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Autore: IsaidAlessia    07/02/2012    1 recensioni
Un piccolo paese di montagna fa da sfondo ad un evento a dir poco miracoloso. Una signora ritrova la felicità con l'aiuto del suo custode. Amicizia e affetti ritrovati sono i sentimenti protagonisti delle vicende di Delia e Calielo.
Genere: Mistero, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scatola bianca

 

Appollaiata su uno sperone di roccia nel cuore dell'Umbria, la cittadina di Narni predomina sul paesaggio sottostante. È conosciuta da tutti come una città tranquilla e ricca di storia. Fu proprio tra i caratteristici vicoli di questo paese che, all'inizio di una primavera di qualche anno fa si intrecciarono le vite molto diverse dell'anziana signora Delia e di Calielo. Erano gli ultimi giorni di marzo, come ogni mattina la signora Delia si era già svegliata ancor prima che sorgesse il sole. Lei era dell'idea che valesse la pena catturare ogni momento della giornata perché, nel tempo aveva capito che la vita era breve e in vista dei suoi ottantatré anni iniziò a chiedersi quanti Natali le restavano. Nonostante la sua grande curiosità e voglia di vivere Delia era sola. Passava la maggior parte del tempo a guardare fuori dalla finestra e a spolverare la mensola con le foto del suo unico figlio Giovanni. Lui, come la madre, era curioso perciò anni or sono era partito per girare il mondo, dimenticandosi di avere ancora una madre. Anche quella mattina Delia, alle otto precise si era vestita di tutto punto e armatasi di un panno e del detersivo iniziò a lucidare meticolosamente le foto di Giovanni. Fu interrotta quando la sua teiera iniziò a fischiare, con un tazza di tè fumante in mano si sporse a guardare dalla finestra del suo salotto come d'abitudine. Da un paio di settimane nella casa di fronte alla sua si era trasferito un signore poco più giovane di lei. Aveva cercato di scoprire quanto più possibile sul suo conto ma di lui sapeva soltanto il nome: Calielo. Ogni mattina Calielo, verso le nove, usciva di casa a piedi con una scatola bianca grande quanto un contenitore di scarpe e rientrava nel tardo pomeriggio a mani vuote. Che ci fosse il sole o la pioggia lui non rinunciava mai ad uscire di casa. Delia, sola com'era, impiegava le sue giornate a fantasticare sulla vita di Calielo e ad immaginare cosa facesse quando usciva e sopratutto il contenuto della misteriosa scatola bianca. Lei aveva immaginato più volte le cose più improbabili sul quel contenitore e il sul suo proprietario; infondo lei cosa sapeva di lui? Un pomeriggio le capitò di osservare il suo nuovo vicino intento ad attraversare la strada. Aveva dei folti capelli bianchi, occhi azzurri, indossava dei vestiti chiari e la sua giacca era quella di tutti i giorni. Ovviamente aveva sotto braccio la sua scatola bianca. Calielo attraversò la strada e sparì dalla vista di Delia che era ancora in piedi dietro alla finestra. La vecchia signora continuò a pensare a lui per tutto il pomeriggio. Calielo era decisamente un nome poco comune, era la prima volta che lo sentiva, aveva un che di siciliano o almeno così le diceva l'intuito. I suoi tratti però, non sembravano quelli di un uomo del sud. Lui non era solito fermarsi a parlare con le persone per strada, era un tipo che preferiva restare sulle sue. Ma il pensiero più insistente era sul contenuto della scatola, doveva esserci qualcosa di molto prezioso dato che non se ne separava mai. Chissà quante scatole di quel tipo aveva in casa sua dato che, ogni giorno, quando rincasava senza di essa la mattina seguente usciva di nuovo con il contenitore tra le mani. Delia iniziò a fantasticare e ad ipotizzare le cose più impensabili sulla vita di Calielo. Un giorno decise di mettere fine a tutti i suoi dubbi: la mattina seguente avrebbe seguito Calielo per scoprire di più di lui ma sopratutto il contenuto della scatola bianca. All'albeggiare Delia era già sveglia e mentre faceva colazione teneva d'occhio il vialetto di Calielo benchè fossero solo le sette e mezzo. Quella sarebbe stata la prima volta che usciva dopo due mesi e in più stava indagando su qualcuno, il che la rendeva molto su di giri.

