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Autore: mey chan    06/02/2012    4 recensioni
- “Com’è?” chiede, portando due dita a ripulirgli delicatamente l’angolo della bocca.
“Schifosamente dolce.” Risponde, guardando con sufficienza il gesto di cortesia che Naruto gli ha offerto, pulendo la sua pelle bianca dalle briciole.
- Ridacchia sulla stoffa della maglia dell’altro, davanti alla porta della stanza dell’ultimo degli Uchiha.
“Che stai pensando?”
“Beh, che siamo proprio una coppia…”
Sasuke, come da copione, assottiglia gli occhi e trattiene ogni sorta di fastidioso imbarazzo.
“Non essere ridi-”
“… di squilibrati.” Conclude, soddisfatto.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Piccole precisazioni: Sasuke è a Konoha, vivo e in condizioni piuttosto buone diciamo. Lui e Naruto hanno una sorta di, uhm, relazione più o meno, e nessuno lo sa. Sono passati diversi mesi dal suo ritorno al villaggio e altrettanti dall’inizio della “storia” in questione con Naruto, quindi il signorino Uchiha non sarà affatto così malvagio.















Naruto ama il ramen.
Quella pietanza così unica, inestimabile e portatrice di sani valori. Ama assaporarla con gusto e bramosia e, soprattutto, ama un pizzico di più la porzione che lo attenderà dopo la prima. Chi ha mai detto però che sia l’unico cibo per cui impazzisce?
Adesso il ninja più imprevedibile di Konoha scruta con aria più che assorta una ricetta donatagli da Shizune. Scoprire per caso che la donna vanta una certa maestria in cucina, non può che aver giovato a Naruto e al suo stomaco che, accidenti, quando brontola è davvero fastidioso.
Assorto più che mai a preparare quella, uhm…

“Torta al cioccolato” legge in cima al foglietto, soddisfatto nell’averne appreso il nome.

… il ragazzo ha tutta l’intenzione di passare l’intero pomeriggio a casa, non degnando gli abitanti del villaggio della sua allegra presenza.







Non troppo distante, in un’altra casa, occupato a trattare con tutt’altro che uova e zucchero, Uchiha Sasuke osserva il cielo privo di nuvole. Braccia incrociate, gamba sinistra piegata e aria quasi assorta.
Non può uscire dalla villa. Opera di Tsunade, Kakashi e naturalmente di Naruto, che si è sforzato in tutti i modi possibili per permettere al consiglio di riunirsi a data stabilita, prendendo un po’ di tempo per valutare la condanna a morte che il Raikage gli aveva praticamente urlato a due palmi dal volto circa due minuti dopo la fine della guerra. Può giurare di sentirlo ancora quell’odore di sangue sporco che gli otturava i sensi e la mente. Non solo. Le urla di Sakura gli riempiono le orecchie e gli occhi azzurri di Naruto, pieni d’angoscia, sono dentro di lui e con lui ancora oggi.

“Ehilà, Sasuke.”

Gira lentamente lo sguardo, notando il suo vecchio maestro sul vialetto di casa.

Potrai ricevere visite ma non dovrai assolutamente uscire oltre il cancello.

Kakashi andava qualche volta a trovarlo. Forse voleva rimediare ai suoi errori, dimostrare di essere ancora un sensei in gamba o un uomo dal cuore gentile. L’aveva comunque già provato durante la sua difesa e dunque potrebbe anche risparmiarsi le sue gite a villa Uchiha.

“Kakashi.” Dice piano, facendo un cenno con la testa, come a invitarlo ad avvicinarsi.

Sì, perché Uchiha è ancora freddo e scontroso, ma non può dimenticarsi delle parole di Kakashi al Raikage e di quando le sue mani provarono a ucciderlo.

“Si sta bene qui. Che cosa stai facendo?”

Si è seduto accanto al moro, rivolgendogli uno sguardo sereno.

