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Autore: ShadowMoonLady    06/02/2012    7 recensioni
Se il generale quella notte non avesse dormito male, se Falck non si fosse messa a pensare, arrivando in ritardo, se quel sayan non l’avesse guardata con insistenza, scambiandola per una prostituta del luogo, se l’aliena avesse già utilizzato una volta il teletrasporto, se al guardiano non fosse caduta la pistola, se i due innamorati fossero andati a destra, trovando la strada sbarrata, se avessero detto a re Cold più tardi dell’accaduto, se non si fosse arrabbiato, se Loveno non fosse stato il custode dell’uovo, spingendolo per voglia di vivere a quell’atto pazzo. Se li avessero presi, se in quel preciso istante non fosse nato quel bambino, sarebbe nato Freezer, che in soli tre anni avrebbe distrutto Vegeta sei. Ma non andò così, per questa volta. E per altri vent'anni il pianeta era salvo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Freezer, Goku, Nuovo personaggio, Re Vegeta, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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DESTINY
 



PROLOGO              
 
 
Quella era una giornata come le altre. Un’altra giornata a conquistare mondi e a uccidere innocenti. Quindi un’altra giornata che per il generale alieno Grinder sarebbe stata meravigliosa. Quella notte non aveva dormito molto bene, si era rigirato tutta la notte nel letto, per via di fastidiosissimi rumori. Se avesse almeno saputo da dove provenivano, avrebbe ucciso a sangue freddo i diretti interessati. Ma, purtroppo per lui, e fortunatamente per loro, sembravano invisibili. Odiava il pianeta Vegeta sei. Non vedeva l’ora di prendere le informazioni per re Cold e andare via il più in fretta possibile. Era già un miracolo non essere stati scoperti da quel pazzo di re Vegeta. Sbuffando, scese dalla sua branda e chiamò il servo, che prontamente gli portò la tuta. Era parecchio nervoso, aveva voglia di fare del male. Si preparò e andò nella sala centrale, dove lo attendevano i suoi combattenti nonché il suo bersaglio preferito. “Salute signore” lo salutarono inginocchiandosi. Adorava il suo lavoro. Il potere era qualcosa di meraviglioso. Stava per cominciare a parlare, quando dei passi affrettati lo interruppero.
 
Quella stessa mattina, Falck si era svegliata molto bene. Si era preparata ed era pronta per andare nella sala centrale dove l’attendeva il generale. Non l’era mai piaciuto quell’uomo. Ma che poteva farci? Si chiese. Lei era solo un Falciano, uno dei pochi rimasti, perlopiù femmina. Pensò alla sua terra, e al suo caro Loveno. Non sarebbero mai potuti stare insieme. La tristezza l’assalì, e per dei lunghi momenti rimase immobile, a pensare. Poi un suono la riscosse. Era in terribile ritardo! Molto probabilmente le sarebbe costata la vita.
 
Il generale diresse lo sguardo verso la fonte della sua interruzione. Un sottoposto. In ritardo. Fece un sorriso gelido. “In ginocchio” disse. L’altra non replicò e ubbidì subito. Cosa farle? Pensava ghignando. Torturarla fino allo spasimo? Ucciderla velocemente senza sporcarsi i guanti? Oppure… ma certo. Il ghigno si allargo sul volto dell’uomo. L’avrebbe mandata in ricognizione. Da sola. E sarebbe stata uccisa da quei terribili sayan. “Preparati. Vai in ricognizione. Ora” così dicendo le diede un calcio in faccia, spedendola all’uscita. Lei non si lamentò, si rialzò e andò via. Le era andata bene, tutto sommato
 
In quello stesso momento, un paio di galassie distanti, Loveno girava in tondo nella stanza dell’uovo, dentro al palazzo di re Cold. Quello era il suo ultimo giorno. Faceva da guardia all’uovo della regina, che maturava ogni venti careni (NdA vent'anni), segnando la sua fine. Sarebbe morto, a nessuno importava più di lui. Appena il re avesse avuto il suo erede, che usciva dal bozzo completamente formato e adulto dopo appena un giorno, si sarebbe sbarazzato di lui. Ne era consapevole. Ma non gli importava. Senza la sua Falck, cosa importava vivere?
 
