si aprì di scatto, e mi si parò davanti il viso senza espressione di Edward.
"Dov'è Aileen?" chiesi di getto. Edward sospirò, facendomi entrare.
"Liam..." era strano, veramentre strano. Lui non era mai così accondiscendente con me.
"Dov'è Aileen?" ripetei. Non ero intenzionato a farmi bloccare da lui.
Stette in silenzio, guardandomi con occhi tristi e quasi...compassionevoli.
"Edward?!"
"Se n'è andata!" sbottò, alzando le mani al cielo.
Sbarrai gli occhi, aprii la bocca e rimasi impalato; qualcosa all'altezza della gola spingeva spiacevolmente, un brivido mi percorse la schiena e salì fin dietro la nuca.
Un profondo senso di abbandono si instaurò nel mio cuore, e appoggiai una mano al tavolo della cucina per sorreggermi fisicamente, visto che mentalmente ero già col morale parecchio sotto terra.
"Quando?" chiesi, sedendomi. Solo allora, passando un po' lo sguardo tra il salone e il corridoio che portava alle camere, notai vari scatoloni e una valigia piuttosto grande.
"Stamattina presto. Ha comprato un biglietto low cost per Los Angeles stanotte" spiegò lui, sedendosi davanti a me.
"E tu perché sei ancora qui?".
"Dovevo sistemare le ultime cose" alzò le spalle. Mi coprii il viso con le mani, sospirando. Se n'era andata. Cosa diavolo potevo fare ora? Non mi aveva neanche dato il tempo di spiegare, aveva deciso di partire e basta. Non un biglietto, non un messaggio. Niente.
Il senso di abbandono tornò in maniera anche più drastica di prima, e mi colpì ancor più violentemente.
"E Brittany, è con lei?" chiesi. Edward annuì.
"Sono tornate entrambe da papà, ma Lee non aveva intenzione di rimanere. Ci è andata giusto per dire a papà di darsi una regolata e riprendere Brit sotto le sue ali, senza costringerla a fare niente. Lee non vuole più avere niente a che fare con la famiglia Williams, quindi probabilmente entro domani sarà già a Berkeley a sistemare le sue cose" esclamò.
"L'hanno presa all'università?" nonostante tutto, non riuscivo a non essere felice per lei: era quello che voleva. Edward annuì nuovamente.
Abbassai la testa, non sapendo più che dire. Ero a Londra, da solo, e la donna che mi aveva sconvolto la vita in quattro mesi e che avevo appena scoperto di amare, era dall'altra parte del mondo.
"Senti -Edward mi riscosse dai miei pensieri- lo so che sono stato duro con te e mi dispiace...Dopo quello che ha detto Harry ieri sera, ho capito anche io che l'ami veramente, è solo che avevo paura potessi farle del male. Lei non ha mai avuto un ragazzo, non seriamente".
"E Chris Brown chi era scusa, un albero?" esclamai.
"Chi?" Edward scoppiò a ridere, lasciandomi basito.
"Il cantante" risposi, con ovvietà.
"Ah, Chris! Ma non è stato il suo fidanzato! In pratica la casa discografica di Chris non voleva rinnovare il suo contratto e mia sorella ha pensato che facendosi vedere con lei, i suoi produttori avrebbero pensato che volesse passare alla Hollywood Records. Il che ha anche funzionato, visto che dopo un po' Chris è venuto fuori con un nuovo album. Non sono mai stati insieme, erano migliori amici, almeno prima che lei se andasse da Los Angeles" spiegò, ancora ridacchiando.
Ero ancora più basito di prima e non sapendo che dire, continuai a guardare Edward a bocca aperta.
"In ogni caso, anche lei ti ama Liam, e l'ha capito. Per questo se n'è andata. Sarebbe stato facile per lei perdonarti, perché è troppo cotta di te, ma diciamo che ha usato come pretesto questa cosa per porre fine alla vostra storia prima che potesse soffrire oltre. In fondo, se non fosse successo tutto ciò, sarebbe dovuta partire tra due settimane e sareste stati allo stesso punto di ora. Tu qui, lei lì. Entrambi a soffrire come cani. Credo abbia pensato fosse meglio evitare di provare una relazione a distanza ed è scappata. Probabilmente ora è suonare la chitarra mentre canta qualche canzone strappalacrime. E' diventata assurdamente emotiva da quando sta con te, il che è un bene. Tranne in mia presenza, mia sorella sembrava sempre fatta di ghiaccio. Forse per questo devo anche ringraziarti, sei riuscito a farla sciogliere, a farla diventare la Lee che era un tempo e che era sparita a causa della situazione tra mia madre e mio padre. Mi dispiace che se ne sia andata così Liam, capisco che non dev'essere facile per te" concluse.
Aileen Williams e la sua fottutissima paura di stare male. Accidenti non poteva semplicemente dirmelo, senza sparire così?
"No, non lo è" sospirai.
"Cosa dovrei fare, secondo te? Non voglio lasciarla Edward, lei è l'unica cosa bella che mi è capitata in questo anno" esclamai. Edward alzò le spalle, dirigendosi verso il salone.
"Non lo so, Liam. Fai quello che ti senti e quello che puoi. Ti dico solo: se sai che è importante per te, non lasciartela sfuggire tra le dita".

