Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: oscar1755    22/09/2006    9 recensioni
Il fumo della sigaretta si levò in ampie spirali che, salendo verso l’alto, offuscarono per un attimo la nitida vista dei grattacieli di Tokyo. Il rumore sordo di una tazza in frantumi interruppe il pesante silenzio calato dopo la telefonata del suo più fidato collaboratore. Lo squillo insistente del telefono lo distolse dai propri pensieri.....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Atto 15

- Ti dispiace se usciamo in giardino? - le chiese Masumi, rompendo il silenzio.
Maya annuì, arrossendo.
Passeggiarono nei vialetti curati, allontanandosi dal ricevimento. La musica si attenuava lentamente, finché si trovarono immersi nella quiete della notte.
Pensieroso, osservò Maya. La ragazza era stranamente tranquilla. Quando le aveva proposto di uscire all’aperto, aveva temuto un suo rifiuto. Al contrario, in silenzio, Maya l’aveva seguito in giardino senza opporsi.
L’apprensione di rovinare la fragile tregua che avevano raggiunto era concreta. La contemplò, ammirato, seguendo con lo sguardo il profilo delicato del viso.
Maya taceva, inconsapevole del fascino che sprigionava nell’elegante abito da sera. Combattuto tra il desiderio di confessarle la verità e la paura che la fiducia della ragazza fosse minata da, ormai, troppi equivoci, decise di adottare un atteggiamento prudente.
La giovane lo seguì, silenziosa, cercando di calmare il battito impazzito del proprio cuore. Impeccabile ed elegante nello smoking, suscitava in lei emozioni sconosciute.
Temeva che le barriere di difesa che si era faticosamente costruita, non avrebbero retto al fascino ed alla gentilezza di Masumi. Si impose, mentalmente, di mantenere un razionale distacco, anche se la mano racchiusa in quella calda e forte di lui, le rendeva il compito assai arduo.
Si fermò all’improvviso, scrutandola volto, con un’espressione indecifrabile.
- So che sei molto legata al tuo ammiratore. Credi che abbia assistito alla tua splendida interpretazione? - le chiese, tornando sull’argomento.
- Non lo so. Un mazzo di rose scarlatte mi ha accolto nel camerino, dopo lo spettacolo - sospirò Maya, imbarazzata - era a teatro, lo so.
Mosse qualche passo, allontanandosi a lui.
Raccolse le forze e cancellò l’ansia, rivolgendosi di nuovo a Masumi.
- Sulla sua presenza a teatro, potrebbe rispondermi lei, signor Hayami - affermò, trovando il coraggio di fissarlo negli occhi chiari.
Masumi sollevò un sopracciglio in segno di sorpresa.
- Perché mi fai questa domanda?
Maya non rispose subito, nel tentativo di controllare il tremore nella voce.
- Quando vinsi il premio per l’interpretazione di Jane, la ragazza lupo - spiegò lentamente - l’ammiratore mi scrisse un biglietto di congratulazioni, sottolineando di avere particolarmente apprezzato la scena in cui Jane capiva di appartenere al genere umano, stringendo la sciarpa blu di Stewart.
- Ricordo benissimo quella scena, fosti molto brava. Sono contento di avere sfidato le intemperie quella sera. Ero dispiaciuto perché il teatro era vuoto.
- Il teatro non era vuoto, signor Hayami - gli sorrise timidamente, Maya - la sciarpa blu si è danneggiata e, nelle repliche successive, ne abbiamo utilizzata una rossa - concluse, fissandolo seriamente negli occhi.
Masumi chinò il capo, lasciando trapelare un lieve sorriso.
- Ed io che mi preoccupavo di rimanere nell’ombra - mormorò.
- Perché lo ha fatto, signor Hayami?
- Non lo immagini? - le chiese, dolcemente.
Stupita da quelle parole, rimase in silenzio. Non lo aveva mai visto così sereno. Il tono dolce della voce la fece trasalire.
Si era preparata ad una risposta ironica, ed accolse la sua domanda con sincero stupore. Imbarazzata, continuò a fissarlo, ammaliata dal suo sorriso emozionato.
Stentando a crederlo, si concentrò su di lui, ritenendo impossibile poter scorgere Masumi imbarazzato. Il desiderio di conoscere le ragioni del suo gesto superò il turbamento di essergli così vicina.
- Signor Hayami, perché non me lo ha rivelato, nascondendosi per tutti questi anni? - proseguì, dubbiosa.
Masumi si avvicinò.
- Mi avresti creduto, ragazzina? - mormorò - dimentichi forse, che sono io la causa delle tue sofferenze? Con il mio stupido ed insensato comportamento non ho fatto altro che alimentare il tuo odio per me. Non ti biasimo, sono un uomo spregevole - concluse, pentito.
- Dimentica forse, che, come ammiratore, mi ha incoraggiato a non arrendermi? Mi ha permesso di studiare e di dedicarmi al mio sogno, il teatro.
Masumi parve sorpreso.
- Non mi porti rancore? - chiese allibito.
- Non più. Un tempo lo credevo, ma ora… - replicò, interrompendosi, imbarazzata.
Quella conversazione stava diventando pericolosa per lei. Non sarebbe riuscita a nascondere i sentimenti per Masumi, ancora a lungo.
