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Autore: mey chan    15/02/2012    7 recensioni
Non saprei spiegare con esattezza ciò che provai in quel momento. In preda all’imbarazzo rischiai di rimanere a bocca aperta, mentre Kushina, severa, mi guardava in volto con un’espressione irritata e le gote tinte di rosso chiaro. “Se osi dirlo a qualcuno sei un uomo morto, Minato.” Sillabò, lanciandomi l’involucro con i cioccolatini.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kushina Uzumaki, Yondaime | Coppie: Minato/Kushina
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Minato Namikaze'
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Non avevo mai pensato che San Valentino potesse rivelarsi come un giorno fuori dal comune, d’altronde era ordinario vedere le ragazze, timide e imbarazzate, nascondere il cioccolato dietro la schiena e aspettare il fortunato destinatario fuori dalla classe. Io stesso ero oggetto di dichiarazioni, biglietti e cioccolatini vari. Credevo, dunque, che anche quest’anno avrei ringraziato le compagne per la cortesia e il pensiero, senza comunque vergognarmi davanti a delle orecchie in fiamme e qualche voce flebile ed emozionata. Mi ero sbagliato. Sbagliai di brutto a dire il vero, e non seppi come comportarmi.

La campanella era suonata da dieci minuti e aveva annunciato la fine delle lezioni pomeridiane. Trattenuto in sala insegnanti per un incarico extra, solo in quel momento ero potuto rientrare in aula. Presi la cartella e il sacchetto pieno di dolci che avevo ricevuto, osservandolo con malcelata curiosità. Cioccolato fondente, bianco, al peperoncino, alla menta, all’arancia e chi più ne ha più ne metta. A ricreazione avevo provato a cercare quello al latte che, personalmente, apprezzo di più. Sembrava però un cliché quello di regalare semplice cioccolato al latte, dato che non ne trovai manco in un sacchettino. Mi stavo comunque incamminando fuori dall’aula, quando sentii una voce energica chiamarmi.
“Minato! Ehi!”
Riconobbi subito Kushina Uzumaki, mia compagna di classe trasferitasi a inizio anno scolastico.
Mi girai per guardarla in faccia, notandola con la bocca contratta e seria.
“Cosa?”
“Vai a casa?” mi domandò, cominciando a fare piccoli cerchi con il piede destro.
“Sì. Tu che fai invece?”
“Uhm… anch’io devo andare a casa, per domani ci sono quei sistemi da fare.”
“Non sono difficili.” Dissi di getto.
“La fai facile tu! Sei bravo in tutto, proprio non capisco come fai!”
Ridacchiai, scuotendo la testa.
“Devi solo capire il meccanismo, tutto qui. Allora a domani, ciao.”
Le diedi le spalle, quando mi sentii di scatto afferrare per la divisa e tirare indietro.
“Aspetta!”
Le rivolsi un’occhiata curiosa.
“Io… uhm… oh, accidenti!”
Strinse le mani a pugno, agitandole, per poi cominciare a frugare nella sua cartella. Osservai ogni movimento, finché non mi ritrovai a due palmi dal naso un piccolo sacchetto trasparente legato con un fiocco, pieno di cioccolatini, e due occhi blu che guardavano ovunque tranne che nella mia direzione.
Titubante, portai l’indice a indicarmi.
“Per… me?”
Kushina si morse le labbra e l’interno di una guancia, e strizzò le palpebre come a concentrarsi profondamente.
Non seppi dire altro e nemmeno lei, fino al momento in cui trovò il coraggio di guardarmi e i nostri occhi rimasero in contatto per quella che parve un’eternità.
 Non saprei spiegare con esattezza ciò che provai in quel momento. In preda all’imbarazzo rischiai di rimanere a bocca aperta, mentre Kushina, severa, mi guardava in volto con un’espressione irritata e le gote tinte di rosso chiaro. “Se osi dirlo a qualcuno sei un uomo morto, Minato.” Sillabò, lanciandomi l’involucro con i cioccolatini.
Lo presi al volo con l’unica mano libera che avevo, sentendomi stranamente contento.
 “Graz-”
“Io ora vado, farai meglio a sbrigarti anche tu prima che faccia buio! Ciao!”
Mi oltrepassò correndo e subito mi girai, vedendola sparire oltre la porta, con i suoi bellissimi capelli rossi che oggi aveva legato in una coda alta.
Se n’era andata, lasciandomi del cioccolato.
Dopo poco posai con calma la busta enorme e la cartella sopra un banco, slegando poi il fiocco di quell’inaspettato regalo e mangiando un cioccolatino.
Avrei dovuto immaginarlo.
“Latte.”
Chiusi gli occhi, beandomi di quel sapore così buono.
E tu lo sapevi, vero Kushina?









San Valentino è passato, lo so, ma ieri sinceramente non ci pensavo nemmeno a pubblicare qualcosa. Mi è venuta oggi questa piccola idea e volevo renderla semplice e diretta, con poche parole ma sufficienti. Per poco non rientra tra le flashfic.
La narrazione in prima persona di Minato è una novità. Solitamente uso la terza, poi provai con Kushina una sola volta, ritenendo che con una ragazza ci sarei potuta riuscire, e stavolta è toccato a Minato. Avrei potuto farla di Kushina, è vero, e non so perché ho scelto Minato. È un maschio e magari non sono riuscita a renderlo bene però, beh, vuoi che adoro Minato e il suo modo di pensare e comportarsi che ho voluto tentare. Mi piace anche Kushina, tanto. Insieme poi sono stupendi.
Spero vi sia piaciuta XD
Un bacio ^^

  
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