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Autore: Beks KS    20/02/2012    10 recensioni
Ambientata dopo la 3x15 - Spoiler!
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“I loro sguardi si scontrarono e il silenzio che regnò in quei pochi minuti valse più di tante parole. Le anime scoperte dai loro limpidi occhi parlavano ed esprimevano quel che entrambi cercavano di celare così magistralmente.
La giovane vampira poté notare quel barlume di dolore incendiare le iridi chiare dell’ibrido e non resistette oltre. Dannato il suo istinto che l’aveva spinta a raggiungere la villa Mikaelson, da sola e senza un valido motivo.
Anzi, il valido motivo esisteva ma non era sicura di volerlo ammettere.”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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YOU’VE FALLEN FAR FROM HEAVEN, MY DEAR


DISCLAIMER: I personaggi e tutto quel che deriva dalla trama ufficiale non mi appartiene. I diritti sono riservati ai rispettivi proprietari. Le foto e i video sono condivisi dalla rete e nemmeno questi mi appartengono. Infine la storia è stata pubblicata senza alcuno scopo di lucro.  
  



Devotion save me now
I don’t wanna stray from the hallowed ground
I’ll turn temptation down
I’m asking you to take me to safety this time



Le candide dita dell’ibrido sfiorarono il profilo marmoreo di colei che, in così poco tempo, era divenuta la sua musa ispiratrice.

Ed anche il suo maggiore tormento. 

Non riusciva a togliersela dalla mente, si era stupito di quanto limpida fosse l’immagine che custodiva di lei, ricordava perfettamente ogni suo più triviale dettaglio. Le pieghe dell’abito che aveva fasciato una figura così dannatamente perfetta e angelica, nonostante la natura dichiarasse l’opposto. I capelli che le avevano circondato il viso in morbidi boccoli, donandole un aspetto semplicemente sublime.

Un angelo che pensava potesse redimerlo, salvarlo da quell’Inferno personale che si era così accuratamente costruito.
Per un breve istante aveva notato una nuova luce nei suoi occhi forse causata dall’imbarazzo per quella spudorata sfida che lui stesso le aveva avanzato. Si dovette ricredere, si era scoperto con lei e la sua debolezza era stata punita, l’amore non era forse questo?


Gettò nel camino, uno per volta, i disegni che la ritraevano nella speranza che con quei fogli potesse bruciare anche il sentimento che sentiva nascere ogni giorno. Non avrebbe più commesso il medesimo errore, la sua landa oscura lo attendeva e aveva posto solo per lui. Si era lasciato tentare, il tentatore che cadeva nella sua stessa trappola, il serpente che dava il morso a quella stessa mela con cui traeva in peccato i più deboli.
Lui era stato un debole e si detestava immensamente per questo.


Poggiato contro il camino, gli era parso di percepire lo stesso aroma di fragola che, puntualmente, gli annebbiava la mente.
“Pessima mossa, potrei ucciderti all’istante e questa volta senza lasciarti scelta” La sua voce non tradiva emozioni e i suoi occhi erano ancorati alle fiamme che danzavano attorno alla carta rendendola cenere.
“Non lo farai”
La determinazione e il coraggio che lo avevano catturato fin dal primo istante, insieme alla forza vitale che lei emanava, ora gli suscitavano solo puro odio. Finalmente si voltò per fronteggiare la donna che era riuscita a ingannarlo, quel giorno, meglio di chiunque altro. “Non mettermi alla prova, Caroline” I loro sguardi si scontrarono e il silenzio che regnò in quei pochi minuti valse più di tante parole. Le anime scoperte dai loro limpidi occhi parlavano ed esprimevano quel che entrambi cercavano di celare così magistralmente.
La giovane vampira poté notare quel barlume di dolore incendiare le iridi chiare dell’ibrido e non resistette oltre. Dannato il suo istinto che l’aveva spinta a raggiungere la villa Mikaelson, da sola e senza un valido motivo.
Anzi, il valido motivo esisteva ma non era sicura di volerlo ammettere.
Strinse i pugni, impercettibilmente, e interruppe il contatto visivo spostando la sua attenzione sui numerosi fogli che bandivano il tavolo del salone. “Non sarei dovuta venire” sussurrò a bassa voce prima di dare le spalle al suo nemico e raggiungere l’ingresso.
 
