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Autore: Debbie_91    08/02/2012    1 recensioni
Fine Settima Stagione. Dopo la distruzione totale di Sunnydale, Buffy e Dawn si trasferiscono a Los Angeles, dove Angel trova loro una sistemazione.
La vita scorre tranquilla, ma una nuova minaccia è all'orizzonte. Buffy si ritroverà ad affrontare alcuni fantasmi del passato, che riusciranno a metterla in seria difficoltà. Questi la sottoporrano a diverse prove, e alcune di queste metteranno a repentaglio la vita delle uniche persone care a lei rimaste. Riuscirà ad affrontare tutto ciò da sola? E, soprattutto, riuscirà a porre fine a quest' incubo?
(Previsto un grande ritorno)
Genere: Dark, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buffy guardò Xander, cercando di attribuire un diverso significato alle sue parole; un diverso significato rispetto a quanto le era parso di capire.
Socchiuse gli occhi, quasi volesse esaminare la mente del suo amico, e capire il perché di quel pensiero, che le pareva infondato.
Sì, era vero; lei non aveva visto il signor Giles; aveva solo sentito la sua voce. Ma era sicura, tanto sicura, che quella voce appartenesse al suo Osservatore; a meno che non vi fosse qualche altro con una voce identica alla sua; ma non le parve logico pensarlo.

-Xander... Non ha senso...-

Sussurrò.

-Non ho bisogno di vedere il signor Giles, per sapere se una voce appartiene o meno al signor Giles. Era lui. Io l'ho ascoltato; era la sua voce. […] Sì; era lui, ne sono sicura.-

Disse; quasi volesse autoconvincere se stessa di ciò che affermava con estrema decisione.

-Buffy... Guardati attorno.-

La ragazza chinò il capo, portando le mani ai fianchi; e volgendo lo sguardo all'ambiente circostante, emise un vigoroso sospiro.

-Ti sembra normale, questo?-

Domandò Xander.

-Non è affatto normale.-

Rispose Buffy, con un tono di voce leggermente severo.

-Ci sono...-

Sospirò, nuovamente.

-Ci sono decine di cadaveri, stesi al suolo. Non può essere normale. E Giles mi aveva avvertita.-

-Però non ti ha espresso la gravità della situazione; l'hai detto tu stessa.-

Inveì Xander.

-Per quale motivo, avrebbe dovuto farlo? Sapeva che avrei visto con i miei occhi.-

Disse la ragazza; quasi gridava.

-Visto cosa? Buffy, quei cadaveri sono freschi. Non dirmi che non te ne sei accorta. […] Perché non ti credo.-

Buffy chinò nuovamente il capo; quasi volesse ammettere la ragione dell'amico. Quelle persone avevano perso la vita da poco tempo; il loro stato di decomposizione non era particolarmente avanzato; e questo, lei, l'aveva notato. E l'aveva notato non appena aveva osservato, con estrema cura, il cadavere di quell'uomo. Nel momento in cui l'aveva visto, aveva pensato quale potesse essere la vita della quale l'uomo era stato privato; si era chiesta se avesse una casa, un lavoro, una famiglia; magari, qualcuno, ora, si chiedeva dove fosse finito. E aveva pensato che il suo uccisore non aveva, certamente, rivolto a se stesso tutte queste domande, prima di compiere il massacro. Ciò che gli era stato fatto era disumano; chi aveva agito in quel modo, era disumano.
La domanda che aveva invaso la sua mente era stata: chi può avere causato tanto orrore? Un essere umano? Opzione poco probabile. Una potenza oscura? Forse; era decisamente più probabile. Ma era troppo presto per giungere a conclusioni affrettate; non poteva dare alcuna sentenza, senza avere una certezza che potesse indurla a farlo. Al momento, l'unica verità, l'unica parola, che non riusciva a cacciare dalla sua testa, era una, una soltanto: mostro.

-Comunque sia, non serve a niente stare qui. L'unica cosa che possiamo fare è andare oltre quelle case.-

Disse Xander, indicando gli alti edifici che vedeva, in lontananza, davanti a sé.

-La città non è grande; ma sarà difficile trovare Giles.-

Alzò il viso al cielo.

-Come se non bastasse, non manca molto al tramonto.-

Strinse i pugni.

-Se solo ti avesse detto il suo indirizzo!-

-Ma non l'ha fatto!-

Sbottò Buffy.

-Con i se e i ma non si va da nessuna parte.-

Disse, assumendo nuovamente un tono pacato.

Xander chinò il capo e guardò l'amica.

Tra i due cadde il più totale silenzio; entrambi pensavano a quale fosse la cosa più giusta da fare. L'idea di attraversare l'intero quartiere, per giungere dall'altra parte della città, non piaceva né a Buffy né a Xander: non sapevano a cosa sarebbero andati incontro. Ma la ragazza sapeva, che prima di abbandonare quel luogo, avrebbe dovuto trovare Giles; e questa idea assumeva sempre più consistenza nella mente del suo amico, che, fattosi coraggio, si avviò verso la sua auto.

-Dove vai?-

Domandò Buffy.

Xander non rispose.

-Xander! Dove vai?-

Ripeté.

-Vado a cercare un amico.-

Quasi sussurrò.

-Vieni con me?-


***


Non appena l'auto svoltò alla destra di un incrocio, lo scenario che apparve ai due amici fu travolgente. Più che altro, non seppero spiegare a loro stessi, perché quel quartiere fosse tanto diverso dal quartiere che avevano visto in precedenza. E questo riuscì nuovamente a scuoterli.
Xander premette il freno, e l'auto si fermò al centro della strada. Strinse il volante.

