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Autore: xalternative    30/01/2012    16 recensioni
‘Chiunque tu sia,ti benedico.Mi hai salvato il culo.’ pensai arrivata davanti alla porta d’ingresso.Appena la aprii cancellai sul momento la benedizione fatta poco prima.Era quello Zayn.Sentii quasi le punte dei capelli arricciarsi tanto era l’odio che mi attraversava in quel momento.Mi accorsi poi che aveva un bellissimo ed enorme mazzo di fiori in mano.Me lo porse.Arrossii.Che gesto carino.Forse voleva farsi perdonare.
-Mantieni un attimo,per piacere?-.Mantenere?Come sarebbe mantere? Lo vidi entrare in casa,scostandomi.Si piazzò davanti allo specchio adiacente alla porta.Con entrambe le mani si rizzò meglio il suo classico ciuffo perfetto.Fece l’occhiolino.Allo specchio.
‘Questo è scemo’ continuavo a dirmi mentalmente.Dopo aver concluso il narcisistico momento davanti alla sua immagine riflessa,quello che definivo scemo riprese dalle mie mani il mazzo di fiori e si diresse nella stanza,dove c’erano tutti.Lo seguii,schifata e scombussolata.Zayn porse i fiori a Niall che di scatto li diede a Karen.Notai gli occhi di quella illuminarsi.A completare il quadretto amoroso fu il romantico bacio che si scambiarono lei e il biondino.
‘Lo ammetto,ok?Ci sono rimasta di merda.Proprio di merda’
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                        Chapter one.
 
You're FUCKIN PERFECT to me.


Guardai nuovamente l’orologio nell’angolo in basso a destra  del monitor.17:05.Urlavano tra di loro da ormai un’ora.Erano uniti solo quando dovevano coalizzarsi contro di me.Wow.Mio padre era ubriaco.Ne ero certa.Ero spaparanzata sul divanetto del salottino vicino alla cucina,da cui proveniva tutto quel rumore.

Odiavo sentirli litigare,quindi alzai leggermente il volume della musica. Club Dogo – All’ultimo respiro.Certo,non capivo tutte le parole,non era la mia lingua quella,ma amavo il beat.Seguivo il ritmo con davanti il testo,fiancheggiato dalla traduzione.
‘E dire che se stai di merda io sto uguale.’
Adoravo le canzoni che riuscivano a rappresentare perfettamente il mio stato d’animo.All’improvviso il frastuono che veniva dall’altra stanza cessò.’Non entrate.Non entrate.Non entrate.’continuavo a sperare.La porta si spalancò.’SHIT!’pensai.
-Abbassa la voce di questa merda,Grace-esordì l’ubriaco.
-S-sì.-.Non avevo intenzione di contraddirlo.Quando non era sobrio la violenza si impossessava di lui più che mai.
-E non contraddire,cazzo!-.
Contraddire? ‘’What the fuck!?’’ pensai. Ma se non avevo mai acconsentito alle sue parole come avevo fatto qualche secondo fa.Cominciai ad ipotizzare che stavolta la bottiglia di rum l’avesse buttata giù tutta d’un sorso.Mia madre assisteva alla scena dalla soglia della porta. Ok.Avevo paura,anzi…ero terrorizzata da lui,ma non mi trattenni dal ridergli in faccia per la cazzata che aveva appena sparato.Immaginai l’ira che gli saliva fin sopra le punte dei capelli.Era fermo davanti a me, con le braccia che gli scendevano lungo il busto massiccio.Vidi la sua mano irrigidirsi,per poi alzarsi e fendere l’aria con un rude gesto.Mi diede uno schiaffo.Era in assoluto la sberla più forte che avessi mai ricevuto.Temevo quasi che la mia mandibola fosse andata a puttane.Mi alzai e lo guardai con occhi pieni di odio.La guancia mi andava a fuoco.Voltai le spalle e andai verso il corridoio per andare al piano di sopra,con passo lento.Mi bloccai di spalle quando sentii che uno dei due si stava rivolgendo a me.
-Non permetterti mai più di ridere in faccia a tuo padre,né tantomeno di voltargli le spalle in questo modo,mocciosetta.-.Ecco che si metteva in mezzo anche mia madre.
-OOOH,ANDATE A FANCULO.-sbottai.Erano parole d’istinto.Se avessi riflettuto magari sarei riuscita a formulare qualche frase più tagliente,ma quello era ciò che mi sentivo di dire.
-Grace Cooper,cosa hai det…-mia madre non finì di parlare che si intromise mio padre.
-Pensavo che dopo l’ennesima litigata te ne saresti accorta.Ma la tua ottusaggine ti ha impedito di arrivarci.Sei stata un errore.UN SEMPLICE FOTTUTO ERRORE.Un preservativo rotto,ecco cosa sei.E’ colpa tua se io e tua madre non siamo una coppia felice.-urlò lui,quasi come se quelle parole se le fosse tenute dentro per tutti i miei sedici anni di ‘vita’,se così potevo chiamarla.Sapevo che era in stato di ebbrezza,ma capivo dai suoi occhi che ciò che stava affermando lo pensava davvero.E a giudicare dall’atteggiamento e dal continuo annuire di mia madre era palese che fosse d’accordo con quell’orribile uomo.
 
