Oh, Sweet Insanity
{Of course you're all crazy.
Everyone believes.
I watched the blood spill overseas,
I could give, I could give a shit if you're scared.
Correva.
Forse da ore.
Forse non sarebbe mai riuscito a seminarlo, quella villa sembrava così piccola ora. Quando l'aveva comprata, decidendo di dividerla con l'uomo dalla quale, ora, stava scappando gli sembrava così grande, così spaziosa, forse anche troppo per loro due. Ma ora, con il cuore che gli batteva forte e l'adrenalina che gli scorreva imperterrita nelle vene, sembrava così dannatamente piccola, tanto da fargli prendere un attacco di claustrofobia.
Si era già immaginato il sangue che scorreva copioso dal suo corpo, inzaccherando il prezioso parquet che tanto avevano voluto. Si era immaginato lo scempio fatto al suo corpo, quel corpo che tanto amava...
Aveva trattenuto il respiro, sentendo i passi del ragazzo avvicinarsi alla porta dietro la quale era nascosto. Aveva stretto saldamente la maniglia, certo era decisamente meno forte dell'altro, ma poteva guadagnare dieci o quindici minuti in più di vita...
Si era fatto il segno della croce, pregando quel Dio che aveva ignorato per tutto quel tempo. Aveva teso le orecchie, trattenendo il respiro ancora un po, se avesse respirato - anche impercettibilmente- quel rumore avrebbe coperto i passi del ragazzo sul corridoio, non poteva permettersi errori, non quando in gioco c'era la vita.
Aveva stretto ancora di più la maniglia tra le sue mani, contando mentalmente i passi dell'altro. Sembrava essersi allontanato quel tanto che bastava per uscire, raccogliere l'arma e puntargliela contro. Ma no, non era un piano fattibile, una sola spallata e sarebbe caduto a terra, una sola spinta e lui gli avrebbe consegnato tra le mani ciò che di più prezioso aveva...
Brian aveva capito che era arrivato il suo momento, era davvero arrivato.
Brian aveva chiuso gli occhi.
Brian aveva sentito il primo colpo.
Il suo cuore aveva perso qualche battito.
Brian aveva sentito le lacrime percorrergli il volto, non per il dolore, ma per altro. Pensava a tutto quel tempo che aveva passato con lui, a tutte le avventure , al dolore e alla gioia che avevano condiviso nell'arco di quei cinque anni.
Brian aveva smesso di respirare, ma le lacrime gli rigavano ancora il volto, il corpo continuava ad essere scosso da dei sussulti e le sue mani continuavano a tremare.
Il ragazzo, ancora a cavalcioni sul corpo tremante, aveva scosso la testa osservando l'opera che aveva appena creato. Provava un insano piacere osservando Brian, osservando quello che gli aveva fatto... lo eccitava ancora di più di quanto non accadeva prima.
« Anche tu sei ridicolo, Sanders! Sei vecchio per pompare così tanto quei muscoli... » aveva bofonchiato cercando di liberarsi dalla stretta del ragazzo, doveva dare una degna sepoltura al suo ciuffo.
« Ma se questi muscoli ti eccitano! Non sputare sul piatto dal quale mangi, Haner... » aveva commentato ironico Matt, prima di buttare a terra i capelli del ragazzo.
Brian aveva urlato qualcosa come " I miei bambini", aveva nuovamente cercato di alzarsi per raccoglierli dal terreno, ma Matt non mollava la presa. Lo aveva rigirato con poca grazia, abbassandosi quel tanto che bastava per far toccare i loro ventri. L'aveva baciato prima di spogliarlo e di "abusare" del suo corpo.
C'era voluto così poco per tagliarseli , ma ce n'era voluto ancora meno per dimenticarseli sul pavimento, mandando alla malora l'idea di seppellirli.
Forse da ore.
Forse non sarebbe mai riuscito a seminarlo, quella villa sembrava così piccola ora. Quando l'aveva comprata, decidendo di dividerla con l'uomo dalla quale, ora, stava scappando gli sembrava così grande, così spaziosa, forse anche troppo per loro due. Ma ora, con il cuore che gli batteva forte e l'adrenalina che gli scorreva imperterrita nelle vene, sembrava così dannatamente piccola, tanto da fargli prendere un attacco di claustrofobia.
