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Autore: thequibbler    05/03/2012    11 recensioni
"Vedi di non affezionarti, però." lo avvertì lei, bevendo un sorso della sua bevanda.
"Non ti preoccupare." le assicurò il ragazzo: "Ti voglio solo per il weekend."
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Questa one-shot ha letteralmente preso ore e ore della mia vita, e sono davvero fiera di come è venuta fuori.
So già che non se la cagherà nessuno, ma è decisamente la mia creazione preferita.
Spero vi piaccia.

I JUST WANT YOU FOR THE WEEKEND.

A lei non importava.
Non le era mai importato, era quella la dura verità.
Guardarla filrtare con due dei suoi migliori amici quella sera era solo la ciliegina sulla torta di un anno passato dietro alle sue follie, un anno durante il quale, nonostante avesse fatto il possibile per evitarlo, Zayn era rimasto incantato da quella ragazza, come mai nessun'altra l'aveva stregato prima.
A lei non importava e basta.
Il ragazzo bevette l'ultimo sorso della sua birra e poi si avvicinò ai divanetti del locale, raggiungendo la mora che in quel momento era seduta sulle gambe di quello che era forse l'amico migliore che aveva mai avuto.
"Mmh.. E poi cosa succederebbe, ipoteticamente?" stava chiedendo maliziosa al ragazzo, che era evidentemente ubriaco. 
Louis fece finta di pensarci su per un attimo: "Beh, poi.. Ipoteticamente finiremmo per fare sesso sul pavimento di camera mia."
Scoppiarono a ridere entrambi, fronte contro fronte, e in quel momento Harry, seduto accanto a loro, la prese per un gomito e la trascinò verso di sé, mordendole il lobo dell'orecchio: "Qualcuno è geloso!" esclamò lei, la voce strascicata per il troppo alcol.
"Come posso non esserlo, se ogni volta che ti vedo indossi vestiti sempre più corti?" rispose Harry, chinandosi a baciarla. 
Qualcosa dentro di Zayn scattò, e senza nemmeno pensare, il ragazzo afferrò la mora e se la caricò sulle spalle. 
Ignorando le proteste degli amici, Zayn entrò nel bagno dei ragazzi e la fece scendere, prendendola per mano e infilandoli entrambi in uno dei cubicoli. 
"Sei proprio una troia, te l'hanno mai detto?" disse, arrabbiato.
Lei rise: "Come se ti importasse di quello che faccio." 
"Hai ragione, non mi importa." replicò lui, troppo ferito e spaventato per dire la verità: "Ma puoi scoparti solo un membro di questo gruppo e io sono arrivato primo, quindi.."
La ragazza rise ancora e lo baciò, liberandosi della sua giacca di pelle. 
"Mi stai dicendo che sono tua?" chiese, prendendo una delle mani del ragazzo nella sua e invitandolo a tirare giù la zip del suo vestito.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte, e in un gesto veloce si liberò del vestito e la sollevò, facendo aderire la sua schiena al muro. 
"Ti sto dicendo che è tutta la sera che mi fai incazzare, quindi ora vedi di farti perdonare." la incitò lui, spingendo il proprio bacino contro quello della ragazza.
Lei sospirò, e si affrettò a sbottonargli i pantaloni, per poi fargli scendere lentamente i boxer lungo le gambe mentre lui la spogliava della biancheria intima.
"Zayn.." disse lei tra un bacio e l'altro: "Noi siamo.. amici, vero?"
Amici.
Non era quella la parola che avrebbe voluto usare Zayn, non sembrava abbastanza.
Non era abbastanza.
Ma purtroppo era tutto quello che sarebbe mai stato per lei, pensò il ragazzo con tristezza.
"Amici.. A cui piace fare questo." disse con un colpo secco del bacino, posando una mano sulla bocca della mora, assicurandosi così che nessuno li potesse sentire, e lasciando che la sua mente vagasse.
Non sapeva esattamente quand'era successo.

Forse quella sera che avevano montato un telescopio per vedere le stelle ed erano finiti a fare sesso sul tetto del palazzo di Zayn, o magari durante una di quelle nottate nel tourbus dopo i concerti, o forse quel pomeriggio quando l'aveva accompagnata a fare shopping per il matrimonio di suo fratello e l'aveva vista uscire dal camerino indossando un bellissimo vestito verde acqua, togliendogli il fiato.
