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Autore: NorthStar    15/02/2012    11 recensioni
"Dunque... Oltre ovviamente al ritiro della patente, stavo per rifilarti la solita, classica multa del caso... Ma raramente mi capita di dover giudicare una persona per lo stesso reato, per la seconda volta e per di più nel giro di sei mesi..." sorrise l'uomo "Perchè sai, quando si tratta di questi piccoli reati la base è la stessa che si usa con i bambini..."
Santana lo guardo confuso, corrugando le sopracciglia.
"Se scrivi ancora sul muro papà si arrabbia..." disse l'uomo divertito "Ma con te questa strategia sembra non funzionare... Quindi..."
"Fa che non sia servizio pubblico, fa che non sia servizio pubblico... ti prego..." sussurrò Santana chiudendo gli occhi.
"Credo che sessanta ore di servizio pubblico faranno al caso nostro..." sorrise l'uomo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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boh Eccomi di nuovo...
Grazie grazie grazie per l'enorme fiducia che avete già dimostrato nei miei confronti, cosa che mi preoccupa assai perchè questa storia è così... insomma... diciamo che "ancora da definire" è dire anche troppo xD
vediamo un po' come va, via... spero che ne esca fuori qualcosa di decente e leggibile...

Un altro grazie, per forza, e buona lettura di questo noioso capitolo di assestamento...

Northstar

ps: l'epilogo di She walks in beauty è praticamente finito... ma voglio rivederlo ancora un paio di volte per concludere la storia senza fretta e/o dimenticanze, come credo che meriti... Grazie per la pazienza... :)


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"Ehm... sono Santana Lopez, sono qui per il servizio pubblico... mi hanno detto di rivolgermi a lei..." .
La bionda continuò a guardarla confusa per poi sorridere, indicarsi le orecchie e scuotere la testa.

"Oh merda..." sussurrò Santana collegando.

Brittany non poteva sentirla.


