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Autore: Fiby_Elle    06/02/2012    10 recensioni
Emma cercò a tentoni il suo flacone di pillole nel cassetto, prima di esprimersi e mettere fine a quel principio di rissa.
“Ma… se tu sei sicuro di essere gay… e tu sei sicura di essere lesbica… si può sapere quale è il vostro problema?”
I due studenti si girarono verso la psicologa, guardandola entrambi in un misto di confusione e imbarazzo.
(...)
“Il problema è che ogni volta che io e il figlio illegittimo di Timon, del duo Timon e Pumbha, ci incontriamo succedono due cose…”
“…”
“O ci scanniamo…”
E Sebastian spostò il colletto mostrando un graffio profondo che partiva dalla clavicola e finiva poco vicino al mento.
Santana si soffiò fiera le unghie lunghe come gli artigli di una iena.
“Oppure?” farfugliò la signorina Pillsbury, non proprio sicura di volerlo sapere davvero.
L’ispanica e l’Usignolo si lanciarono un’occhiata d’imbarazzo ed intesa.
“O finiamo a letto, a scopare come due puttane…”
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Emma Pillsbury, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Santana/Sebastian
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di Warblers, Ispanici e cerbiatti spauriti…
 

Sebastian Smythe e Santana Lopez rimasero ad osservare la signorina Pillsbury e le sue turbe mentali con un’espressione a dir poco perplessa, che comprendeva, oltre al ritmico e incredulo sbattere delle loro palpebre, perfino uno scettico, altero sopracciglio all’insù.

La povera malcapitata psicologa era infatti ritornata nel suo ufficio dopo un lungo quarto d’ora –lasso di tempo entro al quale Sebastian aveva cercato di staccare un’extension a Santana e quella gli aveva quasi ficcato una biro nella mano- con una tazza fumante di camomilla e
una pezzolina bagnata che si era poi adagiata sulla fronte non appena si era riseduta.

Dai suoi grandi occhi sbarrati e il labbro tremulo, i due ragazzi capirono che la donna doveva aver fatto uno sforzo enorme a decidere di ritornare nella camera, senza neanche un rastrello o una mazza da baseball per difendersi dalla loro furia.

“Io lo avevo detto di andare dal consulente della Dalton…” proruppe d’un tratto Sebastian, sprezzante.

Santana non si degnò neanche di guardarlo quando minacciosamente rispose: “Alla prossima parola che dici, Smythe, giuro che prendo questa lampada e te la infilo nel culo…”

Emma spostò il suppellettile verso di sé, visibilmente terrorizzata.

Era proprio il caso di riprendere in mano la situazione.

“Ok… va bene… calma, sangue freddo e ricominciamo da dove eravamo rimasti… dove eramo rimasti?”

“Al fatto che io e la sorella volgare di Snooki, direttamente dal Jersey Show, quando ci vediamo finiamo sempre per insultarci, scopare… o entrambe le cose contemporaneamente!”

La signorina Pillsbury quasi soffocò con la sua camomilla alle parole del Warbler.

La imbarazzava sempre da morire parlare di “sesso”, non c’era niente da fare!

“Il che è un problema visto che alla checca qui presente dovrebbe piacere il caz…”

“Ok! Ok! Ora basta!”

Sebastian e Santana rimasero impietriti, le bocche che disegnavano delle “o” perfette, davanti alla… collera? Dio, non riuscivano neanche ad associarla quella parola ad Emma Pillsbury, la consulente-barra-cerbiatto spaurito del Mc Kingley!

Eppure la poveretta era proprio lì, in piedi, dall’altro capo della scrivania, con un dito puntato e due occhi iniettati di sangue.

Inconsapevolmente entrambi pensarono a qualche battuta sull’esaurimento nervoso, ma dalla piccola vena pulsante che faceva capolino
tra i capelli rossi della donna, capirono che forse non era il caso.

Si sedettero invece in maniera più composta sulle sedie e si ripromisero di limitare il sarcasmo almeno per il prossimo quarto d’ora.

“Allora…” ricominciò la psicologa, risedendosi compiaciuta per il silenzio eroicamente conquistato – tendenzialmente quella poteva essere considerata una vittoria da Guinness, visti i soggetti contro la quale era stata conquistata.

“Tu sei lesbica e tu sei gay, questo ormai lo abbiamo assodato! Quindi… perché non partiamo dall’inizio, vi va?

Il Warbler e l’Ispanica si lanciarono un’occhiata incerta.