Alza inconsciamente lo sguardo al cielo e l’altro capisce, annuendo.

C’è silenzio per un po’, nessun “grazie per essere passato” – “posso offrirti qualcosa?” che lo spezza, ma sta bene così a tutti e due. Kakashi non è andato dal suo pur sempre allievo per ricevere una tazza di tè e Sasuke non rappresenta certo il classico proprietario ospitale.

“Naruto?” domanda improvvisamente il più grande, guardandolo un poco.

Uchiha, a malincuore, si acciglia.

“Missione.” Risponde sbrigativo, distendendo quella gamba che adesso stava decisamente meglio accanto all’altra.

“Con quale team?”

Il moro piega lentamente il capo, squadrando Kakashi.

“Il suo.” Dice, e l’altro può quasi azzardarsi ad affermare di aver notato una lieve nota amara.

“Con Yamato?” domanda ancora, un poco pensieroso.

“Già.”

“Capisco.”

Passa qualche secondo, quando Sasuke pare illuminarsi riguardo qualcosa, ed è in quel momento che osserva il sensei.

“Non lo sapevi?” chiede, circospetto.

Kakashi inconsciamente ridacchia.

“Ma certo che lo sapevo. Ne ho parlato con Yamato, nulla di pericoloso.”

Nel dirlo non si morde la lingua per miracolo, ma la sua paura non si affievolisce.

Il team 7 non ha missioni oggi. Yamato è spaparanzato sicuramente sul divano, lo conosce lui. Sai sarà a dipingere, Sakura a giro e Naruto…

Naruto evidentemente gli ha raccontato una balla.

Per poco non si tradiva e spera ardentemente che Sasuke non abbia colto la sua esitazione.

“Kakashi. Quell’idiota è davvero in missione?”

L’ha colta eccome.

“Ovvio. Perché me lo chiedi?”

Non sa il motivo della bugia di Naruto ma sa più che bene quanto il ragazzo abbia dato per Sasuke in quegli anni.

Avranno litigato e non vorrà vederlo, semplicemente-

“Kakashi-sensei!”

La voce di Sakura fa quasi sobbalzare entrambi. Alzano lo sguardo e la vedono vicino al cancello.

Sasuke le rivolge un’occhiata un poco stupita e lei s’impone di trattenersi dall’arrossire. La gola pare bruciarle e gli occhi inumidirsi, ma è con coraggio che si è offerta di presentarsi ai due.

“Sakura.” Dice Kakashi, una nota di timore nella voce.

“Tsunade-sama la vuole nel suo ufficio. Sono venuta a cercarla a casa e siccome non c’era, beh, ho pensato che probabilmente poteva trovarsi qui.” Afferma, seria.

“Sakura.” Stavolta è la voce di Sasuke a pronunciare il suo nome e, Dio, la ragazza si sente cogliere da troppe emozioni in una volta.

L’ha quasi perso, ci è andata così vicina.

“S-Sì?”

“Non dovevi essere in missione?”

La kunoichi sbatte un poco le palpebre.

“No, oggi abbiamo un giorno libero. Perché?”

Il moro non le risponde. Rivolge un’occhiataccia a Kakashi che pensa seriamente di mettersi un’altra maschera per coprire l’imbarazzo.

“Dov’è?” sibila.

“Sasuke, ragiona, magari era arrabbiato con te e-”

“Non abbiamo litigato. Non più della norma. Dov’è?”

“Io…” il sensei sospira, mesto “non lo so. Sakura?”

La ragazza sobbalza lievemente, ignara dell’ultimo scambio di battute tra i due.

“Mi dica.”

“Sai dove possa essere Naruto?”

In un attimo gli occhi verdi s’induriscono e un pugno è agitato nell’aria.

“Quel baka! Aveva promesso di presentarsi ieri da Tsunade-sama e invece non si è fatto vivo! Sarà sicuramente a casa a spaparanzarsi adesso, in giro non l’ho visto!”