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"Io..." cominciò Santana per poi rendersi conto che era inutile parlare quando la bionda non poteva sentirla.
"Idiota! Non puo' sentirti, per la miseria... puoi parlare quanto vuoi ma non ti sentirà!" pensò la mora.
La ragazza alzò un momento le mani, facendo cenno a Santana di aspettare, per poi entrare un momento nell'aula, fare un paio di gesti e farle di nuovo cenno di attendere.
Santana si limitò ad annuire, guardando la bionda allontanarsi di corsa verso quello che doveva essere il suo ufficio.
"Stupida! Stupida! Stupida! Stupida!" sussurrò Santana accorgendosi poi che era inutile sussurrare se nessuno poteva sentirla "Stupida, stupida idea! Perchè la clinica!
Perchè il silenzio!? Qui c'è fin troppo silenzio! Era meglio andare a raccogliere fazzoletti che fare l'ennesima figuraccia qui dentro!".
Quando sentì i passi della ragazza avvicinarsi, Santana si volto cercando di nuovo di sorridere.
Dave aveva ragione.
Brittany era davvero fantastica.
Gambe interminabili, capelli morbidi come seta, occhi lucenti come il sole ed un sorriso per cui morire.
La ragazza porse a Santana una lavagnetta magnetica, di quelle su cui si poteva scrivere e ricancellare per un'infinità di volte. La latina prese la lavagnetta, guardandola confusa, per poi tornare a guardare perplessa la bionda, che le fece cenno di scrivere.
"Cosa devo scrivere?" pensò un momento Santana, per poi realizzare e scrivere semplicemente "Servizio pubblico."
La bionda cogliendo aprì la bocca sorpresa, per poi riprendere la lavagnetta e scrivere "Cosa vorresti fare?".
"E' un cuoricino quello sopra la i?..." sorrise internamente la mora, per poi riprendersi, guardare la ragazza di fronte a lei alzando le spalle.
Non aveva idea di cosa poteva fare lì dentro, se non alfabetizzare schede o pulire aule, visto che non aveva modo di comunicare con nessuno.
La bionda sorrise di nuovo ed indicandosi scrisse sulla lavagna "Brittany Pierce." per poi offrire la lavagna a Santana, che prontamente scrisse "Santana Lopez.".
Brittany annuì per poi poi porgerle la mano con l'ennesimo sorriso.
"Ora il "sorridente" di quel tipo ha decisamente più senso..." pensò Santana stringendole la mano.
La bionda poi le fece cenno di entrare con lei nell'aula, e Santana non avendo modo di dirle di no, la seguì sedendosi sulla sedia indicatale dalla ragazza, proprio vicino alla cattedra.
Brittany poi cominciò quella che sembrava un'articolata conversazione con i ragazzi dell'aula, che si trovarono tutti a guardare Santana salutandola con le mani.
La latina forzò ancora una volta un sorriso salutando a sua volta l'aula colma, per poi guardare la lavagna e leggere vari verbi e parole che Brittany indicava pian piano facendo seguire una serie di gesti.
Di tanto in tanto la bionda si voltava a guardare Santana, ripetendo alcuni gesti e la mora non sapendo cos'altro fare si limitava a sorridere ed annuire.
"Dio, che figura di merda..." disse Santana continuando a guardarsi intorno, per poi sentire qualche ragazzo ridere ed alzò lo sguardo confusa trovandosi un paio di occhi divertiti addosso.
In quel momento i ragazzi cominciarono a preparare gli zaini per poi lentamente uscire e salutarla di nuovo.
La mora salutò a sua volta
i ragazzi che le passarono davanti, per poi guardare Brittany con aria interrogativa.
La bionda si sedette in cattedra facendole segno di avvicinarsi e Santana obbedì trovandosi a pochi centimetri dalla ragazza.
"Santo Dio, è fantastica davvero..." pensò la mora osservando la donna da vicino mentre scriveva qualcosa sulla lavagnetta.
"In questa classe insegno il linguaggio dei segni." lesse Santana.
"Devo chiamarti professoressa?" scrisse la latina per poi passare di nuovo la lavagna alla bionda che con un sorriso fece cenno di no con la testa, per tornare a scrivere "Sono non udenti post-verbali. Alcuni di loro hanno cominciato ad imparare da poco."
"Post-verbali?" chiese Santana ad alta voce, dimenticandosi che Brittany non poteva sentirla, ma la ragazza scrisse invece "Vuol dire che hanno perso l'udito quando sapevano già parlare."
Santana la guardò confusa scrivendo "Come hai fatto a capirmi?"
Brittany sorrise e si indicò le labbra.
"Sa leggere il labiale quindi..." sorrise Santana "Questa è una bella notizia!".
"Riesci a capirmi?" disse Santana ad alta voce indicandosi la bocca.
Brittany annuì per poi scrivere "Non tutto. Parli molto velocemente..." ed aggiungere una faccina sorridente.
"Mi dispiace..." rispose Santana, ma la bionda poggiandole la mano sul polso cenno di non con la testa, a dirle di non preoccuparsi.
Santana guardò la mano della bionda chiedendosi per quale motivo non fosse scattata in quello stesso istante.
Per lei, gli unici contatti fisici (non casuali) consentiti erano solamente quelli inclusi nel sesso. Nient'altro.
Non era tipa da carezze o strette di mano e meno che mai abbracci... ma quella mano sul suo polso non le dava fastidio, non le faceva scattare in testa l'allarme che le partiva ogni volta che qualcuno le si avvicinava troppo, fisicamente e non.
Santana allora prese la lavagnetta e scrisse "Cosa posso fare qui? Per il servizio sociale?".
Brittany indicò l'aula, per poi scrivere "Puoi seguire il corso con i ragazzi se vuoi. Oppure puoi aiutarmi con l'amministrazione."
"Okay..." rispose la mora sorridendo.
"Avrai bisogno di una di queste lavagnette. Ne puoi chiedere una a Dave, il nostro portiere-tuttofare."
scrisse la bionda per poi cercare di imitare la fisicità dell'uomo, cosa che fece sorridere divertita Santana che annuì.
Brittany rispose al sorriso per poi scrivere "Devo andare ora.", indicando l'orologio al suo polso.
"Oh! Certo!" annuì la latina indicandosi "Anche io!
"E' stato un piacere conoscerti..." scrisse ancora la bionda portandosi una mano sul petto.
"Anche per me." disse Santana con un sorriso sincero.
"Ci vediamo uno di questi giorni, spero." scrisse ancora Brittany.
"Si, certo..." rispose la mora.
Brittany, stava per uscire dall'aula, quando rientrando scrisse sulla lavagnetta "Hai un bellissimo sorriso.
Dovresti sorridere di più.".
La latina arrossì annuendo alla bionda, e salutandola la vide uscire dall'aula.