Zayn non sapeva esattamente quando era successo, ma malediva quel momento con tutto il suo cuore.
Tra un gemito e l'altro, una spinta dopo l'altra, la mente di Zayn si fece sempre più annebbiata, e in quell'attimo pensò che forse era successo subito.
Forse si era innamorato di lei dal primo momento in cui l'aveva vista.



Si erano incontrati una mattina di Gennaio.
Era presto per essere in piedi e decisamente troppo presto per trovarsi in un aeroporto.
Zayn era stato incaricato dal resto del gruppo di fare rifornimento di caffè, e sbadigliando si era messo in coda.
"Vai prima tu, mi sembra che tu abbia più roba da ordinare di me." aveva detto una voce femminile davanti a lui, indicando la lista che aveva in mano.
Il ragazzo aveva alzato lo sguardo per trovarsi davanti la ragazza più bella che avesse mai visto: mora, gli occhi scuri e caldi e la pelle abbronzata. Non un'abbronzatura finta, una autentica.
Decisamente non era di Londra.
Zayn la ringraziò con la voce roca di qualcuno che si era appena alzato, e le passò davanti: "Comunque io mi chiamo-"
"Zayn." concluse lei per lui: "Lo so chi sei." spiegò con un sorriso.
"Oh. E tu sei.."
"Alison. Chiamami Ali e mai col mio nome intero e saremo amici per sempre." gli aveva detto. 
"Piacere di conoscerti, Ali." aveva risposto il moro, stringendole la mano.
In quel momento la barista della caffetteria gli aveva fatto segno di avvicinarsi, e Zayn aveva elencato la lista di ordini per lui ed i ragazzi.
Una volta terminato, si era spostato dall'altra parte del café per aspettare gli ordini, squadrando la ragazza da lontano: era magra ma non sottopeso, aveva le labbra piene e sentendola ridere ad una battuta della barista, il moro si disse che quel suono era decisamente contagioso.
Guardandola avvicinarsi, Zayn decise che non se la sarebbe fatta scappare.
"Hey."
"Hey, non hanno ancora finito con le tue ordinazioni? Accidenti, tu e i tuoi amici avete sete, eh?"
"Già, ci aspetta un lungo viaggio." 
La ragazza annuì, e poi si appoggiò al bancone, incrociando le gambe. 
Fu solo allora che Zayn notò il trolley che la ragazza portava con sé.
"Stai partendo?" le domandò.
"No, sono appena arrivata. Mi trasferisco a Londra." raccontò, con un sospiro: "Sono nervosa." gli confessò.
"È normale." la rassicurò lui.
La mora si chinò a tirare fuori qualcosa dalla sua borsa, scoprendo il suo decoltè allo sguardo di Zayn, che la fissò spudoratamente, un sorrisetto sul volto.
Ali alzò la testa e se ne accorse: "Sul serio? Così, senza alcuna vergogna? Devo amettere che sono lusingata."
Zayn rise nervosamente. Di solito era a suo agio con le ragazze, di solito non aveva problemi ad andare dritto al punto.
Ci fu un attimo di silenzio, in cui il ragazzo raccolse il coraggio per chiederle ciò che voleva davvero chiedere: "Io sarò di ritorno Venerdì. Pensi che potremmo, non lo so, vederci?"
Ali lo guardò seria per un attimo, e poi scoppiò a ridere: "Cavolo Zayn, ti ho solo lasciato il mio posto in coda, non ho bisogno della tua eterna riconoscenza!"
"No, è che.. Potremmo.. Sai.. Uscire." mormorò, adesso un poco imbarazzato.
"Woah, grazie davvero, ma non sto cercando una relazione in questo momento, la mia vita sta cambiando radicalmente." disse lei, con un mezzo sorriso.
"N-no, nemmeno io cerco un rapporto. Volevo solo sapere se ti andava di.." un'altra volta l'imbarazzo ebbe la meglio e Zayn si sentì sempre più confuso, le parole gli uscivano sempre così velocemente e con così tanta sicurezza, cosa c'era di diverso questa volta?
"Se mi andava di venire a letto con te?" concluse lei, mordendosi il labbro inferiore.
