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Autore: Shadowolf    14/02/2012    5 recensioni
Series: And Then It Came A Day, A Day Unlike Any Other...
Un accento lievemente australiano che chiama il suo nome. E poi, dopo solo una manciata di secondi in cui la sua testa è andata offline, un paio di braccia decisamente troppo allenate cingono il suo corpo che per quanto lui faccia palestra si rifiuta di metter su massa muscolare. Ma più di ogni altra cosa, è stato il profumo dell’altro a mandarlo definitivamente al tappeto.
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '"And Then It Came A Day, A Day Unlike Any Other...'
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Da quando si sono abbracciati, sul tappeto rosso, non sta pensando ad altro. E ormai è passata più di mezz’ora. La sua testa continua ad essere un turbinio di flashback che lui non riesce proprio a far smettere, nonostante si sforzi. Un accento lievemente australiano che chiama il suo nome. E poi, dopo solo una manciata di secondi in cui la sua testa è andata offline, un paio di braccia decisamente troppo allenate cingono il suo corpo che per quanto lui faccia palestra si rifiuta di metter su massa muscolare. Ma più di ogni altra cosa, è stato il profumo dell’altro a mandarlo definitivamente al tappeto. Ha passato mesi a cercare di dimenticarsi di quella fragranza che sa di oceano e sabbia, a cercare di cancellarla completamente dal suo cervello, e da naive qual è si era anche illuso di esserci riuscito. Ovviamente i suoi calcoli erano proprio sbagliati, visto che è bastato un singolo secondo a mandare tutti i suoi progressi a gambe all’aria. Quello in cui ha realizzato chi aveva appena pronunciato quelle tre lettere che compongono il suo nome.
Ed ora è lì, seduto su uno sgabello al bancone del bar, a rigirarsi tra le mani un bicchiere ancora quasi del tutto pieno, nonostante sia un po’ che è lì. Spera che il tempo non l’abbia fregato un’altra volta e che la cerimonia non sia già cominciata, in sala. Gli dispiacerebbe perderne anche solo un minuto. Il suo lavoro, i riconoscimenti che sta avendo sia dalla critica che dai suoi fan sono praticamente le uniche cose che lo fanno sentire davvero soddisfatto di sé. Almeno ha qualcuno che gli vuole bene, anche se non si conoscono di persona. Ma ormai nel ventunesimo secolo non conta poi molto, in fondo.
‹‹ Should I call you... golden curls now? ››
Di nuovo quella voce. Di nuovo lo stesso effetto di prima. Ringrazia mentalmente di non star bevendo in quel momento.
‹‹ Maybe... ››
Ruota sullo sgabello verso sinistra, lasciando andare un placido sorriso quando i suoi occhi trovano quelli piccoli e leggermente infossati dell’altro. Una volta di più, rimane appena intontito dal trovarselo di fronte. Segno che i suoi così vantati progressi in realtà erano soltanto mere fantasie della sua mente affranta e forse un po’ illusa. Non ha superato proprio niente.
‹‹ You look fantastic, man. ››
‹‹ Then you didn’t look into the mirror before coming here, Chris… ››
L’altro si lascia andare ad una risata sincera, che risuona nelle sue orecchie e lo fa sorridere ancora, anche se avverte distintamente una piccola fitta alla parte sinistra del cuore. Ormai conosce bene quel dolorino, e non se ne stupisce più. Per quanto lo riguarda, potrebbe avere benissimo un’etichetta appiccicata in quel punto con la scritta “Chris Hemsworth”. Sarebbe dannatamente appropriato.
‹‹ Will you ever stop flattering me, Tom? ››
‹‹ It’s not flattering, because it’s true. So no, I won’t. ››
Lo vede scuotere piano la testa e sorridere a sua volta, mentre alza la mano per chiamare il barista ed ordina un vodka martini.
‹‹ You’re too tall and too... muscular to play James Bond, sorry. ›› gli dice, tentando una battuta che non crede riuscirgli, anche se Chris ride di nuovo, e anche di gusto.
