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Autore: micia95    15/02/2012    2 recensioni
Hayami Li ha quattordici anni e vive con il padre perché la madre, Sakura Kinomoto, è sparita dopo un viaggio all’estero quando la figlia aveva solo due anni. Ma un compito di scuola cambierà la vita di Hayami e dei suoi amici che la seguiranno in questa pazzesca storia.
Questa fan fiction riprende un po’ l’altra che ho fatto (Card Captor Sakura), ma non ne è il continuo e può essere letta senza che aver letto quest’ultima. Spero che anche questa piaccia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Li Shaoran, Nuovo personaggio, Sakura Kinomoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Card Captor Sakura, la storia non è finita'
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MAKOTO
Entriamo in classe e ci sediamo ai nostri posti, il mio era tra Hotaru e Hinata; ovviamente Keisuke è seduto vicino ad Hotaru. Subito dopo il suono della campanella entra in classe l’insegnate di matematica: la signora Mizuki. Mi hanno raccontato che era anche l’insegnate di matematica dei nostri genitori (i miei e quelli dei miei amici) quando andavano al liceo come noi. Inoltre è mia zia, perché sposata con zio Toyua, il fratello maggiore della mamma.
Inizia subito a spiegare dopo averci salutato con un sorriso. A me piace la matematica, forse perché ci sono portata come mio padre, mentre mia madre era una vera frana; in più mio padre è un insegnante di matematica alle scuole medie. Sarà una passione ereditaria, mah, chi lo sa. Fatto sta che la lezione passa velocissima, infatti ecco che entra lo psicologo. Da quest’anno la mia scuola ha deciso di inserire un programma di psicologia per gli adolescenti. Io non ne capisco l’utilità o lo scopo: analizzare gli ipotetici senimenti di altre persone? Va beh. Comunque odio questi incontri. Lui è molto simpatico ma questa cosa non la capisco, forse perché ho un carattere chiuso come quello di mio padre. Comincio a pensare di assomigliare molto di più a mio padre che a mia madre. In realtà di lei non ricordo quasi niente se non il suo sorriso, la sua voce cristallina che mi chiamava “Hayami!” e il suo profumo di rose. Devo dire la verità, ci sono momenti in cui vorrei avere una madre, altri in cui non mi manca per niente, mah sarà l’età.
“Bene, oggi ho deciso di parlarvi di un di un ragazzo” inizia lo psicologo e quindi mi distrae dai miei pensieri. “Bene, allora c’è un ragazzo che purtroppo è rimasto senza genitori e quindi vive in un orfanotrofio, ma crede che la madre e il padre lo abbiano abbandonato. Ora, il quesito è questo: che cosa fareste voi nella sua situazione? Come vi comportereste invece se doveste spiegargli che i suoi genitori non l’hanno abbandonato? Siete d’accordo con quanto sostiene il ragazzo?1”
“Beh, la risposta è facile: basta chiedere ad Hayami e il suo gruppetto di amici” sentenzia Saiuri. Quella ragazza non mi sopporta e la cosa è reciproca, fa di tutto per mettermi in imbarazzo e per farmi sentire diversa; più di una volta avrei voluto prenderla a pugni.
“Perché noi dovremmo avere la risposta?” chiede ingenua Hinata. Io invece che ho capito rispondo gelida stringendo i pugni “Perché io non ho la madre”
“E allora?” continua la mia amica. Lei non lo fa apposta, è solo fatta così. Fortunatamente ci sono Hotaru e Keisuke che le spiegano tutto.
“Oooh! Ma che cavolo stai dicendo! Sei solo una stupida se pensi davvero che Hayami si senta abbandonata! Non è colpa sua! E’ stata una disgrazia!” urla infatti la mia amica.
“Se è così, allora mi spieghi perché non dice niente e sta piangendo?”  dice l’oca ridendo sotto i baffi.
