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Autore: Aniel_    02/03/2012    9 recensioni
Sequel di "Babysitter per ventiquattro ore". Bobby è costretto a prendersi cura di Cas, Dean e Sam versione bimbi a causa dell'ennesimo effetto collaterale delle armi di Balthazar. Per fortuna il vecchio cacciatore potrà trovare manforte in Jody Mills e Ellen Harvelle, pronte ad aiutarlo con quelle piccole pesti.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fandom: Supernatural.
Pairing: nessuno.
Rating: verde.
Charapter: 1/3.
Genere: Introspettivo, Fluff, comico.
Warning: baby!Cas, baby!Dean, baby!Sam, dad!Bobby
Summary: in una dimensione in cui Balthazar si diverte a giocare con le armi del Paradiso...danni collaterali li chiama lui. Fatto sta che Bobby è alle prese con dei minuscoli Dean, Sam e Cas. Un salto nel passato per lui, quando ancora doveva prendersi cura di quei piccoli mocciosetti. Menomale che c'è Ellen, Dio la benedica!
Note: dato che ho ricevuto un discreto successo con quest'idea, ho deciso di scrivere il sequel di Babysitter per ventiquattro ore. Vi invito a leggerlo prima di iniziare questa lettura, poiché vi sono diversi riferimenti nonché l'imput dell'intera vicenda!
DISCLAIMER: i personaggi non mi appartengono. Non ci guadagno nulla!


1. Pannolini e marmocchi non fanno per me!



Bobby aveva sempre ritenuto quella poltrona estremamente scomoda, per questo motivo era sempre stato propenso a crollare sul divano.
In quella scomodissima posizione, con il collo penzolante in avanti, Bobby schiuse gli occhi lentamente cercando di fare mente locale: aveva fatto il sogno più assurdo della sua vita.
Dean, Sam e Cas erano stati trasformati in marmocchi piagnucolosi e scatenati - almeno Dean, che era quello più energico tra tutti- e poi quei tre erano crollati inevitabilmente sul divano. Tutta colpa di Balthazar tra parentesi e delle sue fottutissime armi angeliche.
Il cacciatore si passò una mano sul viso nel tentativo di scacciare la stanchezza e si mise in piedi: le ossa scricchiolavano terribilmente mentre si dirigeva verso la cucina. Spalancò il frigo alla ricerca di una bottiglia d'acqua ma tutto quello che riuscì a trovare fu birra e ...cibo, se dopo quattro settimane poteva ancora definirsi tale. Bobby era stato impegnato e fare la spesa non gli era parsa proprio una priorità. Chiuse il frigo con un tonfo sordo e indietreggiò di qualche passo, colpendo qualcosa e rischiando di finire a terra.
Si voltò velocemente e spedì un'occhiata verso il basso dove un bambino dai capelli castani e gli occhi verdi lo fissava con lo sguardo annacquato, probabilmente a causa del sonno.
Il piccolo si strofinava gli occhietti con un pugno chiuso mentre con l'altra mano strattonava la stoffa della maglietta di Bobby, cercando di attirare la sua attenzione.
Balls. Allora non era un sogno.
- Sam? Come mai sei ancora così? Le ventiquattro ore sono passate, dovresti essere tornato...grande!- mormorò il vecchio cacciatore abbassandosi per poter essere della stessa altezza del bambino.
Quello si che era strano: fino a qualche giorno prima aveva bisogno di uno sgabello per poter fissare il ragazzo negli occhi mentre adesso era lui a doversi abbassare per incatenare i propri occhi ai suoi.

- Gnam gnam..- rispose il piccolo Sam allungando le manine e cercando di farsi prendere in braccio dallo zio Bobby.
- Si, cibo...si. Ehm...dovrò andare a comprare qualcosa!- disse mentre sollevava il bambino.- Ma non posso lasciare quei due da soli!- osservò ancora accennando un sorriso in direzione del divano.

