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Autore: xadhoom    01/10/2006    2 recensioni
Per raggiungere il suo scopo avrebbe fatto qualsiasi cosa...Ma sarebbe stato disposto ad accettare qualunque condizione?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di cominciare voglio innanzitutto scusarmi con tutti voi per il ritardo del mio aggiornamento. Per una serie di circostanze sono stata impossibilitata a scrivere. Quindi per farmi perdonare ho deciso di inserire contemporaneamente gli ultimi due capitoli finali. Dopo questa fic non sono sicura di tornare a scrivere...almeno non su questo tema. Il mio umore attuale non me lo permette. Ma non voglio annogliarvi troppo, quindi vi lascio alla storia.
Ringrazio tutti quelli che hanno sempre letto la mia fic.

Colorati festoni erano appesi agli angoli del soffitto, mentre altri ricadevano dolcemente fino a terra; stelle comete e disegni svolti da evidenti mani infantili rallegravano il vasto salotto dell'enorme casa; un alto albero di natale era collocato al centro della sala, costellato da vivaci sfere dalle svariate dimensioni, da nastri color oro e argento e da infinite lucine colorate, che lo rendevano simile ad una brillante stella; infine, biscotti a forma di orso e bambola, meringhe ripiene di soffice panna montata, una grande torta gelato posta al centro del tavolo, ciotoline contenenti budino al cioccolato con biscotto, fette di panettone e pandoro con sopra uno strato di zucchero filato e altre ghiottonerie oggetto di desiderio di ogni bambino del mondo...
"Posa subito quella pasta, Ivan!"
...e anche persone con qualche annetto in più.
"Ma uffa!" sbottò un giovane ragazzo, posando l'oggetto accusatorio in questione "che senso ha esporli se non si possono prendere?"
Un fulmine partì da un paio d'occhi azzurri inaspettatamente, raggelando in un secondo il blader che aveva osato levare quella protesta "Ti ricordo le regole per questa sera: nessuno toccherà un solo dolce posto su quel tavolo finché non arriverà Babbo Natale, chiaro?"
Il basso ragazzo sbuffò, allacciandosi le braccia dietro al collo "D'accordo, d'accoro...Chi cavolo avrà avuto questa idea, poi..."
"...tu, perché volevi essere il primo ad avventarti sulle cibarie mentre gli altri dovrebbero essere presumibilmente impegnati a scartare e rimirare i loro regali..."
Un leggero colpo di tosse imbarazzato fu l'unica risposta che il rosso ricevette. Scotendo la testa rassegnato, si diresse in cucina, dove trovò l'alto amico biondo indaffarato a riempire bicchieri di aranciata e altre bevande frizzanti. Un lieve timore invase il suo animo "Sergej, dimmi che hai comprato altre bevande per noi quattro adulti..." gli disse con tono supplichevole.
L'interpellato gli lanciò appena un'occhiata di sfuggita, preferendo tornare a concentrarsi sul suo operato "Certo che si..." mormorò in risposta, a cui seguì un sospiro di sollievo da parte del capitano della Neo-borg "il latte tu lo preferisci scremato o parzialmente scremato?"
Dopo un attimo di silenzio il blader russo si abbassò di scatto, per evitare l'impatto con uno strofinaccio lanciatogli dall'altro "Andiamo, scherzavo!" esclamò, esplodendo in una risata "ho comprato vodka e champagne. Su questi hai qualcosa da ridire?"
"No, approvo...Potremo goderceli dopo mezzanotte e mezza, quando i bambini saranno a letto..."
"Mezzanotte e mezza?" ripetè, inarcando un sopracciglio "Non ti pare un limite di tempo esagerato?"
"Parliamo di bambini che non raggiungono neanche i dodici anni, Sergej..." mormorò, una mano stretta sulla maniglia "e poi, la metà di loro si trova già nel mondo di Morfeo..."
I fatti sembravano dar ragione all'affascinante russo: sulle poltrone del salotto si erano addormentati almeno una decina di bambini, tutti con dei sospettosissimi baffi bianchi o neri sul volto, segno che le regole erano già state infrante...
Le labbra del biondo si curvarono in un lieve sorriso "Guardali...sembrano così tranquilli quando dormono, contrariamente a quando sono svegli..."
"Già..." sussurrò il rosso, chinando un poco il capo "Se penso che la loro tranquillità potrebbe terminare..."
Due pupille cariche di preoccupazione e timore si posarono su di lui. Sergej stava per aprire bocca quando qualcosa lo bloccò. O, a voler essere più specifici, qualcuno...
