Fratelli…

-Prendetelo!-

Urlo una guardia in mezzo alla folla del mercato, la gente iniziò a urlare è a scappare alla rinfusa, le guardie si guardavano intorno atterrando chiunque si metteva nel loro campo visivo.

-Trovatelo, trovate quel bastardo di un assassino!-

Urlò il capo delle guardie accanto ad un cadavere con la gola recisa da parte a parte.

Correva tra la folla con agilità impressionante, evitando la gente che presa dallo spavento cercava di lasciare la piazza del mercato il più velocemente possibile, imboccò una via, senti alle sue spalle i passi pesanti, resi metallici dalle armature, delle guardie, corse più velocemente possibile, finché non intravide una panchina, con uno scatto vi si sedette, abbassando lo sguardo.

La lama celata ancora estratta che grondava di sangue

“Perché continuare?”

Si chiese il giovane continuando a guardare le gocce purpure che scivolavano dall’argentea lama cadendo sulla polverosa terra

-Ciao!-

Fece una voce al suo fianco riportandolo alla realtà, con la coda dell’occhi l’assassino, vide che vicino a lui si era seduto un bambino, il piccolo indossava una casacca verde e al collo una sciarpa dello stesso colore, in mano teneva un cavalluccio di legno

-Come ti chiami?-

Chiese l’assassino

-Hashim signore-

Rispose il piccolo con voce allegra

-“Distruttore del male”-

-Sì-

Rispose il piccolo sorridendo

-Un giorno, quando sarò grande, sarò come il mio papà-

-E comè il tuo papà?-

-Il mio papà è un uomo generoso e combatte contro le guardie per salvare la gente-

Rispose il piccolo con orgoglio

-E tu come ti chiami?-

Chiese con innocenza

-Se te lo dico dovrai promettermi di non rivelare a nessuno di avermi conosciuto, va bene?-

-Sì-

L’assassino porse la mano al bambino

-Stringendo la mia mano e conoscendo il mio nome diventerai un mio fratello è un giorno combatterai il male proprio come il tuo papà-

Disse l’assassino, il bambino s’illuminò in volto

-Davvero diventerò tuo fratello?-

-Sì, però sappi che sarà una grande responsabilità-

Hashim assunse un’aria pensierosa, poi strinse la mano dell’assassino sorridendo

-Io non ho paura-

L’uomo sorrise

-Io sono Altair Ibn-La’Ahad “L’aquila” e da oggi sono un tuo fratello-

Il piccolo sorrise

-Hashim è ora di tornare a casa-

Lo chiamo una donna dall’altra parte della strada

-La mamma mi vuole-

Si alzo, dando le spalle ad Altair, per andare in contro la propria madre

-Ci rivedremo fratello-

Lo saluto lui, ma quando il bambino si voltò Altair era sparito, Hashim si guardò in torno, poi notò sulla panchina una piuma d’aquila, il piccolo la prese e sorrise, poi corse il contro la madre e insieme a lei s’incamminò verso casa, ignaro che su un tetto una figura vegliava su di lui

-Ecco perché devo continuare, per i bambini perché sono il futuro di questo popolo, se Hashim continuerà a credere nel suo ideale, un giorno sarà un nostro fratello e insieme porteremo in credo in tutto il mondo-

Guardò Hashim che sorrideva alla madre

-Chi era quell’uomo seduto vicino a te?-

Chiese la donna al figlio, lui sorrise

-Non lo so-

Rispose prima di iniziare a correre, avrebbe mantenuto quella promessa e un giorno avrebbe rincontrato il suo fratello Altair, alzò lo sguardo vedendo un aquila volare in cerchio sopra di lui

-Salute e pace Hashim-

-Salute e pace Altair-

Due saluti di due fratelli portati via dal vento…