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Autore: Caffelatte    21/02/2012    3 recensioni
[Dedicata ad Alicchan, che oggi compie gli anni]
"Ogni sbaglio commesso oscurava ogni buona azione passata. Per ogni errore una porta sbattuta in faccia. Chiusa e mai riaperta. 
Lati positivi evidentemente troppo timidi –o sadici- per poter uscire allo scoperto. Persone quasi perse a causa di calcoli errati.
Occasioni mancate e obbiettivi mai raggiunti. Nessuno spiraglio di luce.
O meglio, quasi nessuno." 
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La canzone che ho utilizzato per questa fic è "Il più grande spettacolo dopo il Big Bang" di Jovanotti.
Se vi va, ascoltatela mentre leggete.

[Ad Alicchan, che oggi compie gli anni.]


“Non importa che carte hai, ma come le giochi.
Anche se qualcosa ti sembrerà impossibile, senza via d’uscita,
ci sarà sempre un lato positivo.
Ci sarà sempre qualcuno disposto a darti una seconda chance.
Anche se tu non ci credi.”

 


***



Cherry and Sugar.

Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi,
Io e Te.


‘Credi nell’amore?’
Gliel’avevano posta spesso, quella domanda. Lei aveva sempre risposto con un sereno sì.
Credeva nell’amore, nei sogni, nelle speranze, nella bontà di ogni essere umano.
C’era solo una cosa, a cui lei non credeva: le seconde possibilità.
Commetteva errori, spesso e volentieri, ma faceva sempre del suo meglio per rimediare.
Nonostante tutto, però, nessuno le aveva mai dato un’altra chance.
Nessuno l’aveva mai perdonata.
Ogni sbaglio commesso oscurava ogni buona azione passata. Per ogni errore una porta sbattuta in faccia. Chiusa e mai riaperta.
Lati positivi evidentemente troppo timidi –o sadici- per poter uscire allo scoperto. Persone quasi perse a causa di calcoli errati.
Occasioni mancate e obbiettivi mai raggiunti. Nessuno spiraglio di luce.
O meglio, quasi nessuno.

Ho preso la chitarra
senza saper suonare
volevo dirtelo,
adesso stai a sentire
non ti confondere prima di andartene
devi sapere che....
 
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi
Io e Te


Infatti, anche se era permaloso, irritante, sarcastico, vendicativo e per giunta sadico, sapeva che non l’avrebbe mai lasciata.
Era così. Atsuya Fubuki non l’avrebbe mai lasciata.
Erano inseparabili. Erano una bomba, insieme. Un mix esplosivo che poteva scoppiare in qualsiasi momento. L’intesa tra loro due era perfetta. Assolutamente perfetta.
Sapevano di essere migliori amici. E qualcosa di più.
Non si sarebbero mai lasciati. Nemmeno dopo una litigata. Nemmeno dopo uno sbaglio. Nemmeno se il mondo fosse crollato senza preavviso sopra le loro teste.
Sarebbero rimasti insieme. Stare con Atsuya era come vivere nel Paese delle Meraviglie.
Lei era Alice e lui il Cappellaio, in un mondo pieno di luci, colori e imprevisti. Tra situazioni comiche e quasi straordinarie, momenti tristi e felici.
Ne avevano fatte, insieme, ma per loro non era mai abbastanza.


Io e te...
che ci abbracciamo forte,
io e te, io e te...
che andiamo contro vento,
io e te, io e te...
che abbiamo fatto un sogno
che volavamo insieme,
che abbiamo fatto tutto
e tutto c'è da fare.