Si sentì particolarmente vulnerabile.
- Che cosa ti ha fatto cambiare idea? - la incalzò - forse la gratitudine, dopo avere scoperto che mi celavo dietro l’ammiratore segreto? - terminò, temendo la risposta della ragazza.
- No. Non sapevo, ancora, che si trattava di lei. Ho notato che, dietro l’aria ironica, si nascondeva una persona gentile. Perché, signor Hayami, non mi ha detto nulla?
Maya sospirò, attendendo con ansia la risposta di Masumi. Il cuore pulsava tanto ardentemente, che temeva che lui potesse udirlo.
- Pensavo che tu mi odiassi e che avresti interpretato la mia confessione come una trappola per impadronirmi dei diritti della Dea Scarlatta - esordì calmo, consapevole che il tempo delle menzogne doveva cessare - nel tentativo di proteggerti, ho contribuito alla crescita del tuo sospetto.
Tacque per un istante, riflettendo sulle parole da usare.
- Il giorno in cui mi hai sentito parlare con Shiori negli uffici della Daito, recitavo. Volevo distogliere l’attenzione di eventuali sabotatori dal tuo debutto nella Dea Scarlatta - confessò - invece ho ottenuto l’effetto contrario, perché tu hai udito la nostra conversazione.
- Io non la odio signor Hayami. Lo confessai anche nella valle dei susini.
Masumi fissò il cielo, illuminato dalle luci della città.
- Ricordi il cielo nella valle della dea scarlatta? - le chiese all’improvviso.
- Serberò nel cuore, il ricordo di quella notte - gli confessò, turbata.
Tornarono a fissarsi, in silenzio.
Affascinato dallo sguardo limpido di Maya, Masumi le sfiorò la mano con dolcezza.
- Che cosa significa che serberai il ricordo di quella notte?
Si accorse, improvvisamente, che il desiderio di confessargli di amarlo era divenuto incalzante. Cercò di contrastarlo, replicando con un’altra domanda.
- Signor Hayami non mi ha risposto. Perché ha celato la sua identità dietro l’ammiratore?
Masumi mosse qualche passo, pensieroso.
- E’ difficile spiegarlo, ragazzina.
- Ci provi, almeno, signor Hayami - sussurrò Maya speranzosa.
Trattene il respiro, mentre l’attesa di una risposta diveniva insostenibile. Si sentì perduta sotto lo sguardo azzurro, limpido come mai lo aveva visto.
Masumi strinse le labbra in un leggero sorriso, allungò una mano e le accarezzò il volto.
Travolta dall’emozione, Maya rimase immobile, assaporando la delicata e vellutata carezza. Chiuse gli occhi, in preda ad un profondo turbamento.
Masumi indugiò sul suo viso, percorrendone con le dita il profilo delicato, desideroso di non rompere l’incanto.
- Ricordi, a teatro, quando non risposi alla tua domanda sull’amore? - le rammentò.
- Sì - rispose, arrossendo.
- L’amore occupa il posto più importante nella mia vita, anche se è custodito e celato nel mio cuore da molto tempo - confessò - stasera ho percepito le stesse sensazioni che provai nella valle della dea scarlatta, quando ti vidi impersonare Akoya sulla riva del fiume.
- Quali sensazioni? - mormorò, in preda ad una tensione sconosciuta.
Masumi nascose l’emozione, dietro un sorriso tenero - ho sentito l’anima di Akoya invocare il mio nome. Il suo abbraccio era così intenso da sembrare reale.
Maya tacque, soggiogata dalle parole di Masumi. Desiderava ascoltarlo ancora, sperando che lui le confessasse i suoi pensieri più segreti.
Trattenne il respiro, in una muta preghiera.
Masumi la osservò. Sembrava tranquilla. Non aveva evitato, ritraendosi, la sua lieve carezza, né lo aveva aggredito.
Non poteva conoscere il proprio destino, ma era certo che sarebbe ripartito dalla verità.
Riprese a parlare, serio e con voce profonda.
- Ho desiderato che le parole di Akoya fossero dedicate a me soltanto. Ho abbracciato Akoya percependone il suo caldo respiro - mosse un passo verso di lei - eri tu, Maya, la mia Akoya, nella valle dei susini, come questa sera sul palcoscenico, e sei tu di fronte a me, in questo istante. Sono perdutamente innamorato di te Maya - confessò, infine, semplicemente.
La fissò in preda ad una incontenibile emozione. L’aveva manifestato, finalmente, l’amore per lei. Si sentì libero e sollevato dal peso che gli gravava nel cuore.
Attese, in silenzio, la reazione di Maya. Sarebbe fuggita? Oppure lo avrebbe accusato, ancora una volta, di cercare di ottenere, con la menzogna, i diritti della Dea Scarlatta?
Il timore del suo rifiuto era tangibile, ma il sollievo, per essersi finalmente tolto la maschera, era più forte.
Nel silenzio poteva udire i battiti convulsi del proprio cuore, mentre lo sguardo si tuffava negli occhi scuri della donna amata.

continua

 

Ringrazio per i commenti, sono veramente felice che vi stia piacendo.
Che dire? Che se avessi anche solo un briciolo delle doti della Miuchi (tranne la sua lentezza.. ^^) avrei già disegnato la fine…

  
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