chapter two.

Una volta terminata la lezione di biologia, Kurt Hummel si diresse verso la caffetteria, per prendere qualcosa tipo un caffè, almeno si sarebbe svegliato per bene. Rachel era andata ad allenarsi in teatro, e lui poteva prendersi una prendersi un po' di tempo tutto per lui. 
Insomma, l'unica cosa che avrebbe fatto era bere quel adorato caffè seduto ad un tavolino della caffetteria. Quella maledetta campanella, però, suonò prima che il suo bicchiere fosse stato svuotato per bene dal suo stomaco assassino; così si trovò costretto a girare per i corridoi bevendo frettolosamente il caffè estremamente caldo. 
Se quella sera, a cena, fosse ancora stato in grado di sentire il sapore di qualche cibo, date le sue papille bruciate, avrebbe ringraziato tutti gli Dei esistenti a questo mondo. 
Arrivato davanti alla classe di matematica con i libri in mano, cercò un cestino per buttare il cartone. Ne trovò uno vicino ad un bagno e così lo gettò lì dentro. Non appena alzò gli occhi per girarsi verso la classe qualcosa di freddo gli bagnò i capelli sistemati pelo per pelo con un costosissimo gel per il quale suo padre aveva speso una fortuna. 
Guardò in alto e sentii delle voci femminili che ridevano insieme ad alcune maschili. 
Ovviamente. Le cheerleader con i loro tira piedi amanti-dello-sport stavano ridendo come idioti. Sbuffò e si sistemò la frangia, quando uno di loro disse: -Ops, scusami fatina in calzamaglia canterina, ti ho rovinato l'acconciatura?- e detto questo scoppiò a ridere con gli altri. Kurt si tolse un po' di quella miscela fredda di ghiaccio e prugna (bleah) dagli occhi e, non appena fece questo, subito un'altra granita lo prese in pieno, nel punto in cui due secondi prima si era pulito. Scivolò per terra, addosso al muro, per “proteggersi” da quei tizi e, non appena lo fece, cominciarono a ridere ancora di più. Il ragazzo dai meravigliosi occhi celesti, che in quel momento erano coperti di prugne, si pulì di nuovo, trattenendo le lacrime. 
Kurt era una ragazzo forte, di solito, ma certi giorni si svegliava triste e quando lo attaccavano in quel modo non riusciva a rispondere, mentre di solito aveva sempre la risposta pronta. Stava per trovare la forza di farlo, di alzarsi e mandare tutti a quel paese, quando sentii una voce dietro di lui. Oh, cos'era successo? Un pezzo di ghiaccio era finito dentro la gola ed era morto? Gli angeli erano venuti a salvarlo? No, era un semplice ragazzo, solo che non lo poteva vedere per via della granita. -Lasciatelo in pace, cervelli di gallina- Gli altri risero, rispondendo a tono -oh, e tu chi saresti? Il super eroe dei finocchi?- Kurt si tolse un po' di ammasso di ghiaccio alla prugna dagli occhi e guardò il ragazzo dietro di lui. Non era molto alto, a dire la verità, forse era anche più basso di lui. Aveva dei foltissimi capelli marroni e...e, cavolo, era perfetto. Quello rispose ridendo -sono un semplice ragazzo che può far lavorare suo padre, avvocato, molto bene. Perciò credo sia meglio per voi andare via, se non volete finire in galera a 16 anni.- Quelli grugnirono, proprio come maiali, ma se ne andarono. Kurt tentò di alzarsi, ma aveva ancora della granita vicino agli occhi, e aveva paura che gli fosse andata a finire dentro ad essi. Sentii avvicinarsi qualcuno che lo prese per una mano e lo tirò su, poi, con un fazzoletto di stoffa, gli ripulì per bene il viso finchè Kurt non sentii gli occhi fuoriuscire da quella melma violacea. -G-grazie- mormorò prima di aprirli, ed incontrare quelli del ragazzo. No, momento, quelli STUPENDI del ragazzo. Erano come una cascata di oro, ora puro. E bellissimo. Non so se sapete cos'è esattamente un colpo di fulmine, ma, bhè, in quel momento Kurt seppe di averlo avuto con quel bellissimo ragazzo. Che ora lo stava fissando sconcertato. Doveva essersi fermato a guardarlo, tipo serial killer. Già. Doveva essere così. Sorrise imbarazzato. Stava per chiedergli il nome, quando... -Blaaaineee!- una vocetta stridula fuoriuscì da un corridoio; la seguii una ragazza alta, mora, con gli occhi verdi ed i capelli lunghi. Kurt guardò prima lei poi il ragazzo davanti a se, che sembrava si chiamasse Blaine. La ragazza lo prese a braccetto e, senza calcolare nemmeno un po' Kurt, lo trascinò via. 
Perfetto. Bello ed etero. Grande.  
Il ragazzo con gli occhi celesti guardò l'altro, quello che da quanto aveva capito si chiamava Blaine, andare via, a braccetto, con quella che doveva essere la sua ragazza. Perchè gli stava appiccicata come un chewingum stava appiccicato al sotto banco dell'aula di matematica. Il ragazzo con gli occhi d'oro colato si girò verso di lui e fece come per dirgli qualcosa, ma lo stecchino con le gambe accanto a lui non approvò, lo tirò per un braccio e lo riportò a focalizzare il discorso che stavano facendo, e ormai erano troppo lontani, Kurt nemmeno poteva capire di cosa stavano parlando. 
Si rigirò il fazzoletto che il ragazzo gli aveva lasciato tra le mani. Sopra c'erano ricamate due iniziali: BA. Sicuramente erano nome e cognome, già da “B” che era Blaine, si capiva. Però doveva scoprire il suo cognome. Doveva scoprire di più su di lui.