"Yui?"
Due simpatici codini neri legati da buffissimi lacci con la faccia da gatto colpirono immediatamente l'attenzione del blader dominatore dei ghiacci. Abbassando maggiormente lo sguardo individuò il possessore di quella mano che aveva debolmente strattonato i suoi pantaloni. E che gli rivolgeva un radioso sorriso.
"Si? Cosa c'è, Natasha?" chiese dolcemente, inginocchiandosi per poter essere quasi alla sua altezza
"Ci acconti la tolia di Babbo Natale?"
"Ancora?!" esclamò con voce esasperata "ma ve lo già raccontata cinque volte solo questa settimana!"
"Ti prego..."
Yuriy era decisissimo a rifiutare la richiesta, talmente aveva la testa stracolma di folletti verdi, renne col naso rosso e imitazioni di "Oh Oh!", per i quali erano ancora preso in giro dagli altri membri della Neo-borg...Ma quando incontrò quello sguardo da cucciolo e dalle sfumature bluastre seppe che aveva già ceduto.
"E va bene" sospirò, lasciandosi condurre da una estasiata Natasha al centro della stanza "ma che sia l'ultima volta"
E così la storia ricominciò. Circondato da una miriade di bambini che pendevano dalle sue labbra, in prima fila il piccolo diavoletto che l'aveva incastrato, e seduto proprio accanto all'illuminato albero di Natale, il giovane Ivanof iniziò a raccontare per la millesima volta la straordinaria storia del genoroso nonno col panzone rosso che ogni venticinque dicembre partiva dal Polo Nord a bordo della sua slitta trainata da velocissime renne dal naso rosso col preciso intento di portare regali a tutti i bambini del mondo. Il come e perché una persona facesse un simile gesto i bimbi del monastero non gliel'avevano mai chiesto. Per fortuna. O Yuriy avrebbe dovuto inventare l'adolescenza travagliata e colma di privazioni di Babbo Natale, a cui era seguito un periodo di droghe e continue sperimentazioni sessuali. Tutto questo avrebbe poi spinto il vecchietto a cercare un certo appagamento e una sicura espiazione attraverso la distribuzione di magnifici regali a tutti i pargoletti del mondo, che qualcuno avrebbe potuto vedere in chiave pedofila.
Storia forse non propriamente adatta per dei minorenni...
"Bambini!" urlò ad un tratto Ivan, destando anche coloro che stavano sonnecchiando sul divano "è arrivato! Babbo Natale!"
Il mondo di Morfeo si ritrovò di colpo spopolato, mentre tutti i bambini del monastero e i loro tutori si dirigevano verso l'ospite tanto atteso. Sergej, Ivan e Yuriy lasciarono avvicinare per primi i loro piccoli, mentre Boris...
"Oh oh...buon natale..."
...mentre Boris salutava con evidente voce sarcastica la miriade di bambini che si stava avventando sulla sua persona.
Gli altri membri della Neo-borg tentarono di tappare i violenti scoppi di risa che le loro bocche cercavano di fare uscire: berretto rosso, lunga barba bianca, stivaloni neri grandi due misure in più della sua, che gli procuravano così una camminata lenta da cowboy e, dulcis in fondo, un'abbondante imbottitura a far da pancione.
Assolutamente e-s-i-l-a-r-a-n-t-e. Se poi si aggiungevano le acutissime grida degli orfanelli che reclamavano i loro regali...
"Babbo Natale! Babbo Natale!"
"Il trenino! Il trenino Babbo Natale!"
"Mi ai potato il videooco, veo Babbo Natale?"
"Voglio il mio pacchetto, Babbo Natale!"
"Babbo Natale, perché il suo regalo è più grosso del mio?"
Povero Boris...Conoscendo la sua pazienza, forse era la persona meno indicata per interpretare quel ruolo. E dalle occhiate assassine che lanciava ai suoi compagni di squadra doveva pensarla allo stesso modo.
"Babbo Natale?"
"Cosa c'è?"
FLASH!
Anche se questo non vietava agli altri blader di divertirsi un po'...
"Ehm, bambini, ora che tutti avete ricevuto i regali, sareste così gentili da togliere le vostre zamp...ehm, manine dalla mia giacca, affinché vada a dare i regali ai vostri zietti?"
E affermato questo Boris in versione Babbo Natale si avvicinò barcollante verso le tre figure vicine al camino, tra le quali una gli sventolava sorridente una macchina fotografica, scambiandosi al contempo un cinque con il biondo ragazzo.
