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Autore: Kgm92    15/02/2012    1 recensioni
1) Lose Control
2)Gaara's Speech
3)The first night
4)Changing
5)Kazekage
6)Love
7)Helping
8)The first night
9) The end of war
10) Letting go
11) A new life
12) Father's death: "la cerimonia aveva richiamato la partecipazione di ogni singolo abitante del villaggio… beh, quasi tutti in effetti, perché Sabaku no Gaara non vi aveva preso parte."
Una serie di one-shot incentrate su Gaara ambientate dall'esame Chunin in poi: dedicate a tutti i fan del rosso jinchuriki! Leggete e commentate numerosi^^
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Eccomi di nuovo con una fanfic su Gaara!
Saranno una serie di one-shot non in ordine cronologico, ma ripercorreranno un po' tutta la vita del jinchiriki da dopo lo scontro con Naruto.
Spero che vi piacciano e.. commentate numerosi!^^
Kgm92

Lose control

La ragazza dormiva tranquilla nel suo letto quando venne destata da un urlo disperato nella notte.
Temari si svegliò di soprassalto e, istintivamente, si voltò verso la finestra: la luna piena splendeva orgogliosa nel nero della notte. Rabbrividì e si precipitò fuori dalla camera: sapeva esattamente da chi provenisse quel grido e cominciò ad avere paura.
Corse a perdifiato lungo il corridoio quando un’altra figura familiare ed altrettanto preoccupata la raggiunse. I due si scambiarono un cenno d’intesa senza interrompere la loro corsa.
Proprio mentre raggiungevano la loro destinazione un altro grido di dolore, proveniente dalla stanza davanti a cui si erano fermati, li raggiunse e la loro fermezza cominciò a vacillare. Si scambiarono un’occhiata rassicurante dopodiché aprirono la porta: i loro sguardi si posarono immediatamente su una figura minuta raggomitolata su sé stessa in fondo alla stanza.
Il ragazzino dai capelli rossi si stava stringendo convulsamente la testa tra le mani e gli occhi azzurro ghiaccio erano sbarrati dal dolore e dalla paura: ansimava e sembrava stesse compiendo uno sforzo tremendo.
-Gaara..- Temari e Kankuro erano pietrificati perché erano ben consapevoli di ciò che stava accadendo al fratello minore: era da poco che tra loro era nato un vero legame fraterno e non avevano ancora imparato ad accettare il più giovano completamente.. nel profondo erano ancora terrorizzati da ciò che dimorava silente nel suo corpo.
La prima a varcare la soglia fu Temari, ma non appena ebbe posato il piede all’interno una nube di sabbia comparsa dal nulla cominciò ad aleggiare per la stanza, come un predatore pronto ad attaccare al primo passo falso della preda.
-Temari, fermati! Non puoi fare niente, andiamo via!- le sussurrò Kankuro all’orecchio.
La ragazza però non lo stava ascoltando: seppur il suo istinto, frutto di anni e anni di addestramento, le stesse dicendo di scappare, l’affetto per il fratellino, che per tanto tempo avevano disprezzato e temuto, andava aumentando di giorno in giorno e proprio questo nuovo legame le impediva di abbandonarlo di nuovo, lasciandolo nelle grinfie di quel mostro. Si, perché ormai l’aveva capito: il mostro non era Gaara, bensì la bestia sigillata al suo interno.
Un altro passo, uno in meno che la distanziava da Gaara; man mano che si avvicinava la sabbia si faceva sempre più minacciosa, circondandola, lenta ma inesorabile, mentre i singulti del fratellino si facevano più frequenti e dolorosi: era questo ad infonderle il coraggio necessario per proseguire. Quando riuscì ad avvicinarsi abbastanza si accorse delle lacrime che bagnavano le guance di Gaara, lacrime nascoste dall’oscurità che non accennavano a smettere di sgorgare dai suoi occhi. Temari rimase a fissarlo per un attimo, stupefatta, dopodiché gli si inginocchiò affianco: non riusciva a ricordare di aver mai visto Gaara piangere e questo l’aveva sconvolta.
Kankuro osservava la scena esterrefatto: solo pochi mesi prima nessuno avrebbe osato avvicinarsi a Gaara proprio mentre stava per perdere il controllo, anzi, nessuno avrebbe osato avvicinarsi a lui a prescindere da tutto.
