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Autore: ShimizuBookman_    05/03/2012    1 recensioni
Ff fatta assolutamente a caso su Assassin's creed,leggere questi libri mi fa sentire illuminata,letteralmente.
"Come pensi di uccidermi,assassina?"
Un ghigno si ampliò sulle labbra di Guglielmo il quale,sotto osservanza di Xavier aveva appena finito di trangugiare un misero pasto,tantè che rimaneva ancora una macchia di vino accanto ai baffi.
" Te lo spiegherò subito,Guglielmo. "
E detto questo fece scattare la lama nascosta,spiccando un lungo balzo e puntandogli l'arma sul collo.
" Con il tuo sangue che colerà lungo la mia lama,affondata nel tuo collo".
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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"Perchè il nostro istinto si basa sulla violenza? Ho studiato le interazioni tra specie diverse. Il desiderio innato di sopravvivere sembra esiga la morte del prossimo. Perchè non possono tenersi mano nella mano? Sono in molto a credere che il mondo sia stato creato da un potere divino,eppure io vedo solo i disegni di un folle, teso nella celebrazione della morte,distruzione e disperazione."

Così aveva letto Xavier prima di riporre il diario di Altaìr sulla sua scrivania,dove lui la guardava con fare attento e curioso,mentre prendeva un secondo rotolo di pergamena e scivolava con gli occhi lungo la lista dei nomi delle persone che avrebbe dovuto uccidere.. in teoria.
Finalmente,vedendola in difficoltà con la fronte corrugata tossì appena per richiamare la sua attenzione che venne subito attirata,portando le iridi castane contro quelle del suo maestro,esaminando il velo di barba che ricopriva il suo mento.
- Ti vedo in difficoltà Xavier,qualcosa ti turba?
- Beh maestro.. 
- Ricordi Xavier,per cosa combattono gli assassini?
- per la pace.. 
Rispose,mentre ancora cercava di orientarsi in quelle parole che erano stati gli insegnamenti durante tutti quegl'anni.
- In ogni cosa?
- Questo è uno dei principi dell'ordine.. ho qui alcuni nomi,sono nove. Nove uomini che devono cadere sotto il peso della tua lama,nove uomini che usurpano il trono lasciatogli da Riccardo e che cercano la vendetta fra i civili. 
Detto questo Xavier si inchinò,profondamente turbata da quella nuova missione che gli era stata affidata,dopo notò qualcosa scorrere negli occhi del suo maestro,che scorse gli occhi lungo la sua lama sul polso,ben stretta e nascosta.
- Collaborerai con un altro assassino da Firenze.. esso è stimato per la sua fama e per la sua capacità in combattimento. Sarai la sua apprendista,come sei la mia. Ti aiuterà a uccidere quelle nove persone,e così facendo seminerà i semi della pace per entrambi.
- Ezio da Firenze cosa c'entra con tutto ciò?
 Sospirò,scontento di dover sempre puntualizzare tutto. Xavier era una ragazza agile e pronta di riflessi,ma poco sveglia quando si trattava di collegare i fatti.
- Piccola,io ormai sono diventato troppo vecchio per poterti seguire nelle tue missioni. I tempi in cui correvamo insieme sui tetti sono quasi giunti al termine. Fidati di ciò che ti dice il tuo maestro,e recati a Firenze.
- Ma se non hai nemmeno 40 anni!
Protestò Xavier corrugando la fronte e mettendo una finta espressione da bambina,quella che di solito usava per addolcire il tono di Altaìr,del suo maestro.
In tutta risposta lui le sorrise,passandole una mano sulla sua guancia e accarezzandola dolcemente.
- Fidati di me,come hai sempre fatto. 
E le porse una piuma d'aquila,con il quale avrebbe dovuto intingere il sangue della vittima.
- Se questo è tuo volere,Altaìr..
- Lo è.
Con questo la congedò con un breve bacio sulla fronte,mentre usciva dal cortile della cittadella e voltava lo sguardo alla torre di Masyaf dove Altaìr si era affacciato e la salutava,accanto alla bandiera degli assassini che svolazzava nel caldo vento estivo.
Si avviò nelle stalle e trovò il suo fidato Sèbastien che l'aspettava,nitrendo felice quando vede sbucare il volto della ragazza sotto il soffice cappuccio di cotone.
Aprì e notò ..che era già sellato.. aveva già pensato a tutto,evidentemente. 
Ci montò sopra e uscì dalla città,galoppando accanto al fiume d'acqua fresca che la riforniva con alle spalle tutti gli insegnamenti che le erano stati affidati e il diario del suo mentore ben stretto nella sacca di pelle marrone,legata alle redini.
Normalmente Xavier usava fermarsi accanto alle fonti d'acqua,e dove c'era uno spiazzo d'erba che il proprio destriero potesse brucare in santa pace rimanendo libero e sotto la sua protezione e vigilanza.
Si appoggiò ad un pezzo di pietra rimastò lì da chissà quanto e chiuse gli occhi,cercando di ricordare quello che aveva letto nel diario del maestro degli assassini.
" Frena la tua lama.. accogli la vendetta e distruggila,poichè essa è strumento di distruzione stessa."
Storse le labbra,venendo colpita da un raggio di luna e notando Sèbastien ancora ben vicino decise di proseguire il suo viaggio,con la notte sarebbe passata più inosservata lungo i confini di Firenze,che distava ormai poche miglia dalla sua cittadella natale,Masyaf.
