Non sognava mai, Soi Fong.


Non sognava mai, Soi Fong.
Non ne aveva il tempo e neppure modo.
Dormiva come gli squali un sonno leggero e breve, cosė da poter sempre essere pronta a combattere.
Era sempre vigile, anche quando chiudeva gli occhi.
E non era mai abbastanza stanca da lasciarsi andare, quello non era il genere di errore che commetteva sopratutto cosė a cuor leggero.

Eppure c'era sempre quel sorriso di sole ed una luna resa rosata dai petali dei fiori di ciliegio

Non sognava mai, Soi Fong.
Non amava perdersi in qualcosa di immateriale.
Le sembrava una cosa eccessivamente sciocca e sopratutto inutile, nulla che valesse la pena di avere attenzione.
E lei doveva concetrarsi sempre ed esclusivamente su ciō che meritava attenzione, per essere pronta ad intervenire in ogni evenienza.
In fondo era quello il suo ruolo.

Eppure c'era sempre quella voce tanto conosciuta e quel profumo mischiato a quello dei fiori nel pieno della loro sbocciatura.

Non sognava mai, Soi Fong.
Perchč sognare era un lusso e lei di lussi non se ne poteva permettere.
Eppure la notte capitava che si svegliasse di sopprassalto, tendendo la mano verso qualcosa nascosto nel buio della stanza.
No, ciō che stava cercando di afferrare era ben oltre il buio della stanza. Infinitamente pių distante, da questo.
Odiava quando ciō accadeva, perchč la faceva sentire come un re che se ne sta nudo davanti al suo popolo vantandosi del suo bellissimo vestito.
La faceva sentire nuda e sciocca, schiacciata da un'arroganza che non le apparteneva.

Eppure non riusciva a smettere di ricordare quelle lunghe corse e quegli occhi dorati.

Non era vero ciō che si diceva di lei.
Sognava spesso, Soi Fong.
Ma soffriva nel farlo e lei odiava soffrire.
Per questo diceva sempre di non sognare mai.
Per questo dormiva un sonno leggero e breve, come quello degli squali.
Per questo non indugiava nell'immateriale ricordo dei suoi sogni.
Per questo diceva a sč stessa che quello era solo un inutile lusso senza cui poteva stare benissimo.

Ma nella notte e nella sua testa talvolta riecheggiava ancora quel nome: Yoruichi-sama

Per questo Soi Fong detestava sognare.