The second serenade
Touching Hands
*Io non definirei la mia vita ‘speciale’ o
‘unica’. Non direi mai: ‘Tu non hai
vissuto quello che ho vissuto io’ o... ‘Non puoi
capire quello che ho passato io’. No, non farei niente di
tutto ciò… Direi solamente che la mia vita non
è semplice; la mia vita non è tutta rose e fiori,
come del resto non lo è per tutte le altre persone esistenti
sull’intero globo; direi che la mia vita è molto
movimentata.*
Mi svegliai come sempre alle 7 del mattino e come
sempre rimasi quei 5 minuti nel letto prima di alzarmi per cercare di
svegliarmi del tutto.
In quei 5 minuti pensai a tutto quello che avrei dovuto fare quel
giorno: Spagnolo col prof.Schue, Matematica, Letteratura, Ed. Fisica,
Glee Club...
In mezz'ora mi alzai dal letto e mi preparai, dopodiché mi
sedetti a tavola per fare colazione.
Fu una delle colazioni più veloci fatte
in tutta la mia vita. I miei dovevano partire per New York per andare a
fare visita mio fratello. Ormai erano più di 6 mesi che non
lo vedevano.
Come un lampo mia madre mi raccomando di fare attenzione, non fare
festini e non tornare tardi a casa la sera, cose che sicuramente non
avrei fatto anche senza raccomandazioni; io sono un tipo scuola e casa,
dedito allo studio... Sì, come no!
Mi aggiustai il blazer giallo che indossavo, mi
attorciai una sciarpa al volo attorno al collo e scappai verso scuola.
Era una mattinata calda quella, e chissà per qualche strano
motivo mi sentivo strano.
Arrivai a scuola in 10 minuti suppergiù. Lì mi
aspettava Kurt con uno dei suoi soliti sorrisi strappa-allegria,sempre
felice lui!
-Ciao amore!- baciai Kurt sulle labbra e guardai l'orario sul suo orologio da taschino.
Cazzo
è tardi! pensai, così ribaciai Kurt
e scappai dileguandomi tra la folla mentre suonava la campanella.
Mi sentivo un pò in colpa per aver lasciato Kurt davanti il
suo armadietto a bocca aperta, ma uno: non ero in vena e due: stavo
facendo tardi alla lezione di spagnolo.
In ogni caso arrivai in ritardo nell'aula di spagnolo e dovetti
ascoltare la solita ramanzina che il professore Schuester faceva a chi
ritardava di qualche secondo.
L'unico posto libero era quello vicino a Quinn, mi sedetti
lì e le accennai un sorriso come saluto.
Schuester incominciò a spiegare il verbo essere e avere in
spagnolo, cose che avevo già fatto alla Dalton,
così decisi di disegnare su un blocknotes che avevo buttato
nella borsa quella mattina.
Era come se fossi entrato in trance, ero così concentrato
nel disegnare che l'ora passò in un lampo e la classe si
svuotò in men che non si dica.
Rimanemmo seduti solo io e Quinn; io che disegnavo e Quinn che mi
osservava incuriosita.
-Bel disegno Usignolo!-
Alle parole di Quinn mi girai e con tono da rimbambito esclamai:
-Cosa?
Non avevo collegato l'affermazioni ai miei disegni, dopo 5 secondi
capii e risposi con ironia
-Ah... I disegni... Si, bellissimi!
-Dico seriamente Blaine, sei molto bravo a disegnare!
Lei sorrise e io le sorrisi.
-Troppo gentile... Hmmm oddio! Devo scappare ho matematica adesso!
Scusami, baci
Le mandai un bacio al volo e mi ritrovai di nuovo a correre per i
corridoi in cerca dell'aula di Matematica.
Quell'ora fu un'altra ora all'insegna del disegno. Non disegnavo da
secoli. E anche l'ora di matematica era volata via.
Quella mattinata fu inutile, non feci che disegnare anche durante
letteratura ed Ed. Fisica!
Finalmente pausa pranzo; stavo morendo di fame e
per l'ennesima volta corsi per i corridoi e arrivai in un nanosecondo
nella mensa...
Lì mi aspettavano tutti i ragazzi del Glee come ogni giorni
nel nostro tavolo.
