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Autore: TheBird_In_TheCage    04/03/2012    0 recensioni
Il ragazzo però non si scoraggiò, e le si parò davanti, abbassandosi alla sua altezza finché Phoebe non riuscì a distinguere chiaramente la lieve spruzzata di lentiggini sul suo naso adunco. " Da vicino fai ancora più schifo! " esclamò con un ghigno.
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Dedicato a tutte le vittime del bullismo, a quelle ragazze fragili e indifese che non hanno saputo reagire. Ciao. Mi basterebbe un parere, spero in una recensione, grazie.
Dedicato al mio onii-chan, che voleva sapere un po' sul mio malessere, da dove deriva tutto quel mio dolore. Eccolo qua.

Phoebe
 
Phoebe chiuse gli occhi. Se non vedeva il mostro, lui non poteva farle del male. Giusto? In fondo, era così che funzionava, gliel'aveva detto sua madre. Se non ci fai caso e lo ignori, prima o poi si stancherà di infastidirti.
<< Ehi, cesso, cos'hai? Hai perso gli occhi? >>
Phoebe sospirò. Evidentemente, con questo tipo di mostri quel semplice trucchetto da bambini non funzionava. Anzi. Sembrava quasi incoraggiarlo a perseguire nella sua opera. << Lasciami in pace, coglione. >> sibilò, volgendo la sua attenzione alla lavagna sporca di gesso. In questo modo, non sarebbe stata costretta a fissarlo nei suoi piccoli occhi malefici, simili a bottoni neri. 
Il ragazzo però non si scoraggiò, e le si parò davanti, abbassandosi alla sua altezza finché Phoebe non riuscì a distinguere chiaramente la lieve spruzzata di lentiggini sul suo naso adunco. << Da vicino fai ancora più schifo! >> esclamò con un ghigno.
Phoebe incassò il colpo in silenzio, indietreggiando velocemente e finendo per urtare l'angolo di un banco con un fianco ossuto. Dei ragazzi in fondo all'aula cominciarono a ridere per la scena. Phoebe avvertiva gli angoli degli occhi pungerle, segno che le lacrime non avrebbero tardato a uscire.  Si sentiva umiliata, calpestata come una di quelle carte di caramelle che inondavano le stradine del centro della città. 
<< Ma riesci a camminare?! Sei anche storta! >> gli urlò contro Andrea, richiamando l'attenzione dell'intera classe. Questi risero di gusto. 
Phoebe era disperata. Terrorizzata, a dirla tutta. Andare a scuola era diventato un incubo, ormai. Appena metteva piede in classe, una scia di risatine trattenute, di quelle da far perdere le staffe al solo accenno, la seguiva fino al suo banco. Ed era proprio lì, in quell'istante, che aveva inizio il suo inferno personale. Seduta al suo posto, senza neanche avere il tempo di tirar fuori i primi libri, arrivava lui. Mani sui fianchi e sguardo fiero, Andrea era uno di quei ragazzi alti, magri e con i denti ingialliti dal fumo, pronto a farti saltare i nervi con battute velenose. Ironia della sorte, la povera Phoebe non aveva la benché minima idea del perché lui ce l'avesse così tanto con lei da indurre metà classe buona a prenderla di mira. Non gli aveva fatto nulla, di questo era sicura. 
Be', nulla, se non contava quella cosa. L'unica sua colpa era quella di essersi dichiarata al suo aguzzino. Al solo ricordo si sentiva patetica, davvero una completa idiota. Come aveva potuto pensare di essersi presa una cotta per un ragazzo così cattivo?
   
 
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