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Autore: tersicore150187    16/02/2012    5 recensioni
"Lui la guarda senza muovere la testa, con quello stesso sguardo furbo, con la pelle che si raggrinzisce ai lati degli occhi mentre le sue labbra sottili si aprono in un sorriso. È contento come se avesse dieci anni e non è un risultato della vecchiaia, lui è sempre stato così, ha sempre avuto dentro questo animo gioioso da bambino, che si illumina nelle piccole cose."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“Castle"
 Le sue palpebre si sollevano molto lentamente e lei riesce a vedere poco delle sue iridi azzurrissime, ora velate.
Nella penombra della stanza lei si china su di lui appoggiando una mano sul suo petto e gli sfiora la tempia con un bacio, mentre una ciocca grigia scivola dal suo fermaglio.
"Buon san Valentino."
Lui la guarda senza muovere la testa, con quello stesso sguardo furbo, con la pelle che si raggrinzisce ai lati degli occhi mentre le sue labbra sottili si aprono in un sorriso. È contento come se avesse dieci anni e non è un risultato della vecchiaia, lui è sempre stato così, ha sempre avuto dentro questo animo gioioso da bambino, che si illumina nelle piccole cose.
Lei gli tiene la mano e gli accarezza il dorso con il pollice.

Stanno così nella calma e nel silenzio, divisi solo dalle lenzuola di filati pregiati e dal cachemire della coperta del suo letto, con la mente piena di ricordi.

"Kate! Kate!" 


Le urla si sentono fino alla camera da letto e lei può già dire che lui è entusiasta per qualcosa. Si alza dal tappeto e a piedi scalzi gli va' incontro. 
 "Castle mi hai preso per una vecchia sorda?"
Lui le corre incontro in soggiorno e la abbraccia sollevandola da terra e facendola girare in aria, ridendo.
"Hey che entusiasmo scrittore! Che è successo?"
"Paula mi ha appena chiamato, indovina dove si terrà la prima europea del film su Nikki Heat?"
 "Roma?"
 "No, fuochino detective....beh più che fuochino direi....ardore e passio..."
 "No!" esclama lei stupita "Non mi dirai che..."
 "Che io e te andiamo a Parigi per un week end? No infatti!"
 Kate lo guarda sconcertata...era sicura che fosse...
"Perché ci andiamo per una settimana intera!!!!! La stampa ha programmato una serie di incontri e c'è un festival di teatro emergente a cui vogliono che io partecipi come giudice!"
Si abbracciano e lui potrebbe giurare che lei sta saltellando per l'emozione.

"Hey futura signora Castle, sei contenta di passare San Valentino a Parigi con il fortunatissimo sottoscritto?"
"Oh si, molto...ma sarò ancora più contenta quando mi avrai aiutata a svuotare quegli scatoloni!"
Castle mette il broncio come un bambino a cui è stato chiesto di riordinare i suoi giocattoli "Ma Kate!" esclama "non sapevo che un detective avesse tutta questa roba!"
Kate si mette le mani sui fianchi e lo guarda divertita:

"Non oso immaginare quello che avremmo dovuto fare se fossi stato tu a trasferirti nel mio appartamento! E poi sono pur sempre una donna..."
Ma non fa in tempo a finire neanche la frase che lui le sta lasciando una dolcissima scia di baci che dalla spalla risalgono verso il collo.

"Oh lo so mia cara...."
E gli scatoloni aspetteranno.
 

“Castle aiutami! Non ce la faccio da sola..."
 "Kate!"
Lei è di spalle, ma può ben dire che il tono di voce di suo marito è accompagnato da un'espressione di rimprovero.

Castle non è più il cucciolone che la segue con gli occhi sgranati pronto a scodinzolare a comando.