Quella sera si sarebbe trovato a casa di Rachel. Per un pigiama party “tra ragazze”. Erano loro due e Mercedes, un'altra ragazza del Glee. Era l'altra che si litigava i duetti con entrambi i ragazzi, era una ragazza bravissima, anche bella. Da qualche mese si era decisa a rivelare a Sam i suoi sentimenti, ed ora erano felicemente fidanzati. Sam era un altro componente del Glee. Fin'ora erano: Rachel, Kurt, Sam, Mercedes, Artie, Mike e Tina. Rach aveva invitato anche quest'ultima, ma Mike aveva la febbre, e da brava fidanzatina lei era rimasta a casa con lui. Perciò erano solo Mercedes, Rachel e lui. 
La ragazza di colore, Mercedes, continuava a parlare di quanto Sam fosse dolce. Rachel sembrava scioccata mentre Kurt si rigirava quel fazzoletto con scritto “BA” tra le mani. Mercedes parlava in continuazione, sembrava avesse delle batterie che non si scaricavano mai. Vedendoli non proferire parola lì guardò -Ragazzi, hei, che avete?- Rachel sospirò quando lo fece anche Kurt. Quest'ultimo mostrò il fazzoletto alle sue amiche -Ho incontrato questo ragazzo. So che può sembrare strano dato che non mi ha nemmeno detto una parola, ma credo mi piaccia...- degluitii e subito le due scattarono verso di lui, riempiendolo di domande tipo “come si chiama?” “è bello?” “quanti anni ha?” Ma Kurt se ne uscì solo con un -è etero...- le due lo guardarono aprendo leggermente la bocca -dici sul serio?!- dissero all'unisono. Kurt annuì e disse -si, una ragazza è arrivata e se l'è trascinato via a braccetto, parlando a vanvera...- Mercedes lo guardò -magari è la sorella, o la cugina...insomma Kurt, pensa positivo!- Una volta finita una grossa risata, dopo un abbraccio di gruppo, e qualche lacrimuccia, Rachel parlò -ieri sono stata chiusa a scuola insieme a Finn Hudson...- Mercedes e Kurt non fiatarono, quando l'ultimo lo fece disse -davvero?- lei scattò in ginocchio sul letto -stavo uscendo dall'auditorium e ho visto che era tardi e...lui è uscito e siamo rimasti tipo un'oretta chiusi lì dentro insieme...- Kurt la guardò con gli occhi che brillavano -e vi siete parlati, vero?- Rachel annuì -però è più idiota di quanto pensassi- disse facendo una smorfia. Kurt sospirò e le mise una mano sulla spalla come per dirle “io sono sempre qui per te”. Rachel sorrise dolcemente e abbracciò, di nuovo, lui e Mercedes. Poi il ragazzo con gli occhi color del mare parlò -Bhè, a me stavano tirando le granite, lui è arrivato e ha detto a quegli stupidi della squadra di football di finirla e...insomma, mi ha pulito gli occhi con questo- mostrò il fazzoletto sotto gli sguardi attoniti delle due amiche -e poi è...stato...trascinato via da una tizia...- sbuffò e si buttò sul letto con la schiena -non riuscirò mai a trovare un ragazzo per me...- rabbrividì, poi, al pensiero dell'unico ragazzo che aveva baciato prima d'ora. David Karofsky. Ricordò quel piovoso martedì in cui lui era entrato in palestra per cercare il suo fratellastro, Finn, e all'improvviso era apparso lui. Kurt aveva tentato di parlargli con tutta la calma di questo mondo, ma lui si era avvicinato pericolosamente e, invece di dargli un pugno come Kurt si aspettava, l'aveva baciato in modo arrogante, tanto che Kurt era ancora semi-sconvolto per l'accaduto. La voce stridula della sua migliore amica, Rachel, lo riportò al pigiama party. 
Per quella sera, si disse Kurt, basta lamentele, basta flashback e basta rimpianti. 
Solo divertimento.

SpazioAutrice.
Sssalve a tutti! :3
Scusatemi se questo capitolo è più corto rispetto al precedente, ma non voglio rivelare tutto adesso, preferisco farvi aspettare e soffriiiiire (?), okay no. lol 
Poi, voglio ringraziare coloro che hanno commentato, messo nei preferiti/seguite o anche solo letto il primo capitolo di questa fan fiction anche non avendo recensito, THANKS, I LOVE YOU ALL. uu
Come al solito, grazie anche a liveforthem per supportarmi e farmi da editor. SEI FIGA! ♥
Alla prossima. Baci, Lu.