«
Non puoi nasconderti per sempre. » la sua voce rauca e la sua
risata squillante avevano riecheggiato per i corridoi, provocandogli un
brivido gelido lungo la schiena. Aveva ragione. Prima o poi sarebbe
dovuto uscire allo scoperto, a meno che qualcuno non si sarebbe
insospettito per la sua prolungata assenza, ma se fosse stato troppo
tardi?
«
Prenderò ciò che hai di più
prezioso... »
Un'altra
risata squillante, un altro brivido. Sembrava non preoccuparsi del
fatto che aveva paura, sembrava che non gli importasse del terrore che
gli scuoteva il corpo, così tanto da non permettergli di
fare un altro passo. Sentiva il tintinnare di quell'oggetto acuminato,
sentiva i passi pesanti dell'altro e soprattutto la sua risata
malefica. Se l'avesse saputo prima, se avesse conosciuto anche quel suo
lato al "limite" dello psicotico non si sarebbe mai cacciato in quella
situazione, non avrebbe mai accettato la proposta di vivere con lui nel
bel mezzo del nulla, sperso nella campagna senza neanche un fottuto
telefono, non avrebbe mai lasciato tra le sue mani l'unico paio di
chiavi disponibili. Se ne sarebbe rimasto nel suo bell'appartamento nel
cuore della città, contornato da vicini pronti a chiamare la
Polizia al minimo urlo.«
Ma io non voglio farti del male, Brian.
Esci dal tuo nascondiglio. »
Quella
voce, quel tono gli ricordavano dannatamente Jack Nicholson in Shining,
solo che l'oggetto che teneva saldamente fra le mani callose era molto
più piccolo ed acuminato
di quello di Jack. Si era già immaginato il sangue che scorreva copioso dal suo corpo, inzaccherando il prezioso parquet che tanto avevano voluto. Si era immaginato lo scempio fatto al suo corpo, quel corpo che tanto amava...
Aveva trattenuto il respiro, sentendo i passi del ragazzo avvicinarsi alla porta dietro la quale era nascosto. Aveva stretto saldamente la maniglia, certo era decisamente meno forte dell'altro, ma poteva guadagnare dieci o quindici minuti in più di vita...
Si era fatto il segno della croce, pregando quel Dio che aveva ignorato per tutto quel tempo. Aveva teso le orecchie, trattenendo il respiro ancora un po, se avesse respirato - anche impercettibilmente- quel rumore avrebbe coperto i passi del ragazzo sul corridoio, non poteva permettersi errori, non quando in gioco c'era la vita.
«
Brian... esci!
» aveva tuonato «
Ho posato l'arma, senti? L'ho messa sul pavimento. »
L'altro
aveva lasciato cadere l'arma a terra, quell'arma che aveva rimbalzato
sul parquet del corridoio provocando un rumore sordo. Non ci avrebbe
messo molto a raccoglierla da terra non appena lui sarebbe uscito dal
suo nascondiglio, non era poi così fesso da cadere in una
trappola simile!Aveva stretto ancora di più la maniglia tra le sue mani, contando mentalmente i passi dell'altro. Sembrava essersi allontanato quel tanto che bastava per uscire, raccogliere l'arma e puntargliela contro. Ma no, non era un piano fattibile, una sola spallata e sarebbe caduto a terra, una sola spinta e lui gli avrebbe consegnato tra le mani ciò che di più prezioso aveva...
«
Tanto lo so che sei lì... » aveva "cinguettato",
aprendo la camera affianco a quella dove si trovava realmente.
Non
appena aveva sentito la serratura dell'altra camera scattare, si era
fiondato fuori dal suo nascondiglio, afferrando l'arma che giaceva a
pochi centimetri dalla porta. Per poi avvicinarsi, cautamente, alla
stanza dove quello era entrato. Aveva afferrato la maniglia
per chiuderla e lasciarlo lì dentro fino a quando
non si fosse calmato, ma l'altro gli aveva afferrato il braccio,
trascinandolo nella stanza e gettandolo sul letto a pancia in sotto. Si
era messo a cavalcioni sulla sua schiena.«
Osserva bene l'oggetto che hai tra le mani, Brian. Non noti qualcosa di
strano in lui? » gli aveva chiesto con voce suadente a pochi
centimetri dal suo orecchio.