Fece in tempo a scorgere, in un secondo, la notte fonda dall’esterno prima che la porta si richiudesse di scatto e non per suo volere.
La mano di Klaus le stava impedendo l’uscita, doveva immaginarlo che non avrebbe desistito. “Perché sei venuta?” Ed eccola, la tacita domanda che aveva letto nel suo sguardo, poco prima. 
Lei che aveva sempre affrontato i problemi, in quel momento avrebbe desiderato rifuggirli, e non dare alcuna risposta. “Lasciami andare, Klaus” disse in tono perentorio alzando nuovamente lo sguardo verso quello del diretto interessato.
 
Klaus aveva mostrato una certa pazienza quel giorno, nonostante le ferite che talune azioni avevano riaperto. “Perché sei venuta?” ripeté scandendo bene le parole, con una furia a stento controllata. Per la prima volta Caroline lo temette, non aveva mai fatto i conti con l’altro lato di quello che era stato il suo corteggiatore.
Il lato oscuro e inibitorio.
Ostentò coraggio evitando di lasciar trapelare quel senso d’impotenza.
 
L’ibrido, dal canto suo, aveva ben percepito il timore della giovane vampira e se ne rammaricò. In fondo, cosa sperava di ottenere spaventandola?
Non rese evidente la sua momentanea debolezza ma tenne vivo quel fuoco che stava bruciando il suo corpo e non solo per il dolore e la rabbia che gli cresceva. Sentire il profumo di quella pelle, l’irregolare ritmo di quel respiro, lo stavano facendo impazzire di passione e desiderio.
“Ti ho ferito” Fu il commento debole della ragazza che fece nascere un sorriso ironico sulle labbra carnose dell’Originale.
“Ne sei proprio sicura? Ti stai dando troppa importanza, Caroline. Non hai il potere di ferirmi, in nessun modo. Pensi che non avessi dei secondi fini? Che ti corteggiassi per puro interesse? Illusa”
La delusione spinse quelle labbra a pronunciare frasi che non rispecchiavano ciò che la sua anima dannata era stata in grado di provare.

Per la prima volta le mentì spudoratamente.

Klaus non aveva mai avuto bisogno di esprimere il vero fino a quando non aveva incontrato lei, prossima alla morte. Quel suo - non voglio morire - lo aveva colpito. Solitamente la scelta più facile era quella di lasciarsi andare, chiudere gli occhi e non esistere più. 
Eppure lei aveva mostrato di desiderare la vita con tutti i suoi problemi, si era mostrata forte e lui l’aveva apprezzata. Si era riconosciuto in quella splendida donna e con lei era emerso il proprio lato umano, sepolto da molto tempo. Ora, invece, si era ritrovato a mentirle, il dolore aveva innestato il meccanismo opposto.

 
Caroline non pensava che parole di questo tipo, pronunciate dal suo nemico, potessero farle così male. Perché sentiva il suo cuore sbriciolarsi? Cosa stava accadendo?
Era dannatamente frustrante sentirsi nel modo in cui non ci si doveva sentire. E agì d’impulso, alzando una mano per colpire Klaus con uno schiaffo. Ovviamente l’ibrido non glielo permise, catturando, nella sua morsa ferrea, il braccio a mezz’aria.
“Non ci proverei se fossi in te” le sussurrò con il viso a pochi centimetri dal suo. Quel contatto la fece rabbrividire e non di timore. I brividi nacquero laddove il respiro di Klaus le aveva dolcemente accarezzato la pelle e nel punto in cui questa andava a fuoco, al tocco fermo della sua mano.
Era combattuta, sentiva che le sue forze venivano meno e con loro anche la sua razionalità.
 
Quella sera, lui l’aveva seguita fuori dal Grill e le aveva chiesto un’altra possibilità, non l’aveva utilizzata per parlare della sua vita o di altro che lo concernesse. Le aveva chiesto di lei, per la prima volta la protagonista indiscussa era stata lei. L’aveva ascoltata e guardata negli occhi, le aveva mostrato interesse vero, genuino, puro e forse sincero.
 
Le sue sensazioni sbagliavano? Perché proprio in quel momento aveva scelto di donargli la tanto agognata possibilità e non per distrarlo.