-Buffy, pizzicami.-

La ragazza lo guardò, e sgranò gli occhi.

-Come?-

Domandò, come se l'affermazione dell'amico l'avesse stupita maggiormante, rispetto allo scenario che aveva appena visto.

Xander la guardò; non capiva cosa trovasse di strano nelle sue parole.

-Buffy, pizzicami.-

Ripeté.

-Su, avanti. Coraggio. Dai.-

La incitò. Porgendole un braccio.

-Dimostrami che sto sognando.-

Buffy scosse il capo.

-Xander... Fammi capire.-

Disse, volgendo lo sguardo fuori dal finestrino.

-Pensi di essere in un sogno, solo perché vedi... questo?-

La vita, in quel quartiere, trascorreva tranquilla. Le persone passeggiavano allegramente per i marciapiedi; alcune tenevano in mano una busta della spesa, altre tenevano in mano il cellulare, discutendo animatamente. Le voci riecheggiavano per l'intero quartiere, e le allegre risate rendevano serena l'atmosfera.
Mentre Buffy e Xander stavano ad ammirare tutto questo, la loro attenzione fu destata da un energico suono di clacson, proveniente da un'auto che stava dietro di loro.

-Hey-

Udirono.

Xander volse lo sguardo allo specchietto retrovisore, e vide un uomo di mezza età, sbraitare come un forsennato.

Sgranò gli occhi.

-Hey, si può sapere chi ti ha dato la patente?-

Domandò l'individuo sconosciuto. E pigiò nuovamente sul clacson.

-Insomma, levati dai piedi! Non vedi che stai intralciando il traffico? Su, spostati, se non vuoi che venga lì e me ne occupi io!-

A quelle parole, Xander sussultò; e ripresosi dallo stato di confusione, nel quale si trovava, capì di avere sostato l'auto nel bel mezzo di una strada; ed osservando con attenzione dietro di sé, vide una fila interminabile di macchine, che attendeva la sua ripartenza.
Il violento suono dei clacson lo indusse ad accendere l'auto, e portarla lontano di lì, prima che la situazione degenerasse.

-Non sto sognando.-

Disse, volgendo le sue parole a Buffy.

-Ho temuto sul serio che quel tipo scendesse dalla sua auto.-

Guardò l'amica.

-Hai visto quant'era grosso?-

Domandò, stupito.

-Il benessere regna in questo quartiere. Ed anche la forchetta.-

-Già.-

Affermò Buffy, sospirando.

-Grande, grosso, e senza cervello.-

Xander le lanciò un'occhiata.

-Che c'è? Che ho detto di male? Non è forse vero?-

-Perché non l'hai detto a lui?-

Domandò il compagno, stirando le labbra in un sorriso malizioso.

-Oh, se vuoi posso farlo subito, dal momento che è ancora dietro di noi. Su, accosta.-

L'amico rise sguaiatamente.

-Che hai da ridere?-

Domandò la ragazza.

Xander la guardò nuovamente.

-Buffy, abbiamo già un problema da risolvere. Ti sembra questo il momento di fare a pugni con uno sconosciuto?-

Disse lui, tornando serio.

Buffy sorrise.

-Xander, ho detto di accostare.-

-Buffy...-

-Xander, accosta!-

L'auto frenò, di colpo; e Buffy aprì lo sportello.

-D-Dove vai?-

Balbettò l'amico.

-A risolvere il nostro problema.-

Rispose lei. E chiuse lo sportello alle sue spalle.


***


-Mi hai fatto prendere un colpo, Buffy! Potevi spiegarmi quali fossero le tue intenzioni!-

Gridò Xander, scendendo dall'auto, e sbattendo forte lo sportello.

-H-Ho avuto paura.-

Balbettò.

Buffy gli rivolse un'occhiata.

-Per te.-

Aggiunse l'amico, con un tono di voce poco convincente.

-Per me.-

Ribatté Buffy.

-Non per te.-

E s'allontanò dall'auto.

-Cosa? Hey, no... aspetta! Non penserai mica che ho avuto paura di affrontare quel colosso? Sono temerario, io. Hai capito? Non temo niente e nessuno.-

La ragazza lo guardò, senza rispondere; le sue labbra si stirarono in un sorriso malizioso, che non scomparve neanche quando giunse ad un enorme cancello, che proteggeva una villa a tre piani; i mattoni ocra parevano donare maggiore grandezza all'abitazione, dalla quale proveniva una fioca luce, che confermava la presenza di qualcuno al suo interno.
Buffy s'avvicinò al cancello e poggiò il viso, con l'intento di scrutare il giardino che stava al di là di quell'ammasso di ferraglia, che impediva il passaggio. Riuscì a vedere ben poco, poiché i raggi del sole avevano ormai raggiunto l'altra metà del pianeta, lasciando spazio alle insidiose tenebre. Il bagliore della luna le permise di notare una vecchia auto, parcheggiata sotto una tettoia. Buffy sorrise.

-Sì, è casa sua.-

Disse, volgendo lo sguardo a Xander; ed indicando la vecchia auto, che aveva appena intravisto nella lieve oscurità della sera.

-Una vecchia auto?-

Buffy annuì.

-Pensi che abiti davvero qui, solo perché là dentro c'è una vecchia auto?-

-Oh, andiamo, Xander! Chi vuoi che compri una macchina del genere?-

Xander guardò l'amica, e volse nuovamente lo sguardo all'auto; poi, sorrise; e il suo sorriso mutò in una risata fragorosa.

Buffy volse lo sguardo al citofono e, portando le mani alle ginocchia, chinò il busto per osservare meglio la piccola scritta a caratteri stampati; Rupert Giles, vi lesse. E sorrise.

 

  
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