O meglio non solo, ora è anche più responsabile, pacato, pronto ad arginarla quando serve, sempre più uomo, ogni giorno che passa, non solo quando c'è da mettere mano al portafogli.
Lei si volta, scalza, con l'abitino viola che le arriva fino alle ginocchia e resta sempre un po' sollevato sul davanti, inevitabilmente.
 "Uno: mettiti le scarpe. Due: non sollevare pesi, quante volte te l'ho detto! Tre: mettiti un golfino, siamo a Febbraio non puoi stare a braccia nude!" esclama con un tono calmo, ma che non lascia spazio a repliche.
 "Ma io ho caldo!" dice lei appoggiando lo scatolone che tiene vicino alle gambe.
 "Sì ma siamo a Febbraio, che a New York é decisamente pieno inverno. Forza! Fai come ti ho detto..."
 Lei passa in camera da letto, tornando dopo pochi minuti con un copri spalle aperto sul davanti con due lunghe stringhe che penzolano ai lati, mentre lui è indaffarato a togliere il nastro adesivo dallo scatolone.
"Beh?" la apostrofa lui vedendola ancora senza scarpe sulla soglia.
Lei lo guarda combattuta non riuscendo a dare voce alla sua richiesta.
Ma lui è uno scrittore e un po' di fantasia e immaginazione non gli mancano mai, si avvicina e le mette le mani sulle braccia, ridendo piano. Poi le posa un bacio dolcissimo sulla fronte libera dai capelli, tenuti sul lato da un piccolo fermaglio.
Abbassa le braccia, raccoglie i due lembi di stoffa e li incrocia facendoli passare dietro la schiena della donna, riuscendo, peraltro a toccarsi appena le punte delle dita dietro di lei.
"Non ti arrivano più le mani amore...."
"Sono enorme..." dice lei nel suo collo, con un grande sospiro.

 "L'unica cosa enorme di te sono le tue doti, sei enormemente bella, intelligente, elegante...sei la ma principessa e con questa panciona ogni volta che ti guardo non posso fare a meno di pensare a quanto io sia fortunato a ricevere questo regalo!" le dice accarezzandole i capelli.
Lei si sforza di sorridere e poi sporge la testa dietro la sua spalla.
"Hai montato il passeggino?"
"Onestamente? Non ci capisco niente Kate, mi farò aiutare da tuo padre domani. Andiamo forza, faremo tardi al ristorante!" dice sorridendo e la abbraccia, o almeno ci prova. Poi mette una mano in tasca a tira fuori un cioccolatino a forma di cuore avvolto in una carta rossa.
"Eccoti un anticipo del regalo mammina...lo so che muori di fame. E..."

"...mettiti le scarpe!""



Il soggiorno è immerso nella penombra. Castle apre la porta di ingresso bloccando il suo entusiasmo e optando per un approccio calmo.


 Si avvicina al divano e vede Kate ad occhi chiusi con la testa appoggiata allo schienale. Guarda l'orologio, le sette, sospira piano e tira fuori il telefono dalla tasca. Kate lo sente e apre gli occhi.
"Hey" sussurra.

"Hey, sei sveglia?" 
"Sì non dormivo..."
Castle si inginocchia davanti al divano e posa una mano sopra quella della moglie. 
"Come sta?" sussurra facendo cenno al corpicino disteso tra le sue braccia.
"Meglio." risponde lei, spostando poi la testa verso la bambina e tirando un lungo sospiro.

Poi riprende: "Rick ascolta..." ma lui le mette un dito sulle labbra facendole "shh" con le labbra dolcemente. Poi solleva il cellulare e lo mostra alla donna. Sullo schermo c'è aperta la rubrica al numero di "Chez Luke".
"Stavo chiamando per disdire il tavolo e dire di portarci la cena a casa." sussurra lui sorridendo e poi passa la mano sulla testa boccoluta di Johanna che dorme profondamente a bocca aperta sdraiata sulle gambe della madre, occupando con le sue lunghe gambine sottili quasi mezzo divano.
"E’ sudata..." dice Rick, da padre premuroso, quasi più a sé stesso che a Kate.

Lei annuisce debolmente e lui sposta la sua mano lungo il suo braccio "E tu come stai?"
"Ora bene". Kate risponde guardandolo negli occhi e Richard fissando nella profondità di quei cristalli ambrati può scorgere tutta la sua paura, nascosta dietro la stanchezza. 
"Kate tesoro, i bambini si ammalano in continuazione è normale..."
"Lo so, hai ragione...è che mi sento in colpa...ultimamente l'ho trascurata..."
"Non è vero e lo sai. Johanna è semplicemente orgogliosa di te e di come te la stai cavando! Lei crede che tu sia una specie di super eroe!"