"Sì." fu l'unica risposta di Zayn. 
"Caspita, non hai peli sulla lingua." commentò lei, divertita: "Ho sentito voci su di te, ma non pensavo fossero vere."
"Se ti ho offesa mi-"
"Assolutamente no. Sai una cosa? Sei sempre stato il mio preferito nella band, perché no?"
Zayn sorrise: otteneva sempre ciò che voleva. Sempre.
Il moro aveva salvato il numero di cellulare della ragazza sul suo telefono, e poi l'aveva baciata lievemente sulla guancia, respirando il suo profumo dolce e fresco allo stesso tempo.
"Un gesto molto casto per qualcuno che mi conosce da cinque minuti e pianifica di fare sesso con me prima della fine della settimana." osservò lei e Zayn rise.
"Tu mi piaci." le disse. 
In quel momento la barista porse gli ultimi caffè a Zayn, e una cioccolata calda ad Ali.
"Vedi di non affezionarti, però." lo avvertì lei, bevendo un sorso della sua bevanda e afferrando il manico del suo trolley.
"Non ti preoccupare." le aveva assicurato il ragazzo: "Ti voglio solo per il weekend."


Ripensando a quelle parole, Zayn non poté fare a meno di trovarle divertenti.
Ti voglio solo per il weekend.
Poi un weekend era diventato una settimana, e una settimana era diventata un mese, e così via. 
Per quanto stupido potesse sembrare, Ali era come una droga.
E anche se lei non aveva mai smesso di ripetere che non c'era niente fra di loro, lui non era riuscito a non immaginarselo, sempre più spesso, fino a quando si era svegliato una mattina con la mora fra le sue braccia, per capire di essersi inevitabilmente innamorato di quel disastro ambulante.

 
Al suo risveglio la mattina dopo, Zayn sentì il corpo caldo di Ali premuto contro il suo, e non riuscì a trattenere un sorriso.
Avrebbe potuto essere così ogni mattina, se solo lei l'avesse voluto.
Spingendola di lato con ben poca grazia, sapendo che non si sarebbe svegliata nemmeno al suono di mille cannoni, il ragazzo si alzò e si infilò i boxer.
Senza indossare nient'altro, il moro uscì dalla porta d'ingresso e bussò tre porte più avanti a casa di Louis e Harry. 
"Hey, dove siete spariti tu e Ali ieri sera?" chiese Harry non appena lo vide entrare.
"In.. bagno." disse con lo sguardo di chi la sapeva lunga, mentre afferrava un muffin dal tavolo: "E poi a casa."
Niall, che era stravaccato sul divano, commentò con un "ooooooooooooooh" celebrativo, mentre Louis rimase in silenzio, fissandolo per qualche secondo.
"Che c'è?" domandò Zayn con la bocca piena di un delizioso boccone di muffin al cioccolato, quandò noto gli occhi dell'amico puntati su di lui.
"Abbiamo un sacco di amiche a cui piace.. divertirsi. Ma quando si tratta di Ali diventi sempre così.. possessivo."
Zayn non disse nulla, concentrandosi intensamente sul suo muffin. 
"Non dirmi che-" cominciò Louis, sbalordito: "Sei innamorato di lei?"
Harry scoppiò a ridere: "No! Non ci credo, non Zayn!"
"Chiudete la bocca." li zittì il moro, imbarazzato: "Non lo deve sapere nessuno, specialmente lei."
"E perché mai?" domandò Niall.
"Perché lei.. Non prova lo stesso per me." mormorò debolmente il ragazzo.
Harry aprì la bocca per protestare, ma Louis fu più veloce: "D'accordo, non diremo niente." gli assicurò, lanciando un'occhiata eloquente a Harry.
"Dov'è adesso?" chiese poi.
"In casa mia, sta ancora dormendo. Pensavo di portarle un po' di colazione."
Louis annuì e gli preparò un piatto con brioches e muffin: "Pasticcini per il tuo pasticcino." scherzò, e Zayn lo colpì forte sulla spalla.
Uscendo, Zayn incontrò Liam: "Buongiorno." lo salutò l'amico.
"Hey."
"Penso che Ali sia in piedi, sentivo dei rumori strani provenire da casa tua." gli disse, e Zayn si precipitò nel suo appartamento.