Feci la fila con il vassoio in mano e poi mi diressi verso il tavolo:
quel giorno era pasta col pomodoro e polpette nel sugo, un classico.
Stranamente anche a pranzo mi sedetti vicino Quinn, non mi era mai
capitato di vederla così tanto tempo in una sola giornata,
solitamente noi non ci diamo a parlare, non ci vediamo mai.
-Strano... Sederci vicini due volte nello stesso giorno. Sai se
c'è qualche strano allineamento della Terra?- mi disse Quinn
ridendo.
-Beh, si... La Terra oggi si allinea con Venere... Ne ho sentito
parlare al telegiornale
-Davvero?
-No, stavo scherzando
Scoppiammo a ridere.
Mi girai attorno e non vidi Kurt allora mi voltai verso Rachel che come
sempre si sbaciucchiava con Finn.
-Rachel... Kurt? Che fine ha fatto?
Rachel mentre si stava ancora baciando con Finn mi rispose
-Stava provando in auditorium una nuova canzone per le Regionali
-Ah... Capisco! grazie
Le sorrisi e incominciai a mangiare.
In 5 minuti divorai tutto, avevo troppa fame.
Tutti ridevano e scherzavano, io mi sentivo troppo foreveralone in quel
momento. Che giornata strana quella!
Dopo pranzato tutti noi ci dirigemmo in teatro per provare le canzoni
che avremmo portato alle regionali. Vidi Kurt sul palco e mi avvicinai
a lui.
-Tesoro!...
Lo abbracciai
-..Oggi non ci siamo proprio visti, eh?'-dissi sorridendo
-Ho notato.- rispose Kurt con tono freddo e distaccato.
-Amore, ti ho fatto qualcosa?
-Niente... Nie-
Prima che Kurt finì di parlare arrivò Schuester e
ci sedemmo tutti sulle poltrone.
-Allora ragazzi, manca qualche settimana alle regionali e noi dobbiamo
prepararci bene se vogliamo vincere, Usignoli e Vocal Adrenaline come
ben sapete sono i nostri acerrimi rivali e quest'anno
èl'anno decisivo per batelri entrambi in una sola volta...
Schuester si dilungò per altri quindici
minuti sul parlare di quanto dobbiamo impegnarci per vincere, ma io ero
troppo impegnato a pensare su cosa avesse Kurt quel giorno.
Lo fissavo e lui imperterrito con la faccia diretta verso il professore
mi ignorava; salirono sul palco Finn, Quinn, Mercedes e Kurt.
Erano loro i prescelti al momento per la prima canzone da portare alle
regionali: ''Remember'' di Demi Lovato era la canzone prescelta, anche
se io ero contrario alla scelta, avrei preferito che portassero o
''Peacock'' di Katy Perry o ''This is war'' dei 30 Seconds to Mars! In
ogni caso cominciarono a cantare e Quinn mi fissava! Ero leggermente
imbarazzato e cercavo di non ricambiare il suo sguardo incuriosito.
Passati i 3 minuti della canzone mi arrivò una chiamata da
mia madre e uscii dal teatro per rispondere. Era appena arrivata a New
York e tutti mi salutavano.
Dopo mezz'ora di telefonata ritornai in teatro e vidi solo Quinn stesa
sul palco in silenzio.
Mi avvicinai e la fissai. Lei aprì gli occhi e si
spaventò. -
Diosantissimo, Blaine! Mi hai spaventata
Io risi
-Scusami, non era mia intenzione-.
Rimanemmo in silenzio.
Quinn si alzo e da seduta si avvicinò a me. Il mio cuore
batteva a mille, ero molto imbarazzato.
Lei mi toccò la mano e mi sorrise... Non sapevo cosa fare e
ritrassi la mano.
-Scuasami, non volevo- mi disse abbassando lo sguardo,
dopodiché si alzo e scappò dietro le quinte.
Io rimasi al centro del palco, da solo con i miei pensieri!
Perchè lo ha
fatto? Cosa sta succedendo oggi?
Mi alzai di botto e corsi verso il mio armadietto.
Quella giornata finì lì, in quell'istante, in
quel luogo!
Era come se non ci fosse stato più altro, di interessante.