Kate non può fare a meno di ridere piano, nel silenzio e nella penombra in cui il sorriso del suo uomo brilla d'amore.
"E a proposito di cavarsela...sono le sette amore."
"Sì...." sussurra Kate voltandosi a guardare il fagottino che dorme a pancia in giù su un lenzuolino piegato accanto a lei "Tra un po' dovrebbe svegliarsi."
Rick allora con delicatezza solleva Johanna dalle gambe della madre e la prende in braccio.

"Kate hey...guarda che piedi che ha!" 
La donna gli sorride. Castle si meraviglia e si diverte ad osservare ogni minimo particolare dei figli e sembra ogni giorno di più un papà più innamorato, e per lei che non ha potuto vedere Alexis piccola, vivere la quotidianità con Johanna e Whyatt é una continua scoperta. 
Pochi minuti dopo lui riemerge dalla loro camera da letto dove ha messo la figlia a dormire tra quattro cuscini.
"Ha preso da te, è alta! E ha solo cinque anni...crescerà tantissimo ancora. Sai leggende metropolitane dicono che la febbre fa acquistare centimetri!"
"Ah non lo so, ma ti posso assicurare che è un'ottima cura dimagrante per le madri!" dice piano Kate mentre solleva il piccolo e lo da' in braccio al padre. 
Si spoglia con minuziosa cura, cosciente di essere sempre una mina vagante per gli occhi dell'uomo che ama, anche se sconvolta da due bambini piccoli. Castle si siede al suo fianco, tira con una mano il cuscino e poggia il neonato nell'incavo del braccio della madre, che cerca con le dita di metterlo al seno.
Kate sorride e accarezza il piccolo che apre gli occhi lentamente e la guarda studiandola come solo i neonati sanno fare.
Mentre il bambino allatta tranquillo, Kate si gira verso il marito e gli dice "Mi dispiace per la cena..."
Lui la guarda e si avvicina per sfiorarle le labbra con un leggero bacio.
"Non ho bisogno di nessun ristorante. Ho tutto quello che voglio proprio qui accanto a me. Buon San Valentino amore mio".


Richard Castle le si avvicina da dietro le spalle, le appoggia le mani sulla vertebra e chiude il colier di perle che lei non riesce a infilare. Si accorge che le sue mani tremano.


"Sei nervosa?"
"Rick so che non è facile da capire, e so anche che biologicamente è anche difficile che sia possibile data la mia età, ma Alexis è come una figlia per me. In alcuni momenti della nostra vita insieme io l'ho amata quanto i nostri figli."
Lui le sorride nello specchio, poi la volta verso di sé e la abbraccia piano, facendole poggiare la testa sulla sua spalla. 
"Perché non glielo dici allora? Credo che le farebbe piacere".

Pochi istanti dopo Kate bussa alla grande porta bianca per trovare Meredith che le apre con uno sguardo interrogativo, come se Kate non avesse diritto di bussare in una stanza di quella che ormai è la casa in cui vive da più di dieci anni e che con il matrimonio è diventata anche legalmente sua.
Alexis è in vestaglia e un'estetista la sta truccando. Non appena la vede la ragazza, beh la donna, esclama: "Kate! Oh Dio del cielo, meno male, ho bisogno di aiuto col vestito!"
Kate cerca di calmare la sposa completamente agitata che ha davanti e, superando il groppo che ha in gola, si rivolge a tutti i presenti dicendo " potreste lasciarci sole qualche minuto per favore?".
Le cameriere escono in fretta, mentre la truccatrice chiude la sua borsa, Meredith osserva Alexis con un Martini in mano.