"È tardi!" esclamò Ali non appena lo vide, mentre rovistava ovunque in cerca dei suoi vestiti: "Perché non mi hai svegliata?"
Lui alzò gli occhi al cielo: "Come se fosse possibile."
Lei rise: "Cos'è quello?" chiese, indicando il piatto.
"Ti ho portato la colazione."
La ragazza sembrò calmarsi, sì legò i capelli in una coda disordinata che le ricadeva sulla spalla, e si avvicinò al ragazzo, alzandosi in punta di piedi per baciarlo delicatamente sulle labbra: "Grazie." 
Zayn chiuse gli occhi. 
Potrebbe essere così ogni giorno. 
"Di niente."
Ali afferrò un croissant e si buttò sul divano, accendendo la televisione. 
"Non vuoi metterti qualcosa addosso?" le chiese Zayn divertito, notando che la ragazza indossava solo la sua biancheria intima.
Lei alzò le spalle: "Niente che tu non abbia già visto."
Zayn rise.
Dio, quanto l'amava.
Il ragazzo si sedette accanto a lei, e la mattinata passò in fretta, tra un programma televisivo stupido e l'altro. 
"Okay, ora devo davvero andare." annunciò Ali qualche ora dopo, alzandosi dal divano dalla quale non si era mossa per tutta la mattina.
"Ali-" la fermò lui, afferrandola per un braccio.
"Sì?"
Zayn voleva avere una seria discussione sui loro sentimenti, ma lo sguardo magnetico della ragazza lo paralizzò, facendogli borbottare la frase più sbagliata possibile: "Non mi da fastidio sai.. Se esci con altri ragazzi. È solo che.. Non i miei amici."
Lo sguardo della ragazza cambiò completamente nel giro di pochi secondi, facendosi freddo e distaccato: "Certo che non ti da fastidio, perché dovrebbe?" sbottò: "Non c'è niente fra di noi." 
Ali si divincolò dalla presa del ragazzo e si vestì in tutta fretta: "Sai una cosa? Non serve nemmeno che tu lo dica. So come stanno le cose tra di noi. Perché senti il costante bisogno di ribadirlo?" chiese irritata, prima di voltarsi e sbattere la porta.
Perché vorrei che le cose fossero diverse.


Era il milionesimo autografo che firmava quel giorno.
I volti delle fans si confondevano l'uno con l'altro, le risposte che dava erano meccaniche, i sorrisi erano finti. 
La sua mente era altrove, sempre nello stesso posto, dove era stata costantemente nell'ultima settimana, da quando l'aveva fatta arrabbiare e poi correre via.
In quel momento delle mani gli porsero un CD già autografato sia da lui che dagli altri quattro componenti della band. 
Zayn alzò lo sguardo di scatto e il suo cuore si fermò: "Cosa ci fai qui?"
"Niente," rispose lei con finta ingenuità: "volevo solo salutarti."
"E hai davvero fatto ore e ore di fila solo per questo, non potevi semplicemente telefonarmi?"
La guardia del corpo gli fece segno di sbrigarsi, ma quella non era una conversazione a cui si poteva mettere fretta.
"Torno subito." sussurrò il ragazzo nell'orecchio di Liam, prima di alzarsi: "Vieni." disse, rivolgendosi alla ragazza con un cenno del capo.
Lei sorrise maliziosa e lo seguì poco lontano, in un punto più privato di quell'enorme megastore.
"Qual'è il tuo problema esattamente?" domandò, confuso e irritato.
Quella ragazza l'avrebbe mandato al manicomio.
"Rilassati, Zayn. Volevo solo scusarmi per la nostra discussione dell'altro giorno e presentarti un mio amico."
"Un tuo amico?" ripeté Zayn incredulo.
Lei annuì allegra e si voltò, facendo segno ad un ragazzo dai capelli biondi di avvicinarsi.
"Lui è.." 
Ali sembrò pensarci su per un attimo, e in quel momento il biondo la raggiunse e le mise un braccio intorno alla vita, provocando a Zayn un forte bruciore di stomaco.
"Come hai detto che ti chiami?" chiese poi al biondo.
"Matt." le disse lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Oh, giusto. Lui è Matt."
Il moro sbuffò: "Mi stai prendendo per il culo?"