Temari sospirò nel tentativo di riprendere il controllo delle sue emozioni: era arrivata fin lì, ma adesso proprio non sapeva cosa avrebbe potuto fare per aiutare il fratello. In quel momento Gaara sembrò riacquistare un minimo di lucidità e alzò appena lo sguardo liquido sul volto della sorella:-Temari… vattene!- riuscì a sussurrare appena prima che un altro gemito strozzato lo costringesse a chiudere gli occhi e raggomitolarsi ancora di più su sé stesso.
In quel momento la sabbia impazzì: cominciò a vorticare disordinata per la stanza e a frantumare i pochi oggetti che la decoravano. Gaara urlò.
-Temari, vieni via! Non puoi aiutarlo, scappa! Non riuscirà a trattenerlo ancora per molto!- gridò Kankuro dall’altra parte della stanza.
La bionda cominciò a guardare freneticamente alle sue spalle la sabbia assassina che si faceva sempre più vicina, dopodiché riportò gli occhi sul fratellino che aveva preso a piangere più forte e in quel momento capì: Gaara stava trattenendo Shukaku con tutte le sue forze per evitare che facesse del male a lei e a Kankuro. La paura sparì in un attimo e non ebbe più alcun dubbio: si avvicinò ancora di più e lo strinse a sé
-Gaara, non ho la minima idea di cosa tu stia combattendo, ma sono sicura che puoi vincere.. lo so perché ho visto la tua forza: nessun altro sarebbe stato in grado di cambiare, nessun altro sarebbe stato in grado di sopportare il peso di tutto quel dolore.-
Temari continuò a cullare il fratello sperando che le sue parole e la sua vicinanza potessero aiutarlo a riprendere il controllo. Passarono diversi minuti prima che si iniziassero a vedere dei cambiamenti, ma poi, a poco a poco, la sabbia tornò a danzare placidamente, per poi depositarsi a terra, come se niente fosse successo.
Temari sospirò sollevata e sentì che Gaara cominciava a rilassarsi tra le sue braccia. Il ragazzo lasciò ricadere le mani lungo i fianchi, rivelando due occhi spauriti e ancora liquidi dal pianto.
Kankuro era sbalordito; aveva osservato l’intera scena incapace di parlare, consapevole di quanto fosse straordinario quello a cui aveva appena assistito: non era mai accaduto che Gaara riuscisse a riprendere il controllo su Shukaku prima di esaurire il chakra e, soprattutto, mai nelle notti di luna piena! Da quando erano tornati da Konoha quel ragazzino era cambiato radicalmente e aveva fatto il primo passo per farsi accettare dalla sua famiglia.
Kankuro si sentiva un verme: dopo tutto quello che Gaara aveva passato era riuscito con le sue sole forze e le parole di un ninja praticamente sconosciuto a riorganizzare i suoi pensieri ed a riprendere in mano la sua vita e lui, suo fratello maggiore, non aveva potuto e non aveva voluto fare niente per tanti anni..
Il silenzia calato nella stanza fu rotto inaspettatamente da Gaara che sollevò lo sguardo verso i fratelli: i suoi occhi avevano ripreso la loro naturale freddezza, copertura escogitata in tanti anni di emarginazione, ma che sia Kankuro sia Temari stavano ormai imparando ad interpretare: erano certi che dietro a quella maschera inespressiva si nascondesse un mare di emozioni incapaci di essere espresse.
-Scasate, non succederà più.- disse semplicemente rivolgendo un breve sorriso alla sorella come ringraziamento.
A quel punto Kankuro non riuscì più a trattenersi:-BAKA! Non sei tu quello a doversi scusare!- gridò mordendosi il labbro – se tu stai sopportando tutto questo è in gran parte colpa nostra, che non abbiamo saputo proteggerti ed amarti..- Temari chinò il capò incapace di sostenere lo sguardo di Gaara, che saettava stupito da lei a Kankuro.
-Siamo stati stupidi ed egoisti.. ma adesso basta. Se mai dovesse succederti di nuovo potrai contare su di noi.- concluse Kankuro.
Gaara spalancò gli occhi azzurri e Temari si rese conto solo in quell’istante di quanto fosse ancora bambino.
Gaara, il mostro di Suna, il Jinchuriki dell’Ichibi, sorrise timidamente e, come tutta risposta, appoggiò delicatamente la testa sulla spalla di Temari, che non aveva ancora sciolto il suo abbraccio.

  
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