Due piccoli bambini dormivano beatamente guancia a guancia: il primo aveva gli occhi semiaperti e persino a chilometri di distanza sarebbe stato possibile scorgere quelle iridi verdi; il secondo era più gracilino e pallido con dei piccoli ciuffi di capelli neri che coprivano la fronte e si mescolavano a quelli biondi di Dean, creando un contrasto evidentissimo. Cas aveva ancora il nasino arrossato a causa dei pianti di qualche ora prima e Bobby ringraziò mentalmente Ellen per essere riuscita a calmarlo.
Quella donna era incredibile.
Ma adesso sorgevano una serie di problemi impossibili da ignorare: quanto sarebbe durato ancora quell'incantesimo? Come sarebbe riuscito Bobby a gestire tre bambini così piccoli? (Diciamo due bambini e un angelo che mai nella vita è stato un marmocchio). Dove diavolo si era cacciato il pennuto che aveva combinato tutto quel gran casino?
Calma Bobby, una cosa alla volta.
Il cacciatore afferrò uno dei suoi innumerevoli telefoni e compose distrattamente un numero. Attese finché la voce familiare dello sceriffo Jody Mills divenne l'unico suono della stanza.

- Sceriffo Mills? Sono Bobby Singer...-
- Bobby, ehi. Scusami, ma sono in ritardo. Alla centrale hanno ricevuto una telefonata...-
- Il mio problema è più urgente. Ho bisogno del suo aiuto..- ammise quasi controvoglia, annuendo a Sam come a voler dire "tranquillo, ora ti compro qualcosa da mangiare".
- Bobby, davvero, non è il momento!-
- Oh andiamo, riusciranno a cavarsela anche senza di lei! Adesso, per favore, può venire qui? Si tratta di una mezz'ora e poi la lascerò in pace, davvero!-
-...va bene. Arrivo subito e mi auguro che sia importante- rispose la donna dopo una piccola esitazione.

Bobby mise giù il telefono e si diresse in punta di piedi verso lo scantinato: non aveva intenzione di svegliare Dean e Cas; Sam, se non altro, era sempre stato particolarmente docile e quindi facilmente gestibile.
Il cacciatore prese l'occorrente, gettando il tutto molto velocemente in quella che Dean aveva sempre definito scodella angelica. Lasciò Sam sul ciglio della porta, invitandolo a restare lì e il bambino non aveva fatto storie: aveva annuito e si era seduto a terra, con le spalle contro il muro.
Un battito d'ali lo informò che l'incantesimo aveva funzionato.

- Bobby...Singer. Finalmente ci conosciamo!- ululò Balthazar con il solito tono strafottente.
- Mi piacerebbe star qui e preoccuparmi delle presentazioni, ma ti faccio presente che le ventiquattro ore sono passate!- sbottò il cacciatore.
- E allora?-
- E allora sono ancora dei marmocchi col moccio al naso!-
- E allora?-
- Senti, so che può non importarti di Sam e Dean, va bene? Ma voi angeli non avevate una guerra civile in corso? Come riuscirete ad affrontarla se il vostro comandante indossa ancora i pannolini e sbava dappertutto?-
- Immagino che potrebbe impietosire Raphael con quegli occhioni blu e innocenti!- ironizzò l'angelo.
- Come può non importarti?- chiese a quel punto Bobby, corrugando la fronte.
- Certo che mi importa ma come ti ho detto non dipende da me! L'incantesimo potrebbe durare di più...una settimana, un mese, io non lo so! In un modo o nell'altro torneranno adulti...prima o poi...-
- Torneranno adulti tra una ventina d'anni più o meno!-
- Quello è Sam?- chiese improvvisamente l'angelo, indicando il piccolo accovacciato a terra.
- Si.-
- Ah, che carino. Pensare che sia stato il tramite di Lucifer rende il tutto ancora più divertente. Guardalo, si succhia il pollice! Comunque sia, dammi qualche giorno. Nell'eventualità che riesca a scoprire qualcosa te lo farò sapere- propose Balthazar prima di sparire nel nulla e lasciando che le domande morissero in bocca al cacciatore.
- Figlio di puttana.- mormorò a denti stretti.
- Piglio'di'ttana- cercò di ripetere il piccolo Sam.
- Non si dicono le parolacce, Sam!- lo rimproverò mentre lo afferrava nuovamente tra le braccia.

Quando tornò nel salotto-studio notò che mancava qualcuno all'appello: Dean era ancora sdraiato completamente sul divano con la bocca aperta e sporca di cioccolata, ma Castiel?
Il cacciatore avvertì un'ondata di panico: poteva essere dappertutto e quella casa era talmente piena di armi e coltelli da essere il luogo meno sicuro per bambini sulla faccia della pianeta!
La porta socchiusa attirò la sua attenzione e vi si precipitò con Sam stretto al petto, il quale boccheggiava qualcosa come gnam gnam, rimarcando il fatto che fosse affamato. Bobby spalancò la porta e mancò davvero per poco la povera Jody Mills che indietreggio spaventata e con un bambino con il trench beige tra le braccia.