Un regno di terre brulle accanto a Gerusalemme e Dumar,cittadelle ormai prese dall'assedio dei Templari,che facevano continuare il regno sotto una guida tirannica e terribile,uccidendo innocenti e chiunque si fosse opposto al loro credo.
Galoppò a lungo finchè non vide da lontano la città,legando il cavallo entro le mura accanto alla chiesa principale e scendendo,mischiandosi fra la folla che aveva cominciato a comparire,con i primi raggi del sole che filtravano fra le vetrate degli alti palazzi.
Non sapeva dove cercare Ezio,nè come trovarlo o come chiederle di aiutarla,anche se realizzava che fosse già stato messo al corrente...
Ovviamente non conosceva nessuno degli Auditore.
Non aveva mai visto Ezio di persona e non aveva mai avuto opportunità di scambiarci parole,ma veniva stimato e idolatrato dagli assassini,ritenuto il più grande dopo Altaìr,il grande maestro.
Xavier si inoltrò in un vicolo ceco e guardò un muro del palazzo,cominciando ad arrampicarsi dalle finestre e,arrivata in cima al tetto si aquattò su una sporgenza,dalla quale aveva una visione completa di tutta Firenze. 
Non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto dell'ombra che le passava alle spalle che venne sbalzata per vari metri sul tetto,riparandosi il braccio dalle tegole pungenti,mentre guardava in viso il suo aggressore.
Pareva avere non più di 25 anni,indossava una tunica bianca identica alla sua,ma al contrario della propria,senza mantelli o decorazioni,portava un mantello legato sulla spalla sinistra,rosso e non aveva la spada come aveva lei. Inoltre,avendo la sua stessa lama la teneva ben nascosta con il bordo della camicia al contrario della propria,che giaceva sotto il congegno di metallo.
La costrinse a girarsi a pancia in sù,facendo scattare il congegno della lama sul polso e puntandogliela alla gola.
- Si vede che sei una novellina.. non evitare in questo modo un attacco.
Aveva trovato il suo uomo.
Emise un ringhio e schivò la lama,ma lui le graffiò appena la guancia,portandosi a cavalcioni su di lei.
Era decisamente in vantaggio,anche perchè se si fosse agitata troppo sarebbe scivolata dal tetto,per cui rimase ferma e calma,immobile.
- Sarebbe un peccato che questo visino venisse scalfitto dalla mia lama..
Così disse,togliendole il cappuccio con un colpo di lama e scoprendo la chioma rossiccia di Xavier che,prima di allora era tenuta rigorosamente in coda.
Sbattè le palpebre stupito,probabilmente dai folti capelli rossi scuri della ragazza e dal viso straordinariamente pallido,invece di essere abbronzata con il proprio maestro,segno che indossava praticamente sempre il cappuccio.
Le porse la mano,togliendo la lama e aiutandola ad alzarsi,anche così lei era molto più bassa di lui e mingherlina rispetto al fisico muscoloso ma snello dell'uomo,con la tunica ingrigita dal tempo e una lama diversa dalla sua.
- Ezio Auditore?
- In persona.. con chi ho il piacere di parlare? Anche se credo già di sapere la risposta..
- Io sono Xavier Jalady,assassina di secondo grado presso il maestro degli assassini,Altaìr ibn-La' Ahad,piacere di fare la tua conoscenza. 
Sono venuta a compiere una spedizione per l'omicidio di 9 uomini.. ma credo che tu lo sappia già.
L'assassino annuì compiaciuto nel sentire la storia della ragazza davanti a lui,osservando la tunica e il vestiario che le proponeva,con un sorriso compiaciuto.
- Si,e sarò il tuo maestro finchè la missione non sarà completa. Altaìr ibn- La' Ahad confida molto sulla riuscita di quest'opera.
- Non fallirò,la mia lama non ha mai fallito fin'ora.
Aggrottò la fronte nuovamente stupito ma qualcos'altro si mescolò al suo sguardo,uno sguardo di sfida che le mandò solo parlandole con gli occhi,forse segno che le pareva troppo spavalda e sicura di sè.
Ma Xavier era fatta così,era stata addestrata così e così sarebbe rimasta.
La solita stupida,Spavalda e irrequieta Xavier.
- Il nostro primo bersaglio.. 
Riprese,distaccando l'attenzione da sè..
- E' Jean Guiston,un trafficante di vite umane che sequestra i cittadini e li massacra brutalmente. Ci sono stati diversi allarmi di persone scomparse nel quartiere più famoso di Firenze,ed è mio compito,come assassina,porre fine alla vita di questo miserabile che schiavizza il popolo.
Tossì anch'esso com'era solito fare Altaìr per attirare la sua attenzione quando andava troppo di fretta e le girò il mento,facendola arrossire di colpo.
Raro,strano che Xavier arrossisse.
Ma quel gesto non se lo aspettava,e sorrise timidamente,presa alla sprovvista e guardandolo da sotto il cappuccio,senza avere il bisogno di toglierlo.
- Si,Ezio?
- Ricorda che tu sei la mia apprendista qui,e anche se sei un'assassina qui il maestro sono io. 
Detto questo si lasciò cadere dalla grondaia e tornare nel vicolo dalla quale era partita lei per salire,così lo seguì,balzandogli accanto e piegandosi su un ginocchio per attutire la caduta.
- Bene genio.. ora dove pensi che dovremmo andare?
Si grattò il pizzetto e la barba che,anche per lui crescevano sul suo mento con una lieve sfumatura e un'aria pensierosa.
Xavier avrebbe dato tutta la sua anima nello scommettere che non lo sapeva nemmeno lui.

  
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