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Autore: SeleneLightwood    07/02/2012    2 recensioni
«Cos’è successo? Quella volta, al tuo primo ballo scolastico»
Kurt mi sta osservando attentamente come se temesse di vedermi crollare: scruta i miei movimenti in cerca di un segno di cedimento. Teme che la sua domanda possa portare con sé brutti ricordi.
«Non mi hai mai raccontato com’è andata davvero. Ti eri dichiarato da poco?»
Troppo tardi.
E’ bastato semplicemente nominarlo per rievocare nella mia mente la semplice sensazione del ferro freddo sulla pelle.
Non l’avevo dimenticato, quello no.
Ricordo bene che credevo di essere intoccabile, che credevo di essere al sicuro. Mi hanno spezzato due costole e perforato un polmone.
«Ci hanno massacrato di botte»
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Iron

Iron

 

 

 

«Cos’è successo? Quella volta, al tuo primo ballo scolastico»

Kurt mi sta osservando attentamente come se temesse di vedermi crollare: scruta i miei movimenti in cerca di un segno di cedimento. Teme che la sua domanda possa portare con sé brutti ricordi.

«Non mi hai mai raccontato com’è andata davvero. Ti eri dichiarato da poco?»

Troppo tardi.

 

E’ bastato semplicemente nominarlo per rievocare nella mia mente la semplice sensazione del ferro freddo sulla pelle.

Non l’avevo dimenticato, quello no.

 

Si fa fatica a cancellare dalla memoria il dolore dei graffi sul viso o la sensazione del sangue che ti scorre sulla pelle tagliata come se fosse un pezzo di carne qualsiasi, ma prima o poi il ricordo sbiadisce e non rimangono nient’altro che cicatrici.

Chiare, sottili, sempre evidenti, sì, ma cicatrici. Si lotta tutta una vita per dimenticare il significato della parola ‘paura’, quello della parola ‘bullismo’; poi incontri la persona giusta e la tua vita cambia. Pian piano il ricordo diventa sopportabile perché non sei più da solo ad affrontarlo.

 

Il ferro non riesco a dimenticarlo.

 

Alzo gli occhi sui suoi.

 

Ricordo bene che credevo di essere intoccabile, che credevo di essere al sicuro. Mi hanno spezzato due costole e perforato un polmone.

 

«Ci hanno massacrato di botte»

 

 

 

 

Eravamo in strada, aveva appena smesso di piovere.

Il primo colpo non l’ho visto arrivare.

Non sono nemmeno sicuro di aver gridato di dolore. Ho semplicemente sentito il respiro spezzarsi nel petto e i polmoni svuotarsi all’improvviso con violenza.

Sono caduto a terra? Dio, non lo so, non me lo ricordo più.

Mi girava la testa e avevo le orecchie piene della confusione della festa e degli schiamazzi intorno a me. Presto quegli schiamazzi sono stati sostituiti dalle risate ubriache dei tre ragazzi intorno a noi e delle urla di Mark, ad un soffio da me, ma non abbastanza vicino. Mi sono divincolato, ho gridato a pieni polmoni nella speranza che qualcuno ci sentisse, ho lottato.

Non sono riuscito ad aiutarlo.

 

Credevo di essere di ferro, credevo di essere intoccabile. Dichiararsi era stato un atto di coraggio, credevo che mi avrebbero lasciato in pace. Solo in pace, nient’altro.

Illuso.

In fondo è con una spranga di ferro che mi stanno spezzando la spina dorsale.

 

Un altro colpo mi mozza il respiro e scatto in avanti, piegandomi su me stesso.

Un pugno tra le scapole. Cado in ginocchio.

Il ferro gelido che si abbatte sulla mia spalla scatena un’ondata di risate. Sento l’odore dell’alcool misto a quello del sangue. Mark è immobile a terra da un pezzo.

Qualcuno mi afferra da dietro piegandomi le braccia per tenermi fermo e tirarmi su: sento l’ennesimo pugno affondarmi nello stomaco, poi sul fianco, poi sulla mascella.

Un altro colpo sui reni – un’altra sprangata? Non lo so più – e cado di nuovo in ginocchio.

Non sento più gli occhi, non ho fiato per gridare.

 

Tossisco e il sapore ferroso del sangue mi invade la bocca. L’ho sputato da qualche parte e ho pensato che non riuscivo più a respirare.

Poi hanno iniziato a gridare e io ho smesso di lottare.

 

Che schifo.

Uno schiaffo. Sono quasi caduto in avanti.

Che orrore.

Un pugno nello stomaco. Ho sputato un’altra boccata di sangue caldo.

Mostro.

Un taglierino ha iniziato a incidermi la guancia. Ho smesso di sperare.