  • Mi sento più giovane di trent'anni – disse dando vita ai suoi pensieri. Aprì il grande armadio di quercia di camera sua e scelse un vestito giallo canarino per l'occasione. Sembrava agghindata come se fosse una domenica di festa. Tra i preparativi vari si erano fatte ormai le nove meno un quarto e per non rischiare che il suo ben studiato piano fallisse Delia si infilò il golfino, indossò accuratamente il suo basco chiaro e agguantò il bastone da passeggio. Arrivata davanti al portone si sentì un po' affaticata per via delle tre rampe di scale ma i suoi pensieri furono interrotti quando stranamente vide Calielo uscire dal vialetto alla guida di una vecchia cinquecento bianca. Da quando aveva una macchina? Pensò infastidita Delia. Ma lei non era un tipo che si lasciava abbattere. Con foga agitò il bastone da passeggio per farsi notare e Calielo gentilmente accostò l'auto al marciapiede.

    - Buongiorno, sa avrei bisogno di un passaggio in farmacia signor Calielo – improvvisò astutamente Delia.

    - Non c'è problema – rispose lui sorridendo appena. Delia aprì lo sportello della macchina e Calielo subito spostò accuratamente la scatola bianca sul sedile posteriore. Una volta in macchina ci misero pochi minuti ad arrivare in farmacia ma Delia dovette inventarsi qualcosa per poter finalmente guardare dentro la scatola.

    - Uh, che dolore, mi è appena venuto un terribile crampo all'anca. Credo proprio di essere bloccata. Mi farebbe un piacere se lei potesse andare al posto mio a comprarmi le medicine, ora le do i soldi. - Calielo accettò, spense il motore della macchina ed entrò in farmacia per comprare le medicine. Delia lo seguì con lo sguardo attraverso la vetrina e quando fu sicura che lui le dava le spalle, si slacciò la cintura e si accinse a guardare nella scatola. Non la aprì subito, la agitò un poco per capire che cosa potesse contenere ma non appena sollevò di pochi millimetri il coperchio vide Calielo uscire dalla farmacia con il sacchetto delle medicine. Per non rischiare di essere scoperta fu costretta a rimettere la scatola al suo posto. Calielo si rimise al posto di guida e passò le medicine a Delia e scusandosi disse - Adesso la accompagno a casa. Purtroppo oggi ho molto da fare. - Ma Delia, che era terribilmente stizzita per non essere riuscita a guardare nella scatola bianca, assottigliò lo sguardo e dimenticandosi del suo presunto crampo scese dall'auto e borbottò – Ce la faccio benissimo da sola, arrivederci. - lasciando Calielo a dir poco spiazzato. Le giornate che vennero dopo quello strano incontro furono normali e senza particolari avvenimenti, almeno per Calielo, perché mentre lui usciva tutte le mattine con la scatola bianca e tornava alla sera a mani vuote, Delia passava interi pomeriggi ad immaginare cosa stesse facendo il suo misterioso vicino. Un pomeriggio la vecchia signora era comodamente seduta sulla sua sedia a dondolo e stava leggendo un libro quando qualcuno bussò alla sua porta. Delia rimase immobile per qualche secondo dato che fu presa seriamente alla sprovvista, ma poi per paura che quel qualcuno se ne andasse si alzò ed andò ad aprire. Se prima era sorpresa quando si accorse che era Calielo alla porta ci mancò poco che non spalancasse la bocca, ma si ricompose in fretta e fece accomodare Calielo in cucina. - Come mai è venuto a farmi visita? - chiese Delia cercando di iniziare una conversazione.

    - Ho immaginato che le avrebbe fatto piacere.- fu la placida risposta di Calielo.

    - Ha immaginato bene, sa io sono così sola. Mi fa piacere quando qualcuno mi viene a trovare, non ricordo nemmeno l'ultima volta che qualcuno mi è venuto a trovare. Spero che la casa non sia in disordine, sa io ci tengo molto. Mi ricordo quando Giovanni veniva qui mi faceva sempre i complimenti per quanto fosse pulito il mio appartamento. Ovviamente lui non è più venuto qui da quando è partito per andare chissà dove. Mi manca molto il mio Giovanni ma cerco sempre ti tenermi occupata. In questi anni di solitudine ho scoperto che mi piace molto leggere, certo averi preferito viaggiare ma non si può sempre avere tutto dalla vita. Vero? - Delia parlò a raffica diventando improvvisamente nervosa. Calielo le rivolse un caldo sorriso di incoraggiamento. Lui aveva capito tutto, si vedeva che Delia soffriva a causa della sua solitudine, ma sopratutto era lampante che il figlio Giovanni aveva lasciato un buco nel suo cuore. Per tutto il pomeriggio Delia trattenne Calielo con le sue chiacchiere e sembrava che a lui non desse fastidio. Verso le sette il Sole iniziò a tramontare e Calielo guardando fuori dalla finestra si alzò dalla sedia e si congedò con la vecchia signora.