- Bobby ma che diavolo fai? E che ci faceva questo bambino in mezzo alle tue macchine da solo...non avrai rapito dei bambini?- chiese lo sceriffo, terrorizzata.
- Cosa? No! Loro non...non sono...- ma il cacciatore non riuscì a terminare la frase, distratto dalla vocina di Sam che mormorava gnam gnam gnam ed era abbastanza sicuro che di lì a poco sarebbe esploso anche lui.
- Si, Sam, stiamo andando a comprare da mangiare...stiamo andando, stiamo andando...- gli disse, cercando di farlo smettere.
- Sam? Sam come quel Sam?- chiese la donna.
- Jody questo è Sam! Non posso spiegarti adesso ma ti ho chiamata per dargli un'occhiata mentre io e Sam andiamo a fare la spesa!- spiego frettolosamente Bobby, poggiando Sam su un'auto e allacciandogli la cintura.
- Dare un'occhiata a chi esattamente?-
- A Dean che è ancora dentro che dorme e a Cas, l'angioletto che tieni in braccio e che se si permetterà a sgattaiolare così di nuovo provocandomi un quasi infarto verrà rispedito in paradiso a calci in culo!- ululò mentre il piccolo Cas si aggrappava al collo della donna e gli spediva una linguaccia.

Adesso gli angeli mi fanno pure le linguacce. Preso per il culo dagli angeli, fantastico!
Bobby mise in moto la macchina lasciando il povero sceriffo con un'espressione basita e rassegnata.
Raggiunsero il primo supermercato dopo venti minuti: solitamente l'avrebbe raggiunto in cinque ma non gli andava di correre, specialmente con Sam accanto.

- Spero che torniate grandi al più presto. Non ho voglia di scarrozzarvi in giro e nelle mie automobili nessuno vedrà mai l'adesivo Bimbo a Bordo.- sbottò con il solito modo da burbero.

Sam rise anche se Bobby era abbastanza sicuro che non avesse capito un accidenti di quello che aveva appena detto. Eppure vedere Sam così piccolo accese dentro di lui la spirale dei ricordi, quando John lasciava i bambini da lui e Dean lo aiutava con la spesa, oppure quando preparava loro il pranzo e dopo affondavano sul divano per guardare i cartoni animati.
Quelli erano bei tempi: solo fantasmi e vampiri da cacciare, qualche demone occasionalmente. Adesso tutto era cambiato, specialmente dopo la morte di John e con tutta quella storia dell'Apocalisse e dei nuovi ibridi di Eve in giro per le città. Bobby desiderò con tutto se stesso che quella maledizione li abbandonasse il più in fretta possibile e non perché non sarebbe stato in grado di gestire quei mocciosi ma perché era consapevole che quei tre, da adulti, erano i tre figli di puttana più ricercati e in pericolo dell'universo.
Adesso sarebbero stati i tre bambini indifesi più ricercati e in pericolo dell'universo.
Come avrebbero lottato contro orde di demoni? Urlando gnam gnam o sfoderando occhioni da cucciolo? Bobby sapeva bene che proteggerli adesso sarebbe stato molto più difficile di tutte le altre volte.
Il cacciatore parcheggiò l'auto ed entrò al supermercato tenendo Sammy per mano.
- Allora campione, di cosa abbiamo bisogno?- domandò al bambino e a se stesso mentre afferrava un carrello.
Non appena Sam indicò il sedile del carrello per i bambini il cacciatore sbuffò divertito: lo prese in braccio con delicatezza e lo fece accomodare prima di riprendere a girare per il supermercato.
Sembro una di quelle madri single. Balls.