Ero sempre stata una di quelle ragazze che con i genitori ,bene o male,aveva la risposta pronta.Ad ogni occasione.Tranne quella.Sentii il mio cuore restringersi per un secondo,per poi tornare a battere a ritmo tachicardico.Sentii il mio respiro bloccarsi per un istante,per poi diventare più affannato che mai.Sentii una strana pressione alla gola e le lacrime inondarmi gli occhi fino a sgorgarmi sulle guance.
 
Ero di spalle quando mi travolse l’animo con quelle parole.Mi trovavo di fronte alla porta d’ingresso,pronta per voltarmi,salire le scale e soffocare il dolore nel mio cuscino.Ma non lo feci.Aprii mogia l’anta in ciliegio del portoncino e lo sbattei.Uscii.Nonostante l’amarezza mi consumasse dall’interno cominciai a correre.Il più veloce possibile.Il più lontano possibile.Volevo evitare che  tentassero di fermarmi.Arrivai finalmente alla spiaggia.Era quello il luogo dove solitamente andavo quando litigavo con i miei.Piuttosto spesso,aggiungerei.
Giunsi al MIO scoglio.Era piatto in superficie,si trovava a riva .Raccolsi qualche ciottolino e lo lanciai con foga nell’infinità di acqua salata che mi fronteggiava,per poi sprofondare la testa tra le braccia,con le mani nei capelli.Rimasi lì,in quella posizione a frignare,per circa un quarto d’ora.Decisi poi di fare una passeggiata sulla costa.Con un movimento svelto cacciai l’iPod dalla tasca destra del jeans e infilai le cuffie.
P!nk – Fuckin Perfect.Era in assoluto la canzone che mi faceva singhiozzare di più.Masochismo?Non saprei,sta di fatto che lasciai che quelle note scorressero e mi deprimessero.
 
‘Sei stata un errore’ , ‘Un preservative rotto,ecco cosa sei’ ’E’ colpa tua se non siamo una coppia felice’.Quelle parole mi rimbombavano nella testa.Era assolutamente….ATROCE.Ecco.Quale sottospecie di mostro avrebbe avuto il coraggio di dire frasi simili a sua figlia,alla creatura che aveva generato,sangue del suo stesso sangue?
 
Pretty, pretty please
If you ever, ever feel
Like your nothing,

you’re fuckin’ perfect,to me. 
 