    - Mi scusi se oggi le ho monopolizzato la giornata, ma era davvero tanto tempo che non parlavo con qualcuno. -

    - Non c'è problema – rispose Calielo comprensivo. Delia lo accompagnò alla porta e si salutarono, poi tornò in cucina e mise a bollire dell'acqua per il tè. Gli avvenimenti di quella giornata le erano parsi davvero straordinari e si sentiva euforica come un bambino che ha appena ricevuto un regalo da Babbo Natale. In effetti non poteva esserci un esempio migliore perché, solo dopo che Calielo se ne andò, Delia si accorse che la sua preziosa scatola bianca era appoggiata sul mobile all'ingresso. Presa dall'entusiasmo mise la scatola sul tavolo della cucina e con calma si sedette. Analizzò la situazione: le sembrò subito molto strano che Calielo si fosse dimenticato della scatola, visto quanto era preziosa per lui, quindi suppose che quello fosse un regalo indirizzato a lei e sentì il bisogno di aprire la bramata scatola. Sollevò finalmente il coperchio e quando vide il contenuto rimase per svariati secondi a bocca aperta con gli occhi sgranati. Si era immaginata di tutto fuorché un cagnolino. Delia lo prese in braccio e iniziò ad accarezzarlo pensando al nome da dargli. Scelse Monkey, come un cartone degli anni 70 che piaceva tanto a suo figlio Giovanni quando era piccolo, poi pensò che finalmente non sarebbe più rimasta sola. Quella notte, prima di addormentarsi pensò a Calielo, lui l'aveva resa felice come non lo era da tempo avverando il suo desiderio avere qualcuno che le tenesse compagnia. Delia da quando aveva il cucciolo viveva le sue giornate diversamente: usciva più spesso e la sua salute era migliorata, ma un giorno durante una delle sue solite passeggiate si imbatté in Calielo che usciva con la scatola bianca. Decise allora di seguirlo. Mise il guinzaglio al suo cucciolo e a passo svelto iniziò a seguire Calielo e lo vide entrare in una caffetteria e sedersi al tavolo con due persone. Guardando più attentamente riconobbe le persone sedute vicino a Calielo: uno era un uomo conosciuto in tutto il paese perché cieco e l'altra persona era una donna di colore che lavorava come cameriera. Delia curiosa si sedette al tavolo accanto e vide che Calielo aperta la scatola bianca diede dei fogli alla donna, poi lei scoppiò in lacrime. Iniziò a ringraziare l'anziano signore e l'uomo cieco, senza riuscire a chiudere la bocca per lo stupore iniziò a leggere cosa c'era scritto sul foglio. Tutto questo era decisamente sbalorditivo, quell'uomo era cieco da anni e adesso... poteva leggere, per non parlare dei permessi di soggiorno che la donna aveva ricevuto per i suoi due figli. La visita di Calielo non era sicuramente una coincidenza. Delia si alzò lentamente dal tavolo e uscì dalla caffetteria. Mentre tornava a casa si fece molto pensierosa, insomma il suo nuovo vicino abitava nella casa accanto da diversi mesi ormai eppure ogni singolo giorno usciva con una scatola bianca con sé. Il mistero dunque, si infittisce. La signora sollecitò il cagnolino e iniziò a camminare più svelta. Poi d'un tratto si fermò ed ebbe un'illuminazione. A lei mancava qualcuno che le facesse compagnia e Calielo le regala un cucciolo, il cieco sicuramente desiderava riacquistare la vista e Calielo gli fa visita, la donna immigrata voleva avere con sé i suoi figli e ancora una volta Calielo le porta una scatola bianca. Le sembrò improvvisamente tutto molto chiaro, quelle scatole esaudivano i desideri. Delia era convintissima della sua teoria e la domanda che subito si pose fu quante scatole poteva mai possedere Calielo in modo da poter realizzare i desideri di tutte quelle persone. Continuando a camminare arrivò davanti casa sua e infilò le chiavi nella toppa del portone, poi però si voltò con un'espressione corrucciata. Iniziò a lanciare fugaci occhiate verso la villetta di Calielo e preso un po' di coraggio