 

Era un sogno. Un bellissimo sogno e lei, con lui, riusciva a sentirsi parte di quella magnifica utopia, che per loro era realtà.
Anche le piccole cose riuscivano a diventare incredibili, quando erano uno accanto all’altra.
 “Ehi, per caso ti sei persa nel Paese delle Meraviglie, Alice?” una voce maschile aveva appena interrotto la pace idilliaca intorno ad Haruhi, che stava riposando, sdraiata sull’erba, all’ombra di un albero di ciliegio in fiore.
“Atsuya Fubuki, ti ho mai detto che urti altamente il mio sistema nervoso?” borbottò la castana, mettendosi seduta e puntando i suoi pozzi verdi negli occhi cremisi del ragazzo.
Lui si sedette accanto a lei “Circa un centinaio di volte, da quando ci conosciamo. Se non mi sbaglio comunque mi dici sempre che ti piace stare con me” puntualizzò l’albino sorridendo.
Dettagli ” mormorò Haruhi, guardando il cielo limpido.
Lei e Atsuya non andavano sempre d’amore e d’accordo. Litigavano spesso.
Erano questioni futili e il loro battibecchi spesso non avevano spiegazioni razionali.
Si picchiavano, quando non riuscivano ad arrivare alla stessa soluzione.
E per ogni litigata, a dispetto di quanto gli altri potevano pensare, il loro rapporto diveniva sempre più solido.
Era quasi un paradosso. Picchiarsi per poi volersi ancora più bene di prima.

che abbiamo fatto a pugni,
io e te, io e te...
fino a volersi bene,
io e te, io e te...
che andiamo alla deriva,
io e te, io e te...
nella corrente …

 

“C’è qualcosa che ti preoccupa, vero?” domandò all’improvviso Fubuki.
Haruhi si voltò. “Ti odio, quando riesci a capire a cosa sto pensando” ribatté la ragazza.
“Suvvia, Alice, di al tuo caro cappellaio cosa ti turba” scherzò Atsuya.
“Non sei arrabbiato con me?”
“Perché mai?” chiese confuso.
“E me lo chiedi?! Ieri era il tuo compleanno e io … non ti ho fatto gli auguri. Sono uscita con le ragazze …  ho sbagliato. Come sempre, del resto” commentò sorridendo amara.
Atsuya sospirò, accarezzandole i capelli.
“Passiamo praticamente tutti i giorni insieme, Haruhi. Credi che me la sia presa per una cosa simile?” disse calmo l’albino, sorridendole.
La ragazza sembrò tranquillizzarsi. Era vero, in fondo, facevano pazzie insieme ogni giorno.

 

Che attraversiamo il fuoco
con un ghiacciolo in mano,
che siamo due puntini
ma visti da lontano,
che ci affettiamo il meglio
come ogni primavera,
io e te, io e te, io e te.


 

Atsuya-kun?”
“Sì, Haruhi-chan?”
Nessuno le aveva mai dato seconde possibilità. Per ogni sbaglio commesso avrebbe pagato a testa bassa le conseguenze, sarebbe andata avanti senza tentare di porvi rimedio. Genitori, amici, conoscenti …
Lui, però, no. Atsuya non si arrabbiava mai. Atsuya le sorrideva e la rassicurava sempre, al contrario degli altri.
“Tu non mi lascerai mai, vero? Affronteremo tutto, insieme” sussurrò timidamente.
“Ovviamente”
“Saremo ... amici per sempre …”
Atsuya sorrise e la osservò. Nei suoi occhi brillava una luce impossibile da decifrare.
“Io, veramente, avevo un’altra idea … Alice” disse piano, scostandole una ciocca di capelli dal viso. Haruhi chiuse lentamente gli occhi.
Le labbra di Atsuya, del suo cappellaio, sapevano di ciliegia e zucchero. Tanto zucchero. Amava lo zucchero. Amava Atsuya.
Amava quell’istante e ciò che sarebbe accaduto dopo.
Anche se era ignoto. Anche se avrebbe commesso altri errori. Non importava.
Sarebbero rimasti insieme fino alla fine.


Ho preso la chitarra senza saper suonare,
è bello vivere anche se si sta male,
volevo dirtelo perchè ce l'ho nel cuore,
son sicurissimo …
Amore.

 


***




Ancora buon compleanno, Alicchan ~ 

  
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