"Mamma, credo che Kate intendesse proprio tutti..." dice piano la ragazza non sapendo come confrontarsi con la madre, la quale tuttavia, esce dalla sala, non senza un certo imbarazzo.
Rimaste sole, Kate prende le mani della figliastra fra le sue, cercando di dissimulare la difficoltà del momento.
“Alexis, io non sono tua madre, ma sono madre e ora posso sapere cosa significa. Inoltre per te non sono stata una madre perché come avrei potuto d'altra parte? Quando ti ho conosciuta tu eri un'adolescente, ma io ero poco più che una ragazzina ed ero troppo presa da me stessa per poter essere qualcosa per qualcun altro. Ma poi le cose sono cambiate e...Dio com'è difficile...io ho cercato di fare del mio meglio per te. Ho cercato di essere una persona migliore, ma i miei errori non sempre mi hanno permesso di essere un esempio o una guida come avrei voluto. Ma a te ho sempre voluto un bene speciale, per il posto prezioso che hai nella vita di tuo padre e quindi anche nella mia, perciò spero che almeno ciò che ti dirò adesso possa essere per te un buon esempio.

Tesoro, l'amore e la felicità, sono le cose più importanti a questo mondo ed entrambe stanno nel nostro cuore. Io credevo che vivere la mia vita combattendo per la giustizia fosse tanto e non immaginavo quanto di più mi potesse dare l'amore, quanto mi potesse riempire. Anche tu hai riempito la mia vita con la tua presenza, e, per questo, tu per me sei esattamente come Johanna, Whyatt e Nicolle. Ricordatelo sempre Alexis, non é un caso che oggi sia il 14 febbraio, avete scelto una data importante. Questo è un giorno in cui si festeggia l'amore, perciò segui sempre il tuo cuore e non sbaglierai mai. E quando avrai bisogno di me o dei tuoi fratelli saprai sempre dove trovarci." le ultime parole furono strozzate dalle lacrime tuttavia.
Poco importava, ma la truccatrice avrebbe avuto il suo da fare, Alexis piangeva tra le sue braccia dalla seconda parola che Kate aveva pronunciato.
Qualche minuto dopo, mentre Kate stringeva forte dei lacci di seta sulla schiena della "figlia", sentirono bussare alla porta.
Castle entrò con un pacchetto di fazzoletti e un vassoio con tre coppe di gelato sopra. Vicino c'era una scatola bianca con degli orecchini di perle dentro e un biglietto con su scritto:

"Ricordati che al mondo non c'è nessuno che ti ami più di noi. Buon San Valentino, Papà e Kate".


Nicolle Alexandra Castle piange a braccia conserte seduta sul divano. Il moccio le si presenta al naso e lei tira su con forza.


"Guarda che così sembri una bambina piccola Nikki, smettila!" le intima la mamma con aria indifferente.
In quell'istante entra nel soggiorno Richard Castle con la cravatta aperta appoggiata al collo della camicia. La moglie si avvicina e gli fa il nodo mentre lui solleva la testa tendendo la pelle non più giovanissima.
"Che ha tua figlia Kate?"
"Mia figlia?" risponde lei alzando il suo solito sopracciglio come fa ormai da vent'anni con lui. "A me sembra di riconoscere il tuo broncio Mister Castle!"
"Ancora per la festa?"
La donna si gira e rivolge un occhio alla bambina che, apparentemente indifferente alla scena, continua a lamentarsi.
Intanto un ragazzino con una maglietta due taglie più grandi della sua fa il suo ingresso spavaldo.
"Wow papà ma lo sai che sei super figo?"
L'uomo con qualche ciocca brizzolata ben pettinata ai lati della testa e l'abito elegante, gli rivolge uno sguardo scettico.
"Per quanto possa essere lusingato figlio mio, mi chiedo ancora come io possa aver messo al mondo un essere con la proprietà di linguaggio di un'analfabeta."
"Eddai pa!" esclama lui.
Ma l'uomo si gira verso la moglie che intanto sta pettinando la bambina piangente ed esclama:

"Lo vedi? Mi provoca!" ma lei lo licenzia con un gesto svolazzante della mano e un mezzo sorriso.
Mentre il ragazzo esce dalla porta Castle prende in braccio, quasi a fatica, la spilungona della sua quarta figlia, terza per Kate.
Spera che coccolandola un po' smetta di piangere, ma la sua rabbia è tale che neanche le moine del padre servono a qualcosa.
In quel momento suonano alla porta.
"Ecco! È la signorina Travis! Quella puzza!!!!" urla la bambina a denti stretti contro l'anziana baby sitter zitella che si occupa di lei quando i genitori non ci sono.
Invece alla porta si affaccia Lanie sorridente e con un meraviglioso cappotto col collo di pelliccia che le incornicia il viso ben truccato. Toglie il soprabito ad una bambina coi capelli ricci e gli occhi identici a quelli di Javier, Tyla.
Quando Nicolle la vede le corre incontro e le butta le braccia al collo urlando. 
La mamma le guarda con le mani sui fianchi, in segno di rimprovero.