Kakashi annuisce, voltandosi un poco verso Sasuke. Ha gli occhi socchiusi e l’aria si è fatta pesante.

“Grazie Sakura. Andiamo subito, è meglio.” si alza a fatica, avvicinandosi a Sasuke e poggiando una mano sulla sua spalla.

“Non tormentarti troppo. Sono sicuro che entro fine giornata verrà.”

Non aspetta una risposta e si allontana fugace, raggiungendo l’allieva.

“Sasuke-kun, io… ciao. Passerò a trovarti. Ovviamente se vuoi.”

Il moro annuisce un poco, guardandoli insieme. Sente un po’ di nostalgia piombargli addosso.

I due si allontanano, lasciando lui e la villa.

Un sospiro strozzato gli esce dalla gola, finalmente libero.

Non avevano litigato, anzi, erano riusciti a non picchiarsi per tre ore di fila il giorno prima, lanciandosi comunque vari insulti. Lui sapeva dove si trovava Naruto invece che alla riunione…

Dunque, perché?

Getta lo sguardo al cancello.


“…Sono sicuro che entro la fine della giornata verrà.”










Passano i minuti e con loro il sole pomeridiano, quando Naruto è a fine preparazione della famosa torta.

“Manca poco…”

Osserva il forno con aspettativa, carico di determinazione.

Ha sbagliato più volte, rovesciato l’impasto, rotto male le uova ma poco importava.

Alla fine ce l’ha fatta. Ancora una volta.

Ridacchia, gettando uno sguardo alla finestra.

Buio.

“Sono in tempo per andare dal teme a cenare. Ovviamente porterò il dolce!”

Dice, annuendo fiero.

Ed ecco che un piccolo suono fa da eco alla sua testardaggine, annunciando l’ultimazione del dolce.

Quasi saltella, mentre le sue mani, coperte da un paio di presine con disegnato sopra un ranocchio, vanno a estrarre la torta.

È, accipicchia, decente. Quasi bella.

L’odore è buono e, pensa, speriamo che non sia troppo dolce. Manco lui sa come si sia dato da fare a cercare una ricetta non stucchevole da far assaggiare a Sasuke. Poi è arrivata Shizune e una torta al cioccolato amaro, e Naruto si è sentito in paradiso.

Ripone con cura la meravigliosa opera in una scatola apposita, di quelle grandi. Sì, perché il dolce è per sei persone. Va benissimo così, potranno mangiarla anche nei giorni seguenti.

Già preparato per uscire, con tuta e scarpe, quasi si dimentica di sfilarsi le presine che è già alla porta con la scatola in mano, saltellando contento.

Avrebbe fatto una sorpresa al teme che, oh, credeva fosse in missione con il team.

Esce in fretta, rischiando d’inciampare e cappottarsi insieme al dolce, ma, ovviamente, si riprende e comincia a correre per le vie di Konoha. La scatola stretta al petto.







“Sasuke!”

Un urlo fin troppo assordante e conosciuto interrompe i grattacapi del suddetto Sasuke che, digiuno, sta ora seduto al tavolo della cucina.

Naruto è rumoroso, entra senza chiedere permesso e sembra una furia vestita di arancione quando gli arriva davanti.

“Teme! Tu rispondere mai, eh. Guarda un po’ cosa ti ho portato.”

Uchiha si acciglia. Ha il naso arricciato e una smorfia fa capolino sulle labbra fini.

“Com’è andata la missione?” chiede a bruciapelo.

Ed è lì che Uzumaki trattiene la sua allegria, gelando sul posto.

Sasuke non gli chiede mai niente delle missioni. Al limite lo scruta per assicurarsi che non sia ferito, che stupido com’è sarebbe capace di andarlo a trovare dopo giorni di separazione anche con ferite piuttosto serie.

Questo può volere dire solo una cosa.

“Tu… chi te l’ha detto?” soffia, preoccupato.

