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Autore: fila    04/03/2012    2 recensioni
Questa è la mia personale visione di ciò che può succedere un San Valentino qualsiasi a Volterra. Corin e Santiago, Marcus, Gianna, Demetri e Heidi, Caius e Athenodora, Aro e Sulpicia vi aspettano per festeggiare.
La storia partecipa all'iniziativa "Latin Lover" indetta da Collection of Starlight
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corin, Volturi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ti odierò, se potrò; altrimenti ti amerò mio malgrado. Ovidio

 

 

Amore, malgrado tutto

 

 

 

«Guarda che nevicata infernale» disse una ragazza, uscendo dal negozio in cui aveva appena comprato una scatola di cioccolatini a forma di cuore. «Stasera volevo indossare le mie nuove scarpe decoltè con il tacco alto; invece, guarda qui: vestito elegante e stivali da neve! Ma il giorno di San Valentino non dovrebbe essere tutto perfetto per l'amore?» si lamentò con l'amica.

«Trovo questa bufera di neve perfetta, non trovi, mia adorata?» disse Aro comparendo, come dal nulla, a fianco della moglie che passeggiava per i vicoli di Volterra.

Lei fermò un attimo il suo incedere per guardarlo, poi tornò a passeggiare fissando i fiocchi di neve che turbinavano nell'aria. «Hai già finito con la tua bambolina? Piuttosto rapida come festa di San Valentino» commentò, poi, con tono acido.

«Perché, mia adorata, desideravi festeggiare? Se mi ricordo bene i riti della fertilità al dio Lupercus non ti interessavano; tra le altre cose tuo padre, il potente senatore che discendeva direttamente da una delle tribù fondatrici di Roma, mai avrebbe concesso, alla sua preziosa figlia, un atteggiamento tanto licenzioso» disse Aro e ridacchiò.

«Desidero passeggiare in solitudine. Sono, però, convinta che a Palazzo troveresti chi ti lancerebbe le braccia la collo! Perché sprecare questa opportunità?» rispose, piccata, Sulpicia.

«Come sempre la neve ti rende scontrosa. Fu così anche il giorno del nostro primo incontro, rimembri?» le sussurrò Aro.

 

≈≈≈≈≈≈≈≈≈

 

«No! Voglio che torni Aulus!» gridò Sulpicia, con le lacrime che le scendevano lungo le guance.

«Piccola mia, sii ragionevole. Se il tuo Signor Padre ha deciso di cambiarti magister, avrà avuto le sue buone ragioni» cercò di calmarla la balia Tullia.

«Il mio Signor Padre lo ha cacciato solo perché quell'oca di mia sorella maggiore gli stava facendo gli occhi dolci! Ma a me piaceva, e non voglio nessun altro precettore. Anzi, questo lo odio di già!» replicò la ragazzina.

«Ti scongiuro, bambina, almeno con questo comportati bene: è il terzo che assume questo incarico in due mesi. La gente comincerà a pensare che tu sia una ragazza impossibile e nessun uomo vorrà più sposarti» disse Tullia sospirando. «Promettimi, solennemente, che domani all'arrivo del magister, studierai da brava e che non farai più nessuno scherzo.»

Sulpicia brontolò ancora qualche minuto, poi promise.

Il mattino seguente Roma si trovò avvolta da una inconsueta tormenta di neve.

«Sulpicia, presto cosa ci fai ancora a letto?» urlò Tullia entrando nella stanza.

«Nevica balia, perché dovrei alzarmi?» rispose lei ancora mezza addormentata.

«Il magister è già arrivato e ti attende, ecco perché devi alzarti» replicò la donna.

«Che cosa?» domandò Sulpicia sgranando gli occhi. «Ma come può aver raggiunto la nostra domus con questa bufera?»

«Me lo chiedo anch'io» replicò la balia, «Tuttavia lui è arrivato, quindi preparati.»

Mentre le sue ancelle la pettinavano e la vestivano, Sulpicia cominciò a elaborare, rapidamente, un piano di battaglia.

«Benvenuta Domina. Il mio nome è Aro, e da oggi mi occuperò della vostra istruzione» la salutò il nuovo precettore quando lei fece il suo ingresso nella biblioteca del padre. «Proporrei di cominciare con un rapido ripasso delle vostre conoscenze.»

«Non qui» ordinò, decisa, Sulpicia.

Aro inarcò un sopracciglio. «Dove preferite andare, Domina?» chiese.

Sulpicia era quasi certa di aver sentito una nota di sarcasmo nella voce del precettore, anche se ciò non poteva essere: nessuno, a parte suo padre, aveva mai osato tenerle testa. «Seguimi» disse.

Attraversarono tutta la domus e uscirono nell'hortus.

«Ecco qui andrà benissimo» disse Sulpicia, coprendosi con il suo mantello di lana per ripararsi dal freddo e dalla neve che cadeva ad ampi fiocchi.

Stranamente, il magister non si scompose e si sedette in mezzo alla neve.

«Benissimo iniziamo. Quel cumulo mi sembra perfetto come sedia, si accomodi pure» disse Aro con un sorriso beffardo.

Sulpicia lo fissò stupita e si sedette. Dopo dieci minuti, con le labbra bluastre, cominciò a tremare vistosamente e a non sentire più mani e piedi. «Se sentite freddo, possiamo anche andare vicino al fuoco» balbettò.

«Non si preoccupi per me, Domina, non patisco il freddo» rispose Aro serio.

«Dei del cielo quanto lo odio questo!» pensò la ragazza e si alzò di scatto. Le sue gambe, intirizzite, cedettero di colpo. Chiuse gli occhi e si preparò all'impatto con il terreno gelido.

«Vi sentite bene, Domina?» le sussurrò una voce all'orecchio.

Lei aprì gli occhi e si trovò tra le braccia del suo precettore. «Hai proprio un buon odore, Sulpicia» aggiunse e la portò in casa davanti al braciere acceso.

«Come avete osato?» balbettò, tremando come una foglia, la ragazza.

«Osato cosa, Domina? Salvarvi da una rovinosa caduta?» rispose Aro, deridendola.

«Parlarmi così!» strillò lei, accalorandosi.

«Vedo che state meglio, Sulpicia. Proseguiamo la lezione, allora»

Da quel giorno lo strano uomo con gli occhi rossi come il fuoco divenne il tormento di Sulpicia: più si imponeva di odiarlo, più si accorgeva di amarlo.

 

≈≈≈≈≈≈≈≈≈

 

Aro abbracciò la moglie e la condusse fino ad una panchina di pietra nel parco di Volterra vicino alle mura. La fece sedere, si accomodò a fianco a lei, tirò fuori da una tasca un libro di poesie di Ovidio e cominciò a leggerle a Sulpicia.

Lei sorrise e lo baciò su una guancia. «Grazie del regalo di San Valentino» disse, infine.

Poi prese i libro dalle mani del marito e lesse «Ti odierò, se potrò; altrimenti ti amerò mio malgrado.»

Aro sorrise e la baciò.

 

 

 

 

Note: ultima, come si compete alle star, ecco la coppia Aro – Sulpicia. La Meyer non ha mai accennato come si fossero conosciuti i due e il suggerimento di OttoNoveTre in «In secondo piano – capitolo 14 – Dominus» mi è sempre piaciuto; ho quindi, in parte usato l'idea (mille grazie).

Manca ancora un capitolo alla fine, spero la raccolta vi sia piaciuta.

A presto

  
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