attraversò la strada e arrivo di fronte alla casa. Delia si chiese quante scatole possedeva Calielo e immaginò che se ne avrebbe preso una dozzina si sarebbero potuti realizzare tutti i suoi desideri. Più volte si guardò le spalle per vedere se ci fosse qualcuno che la stesse osservando, perché sapeva che quello che stava per fare non si poteva definire esattamente legale. Sapeva che il modo di esaudire il suo volere era facile tanto quanto sbagliato, ma le importava poco dato che era determinata ad entrare in casa di Calielo e rubare la scatole. Si ricordò quando un pomeriggio, mentre era affacciata alla finestra, vide rincasare Calielo intento a prendere il suo mazzo di chiavi da un vaso alla destra del portone. Delia tastò dentro il vaso e per sua fortuna ( o almeno così credeva ) trovò la chiavi, si guardò un'ultima volta intorno e finalmente aprì la porta. Era allibita, l'interno della casa di Calielo era tutto bianco, non vi erano mobili né porte, sembrava una casa disabitata. Poi la vecchia signora si accorse che il suo cagnolino era scomparso, si ritrovò con il solo guinzaglio in mano. Lo chiamò, ma invano. Delia si sentì tutt'un tratto debole e le iniziò a girare la testa, poi svenne. Una luce bianca la costrinse ad aprire gli occhi, era seduta su una panchina di marmo bianco ed intorno a lei non vedeva nulla se non... bianco. Le sembrò di stare dentro ad una nuvola. Dei passi la fecero voltare e riconobbe Calielo. Si sentì improvvisamente mortificata per l'irruzione in casa sua ed abbassò lo sguardo, soltanto quando il signore la salutò lei riuscì a guardarlo. Non sembrava in collera e così Delia parlò. - Dove sono? - sentiva di dovere delle scuse a Calielo ma quella fu la prima domanda che le venne in mente. - Dovresti saperlo mia cara. - sorrise lui. - Può essere che io sia morta? - non era sicura di voler sapere la risposta – Senza un lieto fine? - le rispose fiducioso Calielo – Quindi me lo sto immaginando. È tutto nella mia mente, non è reale. - dedusse – Certo che è nella tua mente Delia, ma questo non vuol dire che tutto ciò non sia reale. - e detto ciò Calielo se ne andò silenziosamente. Lei chiuse gli occhi e quando li riaprì si ritrovò in un letto d'ospedale con una flebo inserita nel braccio destro. Girò la testa e vide che accanto a lei c'era un uomo di mezza età, non appena lui vide che era sveglia la abbracciò calorosamente. - Mamma, mamma finalmente. Sono contento di poterti riabbracciare, abbiamo così tanto da recuperare. Sei stata i coma per tre giorni, ma che ti è successo? - Delia era pietrificata. Strinse con più forza l'uomo e iniziò a sussurrare – Giovanni, Giovanni sei qui. - entrambi erano commossi e felici di essersi ritrovati. Per Delia era decisamente il più bel giorno della sua vita nonostante fosse rimasta in coma per tre giorni, ma quello sembrava un dettaglio insignificante ora che aveva di nuovo suo figlio accanto. Si voltò per prendere dei fazzoletti quando si accorse che sul comodino c'era posata una scatola bianca. La prese in mano e la aprì. Dentro vi trovò una piuma bianca, candida e soffice. La ripose nel contenitore con cura e sorrise. - Giovanni, sai chi l'ha portata? -, - È venuto un uomo anziano dicendo che dato che si trasferiva altrove voleva lasciarti un regalo d'addio. - Calielo, che persona misteriosa. D'altronde le aveva cambiato la vita, un vero miracolo.

 

 

 

 

 

Note finali:

* Narni è un paesino che esiste realmente in Umbria in provincia di Terni. Conta circa 20,000 abitanti. Gabriele D'Annunzio dedicò anche dei versi a questa città nel 1904 ne “Le città del silenzio”.

** Il nome Calielo è tratto dal nome dell'angelo Caliel che vuol dire in ebraico Dio che esaudisce. Dona protezione nelle avversità, aiuto in caso di difficoltà e favorisce la realizzazione dei progetti.

   
 
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