Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: Dave1994    28/02/2012    1 recensioni
Non sapeva che quella piccola sfera d’oro,quella Mela,avrebbe sconvolto prima la Francia,e poi il mondo intero.
Genere: Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Sparate!- urlò LaFayette agli uomini posti ai suoi lati. Una salva di proiettili attraversarono l’aria, mirando ai soldati britannici intenti schierati lungo le mura della città di Yorktown: per ben quattro ore, l’inferno scese sul campo di battaglia. Nessuna delle due fazioni sembrava disposta ad arrendersi, ma George Washington non aveva fretta. Sapeva che avrebbe vinto, lo aveva visto. Dio lo guidava dall’alto dei cieli, posandogli sulla spalla una mano onnipotente. Il futuro primo presidente degli Stati Uniti conosceva ogni mossa avversaria, ogni schieramento nemico messo a punto durante le afose notti d’estate e qualsiasi strategia capace anche in minima parte di metterlo in difficoltà.
Dalla collina più alta all’infuori della città, Washington dirigeva le sue diciassettemila truppe all’assedio di Yorktown, ultimo caposaldo delle forze britanniche. Allearsi con i francesi era stato determinante, nell’abile piano del generale americano: gli uomini di LaFayette e quelli di Rochambeau avevano enormemente aumentato il numero totale dei soldati a disposizione della resistenza indipendentista.
-Generale Washington- disse un uomo alla sua destra, che si rivelo essere appunto Rocheambeau -Lord Cornwallis richiede un incontro con lei. Vuole patteggiare un armistizio.-
-Si arrendono, dunque? Hanno capito che opporsi alla volontà del Signore è inutile, allora. Dite ai soldati di interrompere l’attacco.-
Vimeur annuì, anche se non potè trattenersi dal riservare a Washington uno sguardo strano e dubbioso: in quegli ultimi giorni il generale gli era sembrato distante e freddo, come se un’altra entità avesse preso controllo del suo corpo. Non sembrava quasi più mangiare e passava tutto il tempo chiuso nella sua tenda. Vimeur giurò di averlo sentito parlare da solo, una notte,riguardo alla volontà di Dio che tutto osserva e dispone, ma aveva liquidato la questione dando la colpa all’ansia.
Lo guardò attentamente e notò che ora gli occhi di Washington brillavano di una luce dirompente.
-Andiamo,Vimeur- disse, con voce atona -andiamo a concludere questa guerra.-

***

-Siamo disposti a cedervi il controllo di metà delle colonie- disse Lord Cornwallis, lisciandosi i lunghi baffi -direi che è una proposta ragionevole, non trovate?-
I tre generali e il Lord sedevano alla tavola dell’ambasciata britannica, mentre fuori ancora aleggiava l’odore della polvere da sparo consumata durante la battaglia. Dieci guardie,armate di baionetta, stavano in piedi, ritte e solenni. Pronte a intervenire al minimo disguido.
-Metà delle colonie? E’ un insulto, Lord Cornwallis. E lo sapete.- disse Washington, alzandosi in piedi. I soldati ai lati della stanza imbracciarono le armi, all’erta. Lui vide nei loro occhi la stanchezza che li logorava: questa guerra aveva stancato tutti.
Tranne lui.
Perché George Washington aveva il Signore al suo fianco. Lui rappresentava la volontà di Dio sulla terra e doveva occuparsi che tutto andasse fatto come si doveva.
-Mi dispiace, ma queste sono le condizioni della Corona- esclamò Lord Cornwallis, per nulla turbato -se proprio non siete d’accordo, temo dovremo…-
Improvvisamente il generale americano che, un giorno molto vicino avrebbe preso il comando dell’America, ficcò una mano sotto la giacca: gesto che fece scattare sull’attenti le guardie, perché si ritrovò puntati addosso una decina di fucili Kentucky dall’impugnatura logora.
-Washington, ma cosa fa?! Non faccia sciocchezze, la prego!- lo implorò LaFayette, mentre Vimeur osservava la scena con occhi attoniti. Che diavolo, gli avevano offerto la resa su un piatto d’argento e aveva anche di cui lamentarsi?
-Suvvia, non siamo avventati. Venga, forse possiamo discuterne assieme.- Ora Lord Cornwallis sembrava spaventato, perché aveva visto…aveva visto la mano del generale americano muoversi sotto la giacca e…
D’un tratto, George Washington estrasse dalla sua elegante divisa un oggetto dalla forma sferica, dalla superficie dorata. Ma nessuno ebbe modo di esaminarlo più a fondo, perché una luce splendente invase la stanza pulsando come un cuore e paralizzando ogni persona presente. Le guardie fecero cadere a terra i fucili e stramazzarono al suolo, mentre una schiuma bianca colava loro dalla bocca.
-La mia volontà è la volontà di Dio, Lord Cornwallis- esclamò il generale, con una voce rimbombante e terribile. Gli occhi del povero Lord erano vacui, assenti, in mezzo a quel giallo accecante: sembrava essere ben lungi dal poter udire o dal riverire il suo interlocutore, che stava ora misurando la stanza coi propri passi.
-Ma poiché sono misericordioso, come Lui ci ha spesso insegnato ad essere, vi lascerò vivere. Ma voglio che l’Inghilterra non ficchi più il naso negli affari del popolo americano: d’ora in poi,vivremo secondo le nostre leggi. Andate a riferire questo alla Corona e portategli i miei saluti.-
La luce tornò da dove era venuta, e tutto tornò alla normalità.
Salvo che nessuno dei presenti si ricordò l’avvenimento. Al massimo, rimase loro la vaga consapevolezza di un’accecante luce dorata e di una piccola Mela gialla.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: Dave1994