Ero sulla metro, le porte erano ancora aperte, quando vidi un ragazzo correre.

“Oh, no” sussurrai.

Era quella testa di patata di Niall, che mi stava seguendo. Entrò e si sedette accanto a me, io mi alzai e mi attaccai al palo.

“Ti prego, Abby dammi un'altra possibilità, cercherò di darti quello che non sono riuscito a darti prima che ci lasciassimo, ma ti prego io ti amo, devi capirlo”

“Ma se mi amavi così tanto, perchè non ti sei fatto sentire in questi tre mesi?” gli dissi con ancora le lacrime agli occhi da prima.

“Avevo paura” borbottò.

“Ma di che cosa?” gli chiesi.

“Avevo paura che tu avessi trovato un altro, che ti rendeva più felice di me”

Il suo sguardo era abbattuto, non riuscivo più a resistere, dovevo dirgli che l'amavo, dovevo fargli capire che lui era tutto quello che volevo, che non c'è persona che mi possa rendere più felice di quel che sono, quando sono mano per la mano con lui, quando le mie labbra e le sue si sfiorano, lui era la ragione del mio sorriso.

“Niall, ora tocca a me parlare.” dissi.

Il suo sguardo era preoccupato, aveva gli occhi lucidi.

“La verità è che non ho mai smesso di amarti nemmeno io. Ogni volta, prima di andare a dormire pensavo a quanto avrei voluto tornare insieme a te, a ridere insieme a te, a vivere la mia vita insieme a te, ma credevo non fosse stato più possibile. Tu sei il primo mio pensiero che al mattino mi sveglia; questi tre mesi, sono stati tre mesi di pura agonia. Mi sentivo sola, non sapevo cosa fare, dopo che tu te ne eri andato, dopo che Taylor, la mia migliore amica, se ne era andata a Bradford, io non sapevo cosa fare ero sola, sono sola. E ora che ti ho incontrato di nuovo, non posso negare che io sia felice, perchè io, nonostante tutto...” mi mise un dito sulla bocca, per indicarmi di smetterla di parlare e mi baciò.

Era da tanto che aspettavo quel bacio.

“Ti amo, Abby” mi disse con aria entusiasta.

Sorrisi e dissi “Voglio ricominciare tutto da capo, Niall, ti amo più di qualunque altra cosa al mondo.”

La metropolitana, si fermò, scendemmo e andammo verso il mio ufficio.

Il capo mi guardò con aria furiosa: “Mezz'ora di ritardo! Ieri ti ho graziata, ma questa volta non la passi liscia, signorina. Sei licenziata!” gridò.

Io e Niall ridemmo, eravamo felici finalmente.

Eravamo di nuovo insieme e niente mi avrebbe portato via questa felicità, nemmeno il licenziamento.

“Direttore, la vuole sapere una cosa? Non me ne frega un emerito cazzo.” agitai la mano, per salutare, e ce ne andammo via.

Era decisamente il giorno più bello della mia vita, non me ne importava nulla di aver perso il lavoro, ero con Niall, ora poteva pure finire il mondo.