Sul piante Vegeta sei, Falck camminava con circospezione. Aveva messo una tuta mimetizzante, e pregava che nessuno capisse che non era una sayan come appariva. Si guardava in torno, con la paura negli occhi. Quei sayan erano davvero enormi! Pensava con sbigottimento. Si nascosa in un vicolo, quando uno di essi la guardò troppo intensamente. Cosa voleva? L’aveva forse riconosciuta per aliena?. Stava per ricominciare la sua ricognizione, appurato che non ci fosse nessun pericolo, quando sentì un grido. Oh no, l’avevano scoperta! Credeva con orrore. Stava per tirare fuori l’arma, quando si rese conto che veniva dalla casa a cui era appoggiata. Curiosa, si affacciò alla finestrella. Dentro c’erano una donna distesa, forse la fonte del grido, un uomo e un’altra donna. L’uomo era appoggiato in un angolo, sembrava indifferente ma lo sguardo tradiva tensione. La donna distesa pareva in preda a dolori insopportabili, mentre l’altra era tranquilla e le teneva la mano, parlando concitata. Dopo un po’, Falck vide qualcosa che non dimenticò più. Dalla donna, uscì un altro essere vivente. Un altro sayan, con radi capelli neri e una lunga coda. L’aliena rimase a bocca aperta. L’esserino si mise a urlare, e la donna lo attacco a una membrana che sporgeva. L’uomo si era avvicinato e guardava con commozione il bambino, tenendo dolcemente la mano alla donna, dicendo qualcosa. Falck si allontanò. Perché distruggere un popolo, se non era cattivo? Se esisteva l’amore, dopotutto? Si ricordò del suo di amore e prese una scelta. Azionò il teletrasporto, che potevano usare una sola volta e andò nel palazzo di re Cold.
 
Loveno stava ancora camminando su e giù per la sala, quando si trovò davanti l’oggetto dei suoi pensieri. Falck era lì, per lui, per davvero. “Falck? Ma cosa…” chiese, confuso. Lei lo prese per il braccio. “Non c’è tempo. Scappiamo insieme. Voglio passare la mia vita con te. Non m’importa di dove. C’è una navicella fuori” lui la guardò un attimo, e poi la seguì, sorridendo “Andiamo via”.
 
Re Cold si vestì con tutta calma quel giorno. Mise la sua tonaca migliore e con lentezza scese fino alla sala dell’uovo. Finalmente avrebbe avuto un erede da plasmare a suo piacimento. Arrivato nella sala, non si curò che non c’era nessuno. Iniziò a rilasciare energia, per fecondare l’uovo, ordinando al sottoposto di chiudere tutte le porte e di andarsene. Dopo un paio di minuti, si sentì chiamare. “Mio signore…” disse un alieno. “Cosa vuoi?? Spero che sia importante!” disse stizzito. Cosa c’era di più importante del suo erede? “Si signore. Hanno rubato la sua navicella regale, due suoi sottoposti” ribatté  l’altro. Re Cold si girò infuriato “Cosa? Andiamo” e uscirono dalla sala.
 
Poco prima Loveno e Falck si stavano dirigendo verso la zona delle navicelle. Si fermarono davanti a un bivio. A destra o a sinistra? Quale navicella?. Poi sentirono un grido proveniente dalla loro destra: il custode, che per caso si era sporto per prendere la pistola che gli era caduta, li aveva visti. Corsero verso sinistra e presero la navicella, scappando velocissimi, giusto in tempo per sfuggire da re Cold, appena entrato in sala che li vedeva decollare, inorridito.
 
Con rabbia crescente si ridiresse nella sala dell’uovo, e ricominciò a rilasciare energia. La rabbia però era troppa e non riuscì a rilasciare la giusta energia, così l’uovo si afflosciò. Doveva aspettare altri venti careni.
 
Se il generale quella notte non avesse dormito male, se Falck non si fosse messa a pensare, arrivando in ritardo, se quel sayan non l’avesse guardata con insistenza, scambiandola per una prostituta del luogo, se l’aliena avesse già utilizzato una volta il teletrasporto, se al guardiano non fosse caduta la pistola, se i due innamorati fossero andati a destra, trovando la strada sbarrata, se avessero detto a re Cold più tardi dell’accaduto, se non si fosse arrabbiato, se Loveno non fosse stato il custode dell’uovo, spingendolo per voglia di vivere a quell’atto pazzo. Se li avessero presi, se in quel preciso istante non fosse nato quel bambino, sarebbe nato Freezer, che in soli tre anni avrebbe distrutto Vegeta sei. Ma non andò così, per questa volta. E per altri vent'anni il pianeta era salvo.
 
“è un maschio Bardack” disse l’ostetrica quella mattina. Il padre guardò la moglie e poi il figlio, commosso. Non l’avrebbe mai ammesso, però. Prese la mano stanca della compagna. “Come lo vuoi chiamare?” chiese. Lei ci pensò un attimo. Guardò il bambino, che succhiava con forza il latte. Si mise a ridere. “Kakaroth, il forte”
 
 


















IL MIO ANGOLINO
Ok, salve a tutti. Siate clementi, è la mia prima storia che parla di Dragon Ball. Saranno i deliri della febbre, ma mi è venuta in mente questa long, che parla di Goku e Vegeta, se non fosse esploso il pianeta. Poi naturalmente succederà qualcosa che gli farà diventare amici e qualcosa di più… Va bene, ciancio alle bande. Ditemi cosa ne pensate. Questo è solo un minuscolo insignificante inizio. Bacioniiiiii

  
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