Quando si era seduta con lui, l’aveva fatto per reale volere. L’istinto prevalse ancora una volta, spinto anche dalla veridicità delle emozioni provate che trovò riflesse nello sguardo di Klaus. Annullò la distanza tra le loro labbra così vicine e catturò il respiro che si era posato insistentemente sul suo viso.  
Klaus ne fu sorpreso e per qualche secondo non rispose ma la dolcezza impressa in quel movimento gli impedì di non prendersi ciò che anche lui aveva desiderato da giorni. Attese che fosse lei, di sua spontanea volontà, a dischiudere le labbra prima di assumere il controllo e trasformare la dolcezza in pura passione. 
La mano che teneva imprigionato il braccio di Caroline, allentò la presa trasformandosi in una sensuale carezza che percorse l’intero profilo della vampira, facendola fremere. Le mani della ragazza cercarono un valido appiglio e lo trovarono nei dolci riccioli dorati che intrecciò alle sue dita, facendo pressione per attirare a sé l’uomo, con maggiore intensità.
 
Lo scontro tra quelle labbra bramose di assaggiarsi fu l’unico suono percepibile in quella stanza ma ben presto anche questo si dissolse. Klaus pose fine al bacio allontanandosi bruscamente da una Caroline disorientata.
Nonostante la confusione permeasse la sua mente, una domanda le sorse spontanea. “Mi hai davvero solo usata, Klaus?” gli chiese con voce resa roca da quell’ultimo contatto. La sua lingua, le sue mani le avevano rivelato l’opposto e l’ibrido lo sapeva.
Si era nuovamente esposto con lei e questa volta nel modo più profondo. “Vattene” le rispose di rimando, dandole le spalle per raggiungere il camino.
Caroline non comprendeva per nulla quel comportamento e in fin dei conti non riusciva nemmeno a darsi spiegazione del proprio.
“Rispondimi” insistette quel tanto necessario affinché Klaus perdesse il controllo. “FUORI!” le ringhiò contro e quell’urlo che squarciò il silenzio del salone la fece rinsavire dal suo momentaneo stato d’incoscienza.
Non se lo fece ripetere ancora e lasciò la villa.
 
Non appena fu solo, Klaus poté finalmente liberarsi del dolore e di tutte quelle strane emozioni che aveva provato. Si era fermato per un semplice motivo: non sarebbe riuscito a reggere lo sguardo pentito della vampira, se solo si fossero spinti oltre.
Non poteva macchiare quel dolce angelo del suo peccato, non meritava di cadere nell’abisso con lui. E mentre l’Originale distruggeva tutto ciò che gli capitasse a tiro, Caroline rifletteva, fuori la porta della residenza. Rifletteva su cosa le fosse accaduto: da quando aveva ricominciato a perdere il controllo delle proprie azioni?
 
Perché si era sentita stranamente viva quando le sue labbra si erano posate su quelle di Klaus? Poteva giurare d’aver raggiunto il cielo, in quei pochi attimi, nonostante fosse stato il Diavolo in persona ad avercela portata.
Ma una voce dentro di lei le stava suggerendo l’opposto:

Sei molto lontana dal Paradiso, tesoro.


Sibyl Vane

 


 

 


 

 


SPAZIO AUTRICE

Ed eccomi con la mia prima Shot su questa splendida coppia che mi sta dando emozioni inimmaginabili.
Come avrete compreso mi sono collegata alla scena finale della 3x15 immaginando cosa fosse potuto accadere nel caso in cui Caroline avesse pensato di chiarirsi con Klaus, la sera stessa del “tradimento”, per così dire. Sono sicura che ci saranno piacevoli sviluppi nella serie e che il Klaroline non sia morto ma appena nato. In fondo stiamo parlando di Caroline e Klaus e quindi due personaggi simili ma profondamente opposti, appartenenti a due realtà diverse e difficilmente conciliabili. Nessuna storia nasce dalla semplicità, tanto meno la loro, però sono fiduciosa. Klaus è davvero interessato a Caroline e quella sua sincerità e spontaneità è semplicemente adorabile.

 
Grazie per l’attenzione che mi avete dedicato, a presto!
Sibyl. 
  
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