"Vi state divertendo, suppongo!" sbottò, la rabbia che gli scuoteva il corpo.
"Oh si, ci puoi giurare..." sghignazzò Sergej, beccandosi un'occhiata inceneritrice dall'altro "e aspetta di vedere la fotografia che ti ha scattato Ivan..."
"Dannati" ringhiò, togliendosi con un gesto stizzito il capello che gli penzolava davanti agli occhi "ad ogni modo l'anno prossimo il Babbo Natale lo farà uno di voi tre! Io non voglio più sentir parlare di imbottiture."
"Andiamo, non è colpa nostra se il lancio della moneta ti ha prescelto" sogghignò Yuriy, ritornando improvvisamente serio "sei stato all'agenzia prima di cambiarti?"
Boris annuì e un cupo silenzio si frappose tra loro. La voce incerta di Ivan fu la prima a tentare di riprendere il discorso
"Yu...sei..sicuro che...?"
Il rosso annuì, incatenando lo sguardo sulle fiamme che scintillavano nel caminetto "Non abbiamo scelta. Se vogliamo fermare Borkov questa è l'unica soluzione possbile..."
"Lo so..." mormorò Sergej, passandosi una mano sugli occhi "Non riesco a credere che sia tornato"
"Ma è così" decretò il ragazzo più giovane "Piotr ci ha mostrato le foto che lo riprendevano mentre parlava con uno strano tipo in un caffé qualche giorno fa. E ricordate che Piotr abitava nel monastero con noi una volta. Non ci avrebbe mai fornito un'informazione errata o priva di fondamento."
Ne erano consapevoli. Anche se, in cuor loro, avrebbero sperato nel contrario. Borkov...Il solo pensare a quel nome richiamava alla mente spiacevolissimi ricordi, troppo recenti. Ce l'avrebbero fatta ad affrontare una situazione del genere, in quelle condizioni?
Non lo sapevano. Potevano solo provarci.
"Babbo Natale! Babbo Natale! Vogliamo fare una foto in braccio a te. Tutti quanti!"
E il filone del discorso fu perso dalle risate della squadra e dal sospiro di disperazione di Boris.

Il ricordo terminò e i volti di quelle persone conosciute scomparirono, lasciando il posto all'oscurità.
Il suono di una voce estranea gli fece comprendere che si trovava ancora nella sua stanza d'ospedale. Senza alcun cambiamento. Il corpo continuava a rifiutarsi di rispondere ai suoi ordini, lasciandolo con le uniche due facoltà di cui era ancora padrone: ascoltare e pensare.
Seppure talvolta la sua mente viaggiasse in mondi a lui sconosciuti o gli facesse rivivere esperienze passate. Come lo scorso Natale.
Un clima di festa e gioia oscurato dal timore di una nuova minaccia. Di un vecchio ritorno. Il giorno in cui Piotr aveva spedito quella foto Yuriy se lo sarebbe ricordato per sempre. Si era sentito mancare, il cuore bloccato in una morsa e un vortice nero l'aveva catturato nelle sue spire. E poi il piano.
Curato nei minimi dettagli, programmato punto per punto...E clamorosamente fallito. In più, ora, ci si metteva quell'indomabile diavolo dagli occhi cremisi.
"Non temere. Penserò io a vendicarti"
Quelle parole non lo avevano affatto tranquillizzato.
Perché? Cosa voleva dire con quella frase?
"Signori e signori, credo di poter giurare di non aver mai visto un simile spettacolo in tutta la mia vita..."
La stessa voce di prima si fece udire, distraendo la sua mente. Doveva essere la televisione lasciata accesa dal signor Daitenji. Veniva ogni giorno a trovarlo, portandogli dei fiori, ne poteva avvertire il profumo che si sprigionava ogni volta che l'ex presidente della BBA varcava la soglia della sua stanza.
Davvero una persona gentile. Magari avessero avuto lui al monastero come allenatore. Le cose sarebbero andate molto diversamente...
"....il pubblico è rimasto senza parole come il sottoscritto nell'assistere al violento attacco scatenato da Brooklyn contro il ritornato membro dei Blade Revolution Kai Hiwatari. Il match sembra non lasciar più molta immaginazione su quale sarà l'esito dell'incontro"
Un momento...aveva detto...Kai Hiwatari? Ma allora...
"...ti vendicherò..."