Santana si guardò un momento attorno, esaminando le pareti dell'aula.
Erano coperti di cartelloni e schemi chiaramente realizzati da Brittany, e da un milione di foto in metà delle quali compariva anche la bionda .
"Wow..." sussurrò Santana fermandosi a guardare una foto in particolare.
Un primo piano della ragazza con un gatto enorme tra le braccia.
Aveva un sorriso così genuino, così caldo e dolce che Santana si trovò a sorridere a sua volta senza accorgersene.
"Cavolo, Lopez, riprenditi! Stai sorridendo ad una maledetta foto!" si disse la mora cercando di staccare gli occhi dal muro.
Fortunatamente il cellulare che le squillava nella tasca fu sufficiente a distrarla.
"Cosa vuoi?" rispose Santana col suo solito tono scocciato.
"Come è andata?" chiese Quinn.
"Uno schifo." mentì la mora.
"Bugiarda, lo sento che stai sorridendo."
"Mi conosci troppo bene Q, non è divertente così..."
"Avanti, racconta!"
"Non posso ora. Ho da fare... ci vediamo più tardi da Harry?"
"Cosa hai da fare? Sono le cinque del pomeriggio!"
"Affari miei, Fabray! Se ti va bene è così oppure niente..." rispose Santana continuando a studiare le foto sul muro.
"E va bene. Ma voglio sapere tutto poi, niente scuse."
"Quello che ti pare..." replicò la latina attaccando per poi richiamare immediatamente un altro numero.
"Che succede hai finito la tequila?" chiese Sam rispondendo al volo.
"Ahah, simpatico, Trouty, davvero..." rispose  la mora "E non preoccuparti, ho scorte di tequila per un intero inverno nucleare...".
"Cosa posso fare per te?"
"Sei ancora a scuola?"
"Si, perchè?"
"Devi trovarmi una di quelle lavagnette magnetiche che fanno usare ai bambini, hai presente?" chiese la latina non volendo chiedere l'aiuto del "tuttofare" che aveva incontrato all'ingresso.
"Santana, insegno ad una scuola superiore... Dove le trovo delle lavagnette magnetiche?!"
"Non lo so, sei tu quello che dovrebbe saperlo..."
"Cosa devi farci?!"
"Non ti riguarda cosa devo farci, ho bisogno di trovarne una." concluse brevemente l'ispanica.
"Santana, ti ho già detto che qui non ne troverò... ma puoi andare a comprarne una..."
"Sai cosa? Lascia stare, Sam..." disse la mora.
"Ci vediamo più tardi?"
"Come sempre..." rispose il ragazzo attaccando.

