Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: mamie    24/02/2012    2 recensioni
Il momento più drammatico fra Kuro e Fay, nel regno di Celes. Kurogane è testardo, non ha nessuna intenzione di lasciare il mago al suo destino.
Partecipa alla challenge: I difetti di Howl.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Vizi e virtù'
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Nota: questa storia partecipa alla challenge I difetti di Howl 

#05. Testardo – Kurogane

 
NON TI LASCIO ANDARE
 
Tutto si poteva dire di Kurogane, ma non che, una volta fissatosi su un obiettivo, non si sforzasse con tutto se stesso per portarlo a termine. E il suo obiettivo in quel momento era cercare di salvare a tutti i costi quello stupido mago che invece stava facendo di tutto per farsi ammazzare. Era venuto fuori, alla fine, l’intero groviglio esasperante del suo passato,  le cose non dette,  gli assurdi comportamenti,  quei sorrisi falsi, tutto quanto aveva ricevuto la sua spiegazione. Spiegazione che il ninja trovava altrettanto assurda, specialmente considerata la sua scarsa pazienza.
Era ora di finirla e Kurogane conosceva un solo modo efficace di farla finita: sguainare la sua lama e cercare un nemico in cui affondarla.
E il nemico era lì: un re impazzito, alto e nero, gelido e bello come una maligno pezzo di una scacchiera irreale. Uno che anche lui cercava di morire, ma già che c’era stava anche cercando di farli fuori tutti. Kurogane era veramente stanco di affrontare mondi senza senso, gente senza logica e maledizioni senza fine. Fece quello che faceva sempre: strinse i denti, cercò di tirare quel poco di fiato che gli era rimasto, ordinò alle sue gambe malferme di metterlo in piedi una buona volta ignorando il dolore che gli urlava di restare fermo, il sangue che schizzava ovunque, la tempesta magica che gli mulinava intorno. Si rialzò e fece un affondo; il più lungo, il più potente che avesse mai fatto. Lo fece con tutta la forza, la rabbia, la volontà di uccidere, di mettere fine a tutto quanto. Sentì la lama stridere mentre affondava nel petto del nemico, sentì l’urto della punta mentre strisciava sullo sterno, sentì il brivido di tutto quel corpo che si immobilizzava e ogni cosa che si fermava attorno a loro. Sentì, come se lo stesse provando nella sua stessa carne, il dolore della spada che usciva e il calore del sangue che si portava via tutto, la vita, la morte. E poi, mentre cadeva anche lui in ginocchio cercando solo di restare vivo un altro momento, un altro fiato ancora, per lui, si chiese se anche questa volta non l’avrebbe perdonato.
 
Ma non era bastato neppure quello. Non era bastata la sua spada, la sua forza, la sua determinazione. Quel mondo ghiacciato si stava chiudendo su di loro, era finita davvero. Kurogane si rifiutava di arrendersi, gli aveva afferrato la mano cercando di tirarlo in piedi mentre il mago annaspava con le ultime forze per aprire un varco. Quando quella mano era scivolata via dalla sua stretta, quando gli aveva urlato di andare via, quando l’aveva guardato con quello che era chiaramente un fottutissimo addio, Kurogane era morto, lì, per un attimo, aveva smesso di esistere. Fino a quella voce che nella sua testa gli aveva suggerito un altro sacrificio, un altro ancora dei molti che aveva già fatto per salvarlo.
Kurogane non esitò nemmeno il tempo di un battito di ciglia.
L’ultima cosa che vide prima di svenire fu il suo stupido mago che lo guardava impietrito, ma libero… e solo con quella certezza si permise finalmente di lasciarsi andare.
 
  
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