"Signorinella, visto che mamma e papà volevano andare a questo galà per una volta e anche zia Lanie e zio Javi vanno a cena fuori stasera, abbiamo pensato di chiamare una sola baby sitter per tutte e due, ma è escluso che voi sareste andate al pigiama party di Jennifer Pearson!"
"Ma mamma!" esclama la bambina mettendo il broncio.
L'elegante zia interviene: "Zuccherino, prendi esempio da tua cugina. Le ho promesso che se la smetteva di fare storie domenica la portavo a cavalcare il pony. E poi le ho spiegato che una festa notturna non é adatta a due bambine di dieci anni! Fine della discussione!"
La bambina non sembra convinta anche se si siede sul divano e inizia a sfogliare un album di figurine con l'amica.
"Questa é l'età peggiore" le sussurra l'amica nell'orecchio "ma tu sei poco furba e troppo diplomatica per lei....offrimi qualcosa da bere ragazza".
Quando, mezz'ora dopo gli adulti sono sulla porta pronti ad uscire e la signorina Travis ha già messo nei piatti la pasta al sugo per le bambine, Tyla bacia i genitori e Nicolle si avvicina con le mani nascoste dietro la schiena alla mamma. Castle che conosce bene quello sguardo furbo, da' un bacio veloce alla figlia e si apposta fingendo di essere impegnato col soprabito.
La bambina da' un bigliettino alla mamma a forma di cuore, con i bordi ritagliati in maniera un po' approssimativa.
Kate sorride e lo apre "           Buon san Valentino MAMMA e papà. Sono contenta che andate al ristorante." 
Ma mentre sta per chinarsi per abbracciare la figlia Kate scorge una scritta sul retro e gira il foglio. C'è scritto:

"Posso andare a cavallo con Tyla domenica?" e sotto c'è disegnato con un tratto e due puntini un enorme sorriso.


I ricordi galoppano nascosti dietro quel sorriso.

Con le mani sempre intrecciate chiudono gli occhi per concedersi un po' di riposo. La luce soffusa della camera li avvolge come un'aura magica. Anche se ogni giorno insieme è speciale per loro, San Valentino è sempre un po' più, per l'entusiasmo giocoso di Castle e per la rinnovata fiducia nell'amore di Beckett.


Castle guarda la moglie con adorazione e con una segreta richiesta. Lei lo capisce, lo legge, indovina i suoi desideri. Allunga la mano sul comodino e solleva il grande album. 
"Solo un'altra volta eh?"
Lui le sorride felice. Lei si accoccola al suo fianco e inizia a sfogliare le pagine piene di fotografie ed emozioni.

Ci sono tutti, loro due, innamorati come mai, il giorno del matrimonio, Johanna, Whyatt, Nicolle, appena nati e poi sempre più grandicelli, Alexis il giorno del suo matrimonio con il marito e Johanna anche vestita di bianco. E poi altre foto ancora, i loro nipoti, i due gemelli di Alexis prima, la bambina di Whyatt e della compagna, le foto del diploma di Nicolle, il primo bagnetto di Katherine, la prima figlia di Johanna. Loro tutti insieme, sempre più uniti, sempre in armonia. E poi dall'album scivola una foto di loro due, molti anni prima, soli. Hanno delle candele in mano e si guardano intensamente. L'ha scattata Alexis la sera del concerto commemorativo per Hayley .


Kate quasi si commuove.

Guarda l'uomo sdraiato al suo fianco e gli sussurra:

"Ti amavo allora, ti amo anche ora".

Lui raccoglie le sue forze e le sussurra "Always" portando la sua mano vicina alle sue labbra. Ed é tutto ciò che lei vuole in regalo, una singola parola che le riempie il cuore.

  
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