"Hai intenzione di rimanere a lungo?" chiese Karofsky appoggiato alla porta dell'aula.
"Cosa?" chiese Santana confusa.
"La scuola chiude alle sei di martedì..."
"Scuola? Credevo fosse una clinica..."
"Per i primi tre piani, si." rispose l'uomo per poi allargare le braccia indicando il piano "Questo piano è una scuola."
"Oh..." disse Santana pensando "Ora è più chiaro...".
"Allora hai conosciuto Brittany?"
"Già..." annuì.
"E... come ti è sembrata?"
"La creatura più bella mai posatasi sulla terra..." pensò la mora per poi mentire "Una bravissima insegnante... qualificata..."
"Molto qualificata... non trovi?" sorrise il ragazzo alzando divertito le sopracciglia.
"Ascoltami..." cominciò Santana fingendo di non ricordare il nome del tipo.
"Dave."
"Dave, giusto... avrei bisogno di trovare una di quelle lavagnette magnetiche che si usano per i bambini..."
"Vieni con me." disse il ragazzo, portandola in un aula che era evidentemente dedicata ai più piccoli.
Fiori e farfalle ovunque, tappetini colorati per terra, ed un intera cesta di lavagnette che Dave indicò dicendo "Scegli pure."
"Posso prenderne una in prestito?"
"Certo..." rispose l'uomo sorridendo "Da quello che ho capito tornerai a trovarci spesso..."
"Si, come no..." mormorò Santana cominciando a frugare nella cesta.
"Ok..." rispose Dave sedendosi su una seggiolina lì vicino.
"Gattini, fiorellini, ippopotami, giraffe, orsacchiotti..." commentò Santana "Non c'è qualcosa di più dignitoso? Che sò una tigre o qualcosa di simile?"
"Oh certo. Abbiamo tigri, leoni ruggenti, draghi, e la lavagna più richiesta dai bambini d'america: il lupo cattivo che azzanna Cappuccetto Rosso..." rispose ironico il ragazzo.
"Era un no?"
"Hai mai visto un quaderno per bambini con uno zombie disegnato sulla copertina!?"
"Non sto cercando uno zombie, sto cercando... qualcosa di meno bambinesco..."
"Buona fortuna allora..." sorrise il ragazzo allargando le braccia ad indicare i vari disegni e cartelloni per bambini.
"Ugh..." sbuffò Santana prendendo una lavagnetta a caso per poi osservarla e sbuffare "Magnifico. Topi..."
"Poteva andare peggio..." osservò Dave alzandosi per fare di nuovo strada alla mora.
"Allora quando è aperta questa scuola?" chiese Santana.
"Tutti i giorni fino alle sei. Ma solamente di martedì e giovedi proseguono le lezioni. Altrimenti sono aperti solo gli uffici amministrativi..."
"Di cui si occupa Brittany..." osservò la latina.
"Non solo.. ma sì, se ne occupa Brittany..." sorrise Karofsky.
"Cos'hai da ridere?" chiese Santana rientrando nell'ascensore.
"Niente..."
Arrivata al piano terra Dave disse "Allora, Santana, ci vediamo presto?"
"Santana Lopez, prego. O signora Lopez..." lo corresse Santana col suo sorriso altezzoso "E si, ci vediamo presto..." rispose la ragazza uscendo.
"A presto allora, Santana..." sorrise il ragazzo, guadagnando in risposta un dito medio alzato.
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"Ehi Patch!" disse Kurt salutando Santana appena entrata nel pub.
"Patch?" chiese la mora sollevando le sopracciglia.
"Patch Adams! Non sei andata a lavorare in clinica?" chiese il ragazzo.
"Non è quel tipo di clinica, Kurt..." spiegò la latina "Anzi, in realtà è una scuola..."
"Allora, racconta!" insistette Quinn.
"Dove sono Barbra e Gulliver?" chiese la mora guardandosi attorno.
"Serata di prove a Broadway..." rispose Puck.
"Cosa ci fai tu qui allora?" chiese Santana guardando Kurt.
"Sono il costumista, mi spettano solo le prove in costume..." rispose il ragazzo.
"E Sam?" domandò ancora la latina.
"Che c'è vuoi fare tutto l'appello prima di cominciare a raccontare?" disse Quinn.
Santana alzò lo sguardo infastidita per poi dire "Ho trovato un posto nel piano riservato ai sordi."
"Si dice non udenti..." la corresse Quinn.
"Fa lo stesso..." protestò la mora.
"Fico!" esclamò Puck per poi realizzare e chiedere "E come vi capite?".
"Per ora scrivo..." rispose la mora tirando fuori dalla borsa la neo-guadagnata lavagnetta "Qui".
"Topolini... che carini..." sospirò Kurt.
"Proprio per timore di commenti come questi, devo assolutamente trovarmi qualcosa di più dignitoso..." commentò la latina.
"E cosa ti fanno fare?" chiese Quinn curiosa.
"Non lo so di preciso... ho conosciuto la ragazza che si occupa del piano e-"
"E' carina?" chiese curioso Puck.
"Non è rilevante, Puck..." rispose secca Santana.
"E' uno schianto, allora..." sorrise il ragazzo alle parole della latina.
