I love you. And It hurts
Gli
occhi chiusi, le dita di lei
intrecciate a quelle ciocche rosse e ribelli, i codini sfatti. Sul viso
smorfie
di piacere, ansimava, investita dai brividi che il contatto con le sue
mani le
provocava. Lui sapeva come sfiorarla, solo lui aveva avuto il piacere
di farla
sua e solo lui conosceva i punti magici della cinesina.
Affondò il viso tra i
seni mentre sfiorava il profilo dei suoi fianchi con la punta dei
polpastrelli.
Le sue gambe lo accoglievano con timidezza ma anche con desiderio. Lui
la
strinse a sé in un forte abbraccio mentre cominciava a
muoversi più
velocemente. I gemiti della ragazza si facevano sempre più
forti via via che la
sua virilità si faceva prepotente, stuzzicando la sua voglia
di accelerare
ancora. Il divano scricchiolava sonoramente sotto il loro peso.
Sapeva
che avrebbe presto ceduto, il
candore di lei lo faceva letteralmente impazzire. Con voce dolce e
stanca lo
pregò di non fermarsi e lui fece il possibile per non
deluderla ma non riuscì a
trattenersi oltre…
Le
gambe gli vibrarono con vigore, al punto tale da svegliarlo di
soprassalto. Era
completamente sudato, i capelli appiccicati al viso. Aveva il fiatone.
‘Era
solo un sogno’ constatò, ancora intontito dal
sonno.
Era
nel suo letto, completamente solo. Non c’era nessuno accanto
a lui. Non c’erano
i loro corpi avvinghiati, quella palpitante femminilità, i
gemiti di piacere…
Eppure era stato tutto così reale.
Hwoarang
si guardò attorno, frastornato, fuori dalla finestra il
cielo era ancora buio.
Il
sogno era stato così intenso che gli sembrava di averla
tenuta fra le braccia,
che la passione fosse stata realmente consumata.
Ma
ciò non sarebbe mai accaduto, perché dopo quella
violenta discussione lei se
n’era andata, aveva scelto di seguire l’altro e di
abbandonare lui. Quello era
un sogno e tale sarebbe rimasto.
Fanculo!
Va’ dove cazzo ti pare mocciosa,
me ne fotto!
Queste
le parole che le aveva gridato contro.
Se
lei gli aveva voltato le spalle non importava perchè non
sopportava averla
intorno, stava benissimo senza di lei – o almeno era quello
che si ripeteva da
giorni.
Prese
l’ultima sigaretta rimastagli nel pacchetto,
l’accese e aspirò un’ampia
boccata.
L’immagine
di quel delicato volto estasiato dal piacere e l’innocenza di
quei gemiti non
accennavano a lasciare la mente del ragazzo.
La
voleva. Ma non era solo desiderio il suo. No, era qualcosa in
più. Ma non l’avrebbe
mai ammesso, neppure a se stesso.
E
poi gli venne in mente lui, Kazama. Accanto a lei, su di lei, dentro di
lei. Una
rabbia fortissima lo investì. Un tiro dietro
l’altro, un grido furioso a
infrangere il silenzio notturno, un pugno così forte da
incrinare la rete metallica
del divano.
‘Perché?’
Hwoarang
era sempre stato presente ma alla fine lei aveva preferito Kazama,
preferiva sempre
quello.
Si
alzò dal letto con un colpo di reni e cercò il
pacchetto nuovo nel mucchio dei
suoi abiti gettati in terra poche ore prima.
Nell’oscurità della stanza le sue
mani incontrarono qualcosa che afferrò e si portò
vicino.
Un
pupazzetto, un piccolo panda.
‘Xiaoyu…’
Lo
strinse nel proprio pugno e lo scagliò contro il muro. Il
giocattolo colpì la
parete e finì con un colpo secco sul pavimento.
Hwoarang
spense la sigaretta nel posacenere e ne accese subito
un’altra, si sedette sul
letto e si mise a fissare il punto in cui era caduto il piccolo panda.
Quando
ebbe terminato si alzò ancora, mosse pochi passi e lo colse
dal pavimento. Si
sdraiò, lo appoggiò al bordo del divano. Gli
sembrava passato un secolo dalla
sera in cui la ragazza lo aveva dimenticato lì.
Tutti
i loro ricordi gli scorsero nella mente e per un po’
scacciarono finalmente via
l’immagine di Kazama. In quel momento nella sua testa
c’erano solo loro, lui,
il teppista coreano, e lei, la ragazzina cinese.
Qualcosa
di caldo e salato gli scivolò sulla guancia riversandosi sul
cuscino, un dolore,
un’amarezza espressa in silenzio.
‘Ti
odio’
Chiuse
gli occhi e, prima di addormentarsi, la vide. Sorrise dolcemente e gli
sussurrò
qualcosa.
Bugiardo.
Ciao gente,
questa è la mia primissima storia su Tekken
perciò siate clementi… sinceramente
mi è venuta di getto quindi immagino che non abbia
né capo né coda… A titolo informativo, ho inserito il rating Arancione per le parolacce, ditemi se va bene o se devo cambiarlo. Comunque mi
farebbe piacere sapere che cosa ne pensate ^^
Alla prossima,
Amy