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Autore: Shellyng    28/02/2012    3 recensioni
L’ultima volta che lei, Brittany e Santana erano uscite insieme, avevano circa 15 anni e discutevano sulla possibilità di entrare a far parte delle cheerleader.
Ora invece, in quello stesso tavolo, tre anni dopo, stavano parlando della sua ammissione al College.
[Spoiler 3x14]
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Meteor Shower
Fandom:
 Glee 
Personaggi/Pairing(s): Quinn Fabray/Santana Lopez/Brittany Pierce – Accenni Brittana 
Avvertimenti: 
oneshot, fluff, angst
Note: Spoiler 3x14; perdonate la follia del momento, ma mi si è delineata in testa e ho dovuto scriverla, anche se non mi piace com’è venuta fuori, ma tant’è XD


I can finally see
That you’re right there beside me

Se avessero chiesto a Quinn di descrivere quel momento con una sola parola, sicuramente avrebbe detto “Strano”
Era strano, sì. Perché l’ultima volta che lei, Brittany e Santana erano uscite insieme, avevano circa 15 anni e discutevano sulla possibilità di entrare a far parte delle cheerleader.
Ora invece, in quello stesso tavolo, tre anni dopo, stavano parlando della sua ammissione al College.
Quando Santana le aveva chiesto di uscire, quella sera, l’idea le era sembrata totalmente sbagliata e folle e sentiva l’ombra dell’imbarazzo incombere su quell’incontro.
E invece era bastato un sorriso, una parola strana detta da Brittany e si erano ritrovate a ridere, insieme, come sempre.
Come la prima volta che Santana si era avvicinata a Quinn, il primo giorno d’asilo e le aveva chiesto perché non stesse giocando con le altre bambine. E Quinn le aveva risposto che quelli erano giochi stupidi per lei, che ormai sapeva leggere e scrivere. E allora si erano sedute in disparte e Quinn aveva letto a lei e Brittany la storia di una gabbianella persa e allevata dai gatti.
Era sempre stata la loro storia. Le loro famiglie, troppo lontane e distanti, le avevano  lasciate sole e loro erano cresciute insieme, loro tre e nient’altro.
E poi i ragazzi, la scuola, le cheerleader le avevano divise. E quella storia d’amore nata tra Brittany e Santana aveva spinto Quinn a rifugiarsi tra le braccia di altra gente, fino a perdersi, in una maniera del tutto improvvisa. 
Ma ora sembrava tutto superato, sembrava che tutto quello fosse avvenuto in un’altra epoca, in un’altra storia, in un’altra vita.
Quinn osserva divertita Brittany, che combatte con il suo gelato che sembra immenso e infinito. Ha il naso e le labbra sporche, e l’espressione tipica di chi se la sta godendo.
Quinn ha sempre provato per Brittany quella sensazione di protezione che si ha con i bambini. E non perché lei sia stupida, no, Quinn lo sa bene, ma perché è buona. Talmente buona che qualsiasi cosa potrebbe finire col ferirla, e Quinn non potrebbe accettarlo, perché le vuole bene, davvero, e vederla stare male le provocherebbe dolore a sua volta. E’ sempre stato così. Sin da bambine, quando Brit, prima di addormentarsi chiedeva a entrambe di controllare se sotto il letto ci fosse qualcuno. Vederla triste, spaventata, rendeva sia lei che Santana estremamente vulnerabili, senza un vero perché.
