Titolo: Meteor
Shower
Fandom: Glee
Personaggi/Pairing(s): Quinn
Fabray/Santana Lopez/Brittany Pierce – Accenni
Brittana
Avvertimenti: oneshot,
fluff, angst
Note: Spoiler
3x14; perdonate la follia del momento, ma mi si è delineata
in testa
e ho dovuto scriverla, anche se non mi piace com’è
venuta fuori,
ma tant’è XD
I can
finally see
That
you’re right there beside me
Se
avessero chiesto a
Quinn di descrivere quel momento con una sola parola, sicuramente
avrebbe detto “Strano”
Era strano, sì. Perché l’ultima
volta che lei, Brittany e Santana erano uscite insieme, avevano circa
15 anni e discutevano sulla possibilità di entrare a far
parte delle
cheerleader.
Ora invece, in quello stesso tavolo, tre anni dopo,
stavano parlando della sua ammissione al College.
Quando Santana
le aveva chiesto di uscire, quella sera, l’idea le era
sembrata
totalmente sbagliata e folle e sentiva l’ombra
dell’imbarazzo
incombere su quell’incontro.
E invece era bastato un sorriso,
una parola strana detta da Brittany e si erano ritrovate a ridere,
insieme, come sempre.
Come la prima volta che Santana si era
avvicinata a Quinn, il primo giorno d’asilo e le aveva
chiesto
perché non stesse giocando con le altre bambine. E Quinn le
aveva
risposto che quelli erano giochi stupidi per lei, che ormai sapeva
leggere e scrivere. E allora si erano sedute in disparte e Quinn
aveva letto a lei e Brittany la storia di una gabbianella persa e
allevata dai gatti.
Era sempre stata la loro storia. Le loro
famiglie, troppo lontane e distanti, le
avevano lasciate
sole e loro erano cresciute insieme, loro tre e nient’altro.
E
poi i ragazzi, la scuola, le cheerleader le avevano divise. E quella
storia d’amore nata tra Brittany e Santana aveva spinto Quinn
a
rifugiarsi tra le braccia di altra gente, fino a perdersi, in una
maniera del tutto improvvisa.
Ma ora sembrava tutto
superato, sembrava che tutto quello fosse avvenuto in
un’altra
epoca, in un’altra storia, in un’altra vita.
Quinn osserva
divertita Brittany, che combatte con il suo gelato che sembra immenso
e infinito. Ha il naso e le labbra sporche, e l’espressione
tipica
di chi se la sta godendo.
Quinn ha sempre provato per Brittany
quella sensazione di protezione che si ha con i bambini. E non
perché
lei sia stupida, no, Quinn lo sa bene, ma perché
è buona. Talmente
buona che qualsiasi cosa potrebbe finire col ferirla, e Quinn non
potrebbe accettarlo, perché le vuole bene, davvero, e
vederla stare
male le provocherebbe dolore a sua volta. E’ sempre stato
così.
Sin da bambine, quando Brit, prima di addormentarsi chiedeva a
entrambe di controllare se sotto il letto ci fosse qualcuno. Vederla
triste, spaventata, rendeva sia lei che Santana estremamente
vulnerabili, senza un vero perché.
E’ per questo che entrambe
continuano a proteggerla e lo faranno finche ne saranno
capaci.
“Q.”
sussurra Brittany, e l’altra ragazza alza la testa,
perdendosi
negli occhi blu dell’amica.
“Mi telefonerai tutte le
sere, vero?” chiede, con la voce piccola e una punta di
rossore a
tingerle le guance. Quinn sorride, mentre gli occhi le pizzicano un
po’ per quella semplice richiesta che le scalda il cuore, poi
allunga la mano sul tavolo e stringe quella dell’altra,
annuendo
dolcemente.
“Certo BritBrit! Ogni sera!”
Il sorriso
sul viso di Brittany potrebbe illuminare la stanza per quanto
è
bello e pieno e sincero e sia Quinn che Santana si ritrovano a
fissarlo e a riderne a loro volta perché, bè, non
possono farne a
meno. Ma Quinn lo sa che c’è qualcosa che non va.
