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Autore: Cucuzza2    17/02/2012    2 recensioni
“Ti amo, Melina” aveva bisbigliato, percependo il corpo irrigidirsi ed il volto diventare di un pallore mortale. “Se solo ci fosse un modo per-”
Era rimasta immobile, attonita e silenziosa.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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COW-T.
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I ricordi erano davanti ai suoi occhi.
Tremò, in preda all’indecisione; davanti a lei c’erano la mente e il cuore di Melina, che necessitavano solo di un corpo nel quale abitare. Aveva del tragicomico: finché tutto era stato ipotesi ed accademia, era stata pronta e desiderosa di sacrificare anche la sua stessa vita per quella della ragazza che amava. Ora, quella situazione era reale, e non avrebbe dovuto che abbassare un casco e premere una leva per riportare indietro Melina.
E allora, che cosa c’era da essere indecisi?
 
“Tu sei la mia migliore amica, Melina.”
“Anche tu, Jan” le aveva stretto le mani con dolcezza. A Janice, quelle di Melina erano sembrate fredde.
 
Fredde; ma mai fredde come avrebbero finito per essere tempo dopo. Socchiuse gli occhi per non pensarci.
E allora, che cosa c’era da essere indecisi?
 
“Janice, io-”
Aveva sentito l’altra sfiorare le sue labbra con le proprie e, cingendole i fianchi con un braccio, lasciare che la propria lingua si insinuasse nella sua bocca. Aveva ricambiato il bacio, silenziosa, ma pronta a rimanere lì per sempre.
 
Sfiorò il casco, poi lo sollevò, portandoselo al capo; ne sentì il peso nello stendersi sul lettino, e nel portare la mano alla leva.
Doveva solo esercitare un po’ di pressione, solo un po’ e sarebbe tutto finito; Melina sarebbe tornata in vita, e quanto a lei, non avrebbe avuto importanza.
Strinse le labbra, cercando coraggio e brancolando nel dubbio.
 
Poi, lei si era ammalata.
All’inizio era sembrato un disagio passeggero, un malanno da paio di settimane senza muoversi, con Janice al capezzale a sommergerla dei suoi cioccolatini alla menta preferiti e di baci che davano il contagio per certo.
Nulla di grave.
Nulla di incurabile.
Nulla di mortale.
 
Grave.
Incurabile.
Mortale.
Melina era progressivamente diventata più debole, di giorno in giorno e di ora in ora. Janice, seduta al suo capezzale, ora la baciava sempre meno per nascondere di avere le labbra bagnate.
 
Cominciò a piangere, lentamente – tremando, non avendo quasi la forza di abbassare quella dannata leva.
 
“Allora, quell’altra ragazza, andrà bene per la trasmissione dei ricordi?” e intanto, implorava di sì.
“Non voglio che qualcuno si sacrifichi per me.”
“Sarebbe per me, non per te.” Sorrideva appena, tenendole la mano fredda e magra.
 
“Puoi farlo, Janice, su. Puoi farlo.”
 
“Addio, Janice.”
“Non dire sciocchezze, Melina, tornerò domattina.”
Tutornerai.”
Uno sguardo, sottile ed appannato. Janice a quel punto era scoppiata in lacrime, senza più alcun contegno; sì era seduta piano sul bordo del letto, poi l’aveva baciata sulla fronte, con delicatezza.
“Ti amo, Melina” aveva bisbigliato, percependo il corpo irrigidirsi ed il volto diventare di un pallore mortale. “Se solo ci fosse un modo per-”
Era rimasta immobile, attonita e silenziosa.
 
 
 
 
Ed infine, abbassò la leva.
   
 
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