Sicuramente fare la spesa con Sam era molto più facile che farla con Dean: il minore dei Winchester sembrava non fare storie sui prodotti scelti dal cacciatore mentre, se fosse stato per Dean, sarebbero morti nel reparto dolci.
Dopo un'ora sfiancante in mezzo agli scaffali e a donne che si avvicinavano a loro solo per dare qualche buffetto alle guance paffute di Sam, Bobby si convinse di aver preso tutto: cibo sano e genuino, omogeneizzati di carne e di frutta, latte, dolci, un po' di caramelle e dolciumi (non troppi considerando che Dean era già abbastanza attivo senza tutti quegli zuccheri), succhi di frutta (che aveva appurato piacessero tanto a Castiel), detersivi e prodotti per la casa (quel posto andava pulito da cima a fondo, specialmente adesso con i pargoli in giro per casa), pannolini, salviettine e borotalco (per quelli aveva chiesto aiuto ad Ellen per telefono, la quale si era proposta di andare ad aiutarlo una volta finito il turno alla Roadhouse) e una cassa di birra, che sarebbe stata sua, soltanto sua.
Questo era sicuramente il lato positivo di quella stramba situazione: i marmocchi non avrebbero scroccato la sua birra per una volta.

Quando giunsero nuovamente a casa, Bobby dovette farsi carico di decine di buste della spesa, dando al piccolo Sam solo il compito di riaprire e chiudere la porta. Prima ancora di riuscire a varcare l'uscio, la voce squillante dello sceriffo faceva tremare le pareti dell'intera abitazione.

- No Dean, non tirare i capelli a Cas! Cattivo Dean!- urlava la donna a mo' di rimprovero mentre i pianti dell'angelo facevano nuovamente capolino del salotto.

Dean aveva abbassato lo sguardo, mortificato e soddisfatto al tempo stesso, mentre dondolava sul posto con fare dannatamente colpevole. Cas, da parte sua, si era rintanato in un angolino con la bocca aperta dedita ad un urlo che non sembrava affatto angelico mentre cercava di massaggiarsi la testa. Jody afferrò il bambino e iniziò a cullarlo con forza, nel tentativo di farlo calmare e Dean riprese a correre per casa.

- Che diavolo succede qui?- tuonò Bobby, con il viso coperto dalle buste.
- Litigano, litigano come bambini!- rispose lo sceriffo a voce alta sovrastando il pianto di Castiel.
- Sono bambini! Dean, che diavolo combini? Prima gli baci la fronte e poi gli strappi i capelli?- chiese al bambino il quale scoppiò in una fragorosa risata.

Bobby fece cadere le buste della spesa sul tavolo della cucina e afferrò uno dei succhi di frutta alle pesca che aveva comprato. Si avvicinò cautamente a Castiel e lo prese tra le braccia prima di dargli il succo: il bambino si arrestò immediatamente insieme al proprio lamento e strinse con la manina il piccolo contenitore di cartone, poggiò le proprie labbra sulla cannuccia e cominciò a succhiare mentre la sua espressione si rilassava e gli occhi tornavano di un blu profondo e rilassato.

- Come ci sei riuscito?- chiese la donna, sbalordita.
Trucchi di una mamma pensò distrattamente il cacciatore, ma rispose - Tutti i marmocchi hanno delle debolezze.-

Dean si avvicinò velocemente alla gamba del cacciatore e iniziò a muovere i pugni, e Bobby si chiese se non facesse così perché desideroso di essere preso in braccio oppure per via del succo di frutta.
In ogni caso si stava comportando da moccioso geloso.

- Tu non meriti né abbracci né succhi di frutta, Dean Winchester!- tuonò in tono scherzoso di fronte a quegli occhietti vispi e verdi.
- Gnogno zio Bobby...- iniziò a lamentarsi il bambino.

Poi accadde qualcosa di inaspettato: Sam si avvicinò al fratello e gli porse un succo di frutta prima di concedergli delle gentili pacche sulla testa.
Anche in versione mignon Sam era più alto del fratello. Era strano comunque da vedere considerando che era sempre stato Dean a provvedere ai fabbisogni del fratellino e non il contrario.
Vedere ora Sam prendersi cura di Dean e prodigarsi per non farlo piangere era al tempo stesso paradossale e tenero.
Jody sorrise, intenerita da quel gesto così spontaneo, e prese il piccolo Dean tra le braccia.

- Allora Dean, quello che hai fatto prima non si fa. Ora chiedi scusa a Cas, su...- gli disse con gentilezza.
- Gno- rispose il bambino impettito, cosa che sembrava piuttosto buffa perché era un comportamento da Dean, ma come bambino non aveva lo stesso effetto autoritario.
- Avanti Dean, chiedi scusa!- ordinò Bobby.