E’ per questo che entrambe continuano a proteggerla e lo faranno finche ne saranno capaci. 
“Q.” sussurra Brittany, e l’altra ragazza alza la testa, perdendosi negli occhi blu dell’amica. 
“Mi telefonerai tutte le sere, vero?” chiede, con la voce piccola e una punta di rossore a tingerle le guance. Quinn sorride, mentre gli occhi le pizzicano un po’ per quella semplice richiesta che le scalda il cuore, poi allunga la mano sul tavolo e stringe quella dell’altra, annuendo dolcemente.
“Certo BritBrit! Ogni sera!” 
Il sorriso sul viso di Brittany potrebbe illuminare la stanza per quanto è bello e pieno e sincero e sia Quinn che Santana si ritrovano a fissarlo e a riderne a loro volta perché, bè, non possono farne a meno. Ma Quinn lo sa che c’è qualcosa che non va. Lo sa perché lo sguardo di Santana indugia un po’ troppo su di lei, quando i loro occhi si incrociano e Quinn sente quella stretta allo stomaco che la attanaglia ogni volta che ha una brutta sensazione.
“Vado a prendere un altro gelato” trilla Brittany, interrompendo il flusso di quei pensieri sconclusionati e forse, un po’ troppo negativi. Santana ferma la sua ragazza per un polso, ridendo appena e sfiorandole le labbra con le dita, ripulendola dal cioccolato che le imbratta la bocca, per poi tirarla giù e baciarla dolcemente.
E Quinn sente quell’irrefrenabile voglia di sorridere, perché vederle felici è tutto ciò che conta, e arrivare a quel punto, fregarsene della gente e vivere la loro storia è la loro piccola vittoria.
Quando Brittany si allontana dal tavolo trotterellando, immediatamente Quinn sente gli occhi di Santana bruciarle addosso. Alza lo sguardo, un po’ confusa e inarca un sopracciglio.
“Che c’è?” chiede, sorridendo.
Santana, di tutta risposta, scuote la testa, con un sorriso amaro a dipingerle le labbra.
“Non farle promesse che non puoi mantenere Fabray”  e la sua voce non è autoritaria, ironica, sarcastica, come ci si aspetterebbe da Santana Lopez. Quinn può perfettamente percepire la tristezza che impregna quelle parole, e sospira, perché sa esattamente a cos’è dovuta.
“Santana..” butta fuori, in un sussurro.
“ Lo so Q, lo so. E’ che siamo sempre state noi tre, e ora tu vai via..” 
Quinn ride, imbarazzata e lusingata allo stesso tempo. C’è qualcosa, tra di loro, che la bionda è certa di non poter ritrovare in nessun altro. Si, sicuramente Santana è la sua migliore amica e anche se la metà del tempo lo passano a litigare e insultarsi, in fondo, sa esattamente quanto siano importanti l’una per l’altra.
“San, ho già promesso a Brit che non succederà, va bene? Vi chiamerò tutti i giorni, e potrete venire a trovarmi ogni volta che vorrete, non vado da nessuna parte Lopez” ridacchia, facendo imbronciare Santana.
“Fragola, cioccolato e mango” strilla Brittany, sedendosi accanto a Quinn e distribuendo cucchiai per il gelato.
“I nostri gusti preferiti” sorride, soddisfatta.
Ed è strano come tre gusti totalmente diversi, insieme, siano perfettamente compatibili.

