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Autore: LaMicheCoria    01/02/2012    1 recensioni
-Madre!- esclamò Atene, prendendola per le spalle –Sii felice per me, in questo giorno!-
C’era un entusiasmo come non ne vedeva da troppo tempo nei tratti induriti dalla guerra e scuriti dal sangue, ma tutta quella foga non fece che appesantire ancora di più il cuore di Madre Grecia.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi di Hetalia: Axis Powers non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Hidekaz Himaruya ©
Se fosse il contrario, a quest’ora sarei ad Atene
Circondata da gattini, a mangiare moussaka
In compagnia di Herakles.

 

 

 

 

A Silentsky

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

..: Eclissi :..

 

 

 

 

 

 

 

Le criniere dorate del carro d’Apollo sfumarono nella nebbia dell’orizzonte.
Hellas chiuse gli occhi, le orecchie tese ad ascoltare il respiro pesante di Colui che Scruta i Cieli, un soffio divino nel ventre della terra.
Il Dio le sussurrò all’orecchio e le cime degli scricchiolarono, come corde di cetra pizzicate da dite celesti: qualcuno stava arrivando.
Madre Grecia sollevò lo sguardo dal paesaggio delfico immerso nella bruma perlacea, e si voltò. Non si stupì di vedere Atene venire nella sua direzione, affiancato un uomo il cui volto aveva scorto, tremolante, tante volte tra i fumi oracolari del Santuario.
-Madre!- esclamò Atene, prendendola per le spalle –Sii felice per me, in questo giorno!-
C’era un entusiasmo come non ne vedeva da troppo tempo nei tratti induriti dalla guerra e scuriti dal sangue, ma tutta quella foga non fece che appesantire ancora di più il cuore di Madre Grecia.
-Gioirò solo quando dalle tue labbra si effonderanno parole di pace e non di guerra- rispose Hellas, senza nascondere la freddezza della voce –Poiché nel mio animo non vi potrà essere gioia fino a quando i miei figli, nati da un’unica stirpe, generati nel volgere di un giorno lungo quanto un’era da Deucalione e da Pirra, si stermineranno fra loro- scosse il capo –Cessate entrambi questa follia e fate sì che a bagnare le mie sponde sia di nuovo il mare e non il vostro stesso sangue-
Atene si morse le labbra e chinò il capo; l’uomo, dietro di lui, indietreggiò di un passo, la fronte aggrottata e lo sguardo confuso.
-A cosa devo tale diffidenza, figlio del Laurion?- gli chiese Hellas, sollevando le labbra in un tiepido sorriso di scherno –Forse che mi giudichi impudica a non tessere trame di fili e di storie all’ombra di un gineceo? Forse che mi giudichi sfrontata a redarguire in tale modo un guerriero al pari suo? Mio figlio non ti ha detto, forse..-
-Lui sa, Madre- la interruppe Atene, con veemenza -E’ solo stupito dalla tua reazione: non si aspettava parole tanto dure, lui che è voce del demos che vuole finalmente la pace!-
Questa volta Madre Grecia si concesse un lieve moto di stupore, inarcando appena un sopracciglio.  Un seme di speranza germogliò nel suo cuore infiacchito dal dolore e dalle battaglie perenni.
Osservò lo straniero, gli occhi venati d’argento, lo sguardo liquido di mare, le labbra dalla piega sofferente, il corpo inclinato a mitigare un dolore perpetuo; lasciò scorrere lo sguardo sui capelli incrostati di salino, sulla bocca da cui esplodeva con forza la voce del popolo, stanco di una guerra che nulla avrebbe portato se non distruzione e dolore.
Hellas reclinò il capo all’indietro e languide le parole di Apollo le scivolarono sulle pelle, si sciolsero nel petto e si mescolarono al sangue, in un turbinio di immagini fumose che dalla mente le arrivarono alla lingua, sentenza esatta di un destino ineluttabile.
-La notte che inghiotte la luna sarà la tua disfatta- esalò, roca, ebbra dei dardi del Dio conficcati nel cuore, incatenando lo sguardo dell’uomo al proprio;  poi si voltò verso il figlio, fissandolo con tale intensità da costringere Atene a trattenere il fiato -E la polis piangerà doppie lacrime, infrante tra onde insanguinate ed evaporate tra rocce bollenti-

 

 

 

 

 

-Che cosa intendeva la Madre
con tali parole di disgrazia?-
-Non lo so
, Nicia. Non lo so davvero-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note Storiche:

L’ambientazione è quella della Guerra Archidamica  (431 a.C. – 421 a.C.), prima fase della Guerra del Peloponneso che vedeva contrapposte Sparta e Atene.

-“Colui che Scruta i Cieli”, Coelispex, epiteto di Apollo come Divinità Oracolare.

-“Generati da Deucalione e da Pirra”, mito greco del Diluvio: l’umanità sarebbe stata di nuovo generata grazie a Deucalione e Pirra che avrebbero gettato delle pietre (le ossa della Madre) dietro di sé. Da ognuna di essere sarebbe nato un uomo/ una donna.

-“Figlio del Laurion” Il Laurion era l’unica vena d’argento della Grecia, su cui la famiglia di Nicia aveva diritti di sfruttamento.

-“ E’ solo stupito dalla tua reazione: non si aspettava parole tanto, lui che è voce del demos che vuole finalmente la pace”, la Pace di Nicia (421 a.C.) che mise fine alla Guerra Archidamica, venne siglata grazie all’intervento di Nicia stesso, portavoce di quella parte di Ateniesi che voleva la fine del conflitto.

-“Gli occhi venati d’argento”, vedi Laurion.

-“Lo sguardo liquido di mare”, a prefigurare la successiva spedizione in Sicilia.

-“Le labbra dalla piega sofferente, il corpo inclinato a mitigare un dolore perpetuo”, Nicia pareva soffrisse di calcolosi renale.

-“-La notte che inghiotte la luna sarà la tua disfatta-“, “E la polis piangerà doppie lacrime, infrante tra onde ruggenti ed evaporate tra rocce bollenti”
“[Demostene] cercò di dare l’assalto alla città [Siracusa], ma fallì nel suo intento. Ormai non restava altro che reimbarcare le truppe ateniesi. Fu allora che Nicia rifiutò di seguire il parere di Demostene, ritardando la partenza col pretesto di un eclissi di luna, considerata di cattivo auspicio. I Siracusani attaccarono allora la flotta ateniese, distruggendo una parte delle navi e tagliando agli Ateniesi ogni via di fuga attraverso il mare. Questi ultimi furono costretti a ripiegare verso la parte meridionale dell’isola, in una ritirata conclusasi disastrosamente sul fiume Assinaro, dove la maggior parte dei 40000 Ateniesi e dei loro alleati vennero massacrati, mentre i superstiti furono venduto come schiavi o rinchiusi nelle Latomie, dove morirono di sete. Quando ai due strateghi [Nicia e Demostene], vennero giustiziati.” (Storia dei Greci, Mossé)

 

Note che non interessano a nessuno.

Avevo cinque minti liberi dallo studio.
…Sto decisamente studiando troppo.

 

 

   
 
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