L'idea del nipponico fu finalmente compresa anche dal blader dei ghiacci. E proprio per a tal motivo cominciò a provare una cocente rabbia
Era quello il modo con cui voleva vendicarlo? Stupido! Stupido!
Cosa credeva? Che battendo quel Brooklyn a beyblade Borkov si sarebbe arreso, che non si sarebbe più fatto vedere e sarebbe scomparso dalle loro vite?
Non capiva che era un gesto inutile e estramamente...pericoloso? Ieri, quando era venuto a trovarlo, riusciva a malapena a parlare. Come gli era venuto in mente di combattere un'altra volta, contro la stessa persona che l'aveva ridotto in quello stato?
Idiota...era soltanto un'idiota! Dimostrare il suo valore agli occhi del mondo intero, era questo l'obiettivo di Kai Hiwatari! Essere il migliore. Il solito egocentrico e presuntuoso bastardo di sempre! Oppure...
...oppure davvero lo faceva anche per lui?
"...il beyblade stadio è stato invaso da una cupa foschia, non riesco a vedere niente. Ad ogni modo, visto come si stavano svolgendo le cose, temo che anche questo match vedrà vincitore la squadra della BEGA"
Cosa? No, non poteva essere...Non Kai, non con lui in campo! Stupido DJ-man, cosa diavolo sbraitava a quel microfono? Stava parlando di Kai, di Kai Hiwatari, colui che era arrivato secondo al torneo di beyblade! Colui che era stato in grado di controllare un bey potente come Black Dranzer!
Colui che aveva sciolto il ghiaccio difensivo attorno al suo cuore e l'aveva preso possessivamente per sé.
Kai...era proprio un suo vizio cercare nuovi stratagemmi per farlo soffrire. Proprio non si curava di lui...Lo colpiva direttamente al cuore, tutte le volte. Solo...che stavolta forse non avrebbe avuto più l'occasione di rinfacciarglielo...
"Kai."
Doveva reagire, non poteva lasciarsi sconfiggere
"Kai..." "Kai..."
Dov'era andato a finire il suo orgoglio? Non era forse lui quello che avrebbe preferito morire piuttosto che farsi umiliare in quel modo da qualcuno?
"Kai..."
Era venuto in ospedale? Aveva voluto fargli quella promessa? Bene...allora doveva rispettarla!
"KAI!"
All'improvviso lo vide. O meglio, vide Dranzer, l'imponente aquila rossa che combatteva fianco a fianco con Kai. Ed era...stupenda. Un magnifico essere alato circondato da un'alone di fuoco, talmente potente da togliere il fiato.
Bruciava, ardeva e urlava a gola spiegata il suo grido di guerra, come per testimoniare la sua forza, la sua...vittoria.
La mano di Yuriy avanzò timida verso di lei, con l'intenzione di accarezzarla, nonostante comprendesse che se si fosse avvicinato ulteriormente sarebbe rimasto vittima di quelle fiamme...Non gli importava. Voleva solo...
Toccarla.
Prima che riuscisse solo a tendere una mano, l'aquila scomparve, lasciando il posto al buio tanto familiare al giovane Ivanof. Dov'era finita? Perché se ne era andata? La voce di Dj-man frattanto continuava a raccontare...
"...Sorprendente, signori e signori! Colui che era considerato la punta di diamante della BEGA è stato sconfitto dal grande Kai Hiwatari! Che match, ragazzi! Spettacolare! Con questo i Blade Revolution ottengono la loro prima vera vittoria, anche se per poter pareggiare con gli avversari il nostro neo campione del mondo, Takao, dovrà vincere il suo duello contro Garland, altro blader di spicco della..."
Che volevano che gli importasse di Takao e Garland? Kai! Dov'era finito Kai? Perché non parlavano di lui? Di come stava, di com'erano le sue condizioni...Al diavolo Takao! Avrebbe disputato l'incontro soltanto domani!
Ad un tratto fu colto da un atroce dubbio.
L'improvvisa scomparsa della fenice...che fosse...
No! Si rifiutava di crederlo. Non poteva essere...Non lui, no! Non dopo quello che gli aveva confessato...
Dovevano chiarirsi, parlare, chiedersi reciproco perdono.
Non poteva essere...non voleva...
Avvertì qualcosa scendere sulle sue guance, qualcosa di umido...Lacrime? Erano davvero sue quelle scie di acqua salata che stavano rigando la sua pelle?
Allora forse...c'era ancora una speranza. Per tutti.

Continua...
  
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