Prigioniero di se stesso
C’erano i fuochi d’artificio.
Luci rosse ed arancioni danzavano davanti ai
suoi occhi, ed in sottofondo c’era il leggero crepitio delle detonazioni.
“Dicono che quando muori tutta la tua vita ti
passa davanti. Qui deve essere la prima volta che i miei genitori mi hanno
portato a vedere i fuochi dal Ponte Grande”
Pensò.
C’erano anche delle voci.
:-Divinatrice Yang? Siete sicura che Shen
sia…?-:
:-Ancora vivo? Certo che lo è-:
La Divinatrice? Allora non stava morendo?
No, se lei diceva che era ancora vivo doveva
essere per forza così perché quella non sbagliava mai. Maledetta.
Non riusciva ad identificare la seconda voce,
ma scoprì che tutto sommato neanche gli interessava farlo.
Aveva l’assurda sensazione di galleggiare,
come se il suo corpo fosse dolcemente sostenuto da qualcosa e presto si lasciò
sprofondare di nuovo nell’oblio.
*
Anche il tempo era sospeso e non sapeva dire
dopo quanto tempo aveva ripreso conoscenza, ma c’erano ancora i fuochi
d’artificio.
Forse non erano fuochi d’artificio.
Nell’aria c’era odore di resina, come quando
nella Sala del Trono venivano accesi i bracieri con legna di pino delle
Montagne Nebbiose.
Shen si sforzò di aprire gli occhi e poco a
poco cominciò a mettere a fuoco l’ambiente: era in una stanza arredata
semplicemente, con le pareti ed il pavimento in terra battuta.
Lui era sdraiato su un futon addossato al
muro e di fronte aveva il fuoco acceso in una buca nel pavimento.
Il riverbero della brace e lo scoppiettio dei
tizzoni erano quello che lui aveva scambiato per fuochi d’artificio, e si sentì
terribilmente stupido ad essersi sbagliato in quel modo.
:-Ah! Finalmente ti sei svegliato! Cominciavo
a credere che saresti diventato parte dell’arredamento-:
Shen si guardò intorno per capire chi sarebbe
stato il bersaglio della sua ira.
:-Ancora tu, dannata capra?! Quand’è che ti
deciderai a schiattare?!-:
La sua voce avrebbe voluto essere tagliente,
invece era uscita solo una pallida imitazione del suo miglior tono autoritario.
:-Bene, se queste sono le tue reazioni vuol
dire che non hai riportato danni seri. Comunque, per rispondere alla tua
domanda, per ora non ho nessuna intenzione di “schiattare” perché ho parecchie
cose da fare nel mondo dei vivi. Tra cui finire questo lavoro a maglia ed
evitare a te il patibolo o una cella a vita… e no, è inutile che fai quella
faccia disgustata-:
:-Oh, certo, scusami… in fondo è successo
solo che il sogno di una vita è andato in pezzi sotto i miei occhi e per di più
mi trovo immobilizzato qui a sorbirmi le tue prediche. Tutto questo dovrebbe
riempirmi di gioia suppongo-:
:-Sì, dovresti essere felice di essere
sfuggito al destino che ti eri scelto-:
Gli rispose lei senza alzare gli occhi dal
suo lavoro a maglia.
Se Shen avesse avuto più forza le avrebbe
risposto malissimo, ma improvvisamente una vertigine lo costrinse a serrare gli
occhi.
:-Non posso muovermi-:
Disse più che altro a se stesso.
:-No, non puoi. Devi stare ingessato e immobile
almeno altre tre settimane perché hai parecchie ossa rotte-:
Shen boccheggiò.
Tre settimane? Tre settimane?! In compagnia di quella capra iettatrice e
completamente immobilizzato?!
:-No… per favore, ammazzami!-:
:-Se ti dibatti sotto il giogo lo sentirai
solo più pesante. Prova a trovare dentro di te la forza per sopportare e magari
ricaverai qualcosa di buono da quello che ti sta succedendo-:
Gli disse la Divinatrice. Continuava a
sferruzzare sulla sua sedia a dondolo.
Ecco un’altra lezione di filosofia caprina
non richiesta e soprattutto mal tollerata.
:-Ricavare qualcosa di buono?! Ma dico, ti
senti quando parli? Come posso ricavare qualcosa di buono quando il mio
esercito è stato annientato da una palla di lardo e ora sono vostro
prigioniero?!-:
Questo scoppio d’ira gli era riuscito bene, ma
il prezzo da pagare fu un violento capogiro che lo appiccicò al materasso.
:-Non fare sforzi inutili, sei ancora debole.
E comunque sappi che qui nessuno ti tiene in prigione tranne te stesso-:
:-Che novità è questa?-:
Chiese a voce bassa. Se solo provava ad
aprire gli occhi le vertigini gli davano il mal di mare.
:-Mi dispiace tanto vederti così, Shen, ma è
la verità. Tu ti sei costruito da solo la tua prigione di solitudine, e fino a
che tu stesso non deciderai di cambiare le cose non potrai uscirne. Per favore,
ti prego, fai un tentativo. Non è troppo tardi per uscire dal tuo incubo-:
Sembrava esserci vera preoccupazione nella
voce della Divinatrice, ma davvero era preoccupata per lui?
:-Mi sento così debole-:
Confessò in un sospiro.
:-È comprensibile, ma non temere, ti
rimetterai. Ora cerca di dormire un po’-:
Sì, forse dormire era la cosa migliore da
fare, ed anche l’unica che gli sarebbe potuta riuscire.
Shen sospirò e chiuse di nuovo gli occhi
concentrandosi solo sui giochi di luce creati dal fuoco attraverso le palpebre.
Era stranamente rilassante, e lo era anche il
ticchettio ritmato dei ferri da maglia, così Shen si riaddormentò quasi subito.
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Cantuccio dell’autore:
Una cosa importante da dire è che ogni
battuta di Shen che ho scritto è stata pensata per la fantastica voce di Massimo Lodolo, il doppiatore italiano del folle gallinaceo.
E ringrazio anche chi ha messo la storia tra
le preferite/ricordate e a chi fa girare il contatore delle visite XD