Perché dovevo essere trattata così?Perché dovevo essere l’unica che odiava il suono della campanella dell’ultima ora a scuola?Perché dovevo evitare la mia famiglia per trascorrere serenamente una giornata?
No,ok.Mentre tutte le altre volte,perché quella no,non era la prima volta,mi soffermavo su ciò che erano capaci di farmi,in quel momento riflettevo se davvero me lo stessi meritando.
Spensi l’iPod e decisi di guardare un po’ in faccia alla realtà.Sfilai il BlackBerry dalla tasca posteriore del pantalone e chiamai Karen,la mia migliore amica.
-H-hei- dissi piagnucolante.
-Oww,Grace,non dirmi che …-non terminò la frase che ribattei.
-E’ successo di nuovo,Karen.Ma stavolta hanno toccato il fondo.I-io devo vederti.Ora!-risposi.
-Dove sei?In spiaggia,immagino.Ti va di vederci vicino al Brighton Pier,o vuoi venire qui?-
-Non voglio disturbare,davvero.Ma preferirei venire da te.Ho bisogno di sentirmi,come dire…A CASA- . Tremavo quasi.
-DISTURBARMI?Ma sei scema?Vieni a piedi.Penso che tu sia già capace di orientarti dalla spiaggia.Intanto scendo a comprare una bustina di marshmallows.Effettivamente anche io ho bisogno di dirti un paio di cose.A dopo-.Attaccò.
Era meravigliosa.Assolutamente meravigliosa.Lei c’era sempre stata.Lei era la mia mamma e il mio papà.Era il mio tutto.
Mi ero spesso fermata a riflettere se mi considerasse essenziale,come facevo io con lei.Non glielo avevo mai chiesto.Non perché tra noi non ci fosse un rapporto confidenziale,anzi,tutt’altro.
Non glielo avevo mai domandato per non sembrare oppressiva,pedante, o peggio,dubitosa.Certo,sapevo di essere la sua migliore amica,solo che… non sapevo neanche io cosa volessi da quel rapporto.Immersa nelle mie riflessioni giunsi alla residenza di Karen.Cazzo,quanto era grande.Ma non era certo per quello che la nostra amicizia era così intensa.Bussai,cercando di sembrare il più disinvolta possibile,nonostante ci fossero ancora i segni del pianto che ,quella volta,era durato decisamente troppo.Tentai inoltre di coprire l’alone rossastro della mano di mio padre,che ancora mi risaltava la guancia destra.Finalmente la porta si aprì.
-Toh,chi si rivede.Da quanto tempo-esordì canzonandomi Francisco,il fratello maggiore della ragazza di cui avevo fottutamente bisogno.Ventenne,capelli e occhi marroni.Aveva un fascino tutto suo e gli correvo dietro quando avevo 14 anni.Ero grassottella e in quel periodo quasi mi snobbava con lo sguardo.Ora che avevo 16 anni sembrava quasi che fosse lui a fare il filo a me.Ma sapevo che non era niente di serio.Provava solo attrazione fisica.Conosceveo com’era fatto.
-Oggi non sono in vena,Cis.La situazione è un po’…tragica- dissi con sguardo arreso.Accennai un lieve sorriso,per alleggerire il clima.
-Oh,capito.Comunque Karen è in camera sua.Credo ti stia aspettando.-.Sorrise a sua volta.
-SONO QUIII.-urlò l’unica voce che volevo sentire in quel momento.Sbucò con un vassoio in mano dalla cucina.Sopra due tazze traboccanti di cioccolata calda.In una vi erano affogati una decina di piccoli marshmallows.Quella era certamente la mia tazza,lei odiava quei fantastici cilindri di zucchero.
-Ciao bellissima.P-premi quel tasto r-rosso.Quello dell’ascensore insomma.VELOCE..-esclamò facendo movimenti strani per non far straripare la bibita al cacao dal suo contenitore.
Premetti il morbido tasto vicino a me e presto le ante di quell’aggeggio si aprirono.Un’ascensore in un’enorme villa di proprietà.Poteva sembrare ridicolo ma,cavolo,era comodissima.
Digitammo il codice per arrivare al terzo pieno e ,dopo il tempo debito, la ‘cabina’ si spalancò nuovamente.Di fronte vi era la stanza di Karen con la porta già aperta.Vi entrammo.Posò il vassoio sulla scrivania.
-Oh,piccola ma questo cos’è?-mi chiese carezzandomi dolcemente la parte destra del viso.Abbassai lo sguardo offuscato da un pianto che stava per ricominciare.Senza dire nient’altro mi abbracciò. Mentre ricambiavo quell’abbraccio,involontariamente un altro sorriso dipinse sul mio volto un’espressione serena.Ero da due minuti in quella casae ed era già riuscita a farmi sorridere.
-Racconta tutto.Ho paura che se continui a reprimere il tuo dolore ti possano spuntare brufoli per lo stress-mi incitò.
Le raccontai tutto,per filo e per segno.Dopo aver evidenziato ciò che mio padre era riuscito a tirare fuori dalla bocca e,presumo,dall’anima,cominciai ad illustrarle come mi sentivo.Farle capire che,oltre al fatto che ciò che mi succedeva ogni santo giorno era oggettivamente improponibile,quello che mi faceva male di più era non sapere IL PERCHE’.
-Cioè,capisci?N-non me lo merito.O almeno credo.Karen,me lo merito secondo te?Mio padre è capace di punirmi anche solo perché respiro la sua aria.Mia madre è sempre categoricamente dalla parte di quell’uomo.E io…io mi sento sola in quella casa.Dopo ciò che ho passato ho deciso che non resterò un attimo in più.Andrò a vivere da mia non…- mi stoppò mentre pronunciavo parole con la stessa velocità con cui un lancia palle tira palline da tennis.
-Grace.Noi andiamo a Londra!-
-Dicevo,andrò a vivere da mia nonn…aspetta,COSA HAI DETTO?L-Londra?-


**LOOK HERE,HONEY**
Premessa:io vi A M O.
Non avrei mai immaginato di ricevere 5 recensioni solo ad un prologo. *piange dalla felicità*
Allora,spero che vi piaccia questo capitolo.L'ho ricontrollato milioni e milioni e milioni e milioni
di volte.Quindi se non vi piace significa che sono io che faccio schifo(?)
Comunque,ENJOY.
E,ovviamente,recensite se volete *-*
Un bacio e al secondo capitoloo.

P.S.
Neanche io so la trama di questa FF.La svilupperò nel corso del tempo :**
   
 
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