Panda's Corner.


Innanzitutto, scusate il ritardo, ma mi sto impegnando a scuola perché nel trimestre ho fatto un po' schifo e adesso ho un po' di roba da recuperare. Ciò mi impedisce di scrivere a ogni ora della giornata come facevo prima, e di conseguenza gli aggiornamenti vanno sempre più a rilento.
Questo è il penultimo capitolo, sì, e lo so che è parecchio deprimente. HAHAHAHAHAHAHHAHA. I'm sorry, ma questa storia ha avuto sempre una linea piuttosto sclerotica e romantica, quindi qualcosa di estremamente triiiiiiiste ci voleva, LOL.
In secondo luogo, volevo ringraziarvi assolutamente per le numerosissime e bellissime recensioni che mi lasciate. Forse non ci rendiamo conto che questa storia è arrivata a 165 preferiti, cosa che non mi sarei sognata minimamente. Io non so in che lingua o modo devo ringraziarvi ancora, ma davvero, grazie mille. Adesso mi metto a rispondere alle recensioni dello scorso capitolo. HAHAHAHHAHA :'')
Un' altra cosa: ho cambiato nickname. Da pleasestay, sono passata a itsandreea (anche su twitter sono passata a itsandreea_ :3). Questo generalmente perché pleasestay è una parte di me in cui ora non mi riconosco più. E' stata la parte rifiutata, triste e sola di me, la parte che non aveva grandi amici e che non era accettata da molti. Adesso sono cambiata, ho un gruppo di pazze sclerate che a ogni cambio dell'ora/ricreazione mi fanno cantare l'intera discografia Directioniana, ho due migliori amiche splendide e una di queste è anche su questo fandom, ho un migliore amico che è come se fosse un fratello, che è riuscito ad accettarmi come sono e io gli voglio un bene dell'anima. Perché sto dicendo questo? Non lo so, però probabilmente volevo solo aprirmi anche con tutte voi che leggete perché non lo faccio mai. LOL.
Finita la parte deprimente, inizia quella della pubblicità. HAHAHAHAHHAHAHA. C'è la fan fiction di una mia cara amica, __MariMalfoy che mi farebbe davvero piacere passaste a leggere: Like an Extra. E' stupenda, veramente :')
Poi volevo chiedervi, se vi va, di leggere questa mia One Shot che ho scritto in un momento di stacco dalle mie long, LOL, che si chiama Come se fosse facile.

 


Detto questo, posso anche ringraziarvi e ci vediamo all'epilogo, fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo, perché ci tengo da morire. Grazie per essere state sempre così attaccate a questa storia, vi adoro. :')
Tanto tanto tanto amore,
Andreea :')

  
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