“Maledetta!” penso, se ne è accorta. Non sono riuscita a fermare le lacrime che lottavano per uscire. “Io non mi sento affatto abbandonata da mia madre!” grido alzandomi e uscendo di corsa dalla classe. Sento che Hotaru e Hinata mi chiamano ma non mi fermo. Vado dritta in palestra a nascondermi dietro la trave, l’attrezzo in cui sono specializzata. Mi siedo avvicinando le braccia al petto e singhiozzando.
“Dannate lacrime!” penso tentando di asciugarle. Odio piangere, soprattutto davanti agli altri, credo che mi faccia sembrare debole, ma io non sono debole, o almeno così credo.
“Io non mi sento abbandonata da mia madre” mi ripeto, ma è davvero così? Ricordo che una volta dissi piangendo a mio padre “Papà, la mamma non mi voleva bene?” lui subito mi prese in braccio dicendomi “No, Hayami, eri il gioiello della mamma, lei diceva spesso che eri bellissima e non si separava mai da te. Non dire più cose del genere” io annuii e smisi di piangere. Credevo davvero che mia madre non mi aveva abbandonata, ma ora non ne ero più sicura, non ero più sicura di niente.
Non so per quanto tempo rimasi lì accovacciata a piangere, ma ad un certo punto sento una voce a me conosciuta chiamarmi “Hayami! Che ci fai qui? Perché stai piangendo?” io non alzo lo sguardo ma rispondo “Tua sorella non ti ha detto cosa è successo in classe quando ti ha chiesto di cercarmi?” Non voglio essere scortese con Makoto, ma non mi va di raccontare cosa è successo e soprattutto non voglio che mi veda piangere. E’ successo una volta, avevo cinque anni e lui sette, mi ero sbucciata un ginocchio giocando con Hotaru e lui per farmi smettere mi aveva regalato una caramella e un sorriso dolcissimo. Quando ci penso a volte mi dico che è stato allora che mi sono innamorata di lui, ma è impossibile, ero solo una bambina!
“Sì, me lo ha detto, ma volevo sentire tu che hai da dirmi” come era carino e premuroso!, non ce la faccio a trattenere un singhiozzo. “Guardami” mi dice tirandomi su il mento. Ha gli stessi occhi violetti della madre e i capelli scurissimi del padre, era uno spettacolo; ma nonostante ne sia incantata le lacrime continuano a rigarmi il volto. Lui me ne asciuga una con la mano, solo in quel momento mi accorgo che si è seduto accanto a me.
“Non piangere, tua madre non ti ha abbandonato. Sai, mi ricordo che una volta ha detto che eri il suo gioiello.” Mi disse gentilmente guardandomi negli occhi.
“Le stesse parole di mio padre!” penso. Allora non lo aveva detto solo per rincuorarmi quella volta. Poi mi viene in mente che Makoto è più grande di me e che quindi magari ricorda più cose su mia madre.
“Makoto…posso farti una domanda?” gli chiedo un po’ titubante. Lui mi sorride avvicinandosi di più a me e annuendo. “Com’era mia madre?” gli chiedo a bruciapelo con un po’ di vergogna guardandolo negli occhi. Lui mi guarda sorpreso e confuso, però mi risponde “Non…non me la ricordo molto bene, ero piccolo quando l’ho conosciuta”
“Non importa, dimmi quello che ti ricordi” lo implorai. Lui chiude gli occhi pensoso. “Ricordo…ricordo che sorrideva sempre e il suo profumo era quello delle rose che hai in giardino. Non mi ricordo il suo viso, quando cerco di ricordarlo vedo il tuo, forse perché avete gli stessi occhi, vi somigliate così tanto!”
“Ne sei sicuro? Penso di assomigliare di più a mio padre” dico.
“Assomigli molto a tua madre, avete lo stesso sorriso e le stesse bellissime labbra rosa” mi dice senza guardarmi, io arrossisco per quel complimento non celato, è la prima volta che mi dice una cosa del genere.