Brian
l'aveva guardato con attenzione, era diverso da quello che aveva usato
per rincorrerlo e per minacciarlo.«
Sei proprio un ingenuo, Haner. Te lo meriti. »
Una mano
gli percorreva la schiena superiore, forse per decidere in quale punto
colpire. Brian aveva chiuso gli occhi, aspettandosi di sentire da un
momento all'altro quel rumore fastidioso
nelle orecchie, sapeva che sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe
sentito prima... beh, prima di dirgli addio.«
Avevi detto
che mi amavi. » aveva sussurrato, un ultimo tentativo di
farla franca, un'ultima chance di sopravvivere.
« Ma io ti amo... » aveva sussurrato dolcemente « Ed è per questo che lo faccio, Brì. Perché ti amo. »
« Hai uno strano modo di dimostrarmelo. »
L'altro
aveva riso, nuovamente. « Ma io ti amo... » aveva sussurrato dolcemente « Ed è per questo che lo faccio, Brì. Perché ti amo. »
« Hai uno strano modo di dimostrarmelo. »
Brian aveva capito che era arrivato il suo momento, era davvero arrivato.
«
Allora baciami. »
Matt
aveva schioccato le labbra, prima di rantolare un "no".Brian aveva chiuso gli occhi.
Brian aveva sentito il primo colpo.
Il suo cuore aveva perso qualche battito.
Brian aveva sentito le lacrime percorrergli il volto, non per il dolore, ma per altro. Pensava a tutto quel tempo che aveva passato con lui, a tutte le avventure , al dolore e alla gioia che avevano condiviso nell'arco di quei cinque anni.
Brian aveva smesso di respirare, ma le lacrime gli rigavano ancora il volto, il corpo continuava ad essere scosso da dei sussulti e le sue mani continuavano a tremare.
Il ragazzo, ancora a cavalcioni sul corpo tremante, aveva scosso la testa osservando l'opera che aveva appena creato. Provava un insano piacere osservando Brian, osservando quello che gli aveva fatto... lo eccitava ancora di più di quanto non accadeva prima.
«
C'è voluto tanto? » aveva chiesto voltando la
testa del ragazzo «
Certo che era da tanto che non te li tagliavi, eh? ».
Sventolava
l'ammasso di capelli, ancora chiusi in una coda di cavallo, di fronte
al volto paonazzo di Brian. Non appena aveva visto le lacrime
scendergli copiose su quello stesso volto, si era messo a ridere di
gusto.«
Vaffanculo Matt! »
aveva tuonato il ragazzo sotto di lui, strappandogli le forbici dalle
mani « Queste
le chiudo in un cassetto tu non
dovrai mai più usarle, per nessun motivo! Ci tenevo ai miei
capelli, cazzo! »
Matt gli
aveva accarezzato le guance bagnate con dolcezza, lasciandogli un
tenero bacio sulle labbra.«
Dovevi dirgli addio, Haner. Stavi cominciando ad essere ridicolo con
quei capelli lunghi! »
Brian
aveva messo il broncio, osservando nostalgico i suoi capelli. Ci
sarebbero voluti anni per tornare alla sua cara e vecchia lunghezza.« Anche tu sei ridicolo, Sanders! Sei vecchio per pompare così tanto quei muscoli... » aveva bofonchiato cercando di liberarsi dalla stretta del ragazzo, doveva dare una degna sepoltura al suo ciuffo.
« Ma se questi muscoli ti eccitano! Non sputare sul piatto dal quale mangi, Haner... » aveva commentato ironico Matt, prima di buttare a terra i capelli del ragazzo.
Brian aveva urlato qualcosa come " I miei bambini", aveva nuovamente cercato di alzarsi per raccoglierli dal terreno, ma Matt non mollava la presa. Lo aveva rigirato con poca grazia, abbassandosi quel tanto che bastava per far toccare i loro ventri. L'aveva baciato prima di spogliarlo e di "abusare" del suo corpo.
C'era voluto così poco per tagliarseli , ma ce n'era voluto ancora meno per dimenticarseli sul pavimento, mandando alla malora l'idea di seppellirli.