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Autore: Neko    20/02/2012    3 recensioni
Sequel di "Da allievo a maestro" Sono passati anni da quando Kabuto ha combattuto nel suo covo contro i ninja della foglia e compiendo un gesto infimo ha rapito la figlia di Naruto appena venuta al mondo, ma esso non si arrende e continua la sua disperata ricerca con l'aiuto dei suoi amici.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo 1: Nostalgia

 

Pov Sasuke

Ben sei anni erano passati da quando Kabuto era riuscito ad avere la meglio su di noi. Quella sconfitta bruciava ancora su tutti noi presenti quel giorno. Esteriormente poteva sembrare che tutto fosse tornato alla normalità, ma in realtà quel giorno era una grossa macchia nel nostro cuore che non si sarebbe mai estinta, soprattutto in quello di Naruto.

Esso si comportava, con le persone che non lo conoscevano nel profondo, come se non avesse mai avuto un solo giorno spiacevole in vita sua. Spesso infatti mi capitava di osservarlo al campo di allenamento n°3, dove di tanto in tanto allenava gli allievi  di altri jounin impegnati momentaneamente in altro, e lo vedevo sorridere, scherzare e solo di rado arrabbiarsi per qualche marachella compiuta dai giovani.

Solo ad un occhio inesperto poteva sfuggire la maschera che il mio amico aveva imparato ad indossare per mascherare il suo dolore, come anche il suo desiderio di voler tornare a insegnare.

Lo si leggeva negli occhi quanto quell’attività, anche se per poche ore alla settimana, lo aiutasse a svagarsi, ma lui aveva messo in chiaro le cose. Non avrebbe mai più fatto da insegnante finchè non avesse ritrovato la figlia. Voleva spendere le sue energie nelle ricerche e concentrarsi solo su quello, quando non era chiamato a fare il suo dovere come ninja della foglia.

Erano rare le volte in cui mi sembrava di rivedere il vecchio Naruto, senza quell’ombra di sofferenza che aveva preso a velare i suoi occhi, una volta luminosi e gioiosi, e questi rari  momenti in genere erano dovuti alla presenza del suo secondogenito. Un bambino che sembrava voler ripercorrere le orme del padre.

A volte mi capitava di soffermarmi a pensare alla piccola Kumiko e cercai di immaginarmi come avrebbe potuto essere. Spesso durante le missioni, mi domandavo se fra una di quelle bambine, che mi capitava di incrociare, potesse esserci lei, ma in nessuna di loro avevo trovato qualche caratteristica che potesse minimamente ricordarmi i miei due compagni di squadra. Oltre a questo fatto, non avevo nessun indizio di come potesse essere.

Io avevo solo sentito il suo pianto disperato di quando venne al mondo. Ho intravisto il nemico strapparla dalle braccia della madre e vidi i suoi genitori inermi, impossibilitati di porre rimedio a quanto stava avvenendo.

Naruto aveva perso i sensi per l’estenuante battaglia intrapresa e per le numerose ferite di entità grave che aggravavano sul suo corpo, una delle quali ero io l’artefice. Eichi, Sora e Miiko, furono gli unici a tentare l’impossibile, con risultati prevedibili in quanto, ancora genin allora, non potevano niente contro un nemico verso il quale nemmeno io e Naruto avemmo speranze.

Per quanto riguardava me, io fui il più patetico. I morsi dei serpenti, non provocarono in me nessun fastidio, grazie alla mia dimestichezza con quegli animali, ma la mia abilità innata, sulla quale avevo sempre fatto troppo affidamento, non servì a nulla.

Provai a fermare Kabuto con tecniche disparate, ma mi sentii vulnerabile per la mancanza di efficacia del mio sharingan.

Da allora compresi quanto in realtà io facessi troppo affidamento sulla mia abilità innata e questa mia debolezza si rivoltò contro me e i miei compagni.

Ma il vero problema fu un altro. Non solo i rinforzi arrivarono troppo tardi, ma Kabuto si era dimostrato al di sopra delle nostre capacità e continuava ad esserlo a distanza di anni.

Tutti noi eravamo vicino a Naruto e Sakura e ognuno di noi, durante le missioni, non perdeva l’occasione di cercare qualche possibile traccia di Kabuto e della piccola Uzumaki. Ma nonostante i nostri sforzi, Kabuto continuava a essere irrintracciabile, come se stesse preparando qualcosa di grande, che difficilmente avremmo potuto affrontare.

Quella era la nostra paura più grande. Trovarci nuovamente quell’essere davanti e non essere in grado di fare qualcosa per preservare le vite delle persone a noi care.

Per quanto riguardava la mia vita, procedeva tranquillamente. Se ci pensavo mi sembrava il colmo. Naruto era sempre stato una persona corretta, eppure ora si ritrovava a vivere una vita tormentata, al contrario della mia. Dopo tutti i miei sbagli e le stupidaggini commesse nella mia giovinezza, ora mi trovavo a svolgere un esistenza serena, con dei figli che esaudivano le mie aspettative, nonostante non facessi loro nessuna pressione, e una compagna che amavo e che ricambiava i miei sentimenti.

Ero addirittura riuscito a sottrarmi dall’incarico di insegnamento e a diventare un membro della squadra anbu, diventandone addirittura il capo squadra. Quest’ultima nomina la dovevo a Naruto. Era stato lui a propormi all’hokage.

Il mio compagno aveva nuovamente cambiato opinione sul sottoscritto e ora, se così si può dire, andavamo d’accordo.

La mia convinzione è sempre stata che in realtà esso non avesse perso fiducia nei miei confronti, ma era quello che voleva farmi credere o far credere a stesso, per proteggersi da una possibile nuova sofferenza, ma con il mio impegno e la mia determinazione a voler davvero proteggere Konoha e alle mie numerose ricerche verso Kumiko, Naruto aveva compreso che non vi era più alcuna possibilità che potessi compiere nuovamente qualche sorta di tradimento alle spalle sue o del villaggio.