“Ne…ne sei sicuro?” chiedo ancora in imbarazzo
“Assolutamente certo” mi risponde avvicinando il suo viso al mio. Il mio cuore a quella vicinanza comincia a battere furiosamente, talmente forte che sono convinta lo senta anche Makoto. Si avvicina ancora di più guardandomi intensamente negli occhi; io sono paralizzata, non so cosa fare: scostarmi o lasciare che faccia…faccia cosa? Mi chiedo. In effetti non so neanche cosa voglia fare; baciarmi è fuori discussione, io sono solo un’amica per lui, o almeno così credevo, perché mi bacia sulle labbra! E’ un attimo ma basta per farmi toccare il cielo con tutto il palmo della mano. Quando si scosta da me mi sorrise poi scoppia a ridere. Io lo guardo sorpresa, curiosa e un po’ piccata, mi ha appena baciato (il mio primo bacio, dannazione!) e ora sta ridendo, è stato così orribile? A me è sembrato semplicemente fantastico. Aspetta, perché mi ha baciato?
“Che c’è?” chiedo quasi arrabbiata.
“Dovevi vedere la tua faccia!” mi risponde sempre ridendo. Ma che cavolo sta dicendo?
“Scusami, ma eri troppo buffa! Non sembrava che il ragazzo che ti piace ti avesse appena baciato!” mentre mi parla continua a ridacchiare.
“Ehi! Non è vero che avevo una faccia buffa!  Un momento…Che cosa hai detto?!” gli chiedo allarmata, come fa a sapere che sono innamorata di lui?
“Se ti stai chiedendo come faccio a saperlo, me lo ha detto mia sorella poco fa” mi dice come se mi ha letto nel pensiero.
“Non…non è vero!” protesto. Lui si volta di scatto a guardarmi “Giurami che stai dicendo la verità” mi dice serio. Io lo guardo un po’ intimorita, cosa devo dirgli? Che lo ama o no?
“Perché vuoi che te lo giuri?” chiedo cercando di prendere tempo. Codarda.
“Ho bisogno di saperlo perché…tu per me sei molto di più di un’amica” comincia avvicinandosi a me e sollevandomi da terra. “Tu…io ti amo Hayami. Se l’unica ragazza capace di farmi battere il cuore forte come il tuo batteva poco fa” mi disse guardandomi intensamente negli occhi. Dopo quella dichiarazione, non posso rimanere impassibile, gli occhi ricominciano a lacrimarmi ma questa volta per la felicità. Mi butto letteralmente tra le sue braccia dicendo quelle parole che da tanto tempo erano destinate a lui e nascoste nel mio cuore “Ti amo, Makoto” Lui mi stringe a sé sorridendo “Vieni, ci stanno aspettando” mi dice, poi aggiunse “Amore mio” io arrossisco di botto e mi stacco da lui fulminandolo con lo sguardo “Non chiamarmi < amore >” gli dico.
Lui ride “Lo sapevo che ti avrei fatto arrabbiare, conosco la mia fidanzata!”
“Chi ti ha detto che siamo fidanzati?” gli chiedo facendo finta di essere arrabbiata e offesa.
“Beh, diciamo…questo” mi risponde avvicinando nuovamente le sue labbra alle mie e baciandomi un’altra volta.
“Che non diventi un’abitudine” lo ammonisco prendendolo per mano e agitando l’atro dito sotto il suo naso. Makoto mi sorride e usciamo mano nella mano dalla palestra.
Non posso crederci io e Makoto Hirajizawa siamo ufficialmente fidanzati e, la cosa più bella, lui mi ama! Sono davvero la persona più felice del mondo.



1= Questa storia, come la lezione, è totalmente inventata. Non so se in Giappone fanno qualcosa del genere, ma mi serviva una scusa per far uscire Hayami dalla classe e incontrare il suo Principe Azzurro.
Piuttosto, che ve ne pare? E la scena di “LOVE” tra Hayami e Makoto, come vi è sembrata? Troppo smielata?

Adesso parliamo di cose serie. Auguro a tutti un Buon San Valentino con un giorno di ritardo e “buona festa dei single” a tutti gli altri.
Ringrazio anche: Caskett96, Helen Black, Sakurahime494, ScheggiaRossa e tutti quelli che leggo la stoira.

Micia95

  
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