Lo sa perché lo
sguardo di Santana indugia un po’ troppo su di lei, quando i
loro
occhi si incrociano e Quinn sente quella stretta allo stomaco che la
attanaglia ogni volta che ha una brutta sensazione.
“Vado a
prendere un altro gelato” trilla Brittany, interrompendo il
flusso
di quei pensieri sconclusionati e forse, un po’ troppo
negativi.
Santana ferma la sua ragazza per un polso, ridendo appena e
sfiorandole le labbra con le dita, ripulendola dal cioccolato che le
imbratta la bocca, per poi tirarla giù e baciarla dolcemente.
E
Quinn sente quell’irrefrenabile voglia di sorridere,
perché
vederle felici è tutto ciò che conta, e arrivare
a quel punto,
fregarsene della gente e vivere la loro storia è la loro
piccola
vittoria.
Quando Brittany si allontana dal tavolo trotterellando,
immediatamente Quinn sente gli occhi di Santana bruciarle addosso.
Alza lo sguardo, un po’ confusa e inarca un sopracciglio.
“Che
c’è?” chiede, sorridendo.
Santana, di tutta risposta, scuote
la testa, con un sorriso amaro a dipingerle le labbra.
“Non
farle promesse che non puoi mantenere
Fabray” e la sua
voce non è autoritaria, ironica, sarcastica, come ci si
aspetterebbe
da Santana Lopez. Quinn può perfettamente percepire la
tristezza che
impregna quelle parole, e sospira, perché sa esattamente a
cos’è
dovuta.
“Santana..” butta fuori, in un sussurro.
“ Lo so
Q, lo so. E’ che siamo sempre state noi tre, e ora tu vai
via..”
Quinn ride, imbarazzata e lusingata allo stesso
tempo. C’è qualcosa, tra di loro, che la bionda
è certa di non
poter ritrovare in nessun altro. Si, sicuramente Santana è
la sua
migliore amica e anche se la metà del tempo lo passano a
litigare e
insultarsi, in fondo, sa esattamente quanto siano importanti
l’una
per l’altra.
“San, ho già promesso a Brit che non
succederà,
va bene? Vi chiamerò tutti i giorni, e potrete venire a
trovarmi
ogni volta che vorrete, non vado da nessuna parte Lopez”
ridacchia,
facendo imbronciare Santana.
“Fragola, cioccolato e mango”
strilla Brittany, sedendosi accanto a Quinn e distribuendo cucchiai
per il gelato.
“I nostri gusti preferiti” sorride,
soddisfatta.
Ed è strano come tre gusti totalmente diversi,
insieme, siano perfettamente compatibili.
“Cosa?”
Santana salta
dalla sedia, non appena incrocia lo sguardo preoccupato di
Puck.
Sente il cuore batterle all’impazzata nel petto, la vista
annebbiarsi e gli occhi diventarle lucidi. Cerca gli occhi di
Brittany nella stanza, e quando li trova, sono esattamente allarmati
quanto i suoi.
“Dov’è ora?” chiede, con il
respiro spezzato
dalle lacrime che stentano ad uscire.
Puck si passa una mano sulla
cresta e scrolla le spalle.
“Credo in ospedale, non mi hanno
detto che diavolo le stanno facendo”
La stanza cala in un
silenzio spettrale, si guardano tutti intorno, cercando una risposta
sul da farsi, ma Santana non riesce a stare lì con le mani
in mano e
con un cenno del capo alla sua ragazza si alza e scatta verso la
porta.
“Non starò qui senza fare nulla mentre la mia
migliore
amica è in ospedale” ringhia, uscendo velocemente
dalla stanza.
La
strada verso l’ospedale non le è mai sembrata
così lunga, e anche
con la mano di Brittany stretta alla sua non riesce a fare a meno di
pensare al peggio.