Ormai avevo imparato la lezione e cercai di trasmetterla al meglio possibile anche ai miei figli.

 

Pov Shikamaru

Ogni settimana noi uomini ci incontravamo in una locande del centro, per stare un po’ insieme, bevendo del sakè. A volte si parlava tranquillamente del più e del meno, altre si litigava o si prendeva in giro qualcuno in particolare in modo scherzoso.

Quelle serate erano motivo di svago per Naruto, ma non sempre era presente con la testa, proprio come quella serata.

Aveva preso una coppa di gelato, dato il suo rifiuto di bere alcolici. Era stata proprio una sera in cui esso era in parte ubriaco che Kumiko era stata concepita. A suo avviso, se quella sera non avesse bevuto, niente di tutto quello che era accaduto, sarebbe avvenuto e sua figlia non si sarebbe ritrovata a fare chissà quale vita con un essere disgustoso.

Il gelato era ormai sciolto, dato la sua insistenza a mescolarlo con il cucchiaino. Non si riuscivano nemmeno a distinguere i gusti che aveva scelto e se Naruto non mangiava, significava che era di pessimo umore.

“Giornata no, eh?” gli chiesi abbozzando un sorriso.

Naruto annuì senza alzare lo sguardo “Chissà cosa starà facendo adesso!” bisbigliò.

Capii immediatamente a chi si riferisse e risposi “Data l’ora tarda, spero che sia a letto a fare la nanna  come tutti i bambini della sua età! O forse starà sveglia fino a tardi a..non so… giocare o qualcosa del genere, se somiglia a te!”

“Se somiglia a me alla sua età, sarà al buio nella sua stanza, con le ginocchia al petto a domandarsi cosa ha fatto di male per meritarsi quello che il destino le ha riservato!”

Ecco fatto, cercavo di tirarlo su di morale e invece ero riuscito a farlo deprimere ancora di più, facendogli ricordare la sua triste infanzia.

“Non sappiamo se Kabuto la maltratti, magari la tratta come se fosse sua figlia!” cercai di rincuorarlo in qualche modo, ma la verità era che nemmeno io credevo all’assurdità appena detta e dall’occhiata che mi aveva lanciato il mio amico, capì che la pensava esattamente come me.

Sospirai “La troveremo, abbi fiducia!”

“Sono sei anni che si dice così, eppure siamo sempre al punto di partenza!” disse sempre più sconsolato.

“Vero, ma se ti arrendi ora, non la troverai mai!” gli dissi.

Naruto mi guardò dritto negli occhi “Solo perché sono di pessimo umore, non significa che mi stia arrendendo. Non lo farò mai!”

Sorrisi “Ecco, ora ti riconosco”. Riuscii finalmente a strappargli un sorriso.

“Senti, mi sono appena ricordato di una cosa. Avrei una domanda da porti da parte di mia figlia” gli dissi, ricordando le ore interminabili in cui Shiori, mi aveva perseguitato supplicandomi di fare una particolare richiesta all’Uzumaki.

“Di cosa di tratta?”

“Come ben sai, Shiori quest’anno si diploma e si chiede se per caso hai intenzione di tornare a fare da insegnante!”

Naruto mi guardò con aria perplessa per poi sospirare “Ammetto che mi piacerebbe, ma sai come la penso sulla questione e non ho intenzione di cambiare idea!”

Rispose esattamente quello che mi aspettavo.

“Me lo immaginavo. Ora Shiori mi farà una testa tanto, affinchè ti convinca a tornare sui tuoi passi!” dissi, avvertendo già il mal di testa che quella peste mi avrebbe procurato.

Naruto mi osservò con aria confusa e mi chiese spiegazioni.

Shiori vorrebbe che tu fossi il suo insegnante. Dice che piuttosto abbandona la carriera ninja e se lo fa, Temari mi ucciderà in modo lento e atroce!” gli spiegai, ma questo non bastò al mio compagno.

“Perché proprio me? ci sono insegnanti anche più qualificati di me!” disse convinto di quanto diceva, e questa sua modestia, in quanto lui pensava che le cose fossero realmente così, mi infastidivano non poco.

“Lo sai bene che non è così. Saresti un ottimo insegnate e con Eichi, Sora e Miiko hai fatto un ottimo lavoro. E non sono solo io a pensarlo. Chiedilo all’Uchiha qui presente, che finge di farsi gli affari suoi, ma che in realtà si diverte a ficcare il naso in fatti che non lo riguardano” dissi lanciando un colpo d’occhio al mio vicino di tavolo.

Tsè!” fu l’unico commento che uscì dalla sua bocca.

Alzai gli occhi al cielo prima di riprendere “Comunque lasciando perdere se sei o meno idoneo a fare da insegnante, Shiori si è presa una cotta per te e anche piuttosto forte!” Sbuffai “E pensare che da bambina l’unico uomo della sua vita ero io!”

Naruto sorrise “Si ricordo. Diceva sempre che ti voleva sposare, mentre Temari le diceva di stare alla larga da uomini scansa fatiche come te!”

“In entrambi i casi, i suoi gusti in fatto di uomini sono discutibili!” disse Sasuke sfottendoci con un sorrisino sulle labbra.

“Mai pensato di farti cucire quella bocca?” disse Naruto guardandolo storto.

Sasuke sorvolò il suo tentativo di punzecchiarlo e disse “Perché non fai felice la piccola Nara e non le fai da insegnate?”

Vidi Naruto cambiare espressione e rattristarsi, ma l’Uchiha continuò “Fossi in te ci penserei!”

 

  
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