“Sono passati Kakashi e Sakura.”

“Ah. Beh, uhm, posso spiegarti.”

“Risparmiatelo.”

“Ma io-”

“Naruto,” e si alza, aggiustandosi il collo della maglia nera “non sei obbligato a venire qua tutti i santi giorni. Speravo che oggi mi avresti fatto respirare almeno un po’, quindi perché non te ne torni a casa?”

“No!” gesticola e scuote la scatola, senza pensare più al suo prezioso contenuto.

“Come al solito vai troppo di fretta con le tue conclusioni! Ascoltami almeno! È vero, ti ho mentito, oggi non c’era nessuna missione! L’ho fatto perché dovevo restare a casa tutto il giorno a impegnarmi per fare questa! Guarda!”

Senza preavviso butta la scatola sul tavolo, aprendola febbricitante.

Il moro lo osserva, in un mix di curiosità e diffidenza. Sgrana un poco gli occhi.

“Una…”

“Torta! Al cioccolato! Tranquillo, è amaro! Pochissimo zucchero!”

Il povero dolce è scrutato come un nemico da due occhi neri e accusatori.

“Sei rimasto a casa tutto il giorno per fare questa cosa qui?”

“Sì, esattamente questa cosa qui! Hai cenato? Sennò sbrighiamoci, che ho fame, e poi mangiamo la torta alla fine!”

“Io non l’assaggio.”

“Eh?”

“Non la voglio. Sono sopravvissuto alla guerra mica per niente.”

“Sa-su-ke!” bercia, infiammandosi.

“Portala via. È anche bruciata.”

“Cosa?” sussurra, inorridito. “Dove?”

Uchiha lo squadra, pensieroso. Possibile fosse davvero preoccupato di averla lasciata troppo a cuocere?

“Accidenti. Eppure ci ero stato attento. Ma dov’è che è bruciata che non lo vedo?”

Non è vero. L’ha detto per dargli noia.

“Mi sono sbagliato. È talmente scura che pare bruciata, dobe. Sicuro di non avere sbagliato qualcosa?”

“Assolutamente!” lo sfida con gli occhi, ridendo.

“Mmh. Mangiatela allora.”

“Eh no. Insieme. Almeno una fettina. L’ho fatta per te.”

Sul serio? Osserva Naruto. È felice e ha occhi solo per lui. Se lo merita?

“Dai, ho messo poco zucchero e il cioccolato è amaro, so che non ti piacciono i sapori troppo marcati.”

Uchiha non risponde. Si volta però e va verso un cassetto e prende un coltello che lancia al compagno stile shuriken. Poi si siede, in attesa.

Naruto sorride.







“Cavolo, è buonissima!” il ninja sputacchia giusto un poco nel dirlo.

Sasuke, che è diventato più buono, gli lancia un tovagliolo in pieno volto.

“Pulisciti.”

Gli arriva una linguaccia e poi l’ordine è eseguito alla perfezione.

“Perché non la assaggi anche tu adesso?”

“No.”

“Bene, te la taglio io.”

Fa scorrere il coltello fino a immaginare un pezzo abbastanza nutriente e taglia.

“Vai,” dice, prendendolo e porgendolo all’altro “tieni.”

Sasuke è riluttante. Sta immobile per diversi secondi e poi, sospirando, prende con garbo la fetta di torta, annusandola un poco.

Ha due occhi azzurri davanti che lo guardano, adoranti, e non sa come cavarsi d’impiccio stavolta.

Porta dunque la bocca a dare un morso alla torta, masticando piano.

Accidenti.

“Allora? Com’è?”

Non se lo immaginava di certo. Cioè, vero che Naruto ingerisce di tutto, ma se non l’ha sputata allora almeno mangiabile doveva essere.

“Teme?”

È buona.

Continua quasi in trance a mangiarla ed è con rammarico che si accorge di non averne più nella mano.

