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Autore: Vichannie    02/03/2012    5 recensioni
Il povero Misaki si ritrova drogato da Aikawa-sa, e ne succederanno delle belle.
Avevo voglia di far fare qualcosa di strano allo "ordinario" Misaki-san, e quale sarebbe il modo migliore per spingercelo se non un allucinogeno? ;)
Attenzione, è ad alto contenuto di stupidità e non senso xD
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Eri Aikawa, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  -- Misaki-kun, vorresti un biscotto?
  -- Uuaaaah!! Siii! Grazie, Aikawa-san!
 
 
  Era passata un’ora da quando Usagi-san era tornato a casa. Era andato a comprarsi una stecca di sigarette, e quando era tornato Misaki non era più quello che aveva lasciato.
  Aveva frugato talmente tanto in giro per casa che era riuscito a beccare un vestito che Kaoruko-chan aveva lasciato per errore. Era uno yukata color pesca con ricamate delle rose rosse. E, be’, se l’era messo.
  Non aveva potuto fare a meno di scoppiargli a ridere in faccia, prendendo subito il telefonino e facendogli una foto - che avrebbe potuto usare in seguito per ricattarlo. Dopo di che Misaki era corso - cadendo svariate volte sulle scale - in camera sua, proprio dove ancora si trovava.
  A un tratto sentì uno strano mormorio provenire da dietro di sé. Si girò lentamente con fare preoccupato, e vide una parete completamente piena di lucette rosse. Cercò di mettere a fuoco il più possibile e si rese conto che era un muro di chibi Suzuki-san dagli occhi color sangue.
  Indietreggiò senza dargli le spalle, e quando toccò la porta finalmente il mormorio prese senso alle sue orecchie.
  -- Mi-sa-ki! Mi-sa-ki! Vogliamo teeee!! Misakiiii! Ti vogliamoooo!!
  Misaki-san aprì velocissimamente la porta, inciampando in altri orsetti maledetti. Iniziò a urlare e urlare e urlare, e quando vide di avere ancora addosso lo yukata di Kaoruko urlò ancora più forte. E quando Usagi-san salì di corsa gli scalini preoccupato - infischiandosi della regola di non correre sulle scale- smise di botto.
  Con le lacrime agli occhi guardò bene dove prima erano i mini Suzuki-san, e non vide niente. Guardò il vestito, e, notando che nel cadere a terra gli aveva scoperto buona parte del corpo, si ricoprì.
  Usagi lo aiutò a rimettersi in piedi, ma, appena gli lasciò le mani, Misaki iniziò a correre avanti e indietro per il corridoio urlando “Gli orsetti!! Orsetti!! Gli orsetti!!”, continuando a incespicare nei suoi stessi piedi.
  Dopo la decima volta che correva come un forsennato davanti agli occhi sgranati del sensei Usami Akihiko, si fermò infondo al corridoio in legno, puntandolo come un cane da tartufo. Si mise in posizione e… partì verso di lui correndo e strillando “abbraccio potentosoooo!”, saltandogli addosso pesantemente.
  -- Conigliettooo! Usagii! -- disse, abbracciandolo come un peluche. -- Quanto sei dolce, non mi lasciare mai, coniglioo!!
Usagi-san, confuso, lo prese di peso, stranamente senza proteste da parte di Misaki. Lo portò in camera sua, dove gli tolse lo yukata e lo mise a letto. Quando fece per andarsene, arrivarono le lamentele.
  -- Nuuoo, usagi-san! Mi avevi detto che non mi avresti lasciatoo! -- urlò il ragazzino, tirandogli la manica della camicia. -- Resta qui con me, ti pregooo!!
  E figuriamoci se Usagi si sarebbe tirato indietro. Infondo Misaki-san era nudo, nel suo letto, e lo stava implorando di rimanere con lui. Lanciò le coperte in aria e si tuffò con enfasi sul materasso, che cigolò per via del suo peso.
  Stava per incominciare i soliti preliminari quando vide Misaki che lo fissava a bocca aperta, poco prima di rimettersi a strepitare.
  -- Aaaaah!! Baka, Usagi-saaan!! -- urlò sempre più forte, dandogli calci e pugni. -- Come puoi approfittarti di me in questo modoo!
  -- Misaki!! -- urlò spazientito l’uomo. Al che Misaki-san si calmò e iniziò a lamentarsi dal mal di testa.
  -- Usagi-san, non mi sento bene.
 
  Il mattino dopo, Misaki era tornato come nuovo. Aveva dormito bene, dopo quelle ore d’inferno. Usagi gli aveva chiesto cosa era successo mentre lui non c’era, dopo di che lo aveva lasciato a riposarsi. Si era chiesto come aveva potuto non pensarci prima. Quel demone di Aikawa-san e la sua Salvia Divinorum! Aveva drogato più e più volte l’intera redazione solo perché si annoiava, e aveva avuto il coraggio di fare lo stesso al suo Misaki solo perché “voleva vedere cosa sarebbe successo” e anche cosicché  “magari avrebbe aiutato Usami-sensei ad avere l’ispirazione per un nuovo Boy’s love”. Be’, per l’ultima cosa ci aveva azzeccato.
  Il diciannovenne scese le scale dolcemente, ancora in dormiveglia. Usagi-san gli andò incontro e lo abbracciò forte. Si era preoccupato e spaventato quando Aikawa gli aveva detto la quantità della dose che gli aveva fatto ingerire coi biscotti.
  -- Usagi-san, che è successo?
  L’uomo gli spiegò tutto, dallo yukata agli orsetti, dal suo “attacco conigliesco” al momento in cui aveva ripreso più o meno coscienza.
  -- Be’... ora non hai più mal di testa, non hai scusanti. Dove eravamo arrivati ieri? -- gli sussurrò Usagi-san con voce profonda, riabbracciandolo e iniziando a sbottonargli la maglia del pigiama che Misaki si era messo prima di scendere. Il moro diventò rosso in viso, ma non protestò come Usagi si sarebbe aspettato. Lo trascinò di nuovo fino al letto.
  -- Baka, Usagi-san… -- sussurrò Misaki, lasciandosi finalmente andare del tutto.
  
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