“Lei che intende per inizio, scusi?” chiese per primo il ragazzo, dubbioso.

“Intendo semplicemente come è cominciato tutto questo… la vostra storia insieme, insomma…”

Sebastian e Santana si guardarono nuovamente, stavolta disgustati.

“Ehi! Ehi! Freni la fantasia, sorella di Bambi, non c’è nessuna… storia… bleah! Vomito soltanto a dirlo! Tra me e l’assistente di Satana!”

“Ma voi mi avete appena detto…”

“Abbiamo parlato di sesso, non d’idillio amoroso!” si intromise la Cheerios.

“Perché insomma, ammettiamolo, sarebbe impossibile qualsiasi altro tipo di rapporto con una così!”

“Ripeti un po’ uccellino!”

“Sei acida come uno yogurt scaduto, Lopez, convivere con te per più di quarantotto ora porterebbe chiunque ad accarezzare il suicidio!”

“Oh! Quindi due giorni con me e ti levi di torno da solo… che hai da fare nel weekend, Seby?”

“Ma voi due riuscite a dire una parola che non sia un insulto implicito rivolto all’altro?”

I due ragazzi si acquietarono, ma le reciproche espressioni arcigne fecero capire ad Emma che entrambi rimanevano sul piede di guerra.

Guardò l’orologio a pendolo sulla parete, erano già le tre del pomeriggio, ma le probabilità che il colloquio si risolvesse in maniera rapida, erano praticamente inesistenti.

A quell’ora se ne sarebbe volentieri stata a guardare qualche telenovela strappalacrime sul divano di casa, piuttosto che in compagnia di quei due criminali sociopatici, tuttavia era il suo lavoro mettere ordine nel caso, aveva voluto la bicicletta e adesso era costretta a pedalare.

Sospirò sconfortata, prima di riprendere il filo del discorso.

“Comunque sia… ci sarà stata una scintilla! Qualcosa che avrà portato alla vostra… interazione! No?”

Né Sebastian né Santana trovarono il coraggio di rispondere.

Era più che evidente la loro antipatia reciproca, entrambi avrebbero messo la mano sul fuoco riguardo al proprio orientamento sessuale, eppure era innegabile che qualcosa dentro di loro dovesse succedere per portarli a rotolarsi tra le lenzuola o a divorarsi con la bocca su una qualsiasi superficie solida!

Già, ma cosa?

Non poteva essere solo un fatto fisico, di bellezza in generale: Sebastian trovava più attraente il culo di Blaine tanto quanto Santana la pelle nivea di Brittany, perciò…

No, era più qualcosa che scattava, una specie di limite oltre al quale i due giovani si annullavano, si perdevano e per non sgretolarsi, si aggrappavano l’uno alla’altra.

Il problema era capire perché tutto ciò succedeva… e soprattutto perché succedeva a loro!

“Suvvia, ragazzi! Quando è stata la prima volta che vi siete sentiti vicini, che vi si è acceso qualcosa, dentro, come… un fuoco!”

Sebastian e Santana si osservarono imbarazzati, facendosi sempre più piccoli nelle rispettive sedie.

Se lo ricordavano perfettamente il giorno in cui tutto era iniziato, il perché o la cosa che li aveva spinti fino a quel punto poteva anche essere ignota, ma il dove, il come e il quando no, quelli erano impressi nelle reciproche menti.

Adesso che potevano farci caso con calma, che potevano ripercorrere gli eventi con oggettività e liberi dalla rabbia o dalla passione, la prima cosa che saltava fuori  dall’intera vicenda, non era tanto la sua assurdità, quanto più l’incontrollabile e spaventosa casualità degli eventi che l’avevano resa possibile.

Perché cosa, se non il gioco del caso, aveva spinto Santana, la sera delle Regionali, nel corridoio deserto del Mc Kingley?

O aveva fatto sì, che tra tutti, tra tanti, ella s’imbattesse, guarda un po’, proprio nel giovane Smythe?

Sì, in effetti era partito tutto da lì, dall’aula canto, dalla reciproca sorpresa d’incontrarsi e da quel pericoloso, irriverente sguardo di sfida.

Emma fu costretta ad una stridula risata isterica per stemperare la tensione.

“Allora… chi vuole cominciare?”
 
Dei dell’Olimpo!
Ma quanti siete a seguire questa storia?!
Sono felicissima! *___*
Nel prossimo capitolo il primo “avvicinamento” dei nostri protagonisti.
Bye bye <3



 
   
 
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