Se le avesse ascoltate quelle parole. Esistono parole che non hanno bisogno di voce ed erano quelle…
Pur restando mute gridavano. Uccise dentro pugni chiusi. E nulla era più da capire ma da dimenticare. Dimenticare e fuggire.
I. Santacroce.
Era facile vivere d'inverno, s'aveva l'impressione di non far un torto alla vita, rimanendo a casa; era come se fuggire e dormire diventassero sinonimi e i ruoli della società sfumassero dietro la gelida coltre del vento del nord.
Il piumone, le lenzuola, le finestre chiuse non avevano bocca per farla sentire in colpa; bastava spegnere il telefono e l'isolamento dal mondo era completo. Molti l'avrebbero definita una codarda, ma chi tra i più famosi eroi non ha mai avuto un attimo di paura?
C'è un confine oltre il quale è pericoloso andare e lei, Elena, vi si era avvicinata troppe volte, come se quel misto di amore incondizionato e follia la spingessero verso quel confine scarlatto, macchiato d'odio e sangue. Il suo sangue, la maggior parte delle volte. Allora s'era caricata i suoi diciassette anni sulle spalle ed era del tutto intenzionata ad usarli come scudo contro gli spergiuri altrui; fino ad allora s'era fatta forza, aveva tratto il coraggio dai fantasmi presenti negli occhi altrui, ricalcando il ruolo della paladina delle anime buone.
Sbagliava, non esistono anime buone e anime malvagie e questo lo aveva capito a proprie spese. Damon, Stefan... chi è buono, chi non lo è?
Si era posta questi interrogativi ogni minuto di ogni giorno ed ogni notte, alternando ore di apatia e profondo desiderio di distrazione. Sbattè le palpebre, mostrando le iridi castane all'oscurità della propria camera, conscia di esser da sola in quella casa che ora le sembrava fin troppo grande.
Continuò ad agitarsi nel letto caldo per pochi minuti, scostando le lenzuola con le gambe e stropicciando il cuscino con le mani; l'isolamento sarebbe finito presto, tra pochi minuti avrebbe spalancato le tende della propria camera, avrebbe indossato il suo completino da super-eroina e avrebbe fatto vedere a coloro che la amano che non aveva ancora deciso di porre fine alla sua vita.
< Cinque minuti. >
Sussurrò al silenzio, uccidendolo. Si umettò le labbra e non fece in tempo a richiudere gli occhi che una lieve vibrazione le scosse i pensieri, oltre che il lieve strato di calma che aveva costruito intorno alla propria psiche.
Per amor degli altri, più che per amor proprio, tese il braccio destro in direzione del comodino, pronta a leggere l'ennesimo messaggio di Bonnie, ansiosa di sapere come stava.
Sotto le dita tese sentì la superficie metallica del cellulare, lo afferrò e lo condusse davanti agli occhi ancor poco abituati alla minima luce.
" Tra mezz'ora sono da te, preparati. "
Non rispose, abbandonò il telefono sul letto, - un altro giorno è incominciato -, pensò. E così fu.