Cosa?” Santana salta dalla sedia, non appena incrocia lo sguardo preoccupato di Puck.
Sente il cuore batterle all’impazzata nel petto, la vista annebbiarsi e gli occhi diventarle lucidi. Cerca gli occhi di Brittany nella stanza, e quando li trova, sono esattamente allarmati quanto i suoi.
“Dov’è ora?” chiede, con il respiro spezzato dalle lacrime che stentano ad uscire.
Puck si passa una mano sulla cresta e scrolla le spalle.
“Credo in ospedale, non mi hanno detto che diavolo le stanno facendo” 
La stanza cala in un silenzio spettrale, si guardano tutti intorno, cercando una risposta sul da farsi, ma Santana non riesce a stare lì con le mani in mano e con un cenno del capo alla sua ragazza si alza e scatta verso la porta.
“Non starò qui senza fare nulla mentre la mia migliore amica è in ospedale” ringhia, uscendo velocemente dalla stanza.
La strada verso l’ospedale non le è mai sembrata così lunga, e anche con la mano di Brittany stretta alla sua non riesce a fare a meno di pensare al peggio.
“Vedrai San, Q starà bene, è forte” cerca di rassicurarla la bionda, ma tutto quello che la latina riesce a pensare è la sua migliore amica su una barella che combatte tra la vita e la morte.
Ringhia, frustrata e si passa una mano tra i capelli scuri mentre entra con decisione in ospedale.
Un ‘infermiera dai capelli rossi le sorride e gentilmente chiede chi stanno cercando.
“Fabray, Quinn Fabray” è Brittany a rispondere per lei, e Santana la ama in quel momento come mai prima d’ora. E’ così forte e risoluta, che stenta a credere che una persona del genere possa anche lontanamente essersi innamorata di lei.
“E’ appena uscita dalla sala operatoria, ma non si è ancora svegliata. Siete sue parenti?” 
E Santana ha voglia di urlarle in faccia che i suoi parenti non la conoscono neanche la metà di come la conoscono loro e che hanno diritto di sapere come sta, ma si trattiene, mentre Brittany cerca di convincere la donna a farle entrare nella stanza.
“La prego, è la nostra migliore amica, la conosciamo da anni” 
E quello splendido broncio che mette su, insieme agli occhi blu liquidi e tristi, riescono nel loro intento. La donna le accompagna fino ad una porta bianca, che spalanca lentamente, ma prima di farle entrare le avverte.
“Avete solo due minuti, se vi trovano qui dentro mi licenziano” le due ragazze annuiscono e lentamente fanno il loro ingresso, mentre l’insistente ticchettio della macchina accanto a Quinn non smette di rimbombare in quelle quattro pareti.
Santana la guarda, e non riesce a trattenere un singhiozzo. Ha dei punti di sutura sul viso, e vari lividi violacei su tutto il corpo.
“Dio, Quinn” sbotta, trattenendo a stento le urla.
Brittany si avvicina, accarezzando i capelli corti di Quinn e posandole un bacio sulla fronte, cercando di fare attenzione al tubo dell’ossigeno.
“Ehy Q.” sorride, prendendole una mano e voltandosi verso Santana, scossa dai singhiozzi.
“Devi svegliarti, lo sai? Perché è un bel problema se non lo fai. Chi baderà a me e San?” sussurra, stringendo tra le mani quella fredda e immobile di Quinn.
“Sta piangendo..” annuisce “però tu non dirle che te l’ho detto” 
Santana sorride a quelle parole e si asciuga le lacrime con la manica della sua giacca. Indossa ancora quello stupido vestito rosa da damigella, ma il trucco le si è ormai sciolto sul viso.
“Avanti, vieni qui”
La latina annuisce, seguendo il consiglio della sua ragazza e si porta dal lato opposto del letto, intrecciando le dita con quelle della sua amica.
“Non permetterti di lasciarci Fabray, o ti odierò per sempre” mugugna, tirando su col naso e facendo sorridere la sua ragazza.
“Devi svegliarti, andare a Yale, diventare famosa e comprare una casa a me e Brit, ricordi? Me l’avevi promesso” borbotta.
Brittany annuisce, chiudendo gli occhi e respirando a pieni polmoni
“E sai quanto può essere suscettibile Santana su certe cose” 
Sorridono entrambe, con gli occhi gonfi e stanchi e sbuffano quando la porta si apre e l’infermiera appare sulla soglia, invitandole ad uscire.
“Q, dobbiamo andare, ma saremo qui fuori ad aspettarti, va bene? Non farci attendere tanto, però” ride, portandosi la mano di Quinn alle labbra e sfiorandola leggermente.
Santana non dice nulla, annuisce e segue Brittany fuori dalla porta. Poi scuote la testa e torna dentro, senza ascoltare le proteste della donna dai capelli rossi. Si china sul viso di Quinn e le sfiora la guancia con le labbra, mentre le parole le escono naturali e fluenti.
“Ti voglio bene Q, per favore, non lasciarmi”

Please don’t let me go
I desperately need you




  
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