"Perché?" chiese Ali, cercando di sembrare più innocente possibile: "Ci siamo incontrati l'altro giorno e c'è grande chimica fra di noi, non è vero Max?"
"Matt." la corresse lui.
Zayn sentì l'improvviso bisogno di uccidere qualcuno. 
"Puoi scusarci un attimo, Matt?" disse rivolgendosi al biondo.
"Okay.." acconsentì, lui, e Zayn si affrettò a prendere la ragazza per mano e a trascinarla su per le scale, e poi in uno sgabuzzino.
"Non ho molto tempo" disse, chiudendosi la porta alle spalle per poi slacciarsi velocemente i pantaloni. 
Lei sorrise, un sorriso diabolico che causava dolore fisico al moro: "Sei proprio un uomo delle caverne, Malik."
"Ah, sì? E tu sei una puttana." replicò, senza nemmeno disturbarsi a toglierle il vestito.
Si limitò ad alzarlo e a liberarsi della biancheria. 
Lei emise un suono che gli fece girare la testa, per poi passargli la lingua sul labbro inferiore. 
Improvvisamente, ripensando a tutte le volte che quella ragazza lo aveva fatto uscire di testa, Zayn sentì la rabbia montare: "Sai una cosa? Chiedi per favore."
"Cosa?" domandò lei confusa.
"Non sto scherzando. Dì per favore."
"Zayn.."
Lui la zittì con un bacio, sempre più profondo, mettendoci sempre più passione: "Di. Per. Favore." ripeté in un sussurro, scandendo ogni parola.
Lei chiuse gli occhi, respirando profondamente.
Zayn posò le labbra sul collo della ragazza, muovendosi lentamente, mettendoci tutta la pazienza possibile.
Lei cercò di resistere, ma quando il moro la morse, non così forte da farle male, ma abbastanza da lasciare un segno, Ali, sconfitta, lo baciò velocemente ancora una volta per poi sussurrare: "Per favore."
Il ragazzo sorrise trionfante, sentendosi almeno in parte ripagato, per poi sollevarla come era solito fare e spingersi dentro di lei.
Era come se il sesso fosse l'unico modo per punirla e allo stesso tempo dimostrarle il suo amore.
Avrebbe voluto dirle quello che provava per lei con tutto sé stesso, ma non poteva e basta.
Non poteva, quando lei era sempre circondata da decine di ragazzi, senza sembrare particolarmente interessata a nessuno di loro.
Certo, anche lui non sapeva dire di no quando una bella ragazza si buttava fra le sue braccia, e onestamente non si sentiva nemmeno in colpa.
Perché avrebbe dovuto, quando lei non faceva altro che calpestare costantemente il suo cuore?
"Vediamo di sbrigarci." le disse poi con cattiveria, il respiro affannoso: "Non vorrai far aspettare troppo Max."


Le cose erano cambiate una sera d'inizio Febbraio. 
Zayn si presentò al suo solito club con una rossa mozzafiato al suo fianco, pregando intensamente di incontrare Ali, e forse riuscire a farla ingelosire.
Le sue preghiere vennero ascoltate, e il moro incrociò lo sguardo di Ali sulla pista da ballo, mentre avvolgeva un braccio attorno al fianco della rossa.
Ali distolse subito lo sguardo, quasi annoiata.
Nel giro di pochi istanti Zayn la perse di vista e passarono almeno due ore prima che il ragazzo si decidesse ad andare a cercarla. 
Si allontanò dalla stangona dai capelli rossi con una scusa, e si mosse tra la folla.
Fu allora che la vide.
Abbracciata a Louis, fin troppo vicina.
I due uscirono dalla porta sul retro, e Zayn li seguì.
Quello che vide quando uscì all'aria aperta gli spezzò il cuore.
Ali era avvinghiata al suo migliore amico, e lo stava baciando con intenzione, mentre Louis aveva una mano tra i capelli della mora. 
"Wow." fu l'unico commento di Zayn.
I due si staccarono e voltarono la testa di scatto.
"Zayn-" cominciò lei, ma lui non voleva ascoltarla.
Il ragazzo girò sui tacchi e rientrò nel locale, prendendo dei respiri profondi.

"Zayn, aspetta-" lo chiamò lei, raggiungendolo e afferrandogli il gomito, ma lui si scostò: "No." 