“Vedrai San, Q starà bene, è
forte” cerca
di rassicurarla la bionda, ma tutto quello che la latina riesce a
pensare è la sua migliore amica su una barella che combatte
tra la
vita e la morte.
Ringhia, frustrata e si passa una mano tra i
capelli scuri mentre entra con decisione in ospedale.
Un
‘infermiera dai capelli rossi le sorride e gentilmente chiede
chi
stanno cercando.
“Fabray, Quinn Fabray” è Brittany a
rispondere per lei, e Santana la ama in quel momento come mai prima
d’ora. E’ così forte e risoluta, che
stenta a credere che una
persona del genere possa anche lontanamente essersi innamorata di
lei.
“E’ appena uscita dalla sala operatoria, ma non si
è
ancora svegliata. Siete sue parenti?”
E Santana ha voglia
di urlarle in faccia che i suoi parenti non la conoscono neanche la
metà di come la conoscono loro e che hanno diritto di sapere
come
sta, ma si trattiene, mentre Brittany cerca di convincere la donna a
farle entrare nella stanza.
“La prego, è la nostra migliore
amica, la conosciamo da anni”
E quello splendido broncio
che mette su, insieme agli occhi blu liquidi e tristi, riescono nel
loro intento. La donna le accompagna fino ad una porta bianca, che
spalanca lentamente, ma prima di farle entrare le avverte.
“Avete
solo due minuti, se vi trovano qui dentro mi licenziano” le
due
ragazze annuiscono e lentamente fanno il loro ingresso, mentre
l’insistente ticchettio della macchina accanto a Quinn non
smette
di rimbombare in quelle quattro pareti.
Santana la guarda, e non
riesce a trattenere un singhiozzo. Ha dei punti di sutura sul viso, e
vari lividi violacei su tutto il corpo.
“Dio, Quinn” sbotta,
trattenendo a stento le urla.
Brittany si avvicina, accarezzando i
capelli corti di Quinn e posandole un bacio sulla fronte, cercando di
fare attenzione al tubo dell’ossigeno.
“Ehy Q.” sorride,
prendendole una mano e voltandosi verso Santana, scossa dai
singhiozzi.
“Devi svegliarti, lo sai? Perché è un
bel problema
se non lo fai. Chi baderà a me e San?” sussurra,
stringendo tra le
mani quella fredda e immobile di Quinn.
“Sta piangendo..”
annuisce “però tu non dirle che te l’ho
detto”
Santana
sorride a quelle parole e si asciuga le lacrime con la manica della
sua giacca. Indossa ancora quello stupido vestito rosa da damigella,
ma il trucco le si è ormai sciolto sul viso.
“Avanti, vieni
qui”
La latina annuisce, seguendo il consiglio della sua ragazza
e si porta dal lato opposto del letto, intrecciando le dita con
quelle della sua amica.
“Non permetterti di lasciarci Fabray, o
ti odierò per sempre” mugugna, tirando su col naso
e facendo
sorridere la sua ragazza.
“Devi svegliarti, andare a Yale,
diventare famosa e comprare una casa a me e Brit, ricordi? Me
l’avevi
promesso” borbotta.
Brittany annuisce, chiudendo gli occhi e
respirando a pieni polmoni
“E sai quanto può essere
suscettibile Santana su certe cose”
Sorridono entrambe,
con gli occhi gonfi e stanchi e sbuffano quando la porta si apre e
l’infermiera appare sulla soglia, invitandole ad uscire.
“Q,
dobbiamo andare, ma saremo qui fuori ad aspettarti, va bene? Non
farci attendere tanto, però” ride, portandosi la
mano di Quinn
alle labbra e sfiorandola leggermente.
Santana non dice nulla,
annuisce e segue Brittany fuori dalla porta. Poi scuote la testa e
torna dentro, senza ascoltare le proteste della donna dai capelli
rossi. Si china sul viso di Quinn e le sfiora la guancia con le
labbra, mentre le parole le escono naturali e fluenti.
“Ti
voglio bene Q, per favore, non lasciarmi”
Please
don’t let me go
I
desperately need you