Santana fece finta di niente e continuò "Posso scegliere se aiutarla durante le lezioni o per quanto riguarda l'amministrazione della scuola... Non ho ancora deciso."
"Lezioni di?" chiese Quinn.
"Linguaggio dei segni."
"Non sarebbe male imparare il linguaggio dei segni..." commentò la bionda.
"Già..." cominciò Puck "Mi sono sempre chiesto se i gesti più comuni sono parte della loro lingua..."
"Se i gesti comuni a cui ti riferisci hanno un vago riferimento sessuale, dubito fortemente che siano gli stessi..." si intromise Kurt.
"Sono gli unici gesti che conosco..." si giustificò Puck alzando le spalle.
"E quando ci tornerai?" chiese Quinn.
"Chi ti ha detto che ci tornerò?"
"Hai già la tua lavagnetta personale Santana... è più che evidente che hai deciso di tornarci..." sorrise la bionda.
"Domani, credo." rispose la latina.
"Di già?" domandò stupita Quinn.
"Prima capisco come fregare il sistema, prima termineranno queste sessanta, anzi cinquantanove ore..." sorrise Santana, nascondendo che la realtà era un'altra.
L'unico motivo per cui sarebbe tornata in quella clinica, o scuola, o quello che era, era per rivedere Brittany.
Per sedersi di nuovo vicino a lei ed osservare quelle mille lentiggini sul suo volto, o quella grafia così tondeggiante ed armoniosa, o quelle mani sinuose e semplicemente perfette.
"Perchè hai scelto proprio i non udenti?" chiese curioso Kurt.
"Cercavo un posto silenzioso... tranquillo..." rispose la mora.
"Allora potevi cercare qualche occupazione in un obitorio... Ancora meglio in un cimitero..." si intromise Puck.
"Sei serio?" chiese Santana alzando le sopracciglia.
"Non troverai un posto più silenzioso e tranquillo di un cimitero... ho solamente detto le cose come stanno..." rispose il ragazzo convinto, per poi dire sognante "Senza contare che puoi sempre puntare alle vedove inconsolabili".
"Sai cosa Puckerman?" disse Santana con aria schifata.
"Cosa?"
"Di tanto in tanto mi domando come sia possibile che una donna elegante ed acculturata come Quinn, si ritrovi a condividere la sua esistenza con un troglodita come te..." cominciò Santana facendo sorrdere la bionda, per poi aggiungere "Poi ricordo che Q è stata anche con Finnocence ed anche nella peggiore delle ipotesi è scientificamente impossibile che sia più arretrato di lui..."
"Grazie!" sorrise il ragazzo soddisfatto come avesse ricevuto chissà quale complimento.
"Figurati..." sospirò la latina.
"Allora ragazzi, cosa vi porto? Il solito?" chiese Harry avvicinandosi al tavolo.
"Per me una Blue Moon..." disse Santana.
"E?" chiese ancora il barista.
"Nient'altro..." rispose la mora attirando gli sguardi increduli degli amici.
"Che ha fatto? Ha battuto la testa per caso?" chiese Harry scioccato guardando gli altri ragazzi..
"Che c'è? Devo lavorare più tardi..." spiegò la mora alzando le spalle.
"Buon Dio, cosa hai visto oggi in quella clinica?" chiese Kurt preoccupato "Avrai mica avuto un'illuminazione!?".
"Non ho visto nulla, Kurt... Niente di chè..." replicò la latina, pensando in realtà a Brittany.
"Ok..." disse Harry sospettoso, allontanandosi con gli ordini presi.
"E su cos'è che dovresti lavorare?" chiese Quinn guardando curiosa Santana.


"
Sordità pre-verbale blablabla... post-verbale invece è quando blablabla... ok..." mormorò la latina continuando a leggere tutto quello che Google avesse da offrire sull'argomento, sorseggiando la seconda birra della serata.
"Chissà se Brittany è nata così..." 
si chiese la latina "Magari ha avuto un incidente... E chissà come è la sua vita... come comunica con gli altri? Come chiede un cappuccino da Starbucks? Come ordina una pizza, o come se la cava col caos del menu di Breadstix?"
Non si era mai chiesta come potesse essere la vita per un non udente. Almeno fino ad allora.
Aveva sempre pensato superficialmente che l'esistenza dei non udenti dovesse essere triste o vuota... insomma, quanto puo' essere facile integrarsi nella società quando non si puo' comunicare?
Eppure il sorriso di Brittany le diceva tutt'altro.
C'era qualcosa in lei di così intrigante che non riusciva a spiegarsi... Le faceva pensare che nonostante non potesse sentire o parlare, avesse davvero tanto da trasmettere agli altri.
A lei.

Per quello aveva aveva già deciso.
Il giorno dopo sarebbe tornata alla scuola.
Non aveva tempo da perdere.

   
 
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