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Autore: Bale    02/02/2012    0 recensioni
Soltanto nel sogni possiamo essere liberi.
Quando sogniamo siamo tutti uguali
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I sogni sono importanti.
Non tradiscono, non deludono, non invecchiano.
Soltanto nei sogni possiamo essere ciò che desideriamo realmente.
Soltanto nel sogni possiamo essere liberi.
Quando sogniamo siamo tutti uguali


 





Penelope Garcia dormiva beata nel suo sconfinato letto matrimoniale.
Il copriletto patchwork la avvolgeva nel suo calore variopinto, coprendola solo fino alla vita.
La sua espressione era rilassata e serena.
Sembrava piacerle ciò che quella notte aveva riservato per lei.


Davis Rossi russava pesantemente.
Era voltato su un fianco, con i pugni stretti sotto il cuscino.
Il pantalone del pigiama di flanella beige era sollevato fino alle ginocchia, la coperta era arrotolata sul fondo del letto.
Sembrava irrequieto.
Non trovava pace, continuava a rigirarsi facendo cigolare le molle del materasso.
Qualcosa lo disturbava, il suo sogno ricorrente era andato a fargli visita anche quella notte.


Jennifer Jereau si era addormentata in camera di Henry, sulla poltrona ai piedi della culla.
Will la osservava con dolcezza appoggiato allo stipite della porta.
I suoi due angeli dormivano beatamente e lui non riusciva a staccare gli occhi da loro.
Alla fine sospirò e andò verso la culla. Lasciò sulla fronte di suo figlio un bacio tenero e delicato, poi prese tra le braccia JJ e se la portò via, in camera da letto.


Emily, invece, era ancora sveglia.
Stava scendendo le scale a piedi nudi.
Una camomilla era ciò che ci voleva.
Non dormiva da giorni, ma non era ancora riuscita a capire cosa fosse a tenerla sveglia.
Hotch le aveva detto che non era per niente bizzarro non riuscire a dormire dopo tutto quello che vedevano e affrontavano tutti i giorni, ma Emily sapeva che c’era sotto qualcosa di più complicato.
Il problema era capire cosa.


Le braccia di Derek Morgan cingevano la vita di una giovane ragazza di colore stesa accanto a lui.
Erano nudi, felici.
Avevano fatto l’amore, erano stati bene.
Si erano addormentati sorridendo, ma i sogni di Morgan non erano affatto tranquilli.
Sapeva che quella felicità poteva essere soltanto temporanea, perché l’indomani ci sarebbe stato un altro orrore da affrontare, un’altra paura da superare, un altro caso che gli avrebbe tolto il sonno.
Rivide vecchie scene del crimine, vecchi orrori.
Sapeva che non avrebbe mai smesso di trasalire nel sonno.


Aaron Hotchner era seduto alla sua scrivania, il capo chino sulle braccia conserte, assopito in una realtà soltanto sua.
La sua mente viaggiava via lontana, nel tepore dei sogni, nella pace dei sensi.
Suo figlio dormiva nella stanza accanto, compresso nel suo pigiama azzurro, avvolto nel suo piumone, in viaggio verso un mondo innocente, incontaminato dalla cattiveria delle persone, accompagnato dal suo fedele orsetto di nome Tom.
Sognavano entrambi un mondo nuovo, anzi un mondo vecchio, già vissuto.
Nei loro sogni Haley era ancora lì con loro.


Spencer Reid si era addormentato da poco, ma i sogni lo avevano già rapito.
Assopito in quella strana posizione, viaggiava verso mondi inesplorati, mondi nuovi.
Sognava una lunga strada, un viale costeggiato dai lampioni, una via senza fine, senza orizzonte.
Eppure sapeva che alla fine di quella strada avrebbe trovato la persona che desiderava più di ogni altra, avrebbe raggiunto il paradiso.
   
 
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