01/02/2012
2 recensioniPrologue of the meeting
Continuo a correre terrorizzata. Non so dove sono e non so chi sia l’uomo che continua a segurirmi. Urla qualcosa ma non so che cosa, non riesco a sentirlo… Nelle mie orecchie rimbomba solo il suono del mio sangue che scorre troppo veloce e dei battiti del mio cuore accelerati.
Vedo a destra un vicolo e mi ci nascondo dentro, mimetizzandomi fra la folla. Mi accuccio dietro un cassone dell’ immondizia e quasi smetto di respirare per quanto ho paura di essere scoperta da quel tizio.
“Mantieni la calma” mi dico. Il mio respiro sembra rallentare, ma il mio cuore continua a picchiare violentemente il mio petto.
Dove diavolo sono? Chi era quell’ uomo? Non riesco a ricordarmelo… I miei ricordi sono confusi, tanto che non mi sembra nemmeno di sapere il mio nome.
Mi stringo nelle spalle e metto le mani nelle tasche del giacchetto di pelle. Nella tasca destra mi sembra di sentire qualcosa di duro, piatto e sottile. Lo tiro fuori dalla tasca e lo esamino con attenzione. Una fodera di plastica morbida blu ricopre quello che ha tuttal’aria di essere una sorta di documento. Lo apro e vedo una mia foto e accanto un nome.
-Allora mi ricordavo bene… -dico con sollievo –mi chiamo Miranda…
Sorrido e rimetto il documento nella mia tasca. Mi faccio coraggio e mi allontano dal mio rifugio. Con passo felpato esco dal piccolo vialetto e mi ritrovo in una piccola radura. Corro e cerco di allontanarmi il più in fretta possibile da quel luogo a me sconosciuto ma soprattutto da quell’ uomo.
-Miranda!
Mi blocco nel sentirmi chiamare. Terrorizzata, giro la testa verso la voce e vedo l’ uomo di prima inseguirmi. Ricomincio a correre sempre più spaventata. Gli occhi mi si appannano e sento che le lacrime mi scorrono sulle guance. Ho paura. Ho paura. Ho paura.
Che qualcuno mi aiuti. Per favore, qualcuno!
-Qualcuno mi porti via da qui! –urlo, ormai sfinita dalla corsa.
Le gambe mi cedono e io cado per terra. Sento i passi del mio inseguitore sempre più vicini. Io mi arrendo. Chiudo gli occhi. Per qualche istante sento solo il suono di passi, Poi un nuovo suono irrompe nella mia mente. Un suono che non scorderò mai. Cosa era? Io continuo a tenere gli occhi caparbiamente chiusi. Un urlo? No… un soffio? Nemmeno… era… era indefinibile. Sembra… sembra il suono… il suono del tempo.
Dopo non so cosa è successo. So solo che qualcuno mi ha presa e portata via, come avevo chiesto.