Checca.

Tanto non sentirà nessuno.

 

 

Sbagliato, sbagliato, sbagliato.

Di ferro sono solo la spranga e il sapore del sangue. Abominio, mostro. Che schifo.

Un altro colpo mi mozza il respiro e cado in avanti, in ginocchio.

Un pugno tra le scapole e sento distintamente qualcosa dentro di me scricchiolare sinistramente e spezzarsi.

Il sangue mi scorre a fiotti addosso, si riversa sull’asfalto e si confonde con la pioggia.

Un rantolo, un altro.

 

Ma tanto non sentirà nessuno.

 

Sono caduto di nuovo in ginocchio. Sono tutti intorno a me e non hanno ancora smesso di gridare.

L’ultimo colpo l’ho visto arrivare. Con quale forza potrei fermarlo, tanto? Con quale diritto? Sono un mostro. Contro natura.

Più a lungo te lo ripetono, più finisci col crederci.

 

L’ultima cosa che ricordo è la spranga di ferro che mi cala sulla tempia con violenza.

Mi piego sull’asfalto umido di pioggia mentre mi accascio di lato, spezzato, e cala il buio.

 

 

 

 

 

Note dell’Autrice

 

Non lo so, ragazzi. E’ da stamattina che mi ronza quest’idea in testa e non sono davvero riuscita a farla uscire fino a che non l’ho scritta. Non so se ne esistano altre simili su questo fandom – non ho cercato molto, ci avrei messo anni – e se ci fossero vi prego di segnalarmele perché mi piacerebbe moltissimo leggerle.

In ogni caso, ho messo rating arancione perché non so regolarmi con i rating, lo so, ma qualcuno potrebbe impressionarsi perché questo episodio è violento e ho preferito avvisare prima con tutti gli avvertimenti del caso.

 

Servono delle spiegazioni, immagino.

Il bullismo in america e non solo è molto frequente e passa attraverso episodi molto più violenti di questo, purtroppo. Ryan Murphy non ci ha – come al solito – concesso quest’ottima occasione di capire meglio Blaine e il suo passato, e non mi sono sentita completa. Era come se mancasse qualcosa, nella mia testa.

L’ha liquidato così, con un “ci hanno pestato a sangue”, e addio a tutti i sani principi di combattere il bullismo tramite glee. Forse sarebbe stato un ottimo tema da trattare, forse avrebbe dato quel pizzico di realtà che mancava.

Così ho dovuto scriverlo, o non mi sarei sentita a posto con me stessa. Ho sperimentato su me stessa cosa significa “bullismo”, quindi è qualcosa che ancora mi colpisce profondamente e sono estremamente sensibile all’argomento.

Stranamente questa storia mi convince fino in fondo, ma forse è perché, come ho detto sopra, è un tema che mi è particolarmente vicino e quindi mi sta molto a cuore.

Glee dovrebbe essere anche questo, no? Avvicinare le persone nelle difficoltà.

E come Blaine ha imparato tempo dopo – alla Dalton o con Kurt – ci vuole coraggio per affrontare certe cose.

 

Piccola annotazione dal punto di vista stilistico. Verso la fine Blaine inizia ad arrendersi e i suoi pensieri iniziano a farsi più scoordinati e per niente lucidi. Metteteci il fatto che sta per perdere i sensi, o saranno tutte le botte che prende, ma a mio parere rende meglio l’idea. Tutta la storia ha un qualcosa di nonsense e può sembrare distante e ovattata, e probabilmente lo è, ma, ripeto, rendeva meglio l’idea di ciò che volevo dire.

Lui è lì, da solo, contro gente in netta superiorità numerica il cui unico scopo è quello di massacrarlo di botte solo perché è diverso. E’ una cosa orribile e sentivo il bisogno di scriverne e di parlarne, ecco. Spero di non aver turbato nessuno. Ho anche cercato di regolarmi con la volgarità del linguaggio, quindi non ci sono insulti orribili, solo i soliti che usa quella gente.

 

E Kurt che gli domanda proprio quello all’inizio…è che non gli ho mai perdonato di aver liquidato Blaine con un “sì, allora andiamo al mio ballo così affronti i miei, di bulli”, senza chiedere altro. E’ colpa del vecchio RM, lo so, ma tutta questa freddezza per un tema così delicato mi aveva lasciato perplessa.

 

Come al solito grazie a Ilaryf90, la mia superinformatrice e ispirazione costante :)

 

 

Beh, spero che la storia vi abbia toccato come ha toccato me scriverla e pensarci. Inutile dire che episodi del genere non dovrebbero mai accadere, no?

Un bacio,

 

SeleneLightwood

   
 
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