‹‹ Oh, that’s too bad… I’d have really liked to. ››
‹‹ Yeah… sorry about that. ››
‹‹ Nah, it’s no big deal. After all, I play a god, what else could I want? ››
‹‹ You’ve got a baby on your way too! ››
Non aveva alcuna intenzione di tirare fuori l’argomento, nessuna voglia di farsi ancora più del male. Ma quelle parole gli sono uscite dalla bocca ugualmente, quasi come fossero una maledizione. C’è qualcosa di profondamente sbagliato in questo, e lui lo sa.
‹‹ That, too… I’m so excited, you know? ››
Lo guarda negli occhi e sa che mente. Non completamente, ma comunque mente. Non è solo entusiasmo, quello che gli legge stampato nelle iridi. C’è anche paura, e una buona dose di incertezza. Che purtroppo lui sa benissimo a cosa sia dovuta. O meglio, a chi. È quella, la sua personale maledizione.
‹‹ Yeah, I know. But hey, everything’s gonna go just fine, I’m sure. ››
Per un secondo non volano parole, ci sono solo i loro occhi a scrutarsi, forse a scambiarsi consapevolezze che non potrebbero mai pronunciare a voce alta. Perché la vita si fa un baffo della tua lealtà, del tuo voler fare la cosa giusta. Alla vita non importa.
‹‹ How can you? ››
No infatti, non può. Ma è quello che si dice in casi disperati come questo. E in fondo lui se lo augura, con tutto il cuore. Che le tutto vada per il meglio. Qualunque cosa significhi per Chris. Perché sì, è questo ciò che vuole, nonostante tutto. Che l’altro sia felice. Non importa con chi, non importa se lui non è coinvolto in prima persona. Lo ama a tal punto che gli basta quello. Vederlo contento, soddisfatto della propria vita.
‹‹ Does it matter? You’re a god, things will always turn out your way, in the end. No matter what. ››
Gli sorride per qualche secondo e poi si alza, lasciando sterline a sufficienza per coprire anche il drink dell’altro. Sta quasi per andarsene quando gli torna in mente di un’ultima cosa. Si infila la mano nella tasca dei pantaloni e ne tira fuori un piccolo involucro confezionato con della carta regalo blu scura, poggiandolo davanti al bicchiere dell’altro, che lo guarda stupito ed incuriosito.
‹‹ What...? ››
‹‹ Open it up and you’ll see… ››
Chris sorride appena mentre comincia a scartarlo, e presto l’espressione un po’ stranita si trasforma in meraviglia come si ritrova tra le mani un portachiavi con appeso un piccolo pinguino in acciaio.
‹‹ It’s a… penguin… ››
‹‹ Yeah… You always tell me how they remind you of your childhood back in Australia, so I thought… it would have made a good present. It was intended for… well, Christmas, but… you know, we didn’t have the chance then, so… here it is, now. ››
‹‹ Tom… You shouldn’t ha- ››
‹‹ Oh, shut up, brother. You always do too much talking… ››
Appoggia la propria mano sulla sua spalla e gliela stringe appena, facendogli un piccolo occhiolino prima di allontanarsi, il passo corto e un po’ triste. Ma la voce di Chris lo richiama, per l’ultima volta.
‹‹ Hey, Tom! ››
‹‹ Yes? ››
Si ferma e si gira di nuovo verso di lui, sospirando piano.
‹‹ See you soon, huh? On set... ››
‹‹ Yeah, that’s correct. See you soon. ››
Gli sorride ancora, questa volta in un leggero ghigno tipico di Loki, e fa un piccolo cenno di saluto con la mano nella sua direzione, dopodiché ricomincia a camminare, diretto all’ingresso della sala.
È ancora triste, anche se a vederlo non si direbbe troppo. Però sente anche una lieve sensazione di sollievo misto a gioia dentro il cuore, e quello per il momento gli basta.
See you soon.

   
 
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