"Zayn-"
"Pensavo scherzassi, sai? Tutte le volte che flirtavi con i miei amici. Ho sempre saputo che non ti importava niente di me, ma pensavo non avresti mai superato questo limite. Ti avevo anche chiesto di non farlo. E invece eccoti qua." 
Qualcosa nello sguardo della ragazza si ruppe, e i suoi occhi si riempirono di lacrime: "Io-"
"Tu cosa, eh? Tu niente. Non c'è niente che tu possa dire. Sei soltanto una sgualdrina, solo quello."
Zayn si era sempre riferito a lei con appellativi non molto carini: troia, puttana, zoccola, anche sgualdrina, ma non diceva mai sul serio.
Ali dovette essersi accorta che questa volta non stava scherzando, perché quella parola le mozzò il respiro, e la ragazza corse via, senza dire un'altra parola.
Il moro imprecò sottovoce, comunicò alla rossa che non era la serata giusta per loro due, e abbandonò definitivamente il club.
A contatto con l'aria pungente di quella serata, Zayn maledì Louis, sé stesso, quella ragazza e i sentimenti che provava per lei.
Camminò fino a casa, nonostante fosse a kilometri di distanza, e una volta arrivato a destinazione si accese una sigaretta, guardando le stelle fuori dalla finestra del suo salotto. 
Non avrebbe dovuto dire quella cosa.
Non intendeva dirlo, gli era scappato.
Perché lo faceva soffire così? 
Non vedeva che l'amava? 
Forse sì.
Forse lo vedeva e non le importava. 
O forse era davvero così cieca.

Il rumore di una porta che si apriva lo riportò alla realtà, e non appena vide di chi si trattava, Zayn perse la testa: "Cosa cazzo pensavi mai di fare, coglione, lo sai solo tu." sputò, guardando l'amico dritto negli occhi.
L'unica risposta di Louis fu quella di scoppiare in una sonora risata, alla quale Harry si unì prontamente.
Tutto si fece rosso e Zayn afferrò l'amico per il colletto della camicia: "Cosa cazzo hai da ridere, Louis? Eh?" gridò, sbattendolo contro il muro.
"Zayn, calmati, siamo venuti qui per spiegarti." esclamò Harry allarmato, cercando senza successo di separare i due.
"Rido perché se c'è un coglione qua sei tu." disse Louis, senza riuscire a smettere di sghignazzare.
"Zayn, mettilo giù." lo avvertì Harry, e il moro seguì il consiglio.
"L'abbiamo fatto apposta, deficiente." spiegò Louis quando Zayn mollò la presa: "Per farti incazzare."
"Di cosa stai parlando? Ti ho offeso in qualche modo? Perché volevi farmi incazzare?" domandò Zayn, confuso.
Louis scosse la testa: "Non capisci proprio, non è vero?"
Zayn spalancò la bocca, non avendo la minima idea di che cosa stava dicendo l'amico.
"Ti consiglio di parlarne con lei." disse con un sospiro: "O meglio, lo farei se non l'avessi chiamata sgualdrina davanti a tutti quanti."
Il moro sentì il peso di quella parola sotterrarlo sempre di più, e si pentì amaramente di averla detta con così tanta cattiveria.
Prima che Zayn potesse chiedergli altro, Louis fece un cenno con la testa a Harry e insieme uscirono dalla porta, lasciando il ragazzo da solo.
Immediatamente, Zayn premette alcuni tasti sul cellulare e se lo portò all'orecchio. 
Dopo alcuni squilli rispose la segreteria telefonica: "Questa è la segreteria di Ali, non posso rispondere al momento, non lasciate un messaggio perché tanto non li ascolto, provate più tardi. A meno che non siate Zayn. In quel caso potete andarvene a fanculo."
Click
Fantastico. 
Aveva anche già provveduto a registrare un nuovo messaggio per la segreteria. 
Frustrato, Zayn lanciò il cellulare contro il muro e si gettò sul proprio letto, addormentandosi nel giro di qualche secondo.
 

Erano passate due settimane.
Due settimane da quando aveva usato quell'appellativo con cui la chiamava sempre, questa volta con l'intento di ferirla.
Le giornate passavano lente, e il ragazzo, ormai sconfitto, aveva persino smesso di provare a chiamarla.