Il viso di Cas riemerse dalla spalla del cacciatore ed era chiaro che l'angelo fosse concentrato nel bere il succo piuttosto che dare retta a tutto il resto. Si sporse appena verso Dean e attese, inclinando la testa di lato e tornando ad essere il solito e familiare Castiel.
Dean parve sciogliersi di fronte a quegli innocenti occhi blu e allungo una manina sulla sua testa, accarezzandola dolcemente come a volersi scusare del gesto di qualche minuto prima. Castiel sorrise e un rivolo di succo uscì dalla sua bocca e finì sulla camicia a quadri di Bobby.

- Ok, ma non mi sbavare addosso, per favore!- gli disse con dolcezza, poggiandolo nuovamente a terra. - Ora voi bambini perché non fate qualcosa...che ne so...qualcosa!- disse stancamente dirigendosi verso la cucina.
- Come è potuto succedere?- domandò Jody, raggiungendolo con un cipiglio curioso.
- E' una lunga storia, ma ormai sono così e...spero solo che tornino normali!- rispose cupo.
- Se vuoi nel tempo libero posso fare un salto e darti una mano, anche con le pulizie, le cose da mangiare...- si propose la donna.
- Dio, mi salveresti il culo! Non ho idea di come si cambino i pannolini e poi...come diavolo si cucina questa roba?- le chiese, mostrandole il pacchetto di omogeneizzati.

Jody si portò una mano alla fronte, disperata, e gli spiegò brevemente che andavano riscaldati su un fornello, non troppo altrimenti avrebbe ustionati quei poveri bambini! (Bobby osservò mentalmente che l'unico povero in quella casa era proprio lui!) Gli disse anche di preparare loro del latte perché, testualmente, così sarebbero cresciuti alti e sani e Bobby non riuscì a non pensare a Sam, eccessivamente alto e sano da adulto.
La manovra dei pannolini fu certamente la più difficoltosa.
Il primo ad aver bisogno di un cambio fu Castiel, il quale scoppiò in lacrime, probabilmente senza rendersi conto di cosa effettivamente fosse successo. Bobby fu lieto di sapere da Jody che non si trattava di quella grossa ma era abbastanza certo che vi si sarebbe incappato anche in quella, prima o poi.
Cristo, non sopravvivrò!
In mezzo ai lamenti del piccolo, Bobby dovette anche sentirsi dire che l'idiota di quella situazione era proprio lui che non solo non riusciva a distinguere il fronte dal retro dei pannolini (praticamente identici per lui) ma che aveva anche sbagliato le "misure". A lui erano sembrati tutti uguali, cosa ne poteva sapere delle misure? Magari avrebbe dovuto leggere i limiti di età nella confezione ma Bobby era un cazzuto cacciatore e quella era roba da femminucce.
Non riuscì neanche ad esprimere il proprio fastidio quando venne costretto a tornare al supermercato per cambiare la merce che non andava bene.
I mocciosi strillavano, chi divertito chi irritato chi semplicemente per noia e Bobby si sorprese quando anche Sam cominciò a dare i numeri come gli altri.
Erano delle pesti insopportabili.

- Non arriverò a fine giornata, me lo sento!- si lamentò il cacciatore tra sé, ancora una volta solo poiché Jody era dovuta letteralmente fuggire in centrale.

Adesso la sua unica speranza era Ellen che sarebbe arrivata da un momento all'altro. Il cacciatore così si ritrovò a riscaldare quelle schifezze di omogeneizzati al manzo e si parò di fronte alle tre creaturine dispettose.

- Bene ragazzi, adesso è il momento di collaborare. Mangiate questa roba che a me fa molto schifo ma si dice che faccia bene ai bambini e poi filate a letto a fare la ninna, la nanna, il riposino o come diavolo si chiama!- gli disse con voce stanca e sommessa e non appena Castiel prese tra le mani il contenitore di vetro della pappa e la scaraventò contro il pavimento ridendo divertito, Bobby capì che da solo sarebbe stato spacciato.
Vuoi vedere che la mia fine sarà segnata da tre marmocchi del cavolo?




Spazio dell'autrice: buonasera! Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Saranno tre in tutto e mi auguro che continuerete a seguire questa storia e magari lasciare un commento, così che possa correggere o migliorare qualcosa! Grazie mille. E.
   
 
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