Naruto nel frattempo lo guarda, stupito e appagato.

Sorride un poco nel notare la stizza del compagno una volta appresa la triste notizia del doverne tagliare un altro pezzo per averne ancora.

Nota delle briciole sulla bocca del moro e con naturalezza si sporge dalla sedia, fino ad arrivargli davanti con il viso.

“Com’è?” chiede, portando due dita a ripulirgli delicatamente l’angolo della bocca.

“Schifosamente dolce.” Risponde, guardando con sufficienza il gesto di cortesia che Naruto gli ha offerto, pulendo la sua pelle bianca dalle briciole.

“Sono felice che ti sia piaciuta. Puoi tenerla.”

“La lasci qui?”

“Sì. Proverò altre ricette!”

Sasuke annuisce, portando lo sguardo alla torta.

“Nel piccolo buco in cui vivi dev’essere stato difficile non fare danni durante la preparazione.”

Si aspetta un “teme!” sputato in faccia, invece lo attende una risposta sincera.

“Beh, si fa quel che si può. Ci abito da sempre lì, ‘tebayo.”

Uchiha si morde il labbro di sfuggita. Può forse cogliere il momento.

“Uhm. Se avessi più spazio comunque.”

“Eh, fosse facile. Non tutti hanno la fortuna di avere una villa come casa!”

Sasuke storce il naso, piegando in contemporanea la testa a sinistra.

“Potrei non essere il solo.”

“Mmh?” mugugna, grattandosi una guancia.

“Quando vieni la mattina sei irritante. E il pomeriggio è uguale. Per non parlare della sera.”

“Ah. Beh, se vuoi potrei non-”

“Il tavolo da cucina è sicuramente più grande del tuo. Faresti bene le torte qui.” Lo dice con ovvietà, senza comunque guardarlo in faccia.

Naruto strabuzza gli occhi, e la bocca si apre, carica di sorpresa.

“Tu… vuoi, vuoi che io…”

“Non ci vuole una laurea dobe, quindi sbrigati a rispond-”

E risponde Naruto. Ha un modo tutto suo nel farlo e gli si butta addosso, manco lo si è visto alzare quasi, e Sasuke per poco non va indietro con la sedia.

“Razza di cretino.”

“Bastardo.”

Gli si preme addosso il biondo, lo stringe e ride, felice.

“Comunque è un sì.” Precisa.

“L’avevo capito, usuratonkachi.”

“E allora perché non mi dai nemmeno un bacio?”

“Levati.”

E dov’è il problema?

Si alza, trascinando con sé il compagno, afferrandolo per le mani.

Una poi si posa dietro la schiena, sfiorandogliela piano.

Si sporge verso di lui, lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia liscia. Ed ora gli lecca la mandibola, mordicchiandogli un attimo la pelle fresca.

Sasuke lo lascia fare, all’apparenza per nulla turbato, quasi se lo aspettasse.

Ha voglia anche lui, costata Naruto. Altrimenti si sarebbe già trovato un teme irritato e un pugno a due centimetri dal naso.

“Sasuke,” Soffia nel suo orecchio “grazie.”

L’altro grugnisce, afferrandogli il mento con stizza.

Si guardano adesso, persi in pensieri comuni.

Non ringraziarmi. Io non l’ho mai fatto.

Non ti ho riportato indietro per ottenere un tuo ringraziamento. Lo sai, Sasuke.

Naruto fa ancora una volta la prima mossa, prendendo per dispetto l’altra mano del moro, leccandone l’indice e il medio. Li infila poi in bocca, guardandolo dritto negli occhi scuri.
La presa sul suo mento si affievolisce e gli occhi di Sasuke assumono una sfumatura docile.

“Fanculo.” Sibila proprio lui, poco prima che il biondo lasci le sue dita, lucide di saliva.

“Non funziona.” Dice, esibendosi in un sorrisetto malizioso.