Quel Venerdì sera però, rendendosi conto che era il terzo di fila che non passavano insieme, cosa che non era mai successa da quando si erano conosciuti, Zayn si infilò la sua giacca preferita e prese le chiavi della macchina, deciso a vederla.
Il moro parcheggiò di fronte a casa della ragazza, aspettando di vederla scendere.
Mezz'ora.
Un'ora.
Forse anche lei sentiva la sua mancanza, forse era sdraiata sul divano con quel suo pigiama pieno di buchi a guardare film strappalacrime, forse..
In quel momento Zayn vide Ali uscire dal palazzo, indossando un vestito di pailettes che non le aveva mai visto addosso.
Il ragazzo uscì di soppiatto dalla macchina, cominciando a seguirla da una certa distanza.
Percorsero solo pochi metri quando un ragazzo dai capelli rasati la salutò e la prese per mano.
Ovviamente.
Tipico di lei.
Il moro sentì la gelosia farsi strada nelle sue viscere e decise in quel momento che le avrebbe rovinato la serata, mettendo su una scenata e rovinando il suo appuntamento.
Doveva solo aspettare il momento giusto.
Zayn li seguì fino al ristorante e li guardò mangiare e divertirsi, sempre più furente.
Dopo il dessert, il ragazzo dai capelli rasati pagò il conto, e non appena fuori dal ristorante la abbracciò.
Quello, era quello il momento di fare la piazzata.
Prendendo un respiro profondo, Zayn si preparò ad uscire da dietro al cassonetto dove si era nascosto fino a quel momento, ma più si avvicinava alla coppia, più pezzi di conversazione riusciva a sentire, e una frase di Ali gli fece gelare le vene: "Mi dispiace, ma non posso. Lui mi piace davvero, ma è complicato."
A quelle parole, Zayn non ce la fece più: "Complicato?" chiese, facendo capolino da dietro al muro.
Ali spalancò la bocca incredula: "E tu che cosa ci fai qua?"
"Secondo te? Ti ho seguita." spiegò il ragazzo.
"Hai una vaga idea di quanto ti renda inquietante tutto questo? Sei uno stalker!"
"Oh, piantala. Cosa vuol dire 'mi piace qualcuno ma è complicato'? Cosa c'è di così complicato tra di noi?"
"Che cosa ti fa pensare che io stessi parlando di te?" replicò lei in tono di sfida.
In quel momento, il ragazzo dai capelli rasati si schiarì la gola: "Uhm.. Forse è meglio che io vada." disse, imbarazzato.
Ali gli sorrise dolcemente: "Credo proprio di sì, Scott. Scusa per, beh, tutto questo."
"Non ti preoccupare." la rassicurò lui, prima di chinarsi a baciarla sulla guancia, causando una seria ebollizione alla bile di Zayn.
Ali lo salutò e il ragazzo scomparve, evidentemenete desideroso di lasciarli soli il più velocemente possibile.
"Hai intenzione di rispondere alla mia domanda?" la incalzò il moro, irritato.
Lei rimase in silenzio per diversi secondi, e poi con un sospiro parlò: "Sai perfettamente a cosa mi riferisco. Io e te siamo solo amici, non è vero? Amici di letto, che termine disgustoso. Eppure è questo che siamo, solo questo."
"Pensavo fosse quello che vuoi." disse Zayn confuso.
Lei rise tristemente: "Era quello che volevo un anno fa, Zayn. Le cose sono diverse ora."
"E che mi dici di tutti quei ragazzi?" domandò il moro, sempre più incredulo.
"Non sono andata a letto con nessun'altro da quando ci conosciamo, mi facevo vedere con loro solo per farti ingelosire."
Zayn non credeva alle sue orecchie: "Io pensavo.. Pensavo fosse tutto un gioco per te. Credevo volessi solo vedermi perdere la testa."
"E tu invece?" esclamò lei, la voce rotta: "Tutte quelle ragazze, una dopo l'altra.."
"Lo facevo solo per farti ingelosire." si giustificò Zayn.