“Vediamo adesso cos’è che funziona.” Con uno strattone, Naruto si ritrova il freddo muro alle spalle e il corpo di Sasuke premuto sul suo.

“Sei un idiota.” Annuncia Uchiha, proprio prima di portare le labbra sul suo collo, lasciando leccate lente insieme a baci appena schioccati.

“E tu un bastardo.” Finisce, volendo l’ultima parola che gli viene stranamente lasciata senza proteste.

E poi è solo un vedere a chi riesce a strappare prima un gemito all’altro o ad affondare la mano oltre i pantaloni.

Sono l’uno nelle mani dell’altro e non c’è cosa più appagante e bella al momento.

“Tiramisù.” Dice inaspettatamente Naruto, colto da un’illuminazione.

Sasuke, che al momento si sta aprendo una strada su per i fianchi dell’altro, si ferma, in silenzio.

Naruto batte la mano sul suo braccio, annuendo.

“Dicono sia facile, no? Il caffè poi ti piace.”

“Ripetilo. Ripeti il nome.”

Naruto lo scruta, un po’ preoccupato. Forse non avrebbe dovuto in quel momento, beh…

“Tiramisù.”

Di scatto si sente sollevare come un sacco di patate e caricare su una spalla.

Teme! Ma cos-Dai, che scemo!” dice, scalciando piano.

“Parla per te Naruto. Ti prendo solo alla lettera.”

Naruto ride, spensierato.

E mentre Sasuke lo trascina su per le scale, può solo pensare che tiene da matti a quel maledetto bastardo. Gli posa di sfuggita un bacio sulla nuca, sentendolo rilassare la presa.

Ci sono voluti mesi e mesi per arrivare a quella situazione di stallo con lui. Non più precari equilibri ma una sorta di relazione di coppia.

Dio, loro due una coppia?

Ridacchia sulla stoffa della maglia dell’altro, davanti alla porta della stanza dell’ultimo degli Uchiha.

“Che stai pensando?”

“Beh, che siamo proprio una coppia…”

Sasuke, come da copione, assottiglia gli occhi e trattiene ogni sorta di fastidioso imbarazzo.

“Non essere ridi-”

“… di squilibrati.” Conclude, soddisfatto.

Il moro manca poco che sbuffa, preso in contropiede.

“Parla per te.” Afferma poi con una certa sicurezza invidiabile.

“Certo teme, certo.”

Sasuke lascia cadere il discorso e poi rafforza la presa, decretando sia ora di finirla davvero con le chiacchere.

Naruto lo capisce, lasciando al silenzio via libera.

Sul letto che sembra aspettarli sanno già che si consumerà qualcosa di forte, bramato e gentile. Naturale, come quegli sguardi che hanno imparato a riconoscere come loro e basta.

Lascia che accada.

Pensa Naruto, mentre porta le dita a sfiorare il petto dell’altro, fino alla clavicola.

Ancora.

Dicono gli occhi di Sasuke a lui, lui solo.

Il resto verrà da sé.

















Finita **
Oh, è una soddisfazione per me scrivere qualcosa di abbastanza lungo.
La pubblico oggi perché è un giorno a cui tengo molto e ho anche rispettato questa promessa che più o meno è nata così:
“Sasuke deve prendere in braccio Naruto. Non importa se dopo lo scaraventa giù dal balcone, ma deve prenderlo in braccio. Se lo merita quel biondo casinista, eh! E pure io che li seguo da una vita!” “Ma-” “E non m’importa se dici che Sasuke non lo farebbe mai!” “Ma-” “Tu devi scriverlo e fare in modo di farglielo fare! Ho voglia di fluff! Di fluff marcato però, eh!” “Ma-” “Che poi, sono sicura che se tieni conto che è un po’ che stanno insieme è più fattibile! Scusa, volevi dire qualcosa?” “…” “…?” “Che ne dici delle torte al cioccolato?”
Grazie per la lettura :-*

  
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