"Anche io!" gridò lei: "Anche io. Ed è la stessa ragione per cui ho baciato Louis. L'ha proposto lui, per cercare di farti ammettere che provi qualcosa per me, cosa che evidentemente non è vera. Quella sera ti sei presentato con la ragazza più bella che io avessi mai visto, e ho pensato 'perché no?' Ero disperata, Zayn, e lo sono ancora, non so più cosa fare, ti vedo sempre con una ragazza diversa, però intanto quella che si prende le botte di sgualdrina sono io!" esclamò, sull'orlo del pianto.
"Mi dispiace tanto di averti chiamato così, Ali." si scusò serio, guardandola dritto negli occhi: "Sai che non lo intendevo sul serio."
"Lo so." disse lei con un sospiro: "Ma mi stai facendo impazzire, Zayn."
"Tu stai facendo impazzire me! Non hai la minima idea di quanto sia difficile amarti!" urlò Zayn, senza nemmeno rendersi conto di quello che aveva appena confessato.
"Tu.. Mi ami?" chiese Ali in un sussurro.
Che senso aveva mentire ancora?
"Certo che ti amo, Ali. Ti amo così tanto che a volte ho paura che mi scoppi il cuore." mormorò, mentre le sue labbra si piegavano in un sorriso che di allegro aveva ben poco: "E vederti con tutti quei ragazzi mi uccide."
Ali cercò in tutti i modi di resistere, ma non potè fare a meno di scoppiare a ridere.
"Che cosa c'è di così divertente?" domandò interdetto.
"N-niente è che.. Che.. Ti amo anch'io." disse, scuotendo la testa e aprendosi nuovamente in una sonora risata: "È la situazione piú ridicola del mondo."
"Cos-"
"Mi stai davvero dicendo che per tutto questo tempo.. Io cercavo di far ingelosire te, mentre tu cercavi di far ingelosire me?"
Solo allora Zayn cominciò a vedere il lato comico della situazione, cominciando a ridere a sua volta.
Restarono così, per minuti o forse per ore, ridendo fino a non avere più fiato.
"Non respiro, ti giuro che non respiro." soffiò Ali prima di inciampare e finire dritta nelle braccia del ragazzo.
Si guardarono negli occhi per un attimo, e poi, senza pensare, Zayn la baciò e fu glorioso: era proprio come nei film, tutto attorno a loro si fermò, e per un istante esistettero solo loro due.
"Ti amo." mormorò Zayn senza fiato quando si staccarono.
"Ti amo anche io."
E per quanto banale e scontato potesse suonare, Zayn e Ali quella sera non fecero sesso, fecero l'amore.


Faceva freddo quella mattina.
Più freddo del solito.
Probabilmente si trattava solo di una sensazione provocata da quello spazio così ampio e vuoto, o magari era il gelo nelle ossa che si era impossessato di lui da ormai qualche giorno.
Chiamarono il suo nome, e quei pensieri furono velocemente dimenticati.
Zayn si alzò in piedi e percorse quella breve distanza sentendosi maledettamente pesante.
Decine di paia di occhi lo guardarono e il ragazzo pensò tristemente che non era molto diverso da un concerto.
Aveva la gola secca, non pensava di potercela fare, non ce l'avrebbe fatta.
Stava quasi per voltarsi e correre via, quando una voce fin troppo familiare nella sua testa rise di lui: "Te la stai facendo sotto, Malik?"
Il ragazzo si schiarì la gola e cominciò: "Quattro giorni. Sono passati quattro giorni da quel Venerdì in cui abbiamo realizzato quanto stupidi siamo stati e quanto ci amiamo l'un l'altra. Un weekend. Abbiamo passato insieme solo un weekend dopo quel Venerdì, e poi l'altro giorno sei uscita per raggiungermi nello studio di registrazione e un pirata della strada ti ha investito. Che morte classica, probabilmente rideresti alla banalità di questo evento così tragico. Solo un weekend d'amore dopo un anno di sofferenze. Durante quei dodici mesi ho conosciuto ogni lato di te, e non ne ho trovato nemmeno uno che non mi piacesse. Ho avuto solo un finesettimana per viverti davvero, per esplorare ognuno di quei lati. Una weekend. Solo due miseri giorni. Come i due con cui è comiciato tutto un anno fa. Sono sicura che l'ironia di tutto questo ti farebbe ridere in quel modo che mi manda fuori di testa. Solo un weekend. Ma fattelo dire, Ali: